1913

 

Nel 1910, considerato che dal teatro, benché fosse sempre frequentato, dopo tanti anni non si era mai riusciti a ricavare alcuna somma per la pubblica beneficenza (le 8.000 lire all'anno del canone di affitto non bastavano nemmeno per la manutenzione) e che lo stabile aveva ormai bisogno di un radicale intervento di restauro, la commissione provinciale di beneficenza autorizzò il Comune di Parma a trattare in via privata la sua vendita, vista anche la grave posizione debitoria dell'Opera Pia Reinach. Non appena si divulgò la notizia del progetto di alienazione, concorsero all'acquisto del Teatro Cleofonte Campanini, Ermete Novelli e l'affittuario dello stesso Ugo Montanari. In pendenza delle pratiche, l'Amministrazione che le aveva iniziate venne battuta alle elezioni, e la nuova accantonò per il momento il progetto. Il 31 dicembre 1912, però, scadeva il contratto con il Montanari, che si offrì di rinnovare l'affitto per vent'anni, obbligandosi a effettuare restauri per l'importo di 40.000 lire, di assumersi per la durata della locazione il pagamento delle imposte, dell'assicurazione e degli interessi delle passività dell'Opera Pia Reinach. Presentarono richieste d'acquisto, oltre al Montanari, anche il comm. Ferravilla, l'impresario Rebora e Campanini. La rivista Ars et Labor di Milano scrisse che il 29 luglio 1912 le trattative tra il Comune e il maestro Campanini si erano concluse con la stipula di un compromesso: erano esclusi il giardino annesso al teatro, e la casa di abitazione adiacente, che era in affitto al Montanari. Il Comune ricavò 180.000 lire, da cui andavano detratte le passività ipotecarie gravanti sull'immobile, mentre Campanini accettava la servitù di utilità pubblica a beneficio della città di Parma di non mutare la destinazione a teatro per pubblici spettacoli, oltre all'onere di eseguire lavori di miglioramento e abbellimento, da concordarsi per un importo non inferiore a 50.000 lire. "La cessione del Teatro Reinach fatta dal Comune di Parma al maestro Campanini permetterà a quest'ultimo di svolgervi la sua nobile propaganda a favore dell'arte lirica. Il Teatro nei mesi di agosto e settembre di ogni anno sarà aperto a pubblici esperimenti di nuove opere, delle quali siano autori maestri non ancora noti. Saranno pure accolti i giovanissimi direttori d'orchestra e là potranno sperimentare i risultati pratici degli insegnamenti teorici avuti nelle scuole di musica. E faranno anche le prime prove i giovani cantanti. Sovraintenderà a questo lavoro di selezione lo stesso maestro Campanini". Fomentate dall'affittuario, che peraltro aveva offerto spettacoli di prim'ordine, che avevano elevato il livello del teatro a uno dei migliori del genere, vi furono polemiche sui giornali, dispute in Consiglio Comunale ma, alla fine, dal I gennaio 1913, il Teatro Reinach fu di Campanini. Il Comune perse il diritto al primo e all'ultimo palco di prima fila, che erano appannaggio del sindaco e della giunta, Cleofonte Campanini volle invece tenere a sua disposizione il quinto sempre di prima fila. Ugo Montanari rimase affittuario fino al 2 aprile 1913, serata in cui, con un trionfo di Ermete Novelli, il vecchio popolare Politeama Reinach chiuse il primo ciclo della sua esistenza. "Oggi stesso iniziano i grandiosi lavori di restauro che il nuovo proprietario fa effettuare per dare una nuova ed elegante veste al Teatro". Più che di restauro, si trattò di una completa trasformazione: il teatro avrebbe mantenuto il carattere popolare, ma venne riedificato secondo la linea e i sistemi moderni, rispondente alle nuove esigenze, tanto che, del vecchio politeama disegnato dal Soncini, se escludiamo la facciata che non subì trasformazioni, rimasero poco più che i muri perimetrali della sala e del palcoscenico. Tutto l'interno era stato abbattuto, trasformate le scale, abbassato il piano della platea, rifatto il palcoscenico, creata la cassa armonica per l'orchestra. Il nuovo Reinach, anziché circolare, ebbe una forma a ferro di cavallo e, oltre alla platea, adesso si componeva di quattro ordini di posti, di otto palchi di proscenio, quattro per parte, e di sedici barcacce con retropalco, otto per parte, di un ordine di palchi, di due gallerie. Le vecchie gradinate erano state sostituite con altre ampie, comode, eleganti, con posti numerati, e la capacità del teatro era stata aumentata. Anche l'atrio era stato rifatto totalmente, come pure caffè, fumoir, servizi igienici. I tempi per i restauri erano strettissimi: si sarebbe dovuto riaprire il teatro in occasione delle Feste Verdiane con una rappresentazione del Rigoletto diretta da Campanini, protagonista Titta Ruffo. In novembre avrebbe poi iniziato la nuova attività, ospitando rappresentazioni di operetta. La Gazzetta di Parma scrisse: "Fervono i lavori al Teatro Reinach. Giorno e notte, incessantemente, squadre di operai intelligenti ed assidui s'alternano nei vari lavori e trasformano, come nel progetto dell'ing. Fontana, il popolare teatro in ambiente elegantissimo". Oltre a fare un'opera benefica all'arte e alla città, con l'acquisto del teatro Cleofonte Campanini credeva anche di aver trovato una degna collocazione al nipote Lohengrin, il figlio del fratello Icilio, che avrebbe potuto così svolgere l'attività di impresario e direttore di teatro. Il maestro sognava di farne un novello Gatti-Casazza, ma le sue speranze poggiavano invece su un fatuo e inetto individuo, la cui unica abilità consistette nel dilapidare gli ingenti patrimoni di Italo e Cleofonte, dei quali fu l'unico erede, e di morire poi nella più squallida miseria.

 

4 gennaio-4 febbraio 1913 - Stagione d'opera di carnevale
Guido Zuccoli dir. orch.; Domenico Acerbi dir. coro; Gino Gandolfi m. sost.

gen. 4
Faust, dramma lirico, musica di Charles Gounod. (10)
Alberto Dardani (Faust) t; Luigi Lucenti (Mefistofele) bs; Renato Meroni (Valentino) br; Mario Scolari (Wagner) bs; Ada Sari (Margherita) s; Velia Monducci (Siebel) ms; Maria Brambilla (Marta) ms

Secondo il critico della Gazzetta il Faust era una di quelle opere vecchie che, meglio di altre, resistevano alle ingiurie del tempo ed esercitavano ancora il loro fascino sul pubblico. Essendo chiuso il Teatro Regio in attesa della grande stagione verdiana, la prima fu affollata di un pubblico ben predisposto che incoraggiò con applausi e chiamate: e ce n'era bisogno, essendo la compagnia ancora incerta e in preda al panico. Nella recensione della Gazzetta più avanti si legge che il giovane tenore parmigiano Alberto Dardani ebbe momenti felicissimi e fu applaudito in "Salve dimora", come la Sari lo fu nell'"Aria dei gioielli" e nella "Preghiera"; un altro giovanissimo era il Meroni, giovane dalla bella voce, sicurezza scenica, cui non sarebbe mancato l'avvenire se avesse continuato a studiare; i cori erano attenti e lodevoli, apprezzato il giovane direttore d'orchestra. "In conclusione uno spettacolo interessante che migliorerà". E la previsione si avverò, proseguendo gli spettacoli con crescente impegno e successo. Il 23 vi fu una ripresa a prezzi popolari.

gen. 16
La bohème, quattro quadri, musica di Giacomo Puccini. (11)
Alberto Dardani (Rodolfo) t; Renato Meroni (Marcello) br; Paolo Ferretti (Schaunard) br; Luigi Lucenti (Colline) bs; Pietro Bordogni (Benoit, Alcindoro) bs; Ada Sari (Mimì) s; Fernanda Rapisardi (Musetta)

Come sempre ,"quest'opera che solletica i gusti del gran pubblico" attirò una folla elegante. Per indisposizione della Monducci, la parte di Musetta fu affidata a Fernanda Rapisardi, sorella del baritono Nunzio, ben conosciuto al pubblico di Parma. Tutto filò per il meglio sia vocalmente che scenicamente, tranne il difficilissimo secondo atto, proprio per deficienza di Musetta e dell'assieme. L'orchestra fu attenta e sicura, mentre i cori lasciarono a desiderare. Dalla seconda, 18 gennaio, la parte di Musetta vide la ristabilita Velia Monducci, che fu apprezzata per la grazia, la civetteria e il canto misurato, e anche il secondo atto si elevò di tono. Il 25 era stato preannunciato per la serata in onore di Ada Sari, ma la festa dovette slittare, non essendo ancora arrivata da Ricordi il nulla osta per i pezzi aggiuntivi da eseguire. Il 28, finalmente, dopo l'opera la festeggiata cantò "Ebben... ne andrò lontana" dalla Wally di Alfredo Catalani e "Voi lo sapete o mamma" nella Cavalleria. Il giorno dopo fu quella di Alberto Dardani che eseguì "Una furtiva lacrima" dall' Elisir d'amore di Donizetti e una nuova romanza di Gino Gandolfi Per morir... Il I febbraio toccò al direttore d'orchestra, che fece udire una pregevole esecuzione della Suite n.1 di Grieg; il 2 la Sari ripeté "Ebben... ne andrò lontana" e Dardani "Una furtiva lagrima". Il 4 febbraio, martedì ultimo giorno di carnevale e chiusura della stagione, dovendosi la sera dar spazio alla grande veglia danzante, che si sarebbe protratta fino alle sei del mattino, l'opera venne eseguita in una "grande mattinata" alle tre del pomeriggio. Tutti i biglietti erano esauriti.

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13-20 marzo 1913 - Compagnia di operette ed opere comiche Città di Firenze
Direttore Dante Forconi; Ignazio Stabile dir. orch; Enrico Diamantini m. sost.

mar. 13
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (1)
Vincenzo Leotti (conte di Lussenburgo); Domenico Berardi (Basilio); Giulia Battaglioli (Angela); Carmela Revelli (Giulietta); Pietro Francioni (Armando); Concetta Villani (cont.a Kokozoff); Ciro Berardi (Sergio, dir. hotel); Antonio Amato (Paolo, march. de Chateaumont); Gioacchino Leccardi (Pelegrin); Umberto Lattuga (Anatolio); Egizia Villani (Lidonia); A. Canterini (Aurelia); E. Lamonica (Coralia); A. Fantini (Ameba); V. Privato (Francesco); L. Vogliotti (Giulio); Egizia Villani (Giovanni)

mar. 14
Il duchino, opera comica di Charles Lecocq. (1)
Carmela Revelli (Raoul); Pietro De Ponti (Montlandry); Domenico Berardi (Baccello); Umberto Lattuga (De Navailles); Antonio Amato (Bernard); Maria Bersenta (Bianca); Concetta Villani (Diana); M. Devanillas (Roger); N. Revelli (Gontran); E. Mei (sottomaestra); Umberto Lattuga e N. Giacinto (cuochi)

mar. 15
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Dante Forconi (bar. Zeta); Mary Bersenta (Valencienne); Vincenzo Leotti (Danilo); Giulia Battaglioli (Anna Glavari); Pietro Francioni (Camillo); Pietro De Ponti (visc. Cascada); Antonio Amato (Raoul); Umberto Lattuga (Bogdanovitsch); Egizia Villani (Silviana); Gioacchino Leccardi (Kromow); N. Revelli (Olga); Carmela Villani (Praskovia); Ciro Berardi (Njegus); V. Vogliotti (cameriere)

mar. 16
Le campane di Corneville, opera comica di Robert Planquette. (1)
Maria Bersenta (Germana); Carmela Revelli (Sermolina); Egizia Villani (Nannetta); P. Santi (Geltrude); Domenico Berardi (Gaspare); Pietro De Ponti (march. di Corneville); Pietro Francioni (Grenicheux); Ciro Berardi (podestà); U. Baganti (Cachalot); Antonio Amato, L. Vogliotti e Umberto Lattuga (tabellioni)

mar. 17
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (2)
Gioacchino Leccardi (bar. Des Aubrais); Concetta Villani (Delfina); Maria Bersenta (Giacomina); A. Orlandi (Uberto); Ciro Berardi (Pomarel); Carmela Revelli (Susanna); N. Revelli (Rosa); Vincenzo Leotti (Renato); Dante Forconi (Clarencey); Antonio Amato (Alessio); Umberto Lattuga (Emilio, commissario); Concetta Villani (Marietta); Cesare D'Amico (Vivorel); A. Valdani (Godet); Egizia Villani (Irma); E. Lamonica (Ersilia)

mar. 18
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (1)
Maria Bersenta (Boccaccio); Pietro Francioni (princ. di Palermo); Domenico Berardi (Scalza); N. Revelli (Beatrice); M. Santi (Lotteringhi); Dante Forconi (Lambertuccio); Concetta Villani (Peronella); Giulia Battaglioli (Fiammetta); Antonio Amato (Leonetto); Umberto Lattuga (vendistorie); U. Baganti (un incognito, povero); L. Vogliotti (maggiordomo); Flavio Pucci (Fresco); Egizia Villani (studente, Rosetta)

Alla prima della breve stagione il teatro era tutto esaurito. La  compagnia denotò grande affiatamento, e la messa in scena fu all'altezza delle richieste. Molto applaudita Giulia Battaglioli (figlia di genitori parmigiani, e che aveva lasciato da un mese la lirica per dedicarsi a questo genere di spettacolo): fece sfoggio di una voce bella e appassionata, dimostrando altresì grazia ed eleganza della persona. Venne molto apprezzato anche Domenico Berardi, macchietta gustosissima e molto corretta, un artista di solida preparazione che era stato anche direttore della compagnia Magnani. Per tutti i lavori si ripeté il successo con il teatro sempre tutto esaurito, in quanto i posti venivano prenotati una sera per l'altra. Un brillante ritorno fu costituito dalle Campane di Corneville, che non comparivano da una diecina d'anni. L'esecuzione spigliata fece richiedere un gran numero di bis. La compagnia incontrava un favore sempre crescente, e in Boccaccio, altra "vecchia" operetta, vennero concessi vari bis al "terzetto delle ombrelle" e fu chiamato alla ribalta anche il direttore d'orchestra. Gli ultimi due giorni vennero dedicati alle repliche: il 19 con la serata d'onore della prima donna soprano brillante Giulia Battaglioli nella Vedova allegra, e il 20, addio della compagnia, con una rappresentazione straordinaria di gala della Casta Susanna, come indicava la locandina, "La più esilarante novità del giorno: strepitoso successo nei principali teatri d'Italia", in onore degli intervenuti al congresso degli insegnanti medi.

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8 ottobre 1913 - Celebrazioni verdiane del centenario
Unica rappresentazione straordinaria d'opera. Cleofonte Campanini dir. orch.

Rigoletto, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (1)
Aristodemo Giorgini (duca di Mantova) t; Mario Sammarco (Rigoletto) br; Maria Crosa (Gilda) s; Vittorio Arimondi (Sparafucile) bs; Tina Di Angelo (Maddalena) c; Ilde Simoni (Giovanna, cont.a) ms; Amleto Galli (Monterone) br; Nicola Fossetta (Marullo) br; Emilio Venturini (Borsa) t; Palmiro Domenichetti (Ceprano) bs

Questo spettacolo fu allestito a completamento della serie di opere eseguite al Teatro Regio per le celebrazioni verdiane, e per inaugurare il rinnovato Teatro Reinach. "A Cleofonte Campanini va il merito di aver reso degno di Parma il teatro dove il popolo ama accorrere, il teatro che ha simpatiche a liete tradizioni". Anche per quest'opera l'attesa era vivissima, e fu un tutto esaurito, che assunse l'aspetto di una festa della città "al suo figlio prediletto". Erano presenti Boito, Gallignani, Zanella, il sottosegretario alle Belle Arti di Francia, il direttore del Conservatorio di Parigi, la principessa Letizia, la granduchessa Vladimira di Russia, tutte le autorità cittadine. La serata si aprì con l'esecuzione della Marcia reale. Mario Sammarco dovette sostituire l'indisposto Titta Ruffo. Sammarco era in partenza per Londra, dove doveva cantare dopo pochi giorni: alla richiesta di aiuto di Campanini, però, rinviò la partenza "dicendosi lietissimo di poter manifestare i suoi sentimenti di affetto all'amico caro ed alla città ospitale". Fu un altro trionfo.

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18-19 ottobre 1913 - Concerti
Ibolyska Gyartas vl

Concerto n. 1
Arcangelo Corelli: La follia; Petr Il'ic Cajkovskij: Concerto op. 35; Nicolò Paganini: I palpiti; Pablo Sarasate: Romanza andalusa; Bizet-Huby: Carmen, Fantaisie

L'interprete, una fanciulla di tredici anni, allieva di Hubay a Budapest, aveva in corso una tournée che l'aveva portata a Parigi, Londra, Torino. Dimostrò invidiabili qualità interpretative e fu molto applaudita. Dopo il primo concerto portò una corona d'alloro alla tomba di Paganini alla Villetta.

Concerto n. 2
Felix Mendelssohn Bartholdy: Concerto, op. 64; Nicolò Paganini: Concerto in re magg.; Jeno Hubay: Le luthier de Crémone; Henryk Wieniawsky: Souvenir de Moscou

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1-30 novembre 1913 - Compagnia Italiana di opere comiche ed operette Maresca-Garisenda -Caracciolo
Direttore Luigi Maresca; direzione amministrativa G. Caracciolo dir. amm.; Pompeo Ricchieri e Luigi De Rubeis dir. orch.

nov. 1
La principessa dei dollari, opera comica di Leo Fall. (2)
Gea Della Garisenda (Alice); Luigia Salani (Desy); Vincenzina Barbetti (Olga); Luigi Abrate (Fredy); Valentino Giorda (Hans); Gino Leoni (Couder); Angiolina Marangoni (miss Tompson); Nino Eller (Tim); Cesare Barbetti (Tom); Riccardo Frassani (Iame); L. Sberze (chauffeur); Giuseppe Sorbi (Better); Luigi De Rubeis (Chaudy); Secondo Pineschi (Iosky); C. Di Franceschi (Odette); Amelia Settembri (Ianky); Argia Polisseni (Margherita); R. Watermann (Wanda); Letizia Cavallini (Cidonia); B.. Bianchini (Sofia); E. Corvetto (Panula); Rina Vianello (Clelia); N. Vacchero (Desterky)

nov. 3
Donne viennesi, operetta di Franz Lehar. (2)
Gea Della Garisenda (Clara); Luigi Abrate (Filippo); Vincenzina Barbetti (Giannetta); Gino Leoni (Villebald); Emilio Marangoni (Mekledol); Angelina Marangoni (sig.a Schott); Nino Eller (Weber); T. Watermann (Lini); Carmen De Franceschi (Tini); Amelia Settembri (Fini); Giuseppe Sorbi (Helz); Riccardo Frassani (Gallatz); S. Asaro (Ormitz); Secondo Pineschi (Kalsrue); L. Favretto (Kuntz); Mario Sberze (Addone); I. Cavallini (Pellitz); C. Camozzi (Hesna); E. Corvetto (Mizzi); F. Ferrarese (Lena); E. Migani (Rizzi); Alessandro Barbetti (Giorgio); O. Guzardi e A. Vacchero (Tamburini)

nov. 5
Sogno di un valzer, operetta di Oscar Straus. (2)
Luigi Maresca (Gioachino XIII); Armida Gais (Elena); Nino Eller (Lotario); Santello Grassi (Niki); Cesare Barbetti (Monsci); Vincenzina Barbetti (Federica); Arturo Barzacchi (Vandolino); Gea Della Garisenda (Franzi); Angiolina Marangoni (Fifì); Mario Sberze (maggiordomo); Giuseppe Sorbi (Keltz); L. Favretto (Ught); Riccardo Frassani (Muky); S. Asaro (Ernest); Secondo Pineschi (Erbert); A. Barbetti (Kerty); Carlo Folli (John); Amelia Settembri (Cidonia); Carmen De Franceschi (Wanda); F. Ferrarese (Saffo); 1. Cavallini (Litzi); Bice Leoni (Ritzi); T. Watermann (Mitzi)

nov. 6
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (5)
Gea Della Garisenda (Susanna); Luigia Salani (Giacomina); Angela Marangoni (bar.a Des Aubrais); Gino Leoni (bar. Des Aubrais); Luigi Abrate (Umberto); Valentino M. Giorda (Renato); Emilio Marangoni (Charancy); Cesare Barbetti (Pomarel); Nino Eller (Alessio); Carmen De Franceschi (Olga); Amelia Settembri (Giulietta); T. Watermann (Ida); F. Ferrarese (Eugenia); Rina Vianello (Checchina); Bice Leoni (Renata); Mario Sberze (delegato P.S.); L. Favretto (Giulio); Riccardo Frassani (Paolo); Arturo Barzacchi (Ugo); V. De Franceschi (Tito); Giuseppe Sorbi (cameriere)

nov. 8
La mascotte, operetta di Edmond Audran. (2)
Emilio Marangoni (Lorenzo XIV); Gea Della Garisenda (Nina); Letizia Cavallini (Fiammetta); Gino Leoni (Fritellini); Mario Sberze (Matteo), Luigi De Rubeis (medico); Valentino M. Giorda (Pippo); Luigi Maresca (Picco); Cesare Barbetti (Rocco); Amelia Settembri (Ugo); Bice Leoni (Tito); R. Ferrarese (Ascanio); B. Bianchini (Paolo); R. Watermann (Oreste); Carmen De Franceschi (Gerardo); C. Camozzi (Asteone); Rina Vianello (Guido); Riccardo Frassani (serg.); F. Ferrarese (bracchiere); N. Asaro e O. Guzardi (dame)

nov. 10
I granatieri, operetta di Vincenzo Valente. (1)
Luigi Maresca (recluta); Gea Della Garisenda (capraia); Luigia Salani; Amelia Settembri; Santello Grassi; Cesare Barbetti; Emilio Marangoni; Nino Eller; ...

nov. 11
La bella di New York, operetta di Gustave A. Kerker. (1)
Armida Gais (Cora); Ida Ronzecchi (Kyssye); Angiolina Marangoni (Rodomonte); Luigi Abrate (Harry); Luigi Maresca (Joung); Cesare Barbetti (Bill); Nino Eller (Bobì); Emilio Marangoni (Kabakuk); Letizia Cavallini (Fifi); Giuseppe Sorbi (Muk); Secondo Pineschi (Kelz); L. Favretto (Gallatz); Carlo Folli (Sleing); Riccardo Frassani (Fritz); S. Asaro (Glookeller); V. De Franceschi (cameriere); F. Ferrarese (Edvige); B. Bianchini (Clelia); Rina Vianello (Saffo); Bice Leoni (Giuditta); I. Cavallini (Felicina); C. De Franceschi (Mary); R. Watermann (Olga)

nov. 12
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
Luigi Abrate (conte di Lussenburgo); Gino Leoni (Basilio); Gea Della Garisenda (Angela); Luigia Salani (Giulietta); Valentino M. Giorda (Brissard); Angiolina Marangoni (miss Tompson); Luigi De Rubeis (Mentchieffot); Arturo Barzacchi (Paolowich); Giovanni Migani (Pelegrin); L. Favretto (Anatolio); Riccardo Frassani (Enrico); F. Ferrarese (Sidonia); Rina Vianello (Amelia); B. Bianchini (Coralia); Letizia Cavallini (Aurelia); Secondo Pineschi (march. di Chatem); Mario Sberze (Carlo); Alessandro Barbetti (dir. hotel); Giuseppe Sorbi (Giulio); E. Ercolani e V. De Franceschi (camerieri); S. Bassi (Francesco)

nov. 14
Dall'ago al milione, "spettacolosa" féerie di Luigi Dall'Argine. (4)
Luigi Abrate (Escamillo); S. Asaro (facchino, fattorino); Alessandro Barbetti (gendarme, Donavir); Cesare Barbetti (Hossiam, Williams, Palmirin); Arturo Barzacchi (gendarme); F. Bassi (Pepita); L. Bonoit (Mariquita); C. Camozzi (Conchita, la Ricchezza); I. Cavallini (Teresa); Letizia Cavallini (Jannette, Ninì Piston); Luigi De Rubeis (cap. bersaglieri, Jugerat); C. De Franceschi (Kambuk); V. De Franceschi (Nannina, cameriera); Nino Eller (capo Manciuria, Freem); E. Ercolani (Jolimbert, lord Richerburg); L. Favretto (facchino, cameriere, gran sacerdote); R. Ferrarese (Dolores); Riccardo Frassani (portiere hotel Badajoz); Armida Gais (Amelia); Valentino Giorda (Giorgio); Santello Grassi (Corallino); Gino Leoni (Bibì); I. Leoni (Aly); Emilio Marangoni (Hery); Luigi Maresca (cav. Cantonata); Giovanni Migani (Froom); Secondo Pineschi (locandiere, portiere hotel Valladolid, cameriere); Luigia Salani (Amalia); Mario Sberze (James); Amelia Settembri (Manuellita, Erme); Giuseppe Sorbi (Juan, doganiere, Fruum); A. Vacchero (Nelly); Eugenio Venegoni (portiere hotel Barbara, com.te nave); N. Venturi (Carmencita); Rina Vianello (m.me Charmante, Lolotte); D. Watermann (Kuis, cameriera); R. Watermann (Kellerina)

nov. 17
Un matrimonio per burla, operetta di Franz Lehar. (2)
Gea Della Garisenda (Selma); Luigi Abrate (Philly); Armida Gais (Giuliana); Luigia Salani (Febea); Vincenzina Barbetti (Edith); Angiolina Marangoni (Eufrasia); Gino Leoni (Bookviller); Santello Grassi (Arturo); Valentino M. Giorda (Aroldo); Nino Eller (Hakland); Riccard Frassani (col. Dommer); Arturo Barzacchi (gen. Rigdag); Luigi De Rubeis (maggiordomo); L. Favretto (Setly); E. Ercolani (Bolky); V. De Franceschi (Carlsmak); Carlo Folli (Oscar); S. Asaro (Bedder); Mario Sberze (policeman)

nov. 18
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Emilio Marangoni (bar. Zeta); Luigia Salani (Valencienne); Luigi Abrate (Danilo); Gea Della Garisenda (Anna Glavari); Santello Grassi (Camillo); Cesare Barbetti (visc. Cascada); Secondo Pineschi (Raoul); Luigi De Rubeis (Bogdanowitsch); E. Corvetto (Silviana); Arturo Barzacchi (Kromow); Letizia Cavallini (Olga); Mario Sberze (Pritschitsch); Angiolina Marangoni (Prascovia); Nino Eller (Njegus); Venusta Carlotti (Lolò); Letizia Cavallini (Dodò); C. Camozzi (Violette); B. Bianchini (Frou Frou); Bice Leoni (Margot); E. Filacci (Boscowich); I. Laffi (Lyana); Riccardo Frassani (Dometesco); A. Asaro (Sorkiff); G. Vianello (Borgovich)

nov. 24
La piccola quacchera, operetta di Lionel Monckton. (2)
Gea Della Garisenda (Prudenza); Luigi Abrate (Carlo); Armida Gais (Marfa); Vincenzina Barbetti (m.me Blum); Luigia Salani (Febea); Ida Ronzecchi (Diana); Angiolina Marangoni (m.me Luckin); Nino Eller (Tuny); Valentino M. Giorda (cap. Chartoris); Luigi Maresca (Geremia); Gino Leoni (La Rose); Cesare Barbetti (Dukammel); Pina Vianello (Rachele); Amelia Settembri (Gaby); Letizia Cavallini (Liana); F. Ferrarese (conte di Pont Autemar); T. Watermann e Carmen De Franceschi (invitate); A. Barzacchi (Nataniele); Luigi De Rubeis (Jarge); Alessandro Barbetti (commesso); Mario Sberze e Riccardo Frassani (poliziotti); Secondo Pineschi (borghese)

nov. 25
Il caporale Susine, operetta di Luigi Dall'Argine. (1)
Luigi Maresca; ...

nov. 25
I lupi marini, zarzuela di Ruperto Chapí. (1)

nov. 27
Il paradiso di Maometto, operetta postuma di Robert Planquette, strumentata da Louis Gaston Ganne. (1)
Armida Gais (Bengalina); Vincenzina Barbetti (Selika); Ida Bonzecchi (Fatmé); Santello Grassi (Brindindin); Emilio Marangoni (Maboul); Cesare Barbetti (Baskyr); Gino Leoni (Radaboom); Amelia Settembre (Baboucire); Arturo Barzacchi (Norestam); Luigi De Rubeis (visir); V. De Franceschi, C. Camozzi, Pina Vianello, D. Watermann, Bice Leoni, B. Bianchini, Letizia Cavallini, N. Vacchero (favorite); T. Watermann, F. Ferrarese, Mario Sberze (cuciniere); L. Favretto e Riccardo Frassani (eunuchi); V. De Franceschi (contadino); I. Leoni (guardia); S. Asaro e Giuseppe Sorbi (marinai)

nov. 29
Gli ulani di Hardenstein, operetta di Carlo Weinberger. (1)
Gea Della Garisenda (Herna); Luigi Abrate (ten. Hernestdor); Luigia Salani (Milli); Angiolina Marangoni (Brigida); Arturo Barzacchi (col. Fikenstein); Emilio Marangoni (Frendelberg); Nino Eller (ten. Rince); Cesare Barbetti (Trummolskeken); Giuseppe Sorbi (Brenner); Secondo Pineschi (Carniscki); Luigi De Rubeis (Wimmer); Alessandro Barbetti (Schowid); Amelia Settembri (Ritzi); Carmen De Franceschi (Milsi); T. Watermann (Honca); Venusta Carlotti (Bertha)

Con questa splendida stagione di operette durata tutto un mese, ebbe inizio il secondo ciclo di vita del Teatro Reinach: e non si poté avere inaugurazione più felice, dato che, in quest'occasione, Parma poté conoscere una delle maggiori interpreti del generea Gea Della Garisenda. Nata Alessandra Drudi, dopo aver studiato canto al Liceo musicale di Bologna, aveva iniziato la carriera con successo. Passata alla lirica minore, era diventata una vera stella: "Arte del canto, simpatica voce, grazia e vivacità di azione, con lei in scena lo spettacolo non muore mai, ma acquista un brio sempre nuovo", così scrisse in quest'occasione la Gazzetta di Parma. Tutti furono festeggiati, e il tenore Abrate dovette ripetere il finale del secondo atto "per le melodiche frasi dette con impeto efficace e bella voce". La prima novità della stagione, Donne Viennesi, ebbe un buon successo. Il critico della Gazzetta scrisse che questa operetta "di marca tedesca" non brillava per la novità del soggetto, e che la musica era combinata qua e là con una certa abilità. "Le nuove operette viennesi per la veste musicale hanno finito per assomigliarsi un pò tutte, e non sono più altro che uno dei soliti mosaici di valzer languescenti, di polkette sguaiate, di romanzucce sentimentali. E questa non si eleva fra le molte del genere. Unico pregio: musica e azione scorrono facili nella loro alternanza comica e sentimentale": magnifica compagnia per scene e costumi; esecuzione accurata e completa in ogni sua componente, "che da tempo non si vede[va] un complesso così affiatato". Alla replica la Garisenda fu sostituita da un'applaudita Luigia Salani, come alla seconda della Mascotte, Nino Eller sostituì Luigi Maresca. La stagione fu un susseguirsi di trionfi per tutti: ma gli occhi erano sempre per Gea, "sempre lieta, fresca, ridente". La novità La bella di New York lasciò freddo il pubblico, che applaudì solo una volta dopo il duetto del secondo atto tra la Gais e Abrate: per il resto silenzio, anche se gli attori erano stati bravi, le scene e i costumi un diletto per la vista, l'orchestra egregia, e al critico la musica non era spiaciuta. Uno dei successi della stagione fu la féerie di Luigi Dall'Argine, che la locandina presentava come la "1286a replica in Italia. Nuovissima per Parma": un altro tutto esaurito. Una serie di quadri di grande effetto, costumi magnifici e stravaganti, comicissime e divertenti macchiette accompagnate da graziose pagine musicali, piacquero, stimolando il riso e l'applauso. Per l'ultima, 23 novembre, la Salani sostituì la Gais e la Barbetti la Salani. Dell'altra novità, Un matrimonio per burla di Lehar, fu più apprezzata la magnifica esecuzione che il valore dell'operetta, mentre La vedova allegra fu ancora una volta una festa. Il 21, serata d'onore del tenore Abrate nella replica del Conte di Lussenburgo, che cantò in un intermezzo Lolita, una serenata spagnola. Un'altra novità fu La piccola quacchera, che riscosse vivi applausi anche a scena aperta: il libretto fu giudicato interessante, la musica leggera, facile, scorrevole, con spunti melodici di buona fattura e grazia. I costumi erano su disegno di Caramba, e per completare un insieme di successo, vi era Gea "audacemente bella". Il 25 con Il caporale Susine si festeggiò Luigi Maresca, autore del testo di quest'operetta musicata da Luigi Dall'Argine, di cui, però, la cronaca non riporta un giudizio, ma accenna solo a "scoppi di ilarità". Le due ultime novità furono accolte con simpatia, e segnarono un altro trionfo per la diva della stagione. Il 28 novembre, con la serata in onore di Gea Della Garisenda, si dette l'ultima rappresentazione della Vedova allegra. In un intervallo la seratante cantò di Ruggero Leoncavallo Lasciati amare e il valzer Reginetta delle rose dall'operetta omonima e, in onore dell'esercito, l'Inno a Tripoli, marcia di Colombino dedicata alla cantante, meglio conosciuta come "Tripoli bel suol d'amore", che la stessa aveva presentato per prima l'8 settembre 1911 al Teatro Balbo di Torino.

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