Lo troviamo suonatore di violoncello dal 1790, e l'impresario Angiolo Bentivoglio non lo pagò fino al 1794. Con decreto 2 mag. 1800 ricevette la nomina a professore soprannumerario di violoncello del Reale Concerto (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 4). Dai libretti delle accademie d'onore date nel Collegio dei Nobili nel 1795 e 1796, risulta insegnante di violoncello nell'istituto (A.S.C.Pr, Collegio dei Nobili, b. 2). Presto diventò il I violoncello nella Reale Orchestra di Parma, e nel 1803 lo troviamo come I anche nell'orchestra del Teatro di Reggio Emilia nella stagione di Fiera, dove nel libretto dell'opera La Merope veniva indicato come Pietro Raché. Negli anni della dominazione napoleonica si trasferì a Milano, dove fu attivo in molti teatri: nel 1805 e 1806 fu anche prima viola e violoncello al cembalo al Teatro Carcano di Milano; dal 1814 al 1816 fu il primo violoncello nell'orchestra del Teatro alla Scala. Nel 1816, ricostituitasi a Parma l'Orchestra Ducale, fu nominato I violoncello "in proprietà". Da un documento dell'8 ott. 1825 risulta che chiese il permesso "per qualche tempo" per far dare delle accademie a sua figlia, suonatrice di violoncello, e a suo figlio, suonatore di flauto. Il 27 mag. 1827 presentò domanda di assentarsi dall'orchestra per sei mesi "per dare un corso di accademie all'estero con i figli" (A.S.Pr, Segreteria di Gabinetto, b. 309, fasc. 1825 e b. 310, fasc. 1827). Il 31 ott. gli fu "concesso di rivestire l'uniforme decretata da S.M.". Fu nominato socio onorario della Ducale Società Filodrammatica parmense. Nel 1836 e 1837 fu docente di violoncello a titolo gratuito nella Ducale Scuola di musica di Parma e per questa attività scrisse il trattato Breve metodo per imparare il violoncello, pubblicato da Ricordi in diverse edizioni fino al 1868. Al suo posto di I violoncello al cembalo nella Ducale Orchestra di Parma fu nominato Carlo Curti di Bologna.