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Campioni Giustina


  • danzatrice
Sorella di Antonio, fu una danzatrice famosa che troviamo retribuita dalla corte di Parma dal 1756 a tutto il 1771. Iniziò come figurante nella compagnia Delisle e debuttò come solista a Colorno il 4 giu. 1757. Con questa compagnia danzò nei balli Aci e Galatea, Ricimero re dei Goti, Zelidor re de' Silfi, Castore e Polluce, Titone e l'Aurora, Ippolito e Aricia. Fu prima ballerina al Teatro Ducale di Parma nelle stagioni dal 1760 al 1767; in occasione delle feste per il felicissimo parto dell'arciduchessa, nel 1762 danzò in 3 balli a Vienna (come risulta da una lettera del 27 mag. 1763 in A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 1), mentre il 15 ott. 1767 fu la I ballerina al Teatro della Pergola di Firenze nell'Olimpiade e si fermò poi per la stagione di carnevale in Enea e Lavinia e I Tindaridi, tutte opere di Tommaso Traetta che erano nate al Teatro di Parma. La Gazzetta Toscana (9 gen. 1768, n. 2, p. 5) scrisse che "in questi balli si fa ammirare particolarmente la Sig. Giustina Campioni, ballerina al servizio di SAR il Duca di Parma".
Nella stagione dell'Ascensione 1768 fu al Teatro Venier in San Benedetto di Venezia, teatro sulle cui scene fu presente anche nell'estate 1769. Subito dopo danzo con il fratello nella Licida e Mopso, che si rappresentò per tre sere a Colorno per l'arrivo della Reale Infanta (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934a). Nel carnevale 1769-70 fu al Teatro Regio di Torino la diva più pagata della compagnia di ballo. Nella stessa stagione fu anche al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia, mentre nella primavera 1770 fu nell'Aminta e nella Nitteti al Nuovo Pubblico Teatro (il Comunale) di Bologna in una stagione che finì con il fallimento dell'impresario; nello stesso anno sposò Giuseppe Bianchi (da allora la troviamo indicata anche con il cognome del marito). Sempre nel 1770 fu raccomandata dal ministro Dutillot con il cognato Gaspare e il fratello Antonio per i Teatri Reali di Spagna, in quanto insieme lavoravano "con molta armonia". Dal 1770 collaborò per l'insegnamento alla Scuola dei ballerini teatrali, il cui docente era Giuseppe Bianchi. Era retribuita mensilmente con 100 lire (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934b-935b). Conservò questa paga anche dopo che la Scuola fu soppressa con la fine del feb. 1775 (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 936a).
Nel carnevale 1771 (si fregiava del titolo "all'attuale servigio di SAR l'Infante di Parma") ballò al Teatro di Mantova, nella Fiera dell'Ascensione fu al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia e nell'estate si esibì al Teatro di S. Agostino di Genova nei balli delle due opere nelle quali trionfava la cantante Lucrezia Agujari, nel carnevale del 1772 ballò al Teatro Venier di San Benedetto di venezia, dove si trattenne anche durante la Fiera dell'Ascensione, mentre sempre nel 1772 ritornò a Parma ne La cascina e nell'Amore artigiano, teatro in cui lavorò anche l'anno dopo nei balli Ninfe e pastori e Geni e virtù celesti. Nel carnevale 1773 ritornò al Regio Ducal Teatro di Mantova e, come di consueto, fu al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia sia nel carnevale che nella successiva Fiera dell'Ascensione, mentre nell'ago. danzò in occasione delle allegrezza per la nascita del Reale Primogenito Ludovico di Borbone (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b 938).
Nel carnevale 1774 fu ancora al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia, e in quello del 1775 fu al Teatro Regio di Torino con il fratello Antonio: erano i membri più pagati della compagnia, per ritornare nella Fiera dell'Ascensione al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia. Nella primavera 1775 fu a Pavia, nel carnevale 1776 a Cremona, e nell'estate al Teatro Venier di San Benedetto di Venezia; nella primavera successiva a Brescia e nell'estate a Crema. Mentre nel carnevale 1777 fu a Genova, il 3 ago. 1778, assieme a Caterina Curtz, fu la I ballerina all'inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano, teatro in cui fu ancora nel carnevale seguente nei balli Patroclo vendicato e Venere di Cipro. Nel 1782 danzò al Teatro Ducale di Parma in Alessandro e Timoteo e ne Gli amanti riuniti. Del 18 feb. 1780 è una lettera di protesta nei suoi riguardi: l'impresario del Teatro Ducale di Parma lamentava che, avendo il diritto di entrare gratuitamente agli spettacoli, non si accontentava mai di intervenire da sola, ma conduceva quasi sempre con sé la madre, la cameriera e il servitore (A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 4). Nel 1782 scrisse al duca che godeva di una pensione di 9000 lire concessale da Don Filippo e che questa, alla morte del fratello, le era stata ridotta a 100 lire al mese. In un appunto interno alla lettera vi è indicato che nel gen. 1762 percepiva 4800 lire, 9460 dall'apr. 1763, e che era stato ridotto a 1200 lire nell'apr. 1766 (A.S.Pr, Spettacoli e Teatro Borbonici, b. 1). Nel 1784 le venne concessa la pensione vedovile di 4000 lire annue per il marito Giuseppe Bianchi, che occupava il posto di maestro di ballo dei principi figli di SAR (A.S.Pr, Decreti e Rescritti, 27 dic. 1784). Con il dic. 1784 cessò però il pagamento delle 100 lire mensili che percepiva nella contabilità della Scuola di ballo. Se è ricordata anche in una lettera di Carlo Goldoni del 21 ago. 1759, Gino Monaldi (Regine della danza nel XIX secolo) scrisse, non sappiamo su quali basi, che era una figura "di secondaria importanza, come arte, ma possedeva il pregio di avere una avvenenza seduttrice, che la rese cara alle corti straniere allora imperanti in Italia". Giuseppe Rovani (Cento anni, libro I, cap. III) paradossalmente scrisse: "La celeberrima Campioni, a forza di contorsioni e movimenti irregolari, finito il ballo, diventava deforme a segno da far paura".


ultimo aggiornamento: 04/09/2009
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza