Repubblicano e rivoluzionario, consigliere dell'Amministrazione Comunale interventista, nel 1915 fu processato per vilipendio al re, ma venne assolto. Quando in quell'anno Toscanini rientrò in Italia e diresse i concerti patriottici a Milano, fu inviato dal sindaco di Parma a portargli un messaggio a significare che la città attendeva dal maestro nuova luce, una rigenerazione. Commerciante, oltre a collaborare con giornali e riviste, fu per diversi anni il critico musicale della G.Pr. Acceso wagneriano, il temperamento focoso lo portò ad accese polemiche: specie con Spartaco Copertini, critico del Piccolo. Alcuni suoi articoli furono conosciuti da Cosima Wagner, che gli espresse il suo apprezzamento. Fu attento studioso della musica di Musorgskij, di Debussy e delle scuole russe e francesi. fu autore di Vibrazioni canore (Pr: Fresching, 1915), in cui trattava anche di Verdi e di Arnaldo Furlotti, e del volumetto Per Giuseppe Mazzini e Arturo Toscanini (Pr: Freschig, 1916): qui esaminava il rapporto Mazzini/filosofia della musica, il ruolo di quest'arte come promozione civile, come potenza che sprigionava il nuovo eroismo, mentre il direttore era indicato come l'interprete di questo ideale momento della musica.