Dizionario


A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
stampa
Numero voci: 284.

Parma, Collegio Lalatta


Inaugurato il I nov.1755 per disposizione testamentaria del 3 set. 1563 del canonicoAntonio Lalatta, era aperto a «giovani onesti e di civilicondizioni». Aveva sede nel palazzo detto dell’Arena ed erafornito di un teatro ad uso interno e di una «villeggiatura per gliallievi, la cui mancanza avrebbe provocato nei mesi estivi lontanidal Collegio un grave regresso nella loro educazione, come avvieneper gli allievi del Seminario». In un opuscolo senza data (1762circa), Notizie a chi amasse collocare i suoi figliuoli nelCollegio Lalatta nuovamente aperto a Parma, tra gli insegnamentifacoltativi sono indicati la musica e il ballo, «cose tutte abili aformare l’uomo civile» (A.S.Pr, Consorzio dei Vivi e dei Morti,Miscellanea). Fu ristampato con lievi modifiche nel 1768(A.S.Pr, Raccolta Statuti, n. 326). Nel 1769, per le nozze delduca Don Ferdinando con Maria Amalia, gli allievi eseguirono l’Atala.Divenne consuetudine che ogni anno si dessero spettacoli e ballieseguiti dai convittori: risulta che nel 1775, 1776 e 1777 nel salonedelle accademie rappresentarono 3 tragedie di padri gesuiti conrelativi balli pantomimici. Per ragioni di bilancio, il Collegiosospese l’attività dal 1780 al 1789. Alla ripresa, ricominciaronole accademie. Considerato il successo, nel 1792 venne costruito unpalco ligneo dipinto in conformità alle decorazioni della sala. Nonconosciamo i titoli di tutti gli spettacoli dati nei singoli anni:nel 1796 fu la volta di Sedecia re di Giuda. All’epocadell’occupazione francese il Collegio fu sovvenzionato, anche secon un importo minore, alla stregua della Biblioteca e del Collegiodei Nobili. Dai dettagliati inventari redatti nel 1810 (A.S.Pr,Consorzio dei Vivi e dei Morti, Miscellanea), abbiamola descrizione del ricco guardaroba teatrale e delle composizioniesistenti nell’archivio musicale, mentre in un rapporto non datato(1812 circa) si moveva l’appunto che in passato si erano sperperativeri capitali per le rappresentazioni teatrali (A.S.Pr, Dipartimentodel Taro, b. 145).
Dopo il disastrosoperiodo francese, considerata la situazione fallimentare, un decretodel 5 nov. 1815, «considerato che il Collegio è del decoro edell’interesse dello Stato conservarlo», stabilì che il controllodiretto fosse affidato allo Stato. Fu un momento di rinascita e,anche se a prezzo di molte spese, furono messi particolarmente inauge la villeggiatura, le accademie e il Teatro, per il qualeabitualmente venne scritturata un’orchestra e furono commissionatedelle musiche (lettera del 21 mar. 1829, in A.S.Pr, Presidenzadell’Interno, b. 107). Il 6 feb. 1819 la duchessa presenziò auno spettacolo nel Teatrino del Collegio. Nel 1819 fu addiritturacostruito nella villa di Talignano un teatrino mobile in legno, chevenne dipinto dal Boccaccio.
Con il riordinamentodel 9 ago. 1821, il decreto ne fissò il regolamento e i programmi distudio: «a piacere dei parenti s’insegnano [...] la musicaistrumentale, [...] il ballo. Il prezzo d’ogni lezione è pel ballocent. 27, pel clavicembalo cent. 72, per lealtre arti, cent. 36». Gli artt. 192-193 prevedevano anche glispettacoli. Il 6 gen. 1825 Ferdinando Melchiorri, direttore dellaDucale Orchestra, fu nominato ispettore gratuito delle scuole dimusica del Collegio con il compito di vegliare sui metodi diinsegnamento (A.S.Pr, Presidenza dell’Interno, b. 100). Dalprogramma del saggio del 19 ago. 1826 sappiamo che il maestro diballo era il coreografo Paolo Vincenzo Lavaggi e «ripetitore diballo» Ferdinando Lusignoli; mentre gli insegnamenti impartitierano: pianoforte da Vittorio Mattei, flauto ‘traversiere’ daPasquale Cavallero, violino da Angelo Mazzoni e Ferdinando Rolla,violoncello e contrappunto da Alfonso Savj, clarinetto da DavideDavitti «al servigio della banda di Sua Maestà».
Nel 1826 venne compostoe diretto da Germano Liberati: un Settimino per ballo perorch, ma nel dic. dello stesso anno il nuovo rettore, l’abateGiuseppe Taverna, ottenne l’abolizione del ballo pantomimico dallerappresentazioni in quanto, oltre che dispendioso, «distoglieva igiovani dagli studi più proficui, anzi fomentava l’indisciplina el’insubordinazione» e 2 anni dopo, non nascondendo il suodisprezzo per «cotesta ginnastica teatrale, dissipazione di buoncostume e di denari», per castigo, propose l’abolizione del teatrostesso. La proposta non venne però accolta dalla Presidenzadell’Interno.
Nel 1827 il Liberatipresentò La festa di Cerere, azione pastorale-allegorica concori, musica e danze, istruttore del coro formato dagli alunni dellaScuola del Carmine era Luigi Finali, il coreografo Paolo VincenzoLavaggi, le scene di Pietro Piazza. Siamo a conoscenza di un altrospettacolo nel carnevale 1828 (opuscolo di 10 p, s.n.t.), e nel 1829le musiche furono ancora del Liberati, direttore dell’orchestra dei2 «Collegii Ducali de’ Nobili e Lalatta». Quell’anno 1829 gliinsegnamenti erano ballo, pianoforte e violino (gli stessi maestridel 1826) e flauto (adesso Gaetano Beccali). Nel palazzo dell’Arena,sede del Collegio Lalatta, Nicola Bettòli costruì tra il 1821 e il1829 l’elegante teatrino tuttora in funzione, che fu onorato nellarappresentazione del 12 feb. 1831 dalla duchessa.
Con risoluzione sovranadel 20 ott. 1831 il Collegio fu soppresso e unito al Collegio deiNobili. Il palazzo dell’Arena, restaurato e abbellito da NicolaBettoli, ospitò il nuovo Convitto Maria Luigia.
BIBLIOGRAFIA: Alberta Cardinali. Il Collegio Lalatta dalla fondazione al 1814, in A.S.P.Pr, XLVII (1995), pp. 359-381; Alberta Cardinali. Dal Collegio Lalatta al Collegio Maria Luigia: l'età della Restaurazione, in "Malacoda", XIII(1997), n. 74, pp. 3-23; Ubaldo Delsante. La villa Lalatta di Talignano. Pr: Cassa di Risparmio, 1996, pp. 90-92.
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza