Dizionario


A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
stampa
Numero voci: 180.

Alexander Timoleone


  • tenore
  • Parma
  • 09/01/1854
  • Strasburgo
Discendente da un corista della compagnia Delisle, venuta a Parma dalla Francia alla metà del XVIII secolo, studiò con Luigi Finali e debuttò nella primavera 1821 in Amelia e Leandro del conte Germano Liberati nel Teatro Sanvitale assieme al baritono Cosselli e al soprano Marietta Albini. Le prime prove le dette a Milano: nella primavera 1826 al Teatro dell'Accademia dei Filo-drammatici in Bianca e Faliero di Rossini e nel mag. 1827 nell'esecuzione di musiche sacre di Cesare Pugni, per recarsi poi nell'estate al Teatro Eretenio di Vicenza per Donna Caritea di Mercadante e Bianca e Faliero. Nel feb. 1828 cantò con successo nella Didone abbandonata di Mercadante al Teatro da S. Agostino di Genova, per esibirsi poi nell'ago. a Napoli al Teatro Nuovo sopra Toledo in varie opere tra cui la Cenerentola di Rossini e nel dic. L'antiquario e la modista di Pagliano-Gagliardi e in Selim e Zulmira ovvero La breve fortuna di Pulcinella di Antonio Cipullo. Nel 1829 fu a Parma per la stagione di apertura del nuovo Teatro Ducale in Colombo, scritto appositamente da Luigi Ricci. Nel lug. si esibì nel Teatro di Piacenza, mentre nella primavera successiva "confermò le prove già date di saper cantare con espressione" al Teatro dei Nobili Signori Compadroni di Pavia. In autunno non riuscì a brillare al Teatro Carignano di Torino nelle Cantatrici villane del Fioravanti, mentre "fu apprezzato per la commendevole sua abilità" nell'altra opera, Il turco in Italia. Concluse l'anno nel Teatro di Cuneo per la stagione di carnevale. Nel lug. 1831 fu al Teatro Re di Milano dove, oltre alle opere del ricco cartellone, cantò nel primo lavoro italiano di Balfe L'avvertimento ai gelosi. Mentre lui fu applaudito, per l'opera fu scritto: "Che il Balfe faccia il baritono dove riesce bene!". Il Censore dei teatri del 10 ago. 1831 scrisse: "Bella figura, voce bellissima, anzi seducente e di molta espressione, falsetti deliziosi, gorgheggio spontaneo, moltissimo buon gusto ne' suoi modi di canto, piena intelligenza della parola ed una più che sufficiente naturalezza di azione". Il 3 nov. fu ospite del marchese Antonio Visconti e nella chiesa della Madonna dei Campi di Brignano cantò nella Messa a 3 voci di Luigi Ricci. Nel carnevale 1831-32 fu a Brescia, dove ebbe successo anche in Zadig e Astartea e, "per non avervi voluto introdurre un pezzo eterogeneo, fu molto e da tutti apprezzato il suo giudizio", mentre a Como nell'ago., nella Clotilde del Coccia, fu lodato "nella cavatina estranea allo spartito e nell'aria dello spartito del secondo atto". Fu poi al Teatro di Trieste (feb. 1833), nell'autunno al Teatro di Como nella Vedova del Bengala di Antonio Pellegrini, nel carnevale successivo al Teatro della Nobile Società di Bergamo, e in quello dell'anno dopo a Mantova. Nella primavera 1835 era alla Canobbiana di Milano con Joséphine De Méric, dove ebbero un caldo successo, mentre nel carnevale, al Teatro Carolino di Palermo, cantò ancora insieme al celebre soprano, che adesso era sua moglie. Malgrado i continui spostamenti imposti dall'attività, risulta che abitassero a Parma. Nel carnevale 1836-37 fu a Bergamo, dove pare iniziasse a dare segni di decadenza, ma nella primavera 1837 era al Teatro Comunale di Ravenna con la moglie in Scaramuccia: il giornale Teatri, Arti e Letteratura del 18 mag. scrisse che si era dimostrato "tenore intelligente, d'intuonata voce". Nell'autunno, nell'Elisir d'amore al Teatro Nuovo di Padova, mentre la moglie raccoglieva il plauso più caloroso, per lui la stampa osservò impietosamente che "non bastava essere il marito della Demery" per soddisfare il pubblico. Ritiratosi nel 1844 a Strasburgo, città natale della moglie, impartiva lezioni di canto e dava numerosi concerti con la moglie e la figliastra. L'ultimo fu il 18 dic. 1848, in quanto si trasferirono a S. Pietroburgo, dove lui aprì una scuola di canto. Ammalatosi gravemente nel nov. 1853, ritornò con la moglie a Strasburgo, dove poco dopo moriva. Per lui furono scritte le opere: Gli sposi fuggitivi da Luigi Carlini (Napoli, Teatro Nuovo, 1828); Il supposto marito da Vincenzo Fioravanti (Napoli, Teatro Nuovo 1828); Colombo da Luigi Ricci (Parma, Teatro Ducale, 1829); La vedova del Bengala da A. Pellegrini (Como, 1835).
BIBLIOGRAFIA: Bettoli; Brescia; Cambiasi; Ferrari; Genova; Leone; Mantova; Melisi; Padova; Parma; Piacenza; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 10 gen. 1982; Dudley Cheke. Joséphine and Emilie: stars of Bel Canto in Europe and America: 1823-1889. Oxford: Carpenter, 1993.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza