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Piacenza, L'orchestra a plettro


In seno al "Gabinetto di Studio e Ricreazione", fondato nel 1876 da mons. Gherardo Casella, si costituì una compagnia filodrammatica, il cui accompagnamento musicale negli spettacoli fu assicurato da un complesso a plettro di dilettanti, nato nel seno della stessa istituzione. La prima esibizione di cui abbiamo notizia risale al 1901, mentre fu scritto dalla Libertà del 26 ago. 1905 che il giorno prima il complesso si era recato a piedi da Piacenza a Bardi e si era esibito al Teatro Sociale con trascrizioni della Lucia di Lammermoor negli intermezzi di una commedia brillante in 3 atti: "brani graziosi e d'effetto con molto gradimento dell'uditorio che proruppe spesso in fragorosi applausi". Anche i giornali musicali di Milano riportarono dell'esecuzione del 13 apr. 1907 a Piacenza "con scelti pezzi di musica per pianoforte, mandolino, chitarre e mandole" in occasione della recita della trilogia Jesus di Saverio Fino. Interrotta l'attività con la I guerra mondiale, il complesso, preso il nome di "Orchestrina mandolinistica Giuseppe Verdi", fu ricostituito nel 1928: era compsto da una ventina di elementi tra mandolini, mandole e chitarre, cui si aggiunse nel 1933 un mandoloncello. Agostino Ragazzi da Caledasco, uno dei membri anteguerra e tra i rifondatori del complesso, pur essendo un impiegato, si assunse il compito di arrangiare e trascrivere le musiche di opere, operette, sinfonie per questo organico, come pure quello di I mandolino solista-direttore. Il primo concerto della ricostituita orchestra si tenne il 12 mag. 1929 nel salone della chiesa di S. Savino, presso la quale il complesso aveva trovato ospitalità per le prove. Successivamente direttore fu nominato certo Cervigni e la sede passò presso il Dopolavoro ferroviario. Ricominciarono i concerti in città e provincia e, in occasione della I edizione del concorso per le canzoni dialettali, l'orchestrina fu chiamata per accompagnare i cantanti al Politeama. Nella seconda metà degli anni 30, il mutare dei gusti fece lentamente sciogliere il complesso, che non trovava più rimpiazzi a quanti man mano andavano abbandonando.
BIBLIOGRAFIA: Dante Rabitti. Il complesso mandolinistico piacentino, in "La vös dël campanon", XIII(1972), n. 3, pp. 158-169 e n. 5, pp. 171-173.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza