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Numero voci: 143.

Del Campo Giuseppe


  • direttore d'orchestra
  • 08/04/1890
  • Paradigna
  • 10/11/1950
  • Milano
Giuseppe Del Campo
Giuseppe Del Campo - direttore d'orchestra (foto Legato Ferrarini)
A 9 anni fu iscritto al Conservatorio di Parma nella classe di violoncello di Severino Leandro Carini e si diplomò con la lode nel 1909, vincendo anche la borsa di studio offerta da Cleofonte Campanini. Iniziò la carriera come professore d'orchestra sia in Italia che nelle Americhe, suonando con Luigi Mancinelli, Campanini, Mascagni e nelle celebrazioni verdiane del 1913 a Busseto con Toscanini. Nel dic. 1915 ebbe il debutto quale direttore d'orchestra al Teatro Regio di Parma, quando salì sul podio per sostituire nell'Andrea Chenier l'indisposto direttore Giuseppe Podestà. La G.Pr rilevò "la bellissima sensibilità del suo temperamento, conducendo l'orchestra con precisione piena di slancio, animando lo spartito con sincerità di sentimento, ottenendo dai cantanti passionalità d'accenti e sicurezza d'attacchi". Nel giu. 1916 in un Werther al Teatro Reinach, se nella prima recita fu apprezzato come I violoncello, nella ripresa diresse l'orchestra. Meno di un mese dopo, nello stesso teatro, accompagnò al pianoforte i cantanti in un concerto di beneficenza; nel 1920 fu qui maestro sostituto nella stagione d'opera d'autunno. Anche se il carattere sdegnoso e asprigno non gli facilitò il cammino, ebbe una bella carriera: si può dire che diresse in tutti i teatri d'Italia sia nella lirica che in stagioni concertistiche. Bruno Barilli scrisse degli occhietti neri vivissimi, dei modi senza complimenti, che era irascibile attraverso l'orecchio, un tipo asciutto di poche parole, e dalla struttura mingherlina ma con una forza nera e nervosa. Gianandrea Gavazzeni espresse il rammarico che non fosse mai giunto presso il pubblico e la critica al cosiddetto 'carisma' toccato ad altri, e ricordava la sicura e solida professionalità, i suoi concertati e le sue 'strappate'. Diresse al Teatro Regio di Parma (Mefistofele, La Wally, carnevale 1922; Messa da requiem di Verdi, giu. 1936); a Bagnacavallo (Mefistofele, set. 1922); al Comunale di Cesena (Manon Lescaut, apr. 1924); al Teatro delle Muse di Ancona La cena delle beffe di Giordano, Madama Butterfly, La dannazzione di Faust; nov. 1925); al Teatro Donizzetti di Bergamo (La Gioconda, il Trovatore, Anna Karenina di Robbiani, Fiera d'Estate 1925); Turandot, Francesca da Rimini, Ivona di E. Pizzi, Fiera 1932; la Walkiria, La forza del destino, Don Pasquale, Fiera 1933; Falstaff, La Bohème, La Favorita, Fiera 1934; Werther, Aida,Gianni Schicchi, Paolo e Virginia di Gianandrea Gavazzeni, Fiera 1935, Lucia di Lammermoor, Carmen, Maria d'Alessandria di Giorgio Federico Ghedini, autunno 1937; Santa Caterina da Siena di S. Zanon, autunno 1939; Mefistofele, Wally, La finta ammalata di guido Farina, autunno 1940; Un ballo in maschera, autunno 1941; Il barbiere di Siviglia, Andrea Chénier, Falstaff (complessi della Scala feb. 1944). Nel 1927 all'Argentina di Roma, dopo un'ottima Turandot, essendo caduto il Lohengrin per colpa "dello sfiatato tenore Ciniselli", venne protestato. Seguì una causa che Del Campo vinse anche per l'aiuto indiretto della regina Elena che, nei giorni in cui la polemica era più nel vivo, invitò il maestro al Quirinale per tenervi un concerto. Diresse poi al Teatro Masini di Forlì (Lohengrin, apr. 1927); al Comunale di Piacenza (Manon, gen 1928); al Comunale di Modena (La Bohème, gen. 1929); alla Scala di Milano (Turandot, gen. 1930; Lohengrin, gen. 1936. Durante i tristi inverni del 1943 e 1944 diresse l'orchestra della distrutta Scala ospitata al Teatro Lirico di Milano); al Teatro Alighieri di Ravenna (Faust, Sonnambula, Rosiera di v. Ghecchi, mag. 1932; Francesca da Rimini, Norma, nov. 1934; Lucia di Lammermoor, La Gioconda, mag. 1935; La Walkiria, Cecilia di L. Refice, mag. 1938; Manon, La Forza del destino, mag. 1940; Amico Fritz, La Favorita, mag. 1942; Werter, Rigoletto L'elisir d'amore, Manon, mag. 1943); al Verdi di Trieste (La Bohème, gen. 1933; La forza del destino, feb. 1941) ; al Comunale di Bologna (Il Trovatore, nov. 1926; Boris Godunov, Mefistofele, La Gioconda, Salome, autunno 1927; Messa da Requiem, giu. 1936; La fiamma, ott. 1936; Ginevra degli Almieri, nov. 1937; Un ballo in maschera, Andrea Chénier, Manon Lescaut, Fabiano, di Francesco Balilla Pratella, aut. 1939); in occasione del centenario belliniano nel teatro all'aperto al Giardino Bellini di Catania (Norma, Sonnambula, Il pirata, lug. 1935); al Comunale di Rimini (La Bohème, ago. 1937). Nell'estate del 1938 diresse il Carro di Tespi Lirico (tra cui Genova, Teatro all'aperto in Piazza della Vittoria, Mefistofele; poi La traviata a Savona, Piazza 28 Ottobre; a Legnano, Piazza Trento e trieste; a Piacenza, Piazza della Cittadella). Diresse anche al Teatro San Carlo di Napoli (Tosca, feb. 1939; La Bohème, feb. 1940); alla Fenice di Venezia Turandot, La Fiamma di Respighi, gen. 1940; Manon, Otello, primavera 1943; La Bohème, Boris Godunov, dic. 1943; La Traviata, Carmen, Falstaff, Lohengrin, IX Sinfonia di Beethoven, primavera 1944); al Massimo di Palermo Mefistofele, Tosca, apr. 1940); al Carlo Felice di Genova (La Wally, La farsa amorosa, di Zandonai, Sigfrido, mar. 1940; La forza del destino, Il crepuscolo degli Dei, Lo stendardo di San Giorgiodi M. Peragallo, mar. 1941; Un ballo in maschera, Monte Ivnor di L. Rocca, Rigoletto, La cena delle beffe, primavera 1942); al Teatro Sociale di Rovigo (La forza del destino, ott. 1942). Diresse anche concerti all'EIAR (15 mar. 1936; 21 giu. 1937; 8 dic. 1938). Finita la guerra, nel 1945, fu colpito da paralisi: combattè contro il male e sembrava avesse vinto, quanto riuscì a dirigere ancora una volta nel gen. 1949 al Teatro Regio di Parma un' Aida. "Benchè menomato, sa mostrare di quale tempra vigorosa e rigorosa sia ancora il suo stile e il suo gesto di direttore". Lo sforzo gli causò una ricaduta che in 2 anni lo portò alla fine.
BIBLIOGRAFIA: Alcari; Bagnacavallo; Fernandi/Non solo; B. Molossi; Moreau (III, pp. 166, 179); Salvarani; Vetro/Reinach; Giuseppe Silvani. Il maestro G.D.C., in G.Pr, 20 feb. 1927 e 12 nov. 1951; Luigi Passerini. Il profilo del maestro Del Campo, in G.Pr, 26 lug. 1930; Bruno Barilli. Artisti parmensi: G.D.C., in G.Pr, 12 apr. 1940; G.D.C., in Pr.A, I(1951), pp. 29-30; G.N. Vetro. I nostri fasti musicali, in G.Pr, 23 e 30 apr. 1979; Gianandrea Gavazzeni. Le strappate di Del Campo, in "Parma Lirica", n. 9, 1993-94.

ultimo aggiornamento: 25/07/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza