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Piacenza, Le Societa Filarmoniche


Memori delle glorie dell'Università de' Filarmonici, dopo il periodo napoleonico questo genere di società poté riprendere vita, in quanto "un certo numero di persone ben nate gradirebbero unirsi per Società Filarmonica e chiedono il permesso". Mentre si faceva presente che analoga istituzione esisteva anche a Parma, la petizione del 20 giu. 1822 continuava: "Il divertimento della musica oltre essere innocentissimo per se medesimo influisce efficacemente a formare il cuore, e ad incivilire il costume". Nacque così la Società Filarmonica, che ebbe il regolamento approvato il 13 nov. 1822, con cui Maria Luigia autorizzò anche l'erezione di un'"Accademia di Studio Musicale" vocale e strumentale. Erano previste 2 categorie di soci, i Dilettanti e gli Ascoltanti, tra i quali erano ammesse anche le signore. Per raggiungere queste finalità, si istituì così una regolare scuola di musica e si dette vita a un'orchestra (1823). Vi fu però una scissione e, emanazione della prima, con decreto sovrano dell'1 ago. 1824 venne approvata la "Società Filarmonica de' Dilettanti", che contò tra i soci suonatori i più bei nomi della nobiltà e dell'alta borghesia piacentina. I soci attivi di questa erano 45, gli aggregati 10, gli onorari 11. Era obbligatoria la presenza agli "esercizi musicali" settimanali e una volta al mese era prevista l'esecuzione in pubbliche accademie, dove spesso erano eseguite composizioni scritte dai soci. I professionisti rinforzavano l'orchestra soltanto in circostanze particolari. Con rescritto del 28 feb. 1826 la duchessa volle iscrivere il suo nome in questa Società (adesso i soci erano 72), che assunse il nome di Accademia Filarmonica Ducale di Piacenza (A.S.Pr, Presidenza dell'Interno, b. 181). Mancando i mezzi, nel giu. 1831 i consigli delle 2 Società deliberarono di tornare a unirsi, e un Rescritto Sovrano (n. 43 dell'11 feb. 1832) approvò che le 2 Società Filarmoniche di Piacenza si riunissero e ne formassero una sola, approvando il nuovo regolamento (A.S.Pr, Dipartimento dell'Interno, b. 210). Secondo il Regolamento pubblicato il 5 set. 1857 (Pc: Tip. Del Majno), "Iscopo di unire ad un gradevole trattenimento l'utilità dell'esercizio nell'Arte musicale", furono previste 2 classi di soci: gli effettivi (adesso 80), e gli onorari (20). Sotto la guida di un direttore d'orchestra si tenevano esercizi e accademie 2 volte la settimana e tra i soci fu prevista la figura dell'archivista con mansioni di custode del fondo musicale. La società, che aveva la sede in via S. Siro nel palazzo Tedeschi Baldini, a quanto risulta dalle Statistiche, che radiografarono la presenza delle società musicali in Italia, era ancora attiva nel 1872 con 41 soci, il cui direttore era Antonio Maiocchi. E se Il progresso del 17 dic. 1870 aveva scritto: "chi non sa che la Filarmonica costituisce una buona metà dell'orchestra del Municipale?", leggiamo sui giornali locali che nello stesso teatro il 7 apr. 1872 dette un concerto a favore dei bambini scrofolosi. Non conosciamo la data dello scioglimento, ma in un recente studio sulla vita musicale della città, leggiamo che operò per tutto il secolo XIX con regolari accademie settimanali e che ebbe il merito di diffondere "il patrimonio vocale e strumentale antico e moderno".
BIBLIOGRAFIA. Statistiche; Francesco Bussi. La musica, in "Radici di Piacenza". Pc: Rotary Club, 1993, pp. 99, 107; Bussi/Storia (p. 933).
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza