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Numero voci: 204.

Riccardi Francesca


  • soprano
  • 1778
  • Parma
  • Bologna
Dotata di bella voce e di spiccata attitudine per la musica, venne istruita giovanissima nel canto da Francesco Fortunati. Esordì come prima donna al Teatro dell'Accademia degli Erranti di Brescia nel carnevale 1795 in Seleuco re di Siria di Francesco Bianchi, per recarsi poi al Nuovo Teatro di Padova per gli spettacoli della Fiera di giu. (Cinna, Penelope) mentre nel carnevale 1795-96 fu al Teatro della Nobile Associazione di Cremona nelle Gelosie villane di Giuseppe Sarti e ne Il tempo fa giustizia a tutti di Paër. Nella stagione di avvento 1795 fu prima buffa al Teatro della Canobiana di Milano, mentre nella quaresima, feb. 1796, cantò nell'azione sacra Baldassarre punito di Gaetano Marinelli al Teatro di via della Pergola di Firenze, nella primavera ed estate al Teatro del Falcone da S. Agostino di Genova nella Capricciosa corretta e nel Barbiere di Siviglia e, ancora nell'estate al Teatro Ducale di Parma, poi nell'autunno al Teatro alla Scala di Milano (L'astuta in amore, La secchia rapita). Subito dopo si recò al Teatro Venier di S. Benedetto a Venezia (Gl'indiani di Sebastiano Nasolini, 9 dic. 1796). Circa questa stagione abbiamo trovato una lettera da Parma del 12 nov. 1796: "Si porta a Venezia Giambattista figlio di Angiolo Bentivoglio, Impresario dei Teatri di S.A.R. il Signor Infante ad oggetto di far costringere anche in giudizio la cantante Francesca Riccardi di questa città di Parma stata scritturata fino nel mese scorso di marzo per servigio di questo R. Teatro pel venturo prossimo Carnevale, e che nonostante tale contratto ha posteriormente accettato la scrittura per la stessa stagione dall'impresario di codesto Teatro di S. Benedetto. Non essendo attendibili li pretesti della Riccardi invano suscitati per sottrarsi dall'adempimento del contratto di Parma, dove le sarà mantenuto ogni patto fattole dall'Impresario, tanto in iscritto, che in voce, è giusto che la succitata venga qui a fare il suo dovere... ". La questione si risolse nel senso che la donna adempì al suo impegno nel carnevale seguente (1796-97), e si presentò al Teatro Ducale di Parma nell'Indolente di Francesco Gnecco e nel Principe di Taranto di Paër. Finita la stagione, nella primavera fu al Teatro Grande di Verona, nell'estate a Udine e anche a Venezia nel Nobile Teatro da S. Angelo, in autunno al Teatro Pubblico di Bologna e al Teatro del Cittadino Scroffa di Ferrara, per essere nel carnevale 1798 di nuovo alla Scala di Milano. Dall'estate 1799 al carnevale 1800, essendo assieme a Paër, cantò a Vienna al Cesareo Teatro Nazionale della Corte, mentre l'anno dopo si esibì nei Reali Teatri della Scala e della Canobbiana di Milano (Meleagro, Gli Orazi e Curiazi). Non sappiamo la data del matrimonio con il compositore, ma pare che questo fosse reso necessario per gli impegni che questi aveva assunto con la cattolica corte di Vienna. Seguì poi il marito alla corte di Dresda e nel 1807, per volere di Napoleone, a Parigi. Malgrado le maternità restò in carriera e calcò le scene dei Teatri di Corte dove il marito era maestro di cappella, non tralasciando però di esibirsi in Italia. Nel 1811 fu al Teatro Comunale di Bologna nel Sargino del marito e poi nel lug. fu in 2 opere alla stagione di Fiera di Brescia, per finire l'anno alla Pergola di Firenze in un'altra opera del marito La Griselda, opera che ripeté l'autunno dell'anno dopo al Teatro degli Avvalorati di Livorno. Sempre nel 1812 ritornò alla Pergola di Firenze nella Maria Stuarda di Pietro Casella e nella famosa Leonora di Paër. Nel frattempo a Parigi tra il 1810 e il 1813 era maestra di canto dell'imperatrice Maria Luigia. Il matrimonio con il compositore durò benché questi fosse di sovente attratto dalle 'grazie' che ruotavano nell'ambiente, ma fu troncato quando si legò strettamente con la celebre Angelica Catalani: fatti allora i bagagli, ritornò definitivamente in Italia, pur conservando in arte il cognome del coniuge. Nell'apr. 1814 fu al Teatro Verzaro di Perugia nella Ifigenia in Aulide di Mayr e subito dopo a Firenze, cantò nel Tancredi di Rossini; nel carnevale 1815 fu di nuovo a Livorno nell'Agnese di Paër, nella primavera al Teatro dei Ravvivati di Pisa nel dramma sacro Il volto della festa, mentre il 1816 la vide primadonna al Teatro di Terni. Nel carnevale 1817-18 fu al Teatro di S. Cecilia di Palermo, ma non sappiamo in quali opere, e nel 1818 si fermò nella stessa città, esibendosi al Teatro Carolino. Nella primavera 1819 al Teatro di Piacenza si esibì nell'Aureliano in Palmira di Rossini e nella Griselda di Paër, mentre fu prima donna seria nella Fiera di S. Lorenzo al Nobile Teatro di Udine. Nella primavera 1820 fu al Teatro Carcano di Milano, nel carnevale 1821 al Teatro della Fortuna di Fano e nella Fiera 1822 a Bagnacavallo, mentre nella stagione di ago. 1824 cantò in 3 opere al Teatro dell'Aquila di Fermo. Della stagione che fece a Rimini in quell'anno, abbiamo visto una locandina in cui era riportato che l'introito di una corsa di cavalli sarebbe stato "dedicato per un presente alla primadonna Francesca Paër" che cantava al Teatro Comunale. Nel carnevale 1827 - aveva 60 anni - cantò a Perugia al Teatro Pavone in Matilde di Shabran di Rossini, denotando, secondo la stampa locale, "non comune abilità [dando] convincenti prove dell'antico valore". Ritornò in quel Teatro nel carnevale dell'anno seguente nella Clotilde del Coccia. Nella primavera 1829, durante la stagione di inaugurazione del nuovo Teatro Ducale, dalla relazione dei Dragoni, risulta che ritornò a Parma per qualche giorno. Era scritto che la sua patria era Perugia (A.S,Pr, Segreteria di Gabinetto. Dragoni Ducali, relazioni, b. 352). Nella stagione di carnevale 1832-33 era ancora attiva al Teatro di Cesena nella Semiramide: "Madame Paër aveva allora 64 anni [così la cronaca locale]. Dopo parecchi anni di riposo, arresasi alle preghiere di molti, venne a Cesena a ricalcare il Teatro da Lei già illustrato per inimitabile maestria di canto [... ] e per verità, a dispetto del lasciato esercizio, e dell'età che affievolisce anche i più robusti, non manca di recar piacere al senso, e ottiene seralmente quella lode che le è dovuta".
BIBLIOGRAFIA: Brumana; Cesena; M. De Angelis; De Angelis/Lorena; Fermo; Ferrari; Gervasoni; Indice; Leone; Piacenza; Cremona; Livorno; Pisa; Passadore e Rossi; Sartori; Terni; Wiel; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 20 feb. 1983.
ultimo aggiornamento: 12/12/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza