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Parma, L''Accademia degli Innominati


Fu fondata a Parma, nel 1574 dai letterati Eugenio Visdomini da Montecchio e Giulio Smagliati da Ferrara e gli accademici prendevano nomi di fantasia. Torquato Tasso, che ne fu socio, la chiamò "Innominata, ma famosa schiera di scelti ingegni". Godette della protezione dei Farnese, e anche i duchi Ottavio e Ranuccio II ne fecero parte. Lo stemma rappresentava un lauro dal quale pendeva uno scudo e il motto "Famam extendere factis". Nel 1606, avendo Ranuccio rinunciato al principato dell'Accademia, fu chiamato a guidarla il conte Pomponio Torelli. Pur essendo un'accademia letteraria, nell'ambito delle sue attività vennero rappresentate le favole pastorali con prologo e intermezzi in musica: Danza di Venere, di Angelo Ingegneri (Vicenza: Stamperia Nova, 1583), recitata e cantata da nobili giovanetti della città; Il Caride di Gabriele Zinani (II ed. Reggio Emilia, 1590); La Mirinda di Marc'Antonio Ferretti con 4 cori dello stesso autore (Pr: Viotti, 1613); L'Alvida di Guid'Ubaldo Benamati (Pr: Viotti, 1614). Dopo la morte del Torelli (12 apr. 1608), l'Accademia andò decadendo e non se ne hanno notizie dopo il 1618.
BIBLIOGRAFIA: Balestrieri (p. 20).
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza