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Numero voci: 284.

Giacomelli Geminiano


  • compositore
  • 28/05/1692
  • Colorno
  • 24/01/1740
  • Loreto
Indicato anche come Jacomelli. Essendo stato indicato come luogo della nascita Piacenza, possiamo affermare invece che l'atto di battesimo si trova nella parrocchia di Colorno. Studiò canto, contrappunto e clavicembalo a Parma con Giovanni Maria Capelli e, scrisse il Fétis, a 18 compose l'opera Ipermestra, rappresentata al Teatro Ducale nel 1704 (notizia certamente inesatta, in quanto avrebbe avuto 14 anni), per cui il duca Francesco Farnese lo inviò a Napoli a completare gli studi con Alessandro Scarlatti. Nel 1718 si sposò a Piacenza e ivi fu maestro di cappella della corte farnesiana dal I mar. 1719 fino al feb. 1727, conservando dopo il titolo di maestro di cappella d'onore di SAS. Il 27 mar. 1719 fu anche nominato maestro di cappella della Steccata di Parma. Esistono diverse lettere che scrisse in tale veste alla Compagnia della Steccata relative a musicisti forestieri invitati a cantare e suonare. Nel 1726 si rivolse al duca per essere nominato anche maestro di cappella della Congregazione di S. Giovanni in Canale in Piacenza, cosa che avvenne il 3 gen. 1727 con una nomina a vita e la paga di 2000 lire piacentine. Nel 1732, con l'estinzione della dinastia Farnese, la cappella di S. Giovanni venne soppressa e ritornò allora a Parma, riassumendo il posto di maestro di cappella della Steccata, che diresse fino alla festa dell'Annunciazione del 1737. Nel Ruolo dei dipendenti della corte di Parma del 1734, nel quale è presente, vi è l'annotazione "si spedisce il mandato a Piacenza " (A.S.Pr. Ruoli farnesiani, 1713-1723, f. 34; 1724-1731, f. 192; 1734, f. 26). Tra il 1721 e il 1736 ebbe un gran numero di figli, tenuti a battesimo dalla nobiltà e dal duca. Quando si doveva assentare per concertare le sue opere, veniva sostituito dal vicemaestro e organista Francesco Poncini. Il 13 dic. 1738 assunse il posto di maestro di cappella della basilica di Loreto, dove si fermò fino alla morte. Tra gli allievi che ebbe qui, si distinse il sopranista Antonio Donnini da Senigallia, che fu tra i migliori cantori della cappella lauretana dal 1739 al 1752. In una lettera del 31 gen. 1748 da Loreto di Andrea Basili a padre Martini si legge che gli eredi erano disposti a vendere alcuni libri rari della biblioteca del Giacomelli. Compose le opere: Hipermestra, dramma in 3 atti di Antonio Salvi (Ve, Teatro di S. Giovanni Crisostomo, carnevale 1724; come Ipermestra al Pubblico Teatro di Pesaro, carnevale 1733); Zidiana, dramma in 3 atti (Mi, Teatro Ducale, 28 ago. 1728); Scipione in Cartagine nuova, dramma in 3 atti di Carlo Innocenzo Frugoni (Pr, Teatro Ducale e Colorno, Teatro di Corte, primavera 1728); Gianguir, dramma in 3 atti di Apostolo Zeno (Ve, Teatro di S. Cassiano, 26 set. 1728); Lucio Papirio dittatore, dramma in 3 atti di A. Zeno e C.I. Frugoni (Pr, Teatro Ducale, primavera 1729); Astianatte, dramma per musica (solo il I atto. Alessandria, Nuovo Teatro Gerasco Solerio, autunno 1729); Semiramide riconosciuta, dramma in 3 atti di P. Metastasio (Mi, Teatro Ducale, carnevale 1730); Annibale, dramma in 3 atti di A. Mango e V. Vanstrypp (Roma, Teatro Capranica, carnevale 1731); Rosbale, dramma in 3 atti di Claudio Nicola Stampa (Roma, Teatro a Torre Argentina, 10 feb. 1732); Epaminonda, dramma in 3 atti di Domenico Lalli (Ve, Teatro di S. Giovanni Crisostomo, carnevale 1732); Alessandro Severo, dramma in 3 atti di A. Zeno (Pc, Teatro Ducale, 1732); Alessandro Severo, dramma in 3 atti di A. Zeno con rimaneggiamenti di C.I. Frugoni (Piacenza, Teatro Ducale, autunno 1732); Adriano in Siria, dramma in 3 atti di Pietro Metastasio (Ve, Teatro di S. Giovanni Crisostomo, carnevale 1733); (con altri) La caccia in Anatolia, (Vienna, Teatro di Porta Carinzia, apr. 1733); Il Tigrane (Pc, Teatro Ducale, Fiera di apr. 1733); Merope, dramma in 3 atti di A. Zeno (Ve, Teatro di S. Giovanni Crisostomo, 1734); Arrenione, dramma in 3 atti di Francesco Silvani (Vienna, Teatro di Corte, 1734); Cesare in Egitto, dramma in 3 atti di Giacomo Francesco Bussani (Mi, Teatro Ducale, carnevale 1735. Con il libretto modificato da Carlo Goldoni: Ve, Teatro di S. Giovanni Crisostomo, autunno 1735 e Fi, Teatro della Pergola, carnevale 1736); Arsace ovvero Amore e maestà, dramma per musica in 3 atti di A. Salvi, poi revisionato da G. Boldini (Prato, Teatro Pubblico, carnevale 1736); Nitocri regina d'Egitto, dramma in 3 atti di A. Zeno (Roma, Teatro di Tor di Nona, carnevale 1736); Demetrio, dramma in 3 atti di A. Zeno (To, Teatro Regio, 1737. Non riportato però dalla Bouquet); La costanza vincitrice in amore, di Giuseppe Genocchi (solo i primi 2 atti su 3. Pr, Teatro Ducale, 1738); Achille in Aulide (indicato da altri come Achille in Sciro), dramma in 3 atti di P. Metastasio (Roma, Teatro a Torre Argentina, 3 feb. 1739. Nello stesso vi è l'intermezzo Golpone e Birina, musicato dallo stesso Giacomelli); Catone in Utica, dramma in 3 atti di P. Metastasio (I esecuzione postuma? Vienna, Teatro di Corte, 1744). Le opere del Giacomelli riscossero grande successo: Lucio Papirio, ad esempio, fu ripreso a Londra al King's Theatre nel 1732 da Haendel, che ne rimaggiò i recitativi e vi introdusse 2 arie del Porpora; Vivaldi prese nel 1734 dalle musiche dell'Alessandro Severo 2 arie e le inserì nel pasticcio Dorilla in Tempe, (rappresentata a Venezia), e lo stesso fece con 3 arie nel Tamerlano (Verona, 1735). Il Farinelli ogni sera per 9 anni dovette cantare per Filippo V di Spagna alcune arie, tra le quali 'Quell'usignol ch'è innamorato' dalla Merope. Compose inoltre: gli oratori S. Giuliana Falconieri, poesia di Gregorio Giacomo Terribilini (Ge: oratorio S. Filippo Neri, 1739) e La conversione di S. Margherita da Cortona; una sinfonia a 2 vl, 2 ob, 2 corni, vla e b; un'Aria per 2 vl e b; 3 mottetti: Quam admirabile (per 2 t e b.c.); Egredimini; Domine; Gloria sicut erat; Domine noster; le arie: Stando a canto; Cara l'averso fato (per s e quartetto); Mio cor non sospirar; Per te perdo il mio; Que' begli occhi; Sposa non mi conosci; Per te perdo; le romanze: Amor artigiano; Le violette; le cantate: Che posso dir; Dove son le mie ritorte; Crudo ciel; 12 arie con strumenti; Messa, Kyrie a v; mottetto: Quam admirabile per 2 t e bs; Egloga amabea a 2 canti in 1 atto.


BIBLIOGRAFIA: Bouquet; Manferrari; Pelicelli; Rinaldi; Sartori; Spezzaferri; Carlo Anguissola. G.G. e Sebastiano Nasolini, musicisti piacentini. Pc: Tip. Porta, 1935; Ettore De Giovanni. G.G.: note di storia musicale piacentina, in "Libertà", 14 gen. 1922; G. Fiori. Un illustre compositore del Settecento: G.G. di Colorno, in A.Pr, LVII(1973), pp. 214-221; Bruno Gandolfi. G.G. e il Teatro Grande della Cittadella di Piacenza, in B.S.P., LXXXIV(1989), II, pp. 247-256; Giovanni Tebaldini. L'Archivio musicale della cappella lauretana. Loreto, 1925, p. 124; Ettore De Giovanni. La cappella musicale giovannea. Pc: Stabilimento Tipografico Piacentino, 1922, pp. 5-6, 12-13.

ultimo aggiornamento: 20/10/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza