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Parma, La Scuola di scenografia


Parlare della scenografia parmense è lo stesso che dire della scenografia italiana. Il secolo d'oro fu in 600: i Farnese, per gareggiare con le altre corti, dettero spettacoli memorabili e il primato di Parma iniziò infatti assieme alla costruzione del Teatro Farnese, nel quale l'invenzione dell'Aleotti della scena mobile con argani e pulegge rese possibile ogni rappresentazione. Ad accrescere la fama degli spettacoli venne ad abitare a Parma per circa 30 anni il maggiore degli scenografi, Ferdinando Galli Bibiena, l'inventore della "prospettiva ad angolo", che vi educò una scuola frequentata anche dai suoi discendenti. Oltre ai Bibiena, nella capitale del Ducato lavorarono Pietro Righini, e i 'forestieri' Mauro Braccioli, Bernardino Galliari, Pietro Gonzaga. Per favorire l'apprendimento di quest'arte, nel 1752 Filippo di Borbone aprì un'Accademia di Belle Arti e presto, dal 1763, dai libretti degli spettacoli allestiti al Teatro Ducale, si rileva che gli allievi della Ducale Accademia, sotto la direzione dell'insegnante, il cav. Grassi, collaboravano alla creazione delle scene. Tra il 1759 e il 1796 l'Accademia promosse anche concorsi internazionali di architettura: tra i temi delle varie edizioni ricordiamo quelli del 1771: "Un magnifico teatro per ogni genere di drammatica rappresentazione. [ ... ] Dovrà questo Edificio servire alternatamente per liriche, tragiche e comiche rappresentazioni". Tra i molti concorrenti di tutta Europa, venne premiato un allievo del Petitot, Donnino Ferrari di Parma (1739-1817). Il progetto non venne però mai realizzato come quello del 1785: "Una magnifica Sala per concerti di Musica", che vide premiato Allait di Roano, allievo del Decampel. Decaduta durante il dominio francese, l'Istituzione risorse sotto Maria Luigia che, con rescritto sovrano n. 3 del 15 gen. 1819, istituì presso l'Accademia una scuola di prospettiva teatrale. Docente fu nomunato Paolo Donati, che ebbe il merito di istruire alcuni tra i maggiori scenografi del secolo: Giuseppe Boccaccio, Nicola Aquila, Gerolamo Magnani, ai quali seguirono Mario Soncini, Giuseppe Giacopelli, Giuseppe Carmignani e Vittorio Rota (nativo di Pomponesco). Oggi il nome della scuola di fregia di quello di Carlo Savi. Presso l'Accademia venne impartito anche l'insegnamento della litografia, nella quale era prevista anche l'incisione di tavole musicali. Abbiamo trovato un esempio del 1882: il valzer El D'Sèvod, offerto alla Società del Carnevale dall'autore, il litografo Edelberto Dosi, del quale era anche la musica per pianoforte. Risultano opera della Litografia del R. Istituto di Belle Arti di Parma sia il frontespizio illustrante la maschera parmigiana, che la musica.
BIBLIOGRAFIA: Primo centenario verdiano. Riproduzioni sceniche. Pr: Donati, 1913; S. Vesco. La scuola parmense di scenografia, in "Il giornale", dic. 1923; Giuseppe Dovara. La scuola parmense di scenografia, in G.Pr, 2 mag. 1928; R. Tartari. Fasti della scenografia parmense, in "Teatro Regio, XL anniversario della morte di Verdi". Pr, 1941, pp. 63-65; Giuseppina Allegri Tassoni. Il R. Istituto d'arte Paolo Toschi. Fi: Le Monnier, 1941; Glauco Lombardi. La scenografia, in A.Pr, XXXIV(1950), p. 37; G.A. Tassoni. La scenografia, in "Teatri di Parma". Mi: Nuove Edizioni, 1969, pp. 229-260: Marco Pellegri. Saggi dei concorsi di pittura, architettura e scultura 1752-1796. Pr: Step, 1979; Giuseppe Cirillo e Giovanni Godi. Il trionfo del barocco a Parma. Pr: Banca Emiliana, 1989.
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza