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Parma, Il Conservatorio di musica


Moreau de Saint Méry si era espresso in questi termini in un discorso pronunciato il 25 termidoro dell'anno XII (13 ago. 1804): "Questi Stati hanno bisogno di una emigrazione in grado di impedire che molti individui, come succede attualmente, poltriscano nell'ozio. [ ... ] Ma in che modo questi giovani, costretti da una imperiosa necessità a emigrare, possono acquisire i mezzi per divenire essi stessi artefici del loro successo? [ ... ] Solamente l'educazione può fornire la materia prima di questa ardimentosa intraprendenza che fa fronte ai bisogni e che finisce col convertirli in conquiste, tanto più piacevoli in quanto ottenute con le proprie forze. [ ... ] Non saranno più dei viaggiatori sprovveduti, per i quali tutto è intralcio e disincanto e sentono indebolirsi all'eccesso il loro coraggio, perché nulla lo rianima, ma degli uomini pronti a trovare delle energie nell'esercizio abituale della propria mente, avendo invero dei talenti da offrire e da utilizzare. Presso gli altri popoli, ispireranno l'ammirazione per il paese che li ha visti nascere e in cui si cura l'istruzione. Si affezioneranno, malgrado la lontananza, a una patria che avrà nei loro confronti assolto il primo dei doveri, quello di renderli consapevoli...". A questo illuminato orientamento, che il governatore francese non poté mettere in atto, in quanto presto destituito, ma che fu recepito dal governo di Maria Luigia prima, dei secondi Borbone poi, ricolleghiamo la motivazione che fece sì che nelle città e nei paesi del Ducato, si vennero impiantando un così elevato numero di scuole di musica, che poi sparsero i loro allievi in tutte le orchestre del mondo. Il Conservatorio di musica di Parma è alloggiato nell'ex convento della chiesa del Carmine (la cui costruzione, iniziata nel 1313, fu terminata il 16 gen. 1494 e fu sconsacrata nel 1810 per la soppressione dell'ordine dei carmelitani); il convento, che risale al 1293, si adorna di 2 chiostri, uno monumentale del 500, l'altro del secolo successivo. Nel convento del Carmine aveva trovato sede la "Scuola di Canto ad uso del Ducale Teatro" fondata nel 1768, prendendo in affitto dai frati alcuni locali, poi, in epoca napoleonica, l'Ospizio delle Arti. La Scuola di musica fu istituita da Maria Luigia quale scuola di canto nel 1819 e fu ampliata nel 1825: gli allievi prestavano servizio nella Cappella Ducale di S. Lodovico e nel Teatro Ducale come coristi. La stessa sovrana dispose nel 1840 che fosse impartito anche l'insegnamento di uno strumento: violino, oboe, flauto, clarinetto, fagotto e contrabbasso. Successivamente vennero aggiunti pianoforte, composizione, violoncello, tromba, corno e trombone, mentre l'insegnamento dell'organo era impartito sullo strumento della cappella di S. Paolo. Con un regolamento del 12 giu. 1855 venne unita la Scuola femminile (che era stata fondata nel 1833), e la Scuola prese il nome di Regia Scuola di musica. Nel 1859, data dell'unificazione del Ducato al Regno d'Italia, la scuola era completa in tutti i suoi insegnamenti. Distaccata per interessamento di Giovanni Mariotti dagli Ospizi Civili, dai quali aveva dipeso fino allora, con l'aiuto di Giuseppe Verdi, nel 1888, la Scuola di musica fu aggiunta ai 3 Conservatori di musica statali (Milano, Napoli, Palermo) allora esistenti. Il 'Boito', questo il nome preso nel 1919 in onore del suo primo presidente, ha fornito alle orchestre di tutto il mondo un grande numero di professori e direttori d'orchestra: tra questi ultimo, bastano i nomi di Cleofonte Campanini e Arturo Toscanini e, tra i compositori, Giovanni Bolzoni e Ildebrando Pizzetti. Il convitto, esistente fin dalla fondazione, fu abolito dalla legge del 1912 che riordinava l'istruzione musicale a livello nazionale: continuò per iniziativa locale fino al 1928, quando fu chiuso del tutto. Il Conservatorio è dotato di una sala di concerti di circa 250 posti: sita nell'ex refettorio del convento, fu inaugurata il 27 feb. 1893 e intitolata a Verdi. Per l'occasione fu eseguita una cantata di Terenziano Marusi (per s, coro e orch) su libretto di Michele Caputo. Fu oggetto di restauro e ampliamento nel 1935, quando vennero ricostruite le facciate verso via Conservatorio e il Lungoparma. Sono da ricordare i ricchi premi, lasciti e donazioni che nel tempo sono stati messi a disposizione degli allievi. Nel 1825 Maria Luigia donò il rispettivo strumento a tutti i professori componenti 'l'armonia' di corte, come pure a tutti gli allievi che uscivano dalla Scuola, mentre donava 50 lire a quelli di canto che completavano il ciclo di istruzione. Questo esempio fu imitato alcune volte da Luisa Maria di Borbone, 2 volte dal Governo provvisorio nel 1858 e 1860, mai dopo l'annessione al Regno d'Italia. Gli organi del Conservatorio sono: un piccolo organo positivo costruito da Claudio Merulo da Correggio (1533-1604) negli ultimi anni di vita. Nel 1617 fu trasferito dalla casa degli eredi nell'adiacente oratorio di S. Claudio, dove fu sistemato nella tribuna soprastante la porta d'ingresso. Dopo un restauro del 1838 di Giuseppe Frattini, nel 1904, ricorrendo il 30 centenario della morte del suo autore, il Conservatorio organizzò delle manifestazioni e, per l'occasione, lo Stato acquistò lo strumento, dandolo in dotazione all'Istituto. Nel 1927 subì gravi danni alle canne (che non erano state imballate), quando fu trasportato a Frankfurt per essere esposto nel padiglione italiano in occasione della mostra "La musica nella vita dei popoli". Nel 1964 è stato restaurato da Bartolomeo Formentelli. Abbiamo trovato l'indicazione che nel 1894, in occasione del congresso di musica sacra, Gaetano Cavalli costruì per la scuola un piccolo organo, ma non abbiamo altre notizie. Attualmente ad uso della scuola vi sono: un organo degli anni 60 di Bartolomeo Formentelli nella sala Merulo; uno degli anni 70 nella sala Verdi della ditta Tamburini; uno di Vegezzi Bossi, inaugurato il 14 mag. 1943 con un concerto di Gian Luigi Centemeri, e di recente restaurato. Il Museo Riccardo Barilla. Per la disponibilità dell'industriale Pietro Barilla, si è inaugurato nel 1986, nel restaurato locale sopra la sala Verdi, un museo musicale dedicato al padre del mecenate. Ospita gli studi di Arturo Toscanini e di Arrigo Boito (donati dagli eredi), cimeli di Cleofonte Campanini, Giusto Dacci, strumenti musicali antichi e tele rappresentanti musicisti.
BIBLIOGRAFIA: Tra le molte pubblicazioni minori, sono essenziali: Giusto Dacci. Cenni storici e statistici intorno alla R. Scuola di musica di Parma. Pr: Battei, 1888; Guido Piamonte e G.N. Vetro. Parma. Conservatorio di musica: studi e ricerche. Pr: Battei, 1973; G.N. Vetro. Sull'inaugurazione della Sala Verdi del Conservatorio, in Pr.A, VII(1975), pp. 97-106; Gustavo Marchesi. Giuseppe Verdi e il Conservatorio di musica di Parma. Pr: La Ducale, 1976; G.N. Vetro. Il giovane Toscanini. Pr: Step, 1983; G.N. Vetro. Premi, lasciti, donazioni del Conservatorio di musica di Parma. Pr: Collana delle pubblicazioni del Conservatorio di musica, n. 8, 1987; Giuseppe Martini. Il Merulino' del Conservatorio, in G.Pr, 10 feb. 1997.
ultimo aggiornamento: 08/07/2014
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza