Cardinale, benché di umili origini, percorse un brillante cursus honorum. Amante della musica, mentre era in missione in Romagna, corresse la tragedia Ciro in Babilonia, scritta e musicata da Carlo Sanseverino. Nel 1732 fu nominato amministratore dell'ospedale di S. Lazzaro presso Piacenza, dove fece costruire un collegio perché vi fossero educati gratuitamente 54 chierici della diocesi di Piacenza. Nel 1740 fu ascritto come socio protettore all'Accademia Filarmonica di Bologna. Nel 1751 commissionò a Giambattista Cornetti di Gozzano Novarese un organo per la chiesa del suo collegio che era stato aperto il 28 nov. 1751 e, nelle bolle con le quali stese l'ordinamento dell'istituto, insistette perché chierici e alunni studiassero il canto gregoriano e che vi fosse per tutti una lezione o esercizio di canto fermo della durata di mezz'ora al giorno; nel contempo proibiva di coltivare qualsiasi altra forma di musica. Nella costituzione che stese per le monache di S. Maria di Valverde di Piacenza, dispose che imparassero il canto gregoriano "affinché nel coro sieno pratiche e non abbia a sentirsi una indecente dissonanza".