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Parma, La Reale Scuola di Ballo


Nel 1757 con decreto sovrano fu istituita una scuola di ballo, i cui alunni avrebbero agito poi per il Teatro Ducale. Direttore fu nominato il Delisle. I primi allievi cominciarono a danzare nel 1759. Nel 1761 il viaggiatore Edmund Rolfe scriveva nel suo diario: "Attualmente Parma sembra essere un'accademia per formare bravi ballerini e può forse in breve tempo fornire all'Italia i migliori danzatori così come fa ora Parigi per la Francia". Nel feb. 1766 fu steso un "ristretto delle condizioni sopra le quali fu stabilita la Scuola del Ballo sotto la direzione del sig. Giuseppe Bianchi, maestro di ballo delle LLAARR". Il Bianchi si obbligò per 9 anni di formare una scuola cui fossero ammessi solo 14 allievi (numero che nel 1772 era però di 20, di cui 2 piccoline). Il Bianchi, che riceveva 3 mille lire all'anno, doveva prestarsi meno le feste, "di continuo", mezza giornata, scegliendo tra la gioventù di circa 12 anni "con le prerogative di figura, grazia e buona disposizione"; gli "incapaci per riuscita" venivano dimessi (A.S.Pr, Dutillot, b. 88). Per ogni allievo idoneo di prestarsi come figurante in teatro, il Bianchi avrebbe ricevuto dall'impresario una gratifica di 6 zecchini. Gli allievi sarebbero stati pagati dalla direzione del Reale Teatro o dall'impresario per i primi 3 anni con 8 zecchini a ballo, più altri 3 per calze di seta, scarpini e parrucche: nei 3 anni seguenti anche più, a seconda dell'abilità. "Era veramente deciso, che di questa scuola non avessero a profittarne che i soli Nazionali, ma essendosi trovate qui stabilite le famiglie della Fiorentina, e Tessaroli, si è perciò facilitato l'accettazione anche di esse". Oltre al maestro, col tempo fecero parte della Scuola un ripetitore de' Balli, Francesco Corradi; un suonatore di violino, Andrea Borsi, retribuito con 3 lire ogni giorno di scuola; il ballerino Antonio Campioni (336 lire al mese) e la ballerina Giustina Campioni, che ricevette 100 lire al mese "la quale ha avuto il suo termine alla fine del mese di febbrajo 1775" (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 3). In occasione della Pastorale rappresentata a Parma il 10 mag. 1769 per il passaggio di S.M. Imperiale, dalla nota spese per i costumi degli artisti sappiamo che, oltre alla virtuosa Giustina Campioni, si esibirono come pastorelle e ballerine figuranti le allieve della Scuola Marianna Cigoli, Teresa Rossignoli, Maria Viglioli, Rosa Salaffi, Gaspera Laurenti, Laura Salaffi, e come nereidi Angela Laurenti detta 'la Fiorentina', Teresa Tessaroli, Angiola Borri, Margherita Alvieri, Angela Minelli e Angela Lombardi (A.S.Pr, Computisteria borbonica, b. 692). Le stesse si esibirono poi nei grandiosi festeggiamenti per le nozze ducali che si tennero nel luglio. Nel 1770 fu istituita una Deputazione Teatrale presieduta dal conte Jacopo Sanvitale: tra i compiti vi fu anche il riordino della Scuola di Ballo. Fu confermato maestro Giuseppe Bianchi. Lo stesso anno, in considerazione delle condizioni di povertà in cui versavano alcune famiglie di allievi, il marchese di Felino ottenne che S.M. firmasse un decreto con il quale la Scuola venne fornita dei mezzi "onde gli scolari che trovansi in mancanza di tutto possino provvedersi per cui proseguire lo studio incominciato". Con decorrenza I lug. venne assegnato un sussidio di 1 zecchino da 43 lire al mese ai primi ballerini Marianna Cigoli, Maria Viglioli, Angiola Laurenti, Teresa Tessaroli e Giuseppe Galli; "agli altri, fino a tanto che non dimostrino un proporzionato progresso, lire 30 al mese, e così ai figuranti: Giuseppe Fontana, Giuseppe Vercellotti, Luigi Baratozzi, Francesco Baratozzi, Antonio Alvieri, Giuseppe Zucchi, Domenico Zucchi, Giovanni Boretti, Fedele Avanzini, Andrea Lunghi, Marianna Alvieri, Rosa Salaffi, Madalena Tassardi, Angiola Borri, Gaspera Laurenti, Rosa Marchi. Oltre agli espressati sussidj la Reale Direzione, secondo il progresso che giudicherà possino aver fatto ogni anno in cadauno dei primi tre caratteri de balli: cioè serio, mezzo carattere e grotesco grazioso, darà un proporzionato premio indipendentemente dal loro onorario" (A.S.Pr, Decreti e rescritti, 13 ago. 1770). In una nota del 1776 con l'elenco degli aventi diritto all'ingresso gratuito in Teatro, risulta che gli "alunni di Ballo" godevano di questo diritto una volta alla settimana. I risultati furono soddisfacenti e nel libretto dell'Amore soldato, rappresentato nel carnevale 1771, leggiamo che vi presero parte 22 ballerini della Scuola. Nel carnevale dell'anno successivo Giacomo Romolo, con 20 allievi della "Scuola stabilita dalla Reale Direzione", al Teatro Ducale di Parma compose e diresse i balli Amore artigiano, La cascina e Il filosofo di campagna. In questo carnevale, che segnava lo scadere del sesto anno della scuola, Marianna Cigoli, Maria Viglioli, Angiola Laurenti, Teresa Tessaroli e Giuseppe Galli guadagnarono fino a 30 zecchini, i figuranti in proporzione. Dopo questa data, in cui erano stati interamente a disposizione del Reale Teatro, i danzatori erano liberi di lavorare per teatri 'stranieri', ma per 3 anni dovevano prima essere a disposizione del Reale Teatro "convenendosi di quell'onorario, che potranno meritarsi a proporzione del loro talento". Un'altra condizione, comune per l'insegnamento di quei tempi, era ancora prevista: "Devono essi in rigore della loro convenzione obbligarsi con formale scrittura verso il predetto loro Maestro, di dargli, in questi tre ultimi anni, una quinta parte del loro onorario ad ogni spettacolo che faranno, e questo a titolo di ricompensa per il talento, che da esso avranno acquisito" (A.S.Pr, Governo Ducale, b. 75, nota dellཇ mar. 1772). Nell'ago. 1773 Giuseppe Bianchi "Maestro di Ballo all'attual servigio di SAR" diresse 19 ballerini della Scuola al Teatro Ducale in Urano ed Erasitea, favola pastorale di Giuseppe Colla, scritta per la nascita del real primogenito del duca. Altre presenze sono segnalate nel 1774 nell'Inimico delle donne e nel 1775 nella Locanda. In questi ultimi anni l'atmosfera della Scuola non era più serena. Nel 1774 però si trovano agli atti anche delle proteste degli allievi nei riguardi del maestro e del responsabile dell'amministrazione dei Reali Teatri Pio Quazza. Il maestro Bianchi, oltre a essere pagato con 3000 lire annue, oltre alla paga di maestro di corte, ed esigere un quinto del guadagno degli ultimi 3 anni che gli allievi restavano sotto la sua disciplina, "dopo averne ritratto in ogni Carnevale degli anni addietro (a titolo di grata riconoscenza) ora una Pezza, ora uno zecchino da cadauno di essi. E da ciò ne è provvenuto mai sempre, che essendo il Maestro collegato con chi aveva in allora l'amministrazione dell'Azienda Teatrale, poteva ad arbitrio far aumentare d'anno in anno le gratificazioni ai Ballerini, perché in tal guisa s'aumentassero gli emolumenti del rispettivo suo quinto". Risulta infatti che gli allievi erano pagati sulla base di elenchi firmati e presentati dal maestro, che aveva la delega a riscuotere per tutti. Cominciarono a pervenire domande degli allievi di potersi recare a esibirsi in altri teatri e il 9 feb. 1774 il direttore generale dei Teatri, conte Guidascanio Scutellari dovette porre il divieto a 6 di loro "di assumere altro servigio". Nella stessa lettera si invitava il maestro a "porre un freno all'animosità degli allievi di questa Scuola, i quali fondati sopra una mal digesta scrittura, escono ogni anno in campo colla pretensione d'aumento agli Onorarj loro elargiti e assolutamente finora non meritati".(A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 3). Scaduti i 9 anni dalla convenzione del feb.1766, nel 1775 la scuola fu "soppressa".
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza