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Numero voci: 284.

Galli Bibiena Antonio


  • 01/01/1697
  • Parma
  • 28/01/1774
  • Milano
Avviato alle materie classiche, volle dedicarsi invece allo studio della pittura e fu allora inviato a Bologna, dove lavorò nella bottega di Giovan Gioseffo Dal Sole, di Felice Torelli e di Marco Antonio Franceschini, per fissare il suo interesse sull'architettura. Cominciò a seguire il padre impegnato come architetto e scenografo al Teatro della Fortuna di Fano (1719) e nel 1720 si trasferì a Roma con lo zio Francesco, che vi stava costruendo il Teatro Alibert, collaborando nella pittura delle scene. Dopo aver allestito con successo Astarto al Teatro Malvezzi di Bologna (estate 1721), e Caio Mario Coriolano al Teatro Vicini di Cento, nel 1721 si recò a Vienna, dove era già stato con il padre e il fratello Giuseppe, e vi lavorò fino al 1751 da aiuto del padre e II architetto teatrale imperiale (il fratello Giuseppe era il primo), mentre nel 1748 fu promosso a I. Costruì anche palazzi e chiese, provvide al rifacimento del Teatro Cesareo (1747), fece innumeri scene per il Giardino dell'Imperial Favorita e per il Teatro di Corte. Fu anche a Pietroburgo, Budapest e Belgrado. Ritornato in patria, dopo alcuni contenziosi per dei pagamenti con la corte austriaca, fu scenografo a Bologna (Teatro Formagliari, primavera 1754, Artaserse e 1756, Demofoonte), Ferrara (Teatro Bonaccossi, carnevale 1764), Livorno (Teatro di S. Sebastiano, primavera e autunno 1758), Milano (Teatro Ducale, carnevale 1752, Artaserse e Adriano in Siria; poi carnevale 1753, autunno 1770, e nel 1774, quando morì mentre era intento al lavoro), Parma (Teatro Ducale: 1761, 1764, 1767), Pistoia (Teatro degli Accademici Risvegliati, estate 1757, Demofoonte), Reggio Emilia (1759 e Fiera 1760 Teatro Ducale), Treviso (Nuovo Teatro Onigo, 1766, 1770, 1771 e 1774), Verona (Teatro dell'Accademia Filarmonica, autunno 1665, carnevale 1667 e 1771, mentre alcuni suoi allestimenti vennero utilizzati anche dopo la sua morte, nei carnevali 1776 e 1779). A Siena ricostruì il Teatro de' Rinnovati nel Palazzo Pubblico (1751-53), fu l'autore dei teatri di Pistoia e di Colle (1755), di Lugo, mentre a Firenze trasformò il Teatro della Pergola e fornì le scene (carnevale 1756. La sua opera più famosa fu il Nuovo Pubblico Teatro (Teatro Comunale) di Bologna, che fu inaugurato nel mag. 1763 con Il trionfo di Clelia di Gluck. In questo teatro fu anche scenografo tra il 1764 e il 1772. Tra il 1767 e il 1769 fu impegnato a Mantova nella costruzione del Teatro dell'Accademia dei Timidi, detto Scientifico, e lavorò anche alle scenografie del Vecchio Teatro Ducale (estate 1765, primavera 1768, Alessandro nell'Indie; carnevale 1771, L'amore artigiano e ancora dopo la sua morte nel carnevale 1775 per un'Armida). Sempre a Mantova, nel 1762 aveva restaurato alcune scene che erano ormai fuori uso e che anni prima erano state dipinte per il Teatro Vecchio da Ferdinando Galli Bibiena, Pietro Righini e dal reggiano Giovanni Antonio Paglia (A.S. Mantova, Scalcheria, b. 64). L'ultimo teatro che costruì fu quello Nuovo dei Quattro Cavalieri Associati di Pavia (1773), e dove fece le scene per il 1774: successivamente stese il progetto per un teatro da erigersi nel Palazzo Ducale di Venezia, ma morì prima di realizzarlo. Troviamo che le sue scene vennero utilizzate al Teatro dell'Accademia degli Erranti di Brescia nella stagione di Fiera del 1777 per Il disertore.


©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza