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Numero voci: 345.

Mainerio Giorgio


  • compositore
  • 1535
  • Parma
  • 04/05/1582
  • Aquileia
Chiamato anche Mayner, de Maynaris, Maineirus, apparteneva probabilmente alla famiglia borghese di Parma dei Maineri. Secondo il Pressacco, invece, era forse di origine scozzese e di formazione friulana. Le prime notizie documentate risalgono al 2 set. 1560 e lo vedono già sacerdote a Udine, città della Serenissima, dove probabilmente fu allievo di Gabriele Martinengo e del romano Ippolito Camaterò. Qui ebbe l'incarico di cappellano del duomo, addetto al servizio del coro durante le funzioni liturgiche festive. Dai volumi dei mandati dell'archivio della curia di Udine si ricostruisce il ritratto di persona litigiosa e avvezza al maneggio delle armi. Il capitolo affidò nello stesso periodo "a pre' Giorgio Mayner da Parma musico" come prebenda la cappella di S. Orsola della cattedrale. Nel 1562 fu uno dei firmatari del ricorso che alcuni cantori inoltrarono al vicario patriarcale per ottenere la revoca di un ordine che li obbligava, pena una ammenda, a presenziare a tutte le attività corali presiedute dal maestro di cappella Gabriele Martinengo. Nel 1564 fu imputato davanti al tribunale dell'Inquisizione per gravia et nephanda scelera ma, esaminati diversi testimoni che si dimostrarono reticenti, ad ulteriora non proceditur. Si trattava forse di calunnie, dato che nel corso del processo, di cui si conservano gli atti, il Maineiro lamentò diverse volte che il posto di mansionario gli era stato ingiustamente negato per favorire un musico meno 'sufficiente' di lui. Nella perquisizione effettuata in quell'occasione nella sua abitazione, l'inventario elenca tra i suoi libri, accanto al Petrarca e all'Ariosto, numerose raccolte di formulari magici, trattati di chiromanzia e negromanzia, nonché una copia ms dell'Erasto. L'anno seguente l'assoluzione ottenne privilegi e uffici di prestigio e nel dic. 1565, infatti, venne promosso mansionario. Nel mar. 1570 si trasferì ad Aquileia, dove, per essere assunto in duomo, aveva superato davanti al capitolo un esame in lectura et cantu. Qui ottenne la cappellania di S. Canciano e nel 1576 fu nominato maestro di cappella del duomo, con l'obbligo anche di insegnare ai bambini. Tenne l'incarico di fiducia di scalco del capitolo (nel 1573, 1577, 1580), ma ebbe anche contrasti per le sue pretese giudicate eccessive. Nel 1574 dedicò al clero di Aquileia i Magnificat, ricevendo un compenso di 15 scudi d'oro mentre, nel 1576, ricevette la cappella di S. Ellaro. Oltre a numerosi viaggi a Venezia per impegni editoriali e ragioni di salute, nel 1579 si recò ad Ancona, ospite della confraternita del SS Sacramento, cui l'anno seguente dedicò i Sacra cantica. Dopo la sua morte i beni vennero trafugati e un anno dopo, nel 1583, il capitolo autorizzò di mettere all'asta quanto era rimasto per saldare i debiti vantati da diverse persone nei confronti del musicista. Occupa un posto non secondario nella storia della musica strumentale e in particolare in quello della danza. Sono rimasti: Magnificat octo tonorum, nunc primum excussa cum quattuor vocibus. Venetiis: apud Joannem Barilettum, 1574; nella raccolta Choreae variarum nationum (1576) Mainerio sarebbe presente con 3 brani profani riferibili al Friuli: L'arboscello e la Putta nera, espressamente chiamati 'balli friulani' e Schiarazula Marazuola, probabilmente riferentesi o a una formula magica o allo strumento popolare sciarazule, che sostituiva le campane nel periodo pasquale; Il primo libro de' balli a quattro voci accomodati per cantar e sonar d'ogni sorte de Istromenti. In Venezia: appresso Angelo Gargano, 1578. L'opera è dedicata "Alli molti Mag.ci Accademici Philarmonici del nobil Casin del Reverendo Mons. Oratio Billiardo, dignissimo canonico di Parma"; Sacra Cantica Beatissimae M. Virg. Omnitonum sex vocum parium canenda. Venetiis: apud Angelum Gardanum, 1580. L'opera Il primo libro de' balli divenne famosa dopo la successiva pubblicazione quasi integrale (18 balli su 21) nella raccolta Chorearum molliorum collectanea, pubblicata nel 1583 da P. Phalèse e J. Bellère ad Anversa, senza riportare però il nome del compositore. Altri 7 balli comparvero nel 500, sempre anonimi, in Ein Schon nutz und gebrenchlich Orgel Tabulaturbuch di J. Paix a Laningen an der Donau. A queste fonti Friedrich Blume attinse il materiale per ricostruire la storia della suite orchestrale apparsa nel 1925 sul primo fascicolo della Berliner Beitraege zur Musikwissenschaft, rimpiangendo di non conoscere il nome del musicista che, a suo parere, aveva fornito per primo un modello di vera e propria tecnica della variazione tematica e realizzato le prime suites strumentali che la storia della musica possa vantare.


BIBLIOGRAFIA: M. Schuller. Introduzione a G. Mainerio, Il primo libro de' balli. Mainz: Musikalisker Denkmaeler, 1960 (V); S. Cisilino. G.M., maestro di cappella della chiesa metropolitana di Aquileia nel sec. XVI, in "Atti dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Udine", (VII)1963, III, pp. 345-373; Alessandro Arcangeli. Il primo libro de' balli di G.M. Tesi di laurea. Bo: DAMS, 1982/83; G. Pressacco. La musica e le istituzioni musicali nelle città di Terraferma. Udine e i centri friulani minori, in "Storia della cultura veneta. Il Seicento". Vicenza: Neri Pozza, 1983, pp. 479-480 e Canti, discanti... e incanti. Intorno alle disavventure inquisitoriali di un organista friulano del 500, in "Spilamberc", numero unico a cura della Società Filologica Friulana. Udine: Il campo, 1986, pp. 18-28; G. Tonetti. Due battaglie musicali per due magnificat di Giorgio Mainerio, in "Rivista internazionale di musica sacra", 1987, pp. 269-302.

©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza