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Numero voci: 119.

Valsovani Luigia


  • soprano
Nata a Parma da famiglia borghese, studiò canto per 5 anni con Francesco Fortunati e arte scenica a Bologna con Matteo Babini. Nel carnevale 1809 debuttò al Teatro Argentina di Roma nell'Amazilda di Giuseppe Curcio. La Gazzetta romana scrisse: "Sostenne la parte della primadonna la signora Valsovani di Parma. Il pubblico le ha dato non equivoci segni di sua soddisfazione". Pari successo riscosse in Telestri regina d'Egitto. La troviamo poi a Livorno (Teatro degli Avvalorati, carnevale 1809-10, Il maldicente ossia La bottega del caffh di Stefano Pavesi) e nel 1810-11 fu nuovamente all'Argentina di Roma nel Baldovino di Nicola Zingarelli. Il librettista dell'opera, Jacopo Ferretti, scrisse nelle sue Memorie: "Vi cantò la sempre briaca Marianna Sessi, la sempre distratta Valsovani e il vecchio tenore Pedrazzi, che sarebbe sembrato freddo anche fra i ghiacci della Siberia". Secondo il Campidoglio, invece, lo spettacolo fu un successo. Nel carnevale 1811-12 fu alla Fenice di Venezia nell'Idomeneo di Giuseppe Farinelli e nel Sogno verificato di Carlo Coccia. Il 10 nov. 1812 il sovrintendente degli spettacoli di Parigi scrisse al corrispondente ufficio di Parma chiedendo di lei e inviando 1200 lire per le spese di viaggio. Affermava che il Teatro di Parma poteva facilmente rimpiazzarla, dato che M.me Pakr si trovava in città (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri 1807-1812, b. 7). Sembra che l'offerta non fu accettata, in quanto nel carnevale successivo fu al Teatro Imperiale di Parma in 2 opere di Giuseppe Mosca, I pretendenti delusi e Romilda e in una di Pietro Generali, Adelina. In quest'occasione conobbe il basso Filippo Spada, e diventò sua moglie. Nella primavera 1813 cantò al Teatro Bernardino di Asti nella Locandiera, in Il matrimonio segreto e nello spettacolo di inaugurazione del Teatro Re di Milano il 15 dicembre 1813 cantò nel Tancredi: si qualificava "Accademica Filarmonica di Bologna"; nell'autunno 1814 cantò al Teatro dei Costanti di Pisa in Giulio Sabino nell'antro e nell'Achille, ambedue di Nasolini, nell'Italiana in Algeri di Rossini e nell' Oro non compra amore di Marco Antonio Portogallo e, subito dopo, fu nella stagione di carnevale al Teatro Re di Milano, mentre nel lug. 1815 era a Firenze al Teatro S. Maria nel Sargino di Pakr. Nel carnevale 1819-20 fu al Teatro di Piacenza nella Feudataria di Nicolini: per l'occasione le venne dedicata un'ode a stampa (B.Pal.Pr, Fogli volanti, A III, 112), in Adelaide e Comingio di Pacini, nelle Cantatrici villane di Fioravanti, mentre nella primavera 1820 fu al Teatro di Cremona nuovamente in Adelaide e Comingio, in Ginevra di Scozia di Mayr e in Un avvertimento ai gelosi di Pavesi. Nella stessa stagione fu al Teatro Riccardi di Bergamo. Nel 1820 fino al carnevale 1821 fu al Teatro Reale di Barcellona, dove incontrò il successo nella farsa La scelta dello sposo. Nella quaresima 1822 fu al Teatro Nuovo di Piacenza e nell'estate cantò al Teatro Comunale di Faenza in Tebaldo e Isolina di Morlacchi, opera che nella stagione di Fiera dello stesso anno aveva interpretato anche nel Teatro di Reggio Emilia per esibirsi nell'autunno a Este e nel carnevale 1823 come prima donna al Teatro della Concordia di Cremona. Nell'estate era al Teatro di Lugo in Edoardo e Cristina di Rossini, stagione che il 27 ago. venne interrotta per ordine del cardinale legato in quanto "la dolorosa perdita del Beatissimo Santo Padre Pio VII, che pone in tanta afflizione i sudditi della Santa Sede, non permette che abbiano luogo spettacoli e pubblici divertimenti". Nel carnevale 1824 fu al Teatro del Pavone di Perugia in Lo sposo in provincia, commedia per musica di Giacomo Cordella. Si meritò un sonetto di G. Antinori "Di molli vezzi e al lusinghiero incanto...". Dal lug. 1824 all'autunno 1825 fu con il marito al Teatro di S. Carlos di Lisbona (Bianca e Faliero di Rossini, Scipione in Cartagine di Mercadante, Tebaldo e Isolina di Morlacchi, Aureliano in Palmira di Rossini, La sposa fedele di Pacini, La Cenerentola di Rossini, L'apoteosi di Ercole di Mercadante) e probabilmente si fermò nella capitale portoghese continuando per un anno il contratto del coniuge. Nel carnevale 1829 cantò al Teatro di Reggio Emilia nella Clotilde di Carlo Coccia, poi abbiamo un vuoto di notizie per 10 anni e soltanto nel mag. 1834 la ritroviamo, ancora al Teatro Ducale di Parma in una compagnia di 'operette' diretta dal marito, il basso Filippo Spada (morto ad Ancona il 17 marzo 1838), che mise in scena Il barbiere di Siviglia. Della Rosina, la G.Pr, pur riconoscendo lo stile, notava la mancanza di freschezza della voce. Lo Stocchi fu crudamente più esplicito: "Tutti bevettero a quel fiasco".
BIBLIOGRAFIA: Alcari; Bettòli; Cremona; Ferrari; De Angelis; Fabbri e Verti; Gervasoni; Indice; Livorno; Lugo; Moreau/S. Carlos; Negri (p. 51); Parma; Pelicelli; Piacenza; Pisa; Poggi/Asti; Rinaldi; Venezia; G.N. Vetro. Le voci del Ducato, in G.Pr, 3 apr. 1983.
ultimo aggiornamento: 02/03/2006
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza