1904

 

 

1-5 giugno 1904 - Rappresentazione straordinaria d'opera
F. Salvati impr.; Augusto Franzoni dir. orch.

Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (4)
Angelo Tomisani (Almaviva) t; Guido Vigano (Bartolo) bs; Edvige Vaccari (Rosina) s; Ernesto Badini (Figaro) br; Lodovico Contini (Basilio) bs; Tomaso Barbieri (Fiorello) t; Rosa Ernani (Berta) s

La Gazzetta dell'11 marzo aveva pubblicato che l'affittuario del Reinach intendeva presentare per la pasqua l'Iris di Mascagni, diretta dall'autore. Avendo questi posto come condizione di poter disporre di un'orchestra completa, Montanari si era rivolto al direttore del Conservatorio per inserire gli alunni grandi, incontrando, però, il diniego dei docenti. L'occasione si era così perduta, e si dovette attendere giugno per avere di nuovo l'opera. In questo Barbiere nel complesso la compagnia offrì una buona esecuzione che fece riudire con piacere l'opera: vi furono applausi per tutti, specie per il baritono Badini e il basso Contini. Il successo continuò anche nelle recite successive. Nella scena della lezione la Vaccari cantò le Variazioni di Proch. Domenica 5, ultima delta breve stagione, ricorrendo la festa dello statuto, il teatro fu completamente illuminato: fu una serata di gala in occasione del convegno dei motociclisti. Anche se il pubblico non era numerosissimo, vi furono calorosi applausi.

22-24 giugno. Onoranze centenarie di Claudio Merulo.

Tra le manifestazioni, che ebbero uno splendido risalto, venne dato un Concerto Storico al Teatro Reinach, diretto da Amilcare Zanella, con il concorso del soprano Geminiani e del baritono Angelo Scandini, che cantarono diverse romanze, dalle antiche con Claudio Monteverdi alle moderne con Bellini e Donizetti. Gli allievi del Conservatorio eseguirono un madrigale a quattro voci, mentre l'orchestra eseguì un grazioso minuetto di Lully, una rumorosa gavotta del Veracini, l'ouverture del Sargino di Ferdinando Paër a quella del Guglielmo Tell di Rossini. Le composizioni e l'esecuzione sollevarono l'entusiasmo. Ildebrando Pizzetti, giovane critico della rivista Per l'arte, il 3 luglio scrisse: " Vicino a me sedevano alcuni signori, ai quali l'ouverture del Paër stampava sul viso degli ineffabili sorrisi di soddisfazione della durata d'un quarto d'ora: dico questo a mia vergogna, perchè io non sono riuscito a trovarla di una grande bellezza. Della ouverture del Guglielmo Tell nella quale l'ispirazione corre proprio a torrenti, il pubblico ha voluto il bis".

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13 ottobre-20 novembre 1904 - Stagione d'opera d'autunno
Ugo Montanari impr.; Giovanni Zuccani dir. orch.; Eraclio Gerbella dir. coro; Gustavo Campanini m. sost.; Tito Paolucci sc.

ott. 13
Aida, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (14)
Alessandro Panciera (re) bs; Olga Benvenuti (Amneris) c; Maria Grisi (Aida) s; Remo Sangiorgi (Radamès) t; Camillo Fiegna (Ramphis) bs; Marino Aineto (Amonasro) br; Augusto Adorni (messaggero).

Per tutto il mese di novembre era prevista la presenza della compagnia di operette Lombardo e Calligaris. Trovandosi però a Palermo, aveva preferito pagare la penale e continuare la fortunata stagione su quella piazza. Per non tenere il teatro chiuso, Mantovani aveva preferito farsi impresario di una stagione lirica. Il teatro era stato restaurato e rinfrescato durante la pausa estiva, ed era stato riaperto un mese prima. Quando si seppe che Montanari voleva allestire l'Aida, i piu giudicarono il tentativo audace, quasi temerario e sproporzionato all'ambiente, in quanto le linee grandiose dell'opera non avrebbero potuto spiegarsi e sarebbero risultate ridotte. C'era inoltre da rilevare che il teatro non godeva di alcuna dote, per cui tutto l'onere sarebbe ricaduto sull'impresario. Il tentativo ebbe successo, e ogni dubbio fu fugato dalla prova dei fatti, per cui anche questo ambiente modesto si dimostrò idoneo ad accogliere "spartiti grandiosi". Alla prima lo spettacolo fu giudicato decoroso e suscettibile di miglioramento. Il teatro era stipato di un pubblico che decretò il successo, anche se si rilevarono alcune deficienze nei cantanti, dovute, però, a indisposizioni: il maggior successo toccò all'orchestra e al direttore: bene il coro e il corpo di ballo. Il 15 ottobre, seconda, andò anche meglio, avendo i cantanti superata l'emozione: per indisposizione del tenore Sangiorgi, la parte di Radamès fu sostenuta con esito favorevole da Alfredo Cecchi. Il Sangiorgi, ristabilito, rientrò il 18 e si prese la rivincita, dando sfoggio di una baldanzosa vocalità, accolta con feste trionfali dal sempre numerosissimo pubblico. Dopo l'interruzione del Ballo in maschera, il 30 l'Aida fu ripresentata, sempre conseguendo il favore del numeroso pubblico. Il 3 novembre si tenne la serata in onore di Remo Sangiorgi, che cantò la romanza "Cielo e mar" nella Gioconda di Ponchielli, accolto con applausi, fiori, doni e poesie. Il 5, essendosi il baritono Aineto rifiutato di cantare, la parte di Amonasro fu interpretata da Gualtiero Lessi, scritturato telegraficamente per una sera. In cartellone figurava il Ballo, ma il nuovo baritono, non avendo il tempo di provare, preferì affrontare il pubblico con l'Aida, nella quale si disimpegnò onorevolmente. Non essendosi appianata la questione con il baritono spagnolo Aineto, il 12 la parte di Amonasro fu sostenuta da Giovanni Albinolo. Essendo questa la serata del direttore Giovanni Zuccani, l'orchestra eseguì la sinfonia dell'opera I lituani di Ponchielli: applausi, fiori e regali. Dal 14, essendo stato scritturato il direttore per la stagione del Cairo, la stagione fu diretta dal sostituto Gustavo Campanini, che dette prova "luminosa". Il 15, ultima dell'Aida, fu serata in onore di Olga Benvenuti che, a piena orchestra, eseguì "O mio Fernando" nella Favorita di Donizetti.

ott. 27
Un ballo in maschera, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (10)
Vincenzo Bielletto (Riccardo) t; Marino Aineto (Renato) br; Maria Grisi (Amelia) s; Olga Benvenuti (Ulrica) c; Ida Soragna (Oscar) s; Paolo Anselmi (Silvano) bs; Camillo Fiegna (Samuel) bs; Alessandro Panciera (Tom) bs; Augusto Adorni (giudice) t

Alla prima un pubblico numerosissimo, severo e attento, ma anche giusto, conferì il plauso a una esecuzione nel complesso lodevole che, se all'inizio aveva palesato delle incertezze nel reparto vocale, si era andata via via rinfrancando. Bene il direttore, d'orchestra, il coro, discreta la messa in scena. La locandina della prima avvisava che "come di consuetudine si ometterà la romanza del tenore nell'ultimo atto". Alla seconda l'esecuzione migliorò, e anche l'esito fu più lusinghiero. Il baritono Aineto ogni sera doveva bissare "Eri tu". Dal 3 novembre la parte di Riccardo fu sostenuta dal tenore Remo Sangiorgi, accolto cordialmente. Sostituita, come abbiamo detto sopra, la rappresemazione del 5 con una esecuzione dell'Aida, il Ballo doveva ritornare sulle scene il 6, sembrando composta la controversia tra l'impresario a l'Aineto. Il pomeriggio, però, il baritono disse che non avrebbe cantato: da quanto risulta dalle lettere che i due si scambiarono sulla Gazzetta fino al 12 novembre, a detta del Montanari pare che il cantante volesse più denaro, o quantomeno degli anticipi sul quartale, e l'assicurazione che la stampa si occupasse maggiormente a lui. L'Aineto affermò che le due rappresentazioni furono sospese non per colpa sua, ma "a causa delle elezioni con i relativi disordini". Il teatro era infatti rimasto chiuso il 6, e all'impresario non era rimasto che scritturare il baritono Albinolo, per poter andare in scena l'8. Causa un ritardo nell'arrivo di quest'ultimo, la rappresentazione non potè aver luogo, e scivolò al giorno successivo: i nuovi cantanti Sangiorgi e Albinolo ottennero pieno e incontrastato successo, e la loro esecuzione venne salutata da continui applausi, coinvolgendo anche gli altri interpreti. "Eri tu" continuava ad essere oggetto di bis. L'11, dopo il primo atto, vennero eseguiti la Marcia reale e l'Inno di Garibaldi, mentre gli studenti facevano una dimostrazione "pei fatti di Innsbruck". Il 13, serata a prezzi ridotti, e ultima del direttore Zuccani, questi come saluto fece eseguire dall'orchestra la sinfonia dei Lituani. Il 17, serata in onore di Maria Grisi, che, in un teatro traboccante pubblico "in unione al tenore sig. Remo Sangiorgi che gentilmente si presta" cantò con cori e orchestra l'aria e il "Miserere" nel quarto atto del Trovatore, ricevendo fiori, poesie a oggetti di valore. Il 19 il baritono Albinolo eseguì con l'orchestra la grand'aria nell'opera Ernani "Oh de' verd'anni miei", replicata il 20, serata di addio della compagnia.

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11 dicembre 1904 - Concerto pianistico e orchestrale a beneficio dell'Università Popolare
Amilcare Zanella pf e dir. orch.

Parte I - Pianoforte. Johann Sebastian Bach, Sarabanda. Passepied; Georg Friedrich Haendel: Giuda Maccabeo, oratorio, "Aria". Giga; Domenico Scarlatti: Capriccio; John Field: Notturno in do minore; Fryderyk Chopin: Studio, op. 25 n.l l; Ludwig van Beethoven: Le rovine d Atene, marcia (Amilcare Zanella pf).
Parte II - Orchestra. Amilcare Zanella: Sinfonia in mi minore, adagio; Danza zotica; Fantasia e grande fugato a quattro soggetti per pianoforte e orchestra (Agide Tedoldi pf)

Il concerto venne dato in matinèe alle 14,30, essendo il teatro occupato alla sera dalla compagnia di Dina Galli. Castore Zanella, in arte Amilcare, nativo del Piacentino, aveva studiato al Conservatorio di musica di Parma, e i suoi atteggiamenti, uniti agli indubbi successi, internazionali, lo avevano reso inviso all'ambiente musicale parmense, dando vita a vere e proprie lotte personali e miseri rancori. Un immenso pubblico, presente forse anche per queste ragioni, non potè che esprimere viva, sincera ammirazione e apprezzamento per il valore del pianista eccezionale, del direttore attento, del compositore colto ed elegante, salutando con ovazioni spontanee, calorose, unanimi.

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