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Numero voci: 430.

Capelli Giovanni Maria


  • compositore
  • Parma
  • 11/10/1726
  • Parma
Il Pelicelli lo dice nato il 7 dic. 1648, notizia che contrasta con quanto scrisse il cronista Borra. Nipote di Giuseppe, sacerdote, appare la prima volta nei libri della cattedrale come cantore il 25 dic. 1699 e come vicemaestro di cappella il 10 giu. 1700: suo compito era istruire e dirigere le esecuzioni polifoniche e strumentali nelle feste solenni e straordinarie. Nella primavera 1713 si fregiava del titolo di "virtuoso della Vedova di Mantova": nel mag, infatti, per il passaggio dell'imperatrice Elisabetta d'Austria, assieme a Francesco Gasparini, aveva composto L'amor politico e generoso della regina Ermengarda, con interventi di Pietro Paolo Pezzoni. Nel dic. ricevette a Parma, alla morte di Giuseppe Capelli, la nomina a maestro. Dal 1709 servì anche alla Steccata come organista. Alla morte di Bernardo Sabatini, maestro di cappella della Steccata, con ordinazione 5 gen. 1719 ebbe l'incarico provvisorio fino al 27 mar. 1719, data in cui venne nominato Geminiano Giacomelli. Molto apprezzato in città, leggiamo nella Cronaca del Borra che il 13 gen. 1726, per la festa di S. Ilario protettore della città, convenne in cattedrale una grande folla "per godere della esquisita Musica Opera del mai abastanza encomiato D. Giammaria Capelli Mastro di Capella, massime di un nuovo Salmo, al sommo aplaudito". Pochi mesi dopo, l'11 ott, sempre il Borra riportava: "Oggi è passato dal temporale all'Eterno il Sig. D. Gian Maria Capelli mai abastanza comendabile per la sua segnalatissima e singolarissima Virtù di comporre in Musica; dava seggezione a qualunque Mastro di Capella per la Musica, di maniera che in Venezia, chiamato per un Opera andarono deserti tutti li altri Teatri, signoreggiando il suo, con precipizio, e danno degli Interessati di què altri Teatri talmente che si dichiararono li medesimi interessati se più avesse accettato di comporre Opere ed esporle in Venezia, il veleno sarebbe stato il suo onorario, e di fatto temendone la esecuzione erasi protestato mai più in vita sua accettare impegno di tal sorta in Venezia; la sua età accostava agli anni quaranta, era sacerdote d'ottimi costumi, affabilissimo nel tratto, umilissimo nel portamento, e disinteressatissimo; parti tutte che ci danno a sperare abbia à portarsi a godere della sostanziale Musica degli Angeli in Paradiso. E' morto di male d'Idropesia, soffrendo per più anni, abbenche mai conosciuto da Medici per tale, se non agli ultimi periodi di vita sua, battezzato sempre, e curato da loro per mal caduco, mentre soggiaceva à certi deliquij tal volta che lo tramortivano. Tutta la città compiange la perdita dell'ottimo Sacerdote suo Concittadino". E il 12: "Esequie fatte solenni in Musica nell'Oratorio de Pellegrini, detto della SS Trinità de Rossi, all'anima del già defonto Sig. D. Gian Maria Capelli confratello, ch'egli era di quella Confraternita, ed ivi è stato sepolto, dove sono stati sepolti li suoi antenati, e dove ultimamente fu sepolto il Dott. D. Giuseppe Cappelli zio del defunto". Un suo ritratto senza la cornice fu acquistato nel 1779 per tre pezze d'argento da padre Martini di Bologna, tramite Francesco Fortunati. Compose le opere: Rosalinda (Ve, 1692; con il titolo Erginia mascherata, Rovigo 1717. Secondo lo Schmidl è di Marc'Antonio Ziani); Climene (Rovigo, 1700); Il Domicio (Soragna, 1703); Neroncino (Soragna, 1704); Il Giustino (Soragna, 1705); La Gundeberga (Soragna, 1706); Griselda (Rovigo, 1710); I rivali generosi, dramma di Apostolo Zeno, musiche assieme a Clemente Monari e Francesco Antonio Pistocchi (Reggio Emilia, 1710); L'amore politico e generoso della regina Ermengarda, con Francesco Gasparini e intermezzi del piacentino Pietro Paolo Pezzoni (Mantova, primavera 1713); Eudamia, favola pastorale di Vincenzo Piazza immaginata e tessuta in Colorno per gli estivi ozi farnesiani (Colorno, 1716; Pr, Teatro Ducale, 1718 e 1743; altrove); Nino, il I atto dell'opera seria in 3 atti, libretto di Ippolito Zanelli (Reggio Emilia, Teatro Ducale, 1720; Modena, Teatro Rangoni); Giulio Flavio Crispo, tragedia di Benedetto Pasqualigi (Ve, 1722); Mitridate re di Ponto, vincitor di se stesso, dramma in 3 atti di B. Pasqualigi (Ve, Teatro S. Giovanni Grisostomo, 1723); Il Venceslao (Pr, Teatro Ducale, primavera 1724); I fratelli riconosciuti, di Carlo Innocenzo Frugoni (Pr, Teatro Ducale, 1726). Oltre a musiche religiose, di cui sono rimaste una Messa a 4 v, 2 Tantum ergo e gli oratori La carità trionfante (1707) e Maria Vergine contemplata in due de' suoi sette dolori (Bo, Madonna di Galliera, 1726), scrisse diverse composizioni, per le quali il De Borde scrisse: "Excellent compositeur, possedait un talent très rare, celui de l'originalité" e, in una lettera del 31 mar. 1778 di Raffaele Riario Sforza, risulta che le sue musiche erano ancora eseguite.


BIBLIOGRAFIA: Eitner (v. II, p 314); Ferrari; Pelicelli; Sartori; Schmidl/suppl.; Libri mastri della Rocca di Soragna.

©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza