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Parma, L''Unione de'' Professori Di Musica o sia de'' Filarmonici


Era questa un'istituzione ibrida in quanto, se da un lato era di natura privata, dall'altra aveva un riconoscimento pubblico, venendo le questioni risolte dalla pubblica autorità. "L'Unione de' Musici o Suonatori di Parma ebbe principio il giorno 13 agosto 1727, come rilevasi dal Libro de' Capitoli ed Ordinazioni dell'Unione medesima". All'origine il fine era soltanto "di suffragare le Anime de' Trapassati Professori di Musica" e fu stabilito un "tenuissimo mensuale pagamento" per poter celebrare un "Uffizio in Musica" per i confratelli e per l'annuale funzione di S. Cecilia, scelta a protettrice di questo Corpo Filarmonico. Il 23 mar. 1765 vennero approvati "altri Capitoli riguardanti una sovvenzione che far si doveva per l'avanti a cadaun Professore di musica ascritto al d.o Corpo, che fossisi reso impotente, o gravemente infermo senza soccorso di sorta. Si stabilì pertanto che cadaun individuo dovesse pagare lire sei annue". A questo scopo venne deciso di istituire una cassa separata, la "Cassa di Sovvenzione". Vennero nominati 4 "Visitatori degl'Infermi" che dovevano attestare le necessità al Prefetto dell'Unione per la concessione delle sovvenzioni. Altra questione attinente all'Unione dei Musici era il dirimere le controversie che potevano nascere tra i membri stessi in materia di professione, di prelazione per diritto di anzianità, sia per qualunque altra pretesa potesse insorgere anche nei riguardi "dei Maestri di Cappella" (A.S.Pr, Anninistrazione M. De S. Méry, busta 57-60 [59]). Nell'ambito dell'Unione i professori, pur restando fermo il principio dell'anzianità, erano divisi per strumento di appartenenza. Circa questo argomento, un rescritto del 7 giu. 1788 aveva statuito: "Ordina SAR che avenendo che i soprannumerari siano chiamati a prestare la loro opera tanto nelle Funzioni di chiesa, quanto in quelle di Teatro, o per cambio in compagnia de' Professori della Città debbano i detti soprannumerari continuare a godere di quegli onori, prerogative e distinzioni, di cui hanno sempre goduto li Professori Proprietari dello stesso Concerto, cioè di avere la distinzione del posto sopra i Professori della Città. Ed ordina pure che Fontana Francesco Suonatore di Violoncello debba godere dell'anzianità, che gli compete nel Regio Teatro sopra Colonna Domenico, il quale essendo ascritto all'Unione de' Professori in qualità di Suonatore di Violino non deve arrecare alcun pregiudizio ai Suonatori di Violoncello" (A.S.Pr, Decreti e Rescritti). L'anzianità rivestiva somma importanza, essendo essa che indicava la prelazione "negli inviti delle Musiche della Città" e compito dei maestri di cappella era "osservare e vigilare acciò venghi eseguita la giustizia e vietate tutte le cabale ed ingiustizie accadute per l'addietro". Nel nov. 1803 Giovanni Bedogni, "prefetto della professione della musica", da un riscontro dei libri contabili, rilevò che mancavano 3852 lire dalla cassa di sovvenzione e 276 lire dal fondo delle messe: era accaduto che da anni moltissimi soci non pagavano la quota. Investito della questione il 18 nov. 1803, il governatore di Parma escluse la possibilità di qualsivoglia intervento contro i morosi, dato che "una formale coercizione sarebbe contraria alla natura dell'opera procedente da spirito di carità, e che ha un oggetto tutto religioso e pio" (A.S.Pr, Amministrazione Moreau De S. Méry, busta 57-60 [59]). Fu questo fatto a produrre probabilmente la fine dell'Unione de' Professori di Musica, in quanto da allora non si hanno più notizie.
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza