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Naudin Emilio


  • tenore
  • 23/03/1823
  • Parma
  • 05/05/1890
  • Bologna
Emilio Naudin
Emilio Naudin - tenore (foto Legato Ferrarini)
Figlio di Giuseppe, pittore di corte e celebre miniaturista, fu affidato a Ferdinando Simonis, maestro di Maria Luigia, perché gli venisse impartito l'insegnamento della musica, mentre continuava gli studi nel Collegio dei Nobili dove, per dono dalla sovrana, era esentato dalle tasse e nel quale si distinse, ottenendo le 4 maggiori medaglie d'oro e d'argento in lingua, letteratura, matematica e fisica. Iscritto alla facoltà di medicina, lasciò i corsi per dedicarsi al canto, istruito da Ferdinando Orland, concertatore del Teatro Ducale e famoso compositore. Il maestro lo inviò poi a Milano a perfezionarsi con Giacomo Panizza, presso il quale rimase 3 anni. Debuttò con successo a Cremona a 24 anni e dette inizio a una gloriosa carriera che si protrasse per circa 30 anni: Mantova (carnevale 1845-46); al Carlo Felice di Genova (set. 1846, Leonora di Mercadante); al Teatro di Sinigaglia (Fiera 1850, Bondelmonte di Pacini); nei Teatri Apollo (1850, 1851, 1855) e Argentina di Roma; alla Pergola di Firenze (quaresima 1851, Luisa Miller, poi 1855); al Teatro Carolino di Palermo (1855-56); al S. Carlo di Napoli (1854, 1856, 1857); alla Scala di Milano (1858 e 1859); nei teatri di Londra: Drury Lane (1858-59, 1874), Her Majesty's (1862, 1869) e Covent Garden (1870); a Odessa, S. Pietroburgo e Mosca; al Cairo; a Barcellona: Teatro Principal (1860-61, 1878-79) e Gran Teatro del Liceu (in 18 opere nelle stagioni 1860-61, 1875-76 e 1878-79); a Madrid: Teatro Real (6 stagioni tra il 1857 e il 1878); Lisbona, Teatro S. Carlos (1867, 1868, 1877); al Teatro di Palermo (1875-76 e 1880-81); a Parigi; oltre che a Senigallia (1850); al Grande di Brescia (1857); al Comunale di Cesena (1847); al Teatro dell'Aquila di Fermo (1849); all'inaugurazione del Teatro dell'Unione di Viterbo (set. 1855); a Reggio Emilia (Fiera 1850); al Ducale di Modena (1848-49). Tutti i maggiori teatri si contesero questo re del melodramma che incarnava il mito romantico del tenore, e le porte dei salotti più esclusivi erano aperte per lui. Sposò una baronessa vedova, guadagnò cifre iperboliche, fu in cordiali rapporti con i maggiori musicisti e le personalità del tempo, ma dissipò il patrimonio per le manie di grandezza. In declino, limitò il repertorio alla sola parte di Edgardo nella Lucia, nella quale era stato inarrivabile e che continuò a portare in un gran numero di teatri: Genova, (Politeama Genovese, lug. 1878), nel 1880 fu così al Reinach di Parma, al Malibran di Venezia, al Bellini di Palermo, oltre a una serie di altre scene non di primaria importanza. Anche questo simulacro di carriera finì nel mar. 1885, dopo una "sonora disapprovazione" al Teatro del Corso di Bologna: era in miseria e aveva dato fondo a tutte le risorse, i gioielli, le onorificenze che, copiose, gli erano state elargite negli anni d'oro. Accettò un misero impiego al Casino di Monte Carlo, fino a quando non fu colpito da paralisi: fu accolto dalla figliastra, povera e vedova del tenore Scorsi. Fu sepolto nella Certosa di Bologna.
BIBLIOGRAFIA: Molto ampia su tutte le enciclopedie italiane e straniere: Il Presente del 6 lug. 1880 gli dedicò un'appendice con un elenco delle opere eseguite e dei teatri; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 2 gen. 1983: Vetro/Reinach.
ultimo aggiornamento: 07/12/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza