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Numero voci: 430.

Campioni Antonio


  • danzatore
  • 1741
  • Parma
  • ago. 1778
  • Parma
Fu ballerino figurante nella compagnia Delisle dal 1756 al 1758, e compare nei libretti dei balli che quella compagnia dette al servizio del duca a Parma e Colorno, come pure da quella data lo si trova sui libri paga del Ducato. Nella primavera 1760 danzò a Parma nei Tindaridi e nel set. nelle Feste di Imeneo. All'inizio del 1761 il ministro Dutillot lo inviò a Parigi, assieme a Gaspare Bianchi, per perfezionarsi con il Laval. Rientrato in patria nel mar. 1764, danzò al Teatro Ducale sotto la direzione del padre in La pace fra Cinesi e Tartari e La primavera ossia La festa chinese e dette prova della sua valentia come ballerino e inventore dei balli dell'Eroe cinese. In una cronaca da Parma pubblicata sul supplemento del 4 nov. 1764 della Gazette littéraire de l'Europe, era espressa viva lode per gli spettacoli che vi erano allestiti: un elogio particolare andava ai "due italiani allievi della scuola dell'Opéra di Parigi", Bianchi e Campioni. Visto il successo conseguito nella città natale, ben presto ritornò in Francia per un nuovo periodo di tirocinio dall'ago. 1764 all'apr. 1765. Festeggiatissimo a Parigi, ballò in diversi teatri francesi, sostituendo nell'opera Nais il Cardel, che aveva preso il posto del Vestris. Nella stagione di primavera 1765 ritornò al Teatro di Parma come coreografo e danzatore nei balli I Tartari generosi e Telemaco all'isola di Calipso; e nelle stagioni del 1767 ballò in Aci e Galatea, in Ipermestra e nel Tigrane. In un documento contabile del 1768 risulta esonerato dal rilascio di ricevuta, in quanto 'abbiente'. Nel 1769, assieme alla sorella Giustina, danzò a Colorno nelle 3 recite di Licida e Mopso e ancora in Aci e Galatea (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934a). Nello stesso anno, a nov. fu al King's Theatre in The Hay-Market dove danzò e diresse i balli nelle opere Le contadine bizzarre e Il padre ed il figlio rivali, e nei primi mesi del 1770 dell'Ezio e della Costanza di Rosinella. Ritornato a Parma, sempre nel 1770, lavorò nella stagione di primavera al Teatro Ducale di Milano, dove fece la coreografia ne Il regno della luna. Nello stesso anno, grazie alla sorella, che aveva sposato Giuseppe Bianchi, si avvicinò maggiormente a Gaspare Bianchi, e il ministro Dutillot li raccomandò tutti e tre per i Reali Teatri di Spagna, in quanto insieme lavoravano "con molta armonia". Dal 1770 collaborò per l'insegnamento alla Scuola dei ballerini teatrali, il cui docente era Giuseppe Bianchi. Era retribuito mensilmente con 366 lire (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934b-935b). Conservò questa paga anche dopo che la Scuola fu soppressa alla fine del feb. 1775 e fino a tutto il luglio 1778 (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 937). In quegli anni si esibì al Teatro di Corte di Vienna, che era diretto da Giacomo Durazzo. Nel carnevale 1772 lavorò al Teatro di Verona, in quello del 1773 era al Teatro di S. Benedetto di Venezia come Enea nel ballo La partenza di Enea o sia Didone abbandonata, e nel 1774, dopo essere stato nel carnevale a Milano, nella stagione della Fiera dell'Ascensione fu al Teatro di S. Samuele di Venezia, dove ballò e diresse le coreografie del Lucio Silla. Nel carnevale 1774-75 fu al Teatro Regio di Torino assieme a Giustina in un minuetto inserito nell'opera L'isola di Alcina, ballo successivamente trasformato dal Ghebart in un passo a 2. Rientrato al servizio ducale assieme alla moglie Maria Teresa Gavazzi, questa, il 21 ott. 1774, presentò al duca la "supplica di concedere l'onore di essere dichiarata Virtuosa di ballo al serviggio di SAR" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 3). Lui nel 1775 si fregiava del titolo di "Maestro di Ballo al servizio di SAR l'Infante Duca di Parma". Nella stagione 1775-76 fu coreografo al Teatro di via della Pergola di Firenze per i balli La Semiramide e Annetta e Lubino. A Firenze ricevettero cordialissimi applausi in quanto furono apprezzati "invenzione, vivacità, chiarezza, brevità, armonia" (Gazzetta Galante, 2 gen. 1776). Fu scritto ancora: "Egli evita qui gran tratti di forza che non appartengono al ballo Pantomimo chiamato grottesco dove il viso non avendo nulla da dire lascia tutto ai piedi. Il Ballo serio deve farsi dal mezzo in su poiché l'espressione risiede nelle braccia e nel viso. La sig. Teresa Campioni, prima ballerina, è anch'essa pantomima, e questo è il gran talento del Ballo alto: possiede le quattro qualità per essere una gran ballerina cioè gioventù, bellezza, statura e disposizione" (Notizie dal Mondo, n. 15, 19 feb. 1776, p. 119). Il ballo Le tre sultane fu "fatto interamente replicar di nuovo in mezzo al rumore delle reiterate acclamazioni, che non ha avuto esempio finora". Furono lanciate lodi poetiche. Nell'autunno 1776 ritornò a Venezia e fu al Teatro a S. Samuele, mentre nell'autunno 1777, con il titolo di "virtuoso di Ballo dell'Infante Duca di Parma", fu al Pubblico Teatro di Lucca come compositore del ballo Solimano e direttore dei balli, mentre nel carnevale 1778 compose i ballo Semiramide e Il re alla caccia al Teatro dell'Accademia Filarmonica di Verona. Nella domanda di permesso per recarsi a lavorare in questo teatro è del 2 giu. 1777: in essa è scritto che aveva già ricevuto il permesso da Pio Quazza. Del 28 mar. 1778 è la richiesta di permesso da Venezia ( in quella primavera lavorava al Teatro in contrada S. Moisè) per recarsi a Firenze per le stagioni di autunno, carnevale "ed eventualmente primavera" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 5). Il 7 ago. 1778 troviamo (non è indicata la ragione) che venne negata la pensione a Teresa Campioni "alla vedova del Pensionato Ballerino di questa Corte Antonio Campioni" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 3). Questa ritornò a ballare e la troviamo lƎ nov. 1784 alla Pergola di Firenze nei balli in cui il coreografo era Domenico Ricciardi. Antonio aveva adottato (l'ES, chiamandola Giustina Fazzi, scrive invece che lo fece il padre Giuseppe), una bambina che divenne l'attrice e danzatrice Giuseppina Campioni Bercelli, sposata a Bartolomeo Cavalieri.


ultimo aggiornamento: 29/09/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza