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Numero voci: 430.

Calzolari Enrico


  • tenore
  • 22/02/1823
  • Parma
  • 01/03/1888
  • Milano
Enrico Calzolari
Enrico Calzolari - Tenore (foto Legato Ferrarini)
Cominciò a studiare canto da fanciullo come chierico nel coro di S. Lodovico, la chiesa di corte di Maria Luigia. Ebbe in tal modo la possibilità di mettere in luce le attitudini musicali e, affinché potesse seguire un regolare corso di studi, fu affidato alla famiglia del maestro Giorgio Burckardt, virtuoso di camera della duchessa. Rimasto orfano a 13 anni, lavorò da commesso, senza interrompere gli studi musicali. Il talento e la diligenza gli consentirono di esordire il 30 mar. 1843 in un concerto della Ducale Accademia Filarmonica nel Ridotto del Teatro. La baronessa Maria Zobel e la contessa Albertina Sanvitale, ricordava lo stesso Calzolari in una lettera al Bettòli, lo raccomandarono a Maria Luigia, che gli concesse una pensione per terminare gli studi a Milano con Giacomo Panizza. La notizia trova conferma in una lettera di Emanuele Muzio. Sempre per la protezione della duchessa, a Milano fu accolto nei salotti buoni, dove poté stringere rapporti amichevoli con i personaggi piy in vista dell'arte e della cultura. Questo gli favorì una scrittura con l'impresario Bartolomeo Merelli: l'11 mar. 1845 esordì alla Scala in Ernani, dove ebbe un successo clamoroso, entrando subito nel novero dei cantanti piy celebri del momento. Merelli, con cui aveva stretto un contratto triennale, lo inviò a Vienna, del cui teatro era anche impresario. Vi cantò opere di Rossini, Bellini, Donizetti, Mozart (Don Giovanni) e Beethoven (Fidelio), in ruoli diversi che misero in luce la sua versatilità. Cantò poi a Brescia, Trieste, Alessandria. Nello stesso anno sposò una sorella dei fratelli Cavallini (violinista e clarinettista) fissando la residenza in Milano. Lauro Rossi scrisse per lui La figlia di Figaro e il maestro Bona gli fu debitore in quel carnevale del successo del suo Don Carlos alla Scala. Nel 1847 ritornò a Vienna: da qui a Bergamo, poi a Madrid per l'autunno e il carnevale 1847-48. Amico di Rubini, ne assimilò i consigli e ne raccolse in parte l'eredità artistica. Dopo la Spagna, il 16 lug. 1848 cantò al Teatro Carcano di Milano nello storico concerto pro famiglie povere dei Toscani caduti a Curtatone e Montanara. Indi fu al Teatro Eretenio di Vicenza, poi al Queen's Theatre di Londra e nella tournée delle province britanniche: il successo fu tale, che tornò a Londra per diverse stagioni: nella metropoli britannica fu ospite anche dei concerti di madame Puzzi (26 mag. 1861). Fu applaudito anche a Bruxelles e al Teatro Italiano a Parigi dal 1850 al 1852. Nel 1854 fu ancora a Trieste e, dal 1857, scritturato dal Teatro Imperiale di S. Pietroburgo, si fermò in Russia fino al 1875. Cantò anche al Teatro Nacional di Bukarest, fissando un punto di paragone per i tenori che si esibirono dopo di lui. Nel 1862 fu nominato solista dello zar e dal 1870 maestro di canto in quel Conservatorio di musica. Tutti gli anni, però, ritornava in Italia e nel 1864 dette un concerto al Teatro Comunale di Bologna. Ritiratosi dalla carriera, si stabilì a Milano, dove aveva acquistato un palazzo a Porta Venezia, vaste tenute a Corbetta e una fabbrica di amido. Secondo il Fétis fu l'ultimo tenore di buona scuola italiana dotato di timbro puro e simpatico, una bella emissione di voce, vocalizzo facile e trillo eccellente. Il repertorio leggero gli fu il piy congeniale, pur non esitando a interpretare opere come Il trovatore, Norma, Lucia, che gli dettero agio di fare sfoggio di un'espressione piy energica e incisiva.


BIBLIOGRAFIA: molto estesa; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 25 apr. 1982; Vetro/Muzio.

ultimo aggiornamento: 21/10/2004
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza