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Numero voci: 121.

Torrigiani Pietro


  • compositore
  • 28/02/1812
  • Parma
  • 09/07/1885
  • Parma
Figlio di Luigi, studiò musica con il cugino Luigi Finali e nel contempo studiò lettere, filosofia, fisica e matematica all'Università di Parma. Pare avesse preso parte da giovane ai moti liberali del 1831. Nel 1838 lo troviamo attivo come compositore, precipuamente nell'ambito dell'Accademia Filarmonica di Parma: il 21 set. 1838, in un'accademia al Teatro Ducale, fu eseguita da Emanuele Carità del Ducale Concerto una sua sonata per clarinetto Rimembranze dall'opera Lucia di Lammermoor. Il 10 gen. 1840 dedicò un'ode al violinista Vincenzo Bianchi, che si era esibito per la società (B.Pal.Pr, Fogli volanti, A 2) e nella stessa serata, presente la duchessa, fu eseguito un suo Inno in lode di Sua Maestà, per coro, su parole di Enrico Borra; in una riunione del successivo 15 mag. fu la volta del suo Concerto di pensieri di Leidesdorf sulla Parisina, per 4 pianoforti a 4 mani e orchestra (lui fu uno degli 8 pianisti), seguito da una sua Sinfonia a tutta orchestra. "Studiosissimo sempre del prosperare della Società", scrisse la G.Pr, dal 1840 al 1843 fu vice direttore dell'Accademia Filarmonica, che era diretta da Giuseppe Alinovi, e successivamente, ne fu il direttore. Al Ridotto del Teatro Regio (il 30 mar. 1841, ripetuto il 17 mar. 1843) fu eseguito il suo Duetto per clarinetto e fagotto. La voce delle donne (anno I, n. 21, 15 ott. 1865) scriveva: "Pure fuvvi un istante che lasciossi rapire da un sogno fantastico e seducente. Le glorie di Cimarosa, di Paisiello, di Rossini, e la brillante aureola che circondava digià i nascenti nomi di Bellini e di Donizetti gli turbarono la mente. Il nostro onorevole [del 1865] sognò di druidi, bardi, ninfe e vestali, e sedotta da avventure che gli spiegava tutte le delizie della vita di artista, volle percorrere l'aringo musicale. Nel 1840, lo troviamo a Napoli, ove scrisse un opera pel teatro del Fondo che dopo lietissimo successo fu portata alle maggiori scene del San Carlo". Nel 1841, infatti, mise in scena l'Ulrico d'Oxford. Continuava il giornale femminile: "Ma se le illusioni son molte, più numerosi son i disinganni in quella difficile carriera. Un tentativo posteriore riuscitogli infelicemente, lo persuase a ritirarsi dalle scene". Nel 1844 sposò la cantante francese Emilie Hallez, che stava ottenendo a Napoli un buon successo (deceduta a Ozzano Taro il 7 nov. 1890, fu ricordata da un necrologio sulla GMM). Dalla G.Pr del 9 ott. 1844 risulta che era critico musicale; circa questa attività, Emanuele Muzio, in una lettera ad Antonio Barezzi del 22 giu. 1846, insinuava: "Vi è una lega tra Sanelli, Torrigiani e Manna di Cremona di scrivere ciascuno dei bei articoli sopra le opere che fanno essi. Cioè avendo Torrigiani colla sua Isolda di Normandia fatto un decisissimo fiasco però Sanelli ne scrisse grandi cose; e adesso Torrigiani ha fatto lo stesso per Sanelli". Sempre attivo nell'ambito dell'Accademia Filarmonica, nel 1847 aveva condotto le pratiche per l'apertura di un Casino di Conversazione nell'ambito della società stessa, che divenne un centro di cultura, frequentato dalla nobiltà, dagli intellettuali e dagli artisti. Lo Schmidl scrive che fu autore del libretto de L'alloggio militare, musicato nel 1847 da Giovanni Antonio Speranza. Si ignora se quest'opera sia stata mai eseguita. Impegnato attivamente nei moti politici del 1848 - moti che portarono con la restaurazione alla chiusura dell'Accademia Filarmonica - abbandonò la musica. Nel 1859, alla fine del Ducato, fu nominato ministro dei Lavori Pubblici e professore di economia all'Università di Parma. Nel 1862 fu eletto deputato al parlamento per Borgotaro, nel 1871 fu trasferito all'Università di Pisa, e nel 1878 fu nominato senatore. Da politico, per la musica a Parma gli va riconosciouto un merito: quando nel 1864 iniziarono le smanie per le economie all'osso, per mantenere un esercito e una marina "degni di una grande potenza europea", sostenne alla Camera una vivace e vittoriosa lotta per salvare la Regia Scuola di musica della città che, ad ogni costo, il governo voleva abbandonare al Comune, come aveva fatto in tutta Italia con i Teatri di Corte e a Parma con il Teatro Regio. Nel mag. 1875 fu invitato dal ministro della Pubblica Istruzione di prendere in mano il riordino dell'Istituto musicale di Parma. La G.Pr del 3 giu. riporta che "la decisione di non accettare fu dettata da un giusto risentimento". Compose le opere: Ulrico d'Oxford ossia Gli allegri compagni, 2 atti (Na, Teatro del Fondo, 11 ago. 1841); La sibilla, melodramma tragico in 3 quadri di Michele Cuciniello (Bo, Teatro Comunale, 22 ott. 1842); La sirena di Normandia, melodramma in 2 atti di Errico Carreglia e Pietro Martini (Na, Teatro di S. Carlo, 18 gen. 1846). Le partiture erano di proprietà della Casa Ricordi ed erano citate nei suoi cataloghi. Oltre alle composizioni sopra elencate, scrisse: 9 romanze, per v e pf; Pazzo io perché l'amo?, delirio per v e pf (Mi: Lucca); La cantica di Francesca da Rimini del divino Alighieri vestita di note musicali e dedicate al celebre Giacomo Tomasini, per v e pf (Mi: Ric); Sinfonia "appositamente scritta per l'accademia vocale ed istrumentale" data al Nuovo Teatro Ducale di Parma il I set. 1837: Primi lavori, album ms con 4 canzoni per v e pf (L'amor tuo moribondo, La notte, La rimambranza, Elpin moriente sulle rive dell'Alfeo alla sua amica); Duetto per clarinetto e fagotto con orchestra (B.Cons.Pr, 1841, ms); Musica per fiati e 2 contrabbassi (eseguita la notte del 2 ago. 1839 in occasione della serenata in onore a Domenico Cosselli); Messa di requiem in memoria di Ferdinando Simonis (1837); Kyrie a 4 reali con quartetto e org, estratto da una sua Messa; Duo per cl e fug con acc. di archi (eseguito nel mar. 1841). (Mi: Ric).
BIBLIOGRAFIA: Alcari; Ferrari; Fétis; Manferrari; Negri; Pelicelli; Schmidl; Stocchi; Vetro/Muzio.
ultimo aggiornamento: 01/03/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza