Dizionario


A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
stampa
Numero voci: 284.

Parma, L''opera lirica nell''età farnesiana


Alla fine del XVI sec, nel 1583, fu eseguita a Parma la Danza di Venere,pastorale di Angelo Ingegneri, mentre non si rilevano altri eventi teatrali degni di rilievo e le rappresentazioni riflettono quanto avveniva anche nel resto dell’Italia settentrionale. Nel nuovo secolo, invece, sono da segnalare gli spettacoli grandiosi al Teatro Farnese: il teatro musicale adesso aveva toccato la massima considerazione dalle corti, in quanto simbolo della grandezza del committente. Sono così degne di memoria le attività di Benedetto Ferrari (musico di corte dal 1619 al 1623 e autore del Pastor Regio, rappresentato a Piacenza nel 1646); di Francesco Manelli (cantore a corte dal 1642, poi maestro della Cappella Ducale e autore di vari lavori: del balletto Ercole nell’Eridano, su libretto di Bernardo Morando, rappresentato a Piacenza nel 1651; de Le vicende del tempo, sempre del Morando, l’anno dopo al Teatro Farnese di Parma; Il ratto d’Europa, su testo di E. Sandri, dato a Parma nel 1653; Il Filo overo Giunone rappacificata con Ercole, seguito dal torneo I sei Gigli,su libretto di Francesco Berni, al Teatro Farnese di Parma nel 1660; de La Licasta, testo di Bernardo Ferrari nel 1664 (Teatro del Collegio dei Nobili), forse la prima vera rappresentazione di un melodramma; di Francesco Maria Bazzani; di Marco Uccellini (maestro della Cappella Ducale dal 1665 al 1679, che compose Li eventi di Filandro ed Edessa, eseguito dagli allievi del Collegio dei Nobili nel 1675; i balli Le navi d’Enea, 1673, e Il Giove d’Elide fulminato, 1677).
Dal 1681 ebbe inizio l’intensa attività di Bernardo Sabadini, prima organista a corte, poi maestro della Cappella Ducale e di quella della Steccata. Per i teatri ducali compose Furio Camillo, su versi di Lotto Lotti (1686), lavorò poi su libretti del veneziano Aurelio Aureli, presente a Parma tra il 1688 e il 1693, e tra questi lavori vi furono quelli grandiosi in occasione delle nozze del delfino: la serie di questi spettacoli come sfarzo segnò l’apice tra quelli che avevano caratterizzato l’epoca e, per assistervi, giunsero nobili da tutta Europa. Questi furono: il dramma fantastico Il favore degli dei, dato al Teatro Farnese di Parma il 25 mag. 1690 con i virtuosi più famosi e le scenografie di Domenico Mauri e Ferdinando Galli Bibiena; Le glorie d’amore, musicato dal Sabadini, che ebbe luogo nella Peschiera; il 20 mag. dello stesso anno era stato inaugurato il Piccolo Teatro di Corte con L’idea di tutte le perfezioni (poesia di Lotto Lotti, musica di Giuseppe Felice Tosi), seguita da un ballo dei principi con i convittori del Collegio dei Nobili; qualche giorno dopo fu eseguita L’età dell’oro con corredo di danze della principessa Margherita e nello stesso anno furono rappresentati nel teatrino Gli amori di Apollo e Dafne (libretto di Alberto Pazzoni e Paolo Montimusica del Sabadini) con il ballo guidato dalla sposa. Dopo gli spettacoli del 1690 non si riscontrano eventi teatrali di carattere eccezionale rispetto alle altre corti del Nord Italia: non risulta, però, come nelle città vicine, che fosse rappresentato con il patrocinio del Palazzo il genere comico, anche perché il teatro farnesiano era impostato sul pomposo e spagnolesco prestigio della casata. Gli spettacoli erano infatti eseguiti dai maggiori virtuosi del tempo, e le ricche scene dei Galli Bibiena non si prestavano alla leggerezza della risata. L’età farnesiana si chiuse con le feste del 1714 e del 1728, che videro ancora l’apertura del Teatro Farnese.
In conclusione si può dire che la vita teatrale aveva avuto in quegli anni un vigoroso sviluppo: oltre al Teatro Farnese, non agibile per gli spettacoli correnti, e al Teatrino di Corte ad esso aderente, esisteva adesso a Parma, aperto al pubblico, il Teatro Ducale, che Ranuccio II aveva fatto costruire, cedendo il Teatro della Racchetta; il Collegio dei Nobili aveva i suoi teatri interni, come pure diversi teatrini si contavano presso i palazzi di alcuni nobili. Dal ms Borra (A.S.Pr), contenente per il 1714 il calendario delle feste distinte tra religiose e laiche, sappiamo che, oltre che a corte, al Collegio dei Nobili, nel teatro pubblico, si faceva assai di sovente questo genere di spettacolo musicale anche in altri luoghi: presso le Orsoline (un’operetta), nelle case dei nobili (palazzo Riva di S. Tommaso: «Recita in musica e ballo a spese di Enrichetta d’Este» e «un’opera in musica e ballo a spese e con la presenza del Duca Antonio» e al castello Terzi di Sissa: «opera in musica e ballo»), e via dicendo.
ultimo aggiornamento: 07/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza