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Numero voci: 284.

Perroni Giovanni


  • violoncellista
  • 1688
  • Parma
  • 10/03/1748
  • Vienna
Probabilmente nacque qualche anno prima, dato che nel 1704 si firmava "Servidore e Famigliare della Casa Farnese"; 10 anni dopo "Accademico Filarmonico, compositore di musica e professore di violoncello" e, fino al 1718, "Virtuoso di violoncello del Serenissimo duca di Parma". Nel 1711 assieme al fratello fu invitato a Novara per suonare nelle feste della traslazione del corpo di S. Gaudenzio. In questa occasione scrissero anche un oratorio e "i Signori fratelli Perroni, virtuosi di S.A.S. di Parma [...] vi si applicarono con tale buon gusto, che riuscì di applauso universale", come riferisce la cronaca del Prina, riportata dal Barblan. Il 18 lug. 1718 il fratello fu assunto dalla cappella del duca di Milano, ed è probabile che questa sia la stessa data in cui anche Giovanni prese servizio a Milano. Nel 1720 faceva comunque parte di questa cappella e dell'orchestra del Teatro Ducale di Milano come primo violoncello assistente al primo cenbalo, retribuito per ogni anno con la paga più alta: "25 doppie che fanno lire 600 e per ogni recita lire 16". Da quella data lo troviamo maestro di cappella in S. Maria delle Grazie di Milano, mentre dallo stesso 1720 a Vienna, "Musico violoncellista di S. M. Cesarea e Cattolica". Circa la straordinaria abilità quale virtuoso di violoncello alla corte di Vienna, nell'apr. 1721 il fratello Giuseppe Maria scriveva al Colloredo: "Sua Maestà si degnò di dire che havea avuto più soddisfazione, di quanti Cantanti e Suonatori abbi mai inteso" (A.S.Mi, Spettacoli Pubblici, n. 44). Fino a quando fu al servizio del duca di Parma, assieme al fratello Giuseppe Maria firmò diverse composizioni per lo più religiose: In occasione che nel luogo di Chignuolo, serenata a 2 su versi di Giuseppe Ferdinando Pusterla (Milano, 1 ott. 1704); La costanza della pietà, poesia di Ferdinando Innocenzo Cavalieri (Novara, per la festa di S. Gaudenzio, 1711); Le delizie notturne della santità, oratorio, poesia di padre Tomaso da Varese (Oleggio, 1712); La santità coronata o Il trionfo de' tre fiori: il giglio, la violetta, l'elitropio, oratorio di Francesco Gazinelli da cantarsi nella chiesa dei Cappuccini in Porta Orientale (Milano, mag. 1714). Dopo il 1715 le strade con il fratello si separarono e le composizioni risultano firmate da solo. Nel 1715, per i 4 venerdì di quaresima tenuti nella Casa Professa di S. Fedele di Milano, scrisse 4 cantate, che vennero eseguite nuovamente nel 1718: Gesù nell'orto; Gesù flagellato; Gesù coronato di spine; Gesù crocifisso; anche nel 1716, per i 4 venerdì di quaresima tenuti a S. Fedele, compose 4 cantate, raggruppate sotto il titolo Gli ossequi de' nobili alla passione e morte di Gesù Cristo, di 2 delle quali abbiamo i libretti: Nicodemo (per il II venerdì), S. Giovanni (per il IV); L'impegno delle virtù, oratorio di Tommaso Augusto Richini, da cantarsi per la festa di S. Tomaso in S. Maria delle Grazie (Mi, 1718); Dialogo pastorale a gloria del nato Redentore, da recitarsi il 7 gen. 1720 dalla Congragazione dell'Immacolata Vergine nella Casa Professa di S. Fedele in Milano; Il sacrificio di Noè, oratorio di Silvio Stampiglia (Wien, Cappella di SM, 1722); Giobbe, componimento sacro di Leopoldo de' Villati (Wien, 1725).
BIBLIOGRAFIA: Sartori; Guglielmo Barblan. Storia di Milano, vol XVI. Mi: Fondazione Treccani, 1962, pp. 620-623. Ricerche nei registri di battesimo di Oleggio (Novara) gentilmente effettuate da don Aldo Ricciuti.
ultimo aggiornamento: 31/01/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza