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Numero voci: 180.

Arcadia, Piacenza


L’Arcadia vi fu introdotta nel 1715 dal conte Gottardo Palastrelli, dal dottor LuigiSuzani e dal marchese Ubertino Landi, prendendo il nome di Colonia Trebbiense.Riscosse immediato successo e tra i primi soci vi fu il duca Antonio Farnese(autore di poesie e d’un libretto d’opera), nobili, prelati, letterati,professionisti, che si ribattezzarono con nomi di fantasia di coloni, siriunivano nei saloni o nei giardini di qualche nobile, si intrattenevano conpoetiche dissertazioni ma, anche, con «carnacialeschi bagordi», dove siintrecciavano «canti con motteggi licenziosi», in cui non mancava la presenzadelle ‘pastorelle’. In questi incontri, notevole spazio era riservato alle «duesorelle figlie del metro e dell’armonia», cioè la poesia e la musica. Lo stemmadella colonia arcadica piacentina era una lupa rivolta verso una arcadicasiringa (flauto di canna) appesa ad un albero e il motto «Dulcedine capta».Nelle Memorie storiche di Colorno di Paolo Luigi Gozzi (A.S.Pr, RaccoltaRonchini, b. 15) si legge: «In occasione che il Principe di Parma AntonioFarnese nel 1716 fù ammesso frà gli Arcadi di Roma coll’Accademico nome diCarisio Alantino, mentre la Ducal Corte trovavasi in Colorno, fù ivi in quelteatro rappresentata in musica a sette voci l’Eudamia, Favola Pastorale, che intal luogo, come si ha dalla Prefazione della medesima stampata nell’annoseguente in Roma per Antonio De Rossi, compose il conte Vincenzo Piazza,Maestro di Camera del detto Principe, ed Accademico di Roma col nome di EnotrioPallanzio». Tra i tanti nomi che si incontrano tra il 1715 e il 1750, anni deiquali si hanno notizie documentate, oltre a quello del Romagnosi, troviamo ilgià citato Luigi Suzani, il primo segretario, che con il nome di EraclindoOrneate scrisse liriche e un libretto d’opera; il marchese Saverio Baldini(Labindo Talamonio), autore di un’azione drammatica musicata nel 1748 da GiuseppeAnviti; Luigi Bernardo Salvoni (Silvano), valente musicista, letterato,editore; Bernardo Morando (Raimondo Talamonio), autore di opere poetiche,diverse delle quali furono musicate e Carlo Innocenzo Frugoni, giunto aPiacenza nel 1721 e traferitosi nel 1726 a Parma. Il duca Antonio fece scolpirein marmo le leggi dell’Arcadia, di cui era il protettore. La colonia decaddeper le guerre, la morte dei soci più attivi, il disimpegno degli altri. Unodegli ultimi spettacoli fu dato il 9 nov. 1745 nella sala di corte: una cantatadrammatica a 4 voci, Il trionfo della gloria dell’abate Bonaventura Giovenazzi,musicata da Giuseppe Carcani. Probabilmente termine ultimo dell’attività fu il1751, ma di nome esisteva ancora nel 1891, l’unica colonia a quella data esistente.Nella B.C.Pc (Fondo Palastrelli n. 106) si conserva un codice della Trebbiense,manoscritto in cui sono riportati i verbali delle «adunanze di canto», dellerime e delle prose tra il 1736 e il 1750
ultimo aggiornamento: 30/08/2013
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza