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Numero voci: 458.

Bernasconi Antonia


  • soprano
  • 01/01/1748
  • Parma
  • 31/12/1803
  • Vienna
Di questa grande cantante sono controversi il luogo e la data di nascita: mentre per Nestore Pelicelli avrebbe avuto i natali a Parma nel 1748, secondo il Grove sarebbe nata a Stoccarda nel 1741, figlia di uno scudiero del duca di Würtenberg e la madre, restata vedova, aveva sposato il compositore Andrea Bernasconi, che aveva dato il nome alla bimba. Nelle lettere dell'Archivio Greppi (A.S.Mi) la si trova indicata anche come Antonia de Lowenturn o Lowenture. Il padre, o patrigno che fosse, le fu maestro mentre, da una lettera di Mozart del 12 feb. 1778, sappiamo che aveva acquistato la padronanza delle scene, anche per la pratica effettuata con la guida di Hasse e della cantante Vittoria Tesi. La prima notizia della sua attività si ha nel 1765-66, quando esordì a Vienna nel genere buffo nella Buona figliola di Piccinni e nella Contadina in corte di Sacchini. La grande occasione giunse nel 1767, quando il 26 dic. cantò al Burgtheater di Vienna nella prima dell'Alceste di Gluck. Circa questo debutto abbiamo alcune lettere del poeta Calzabigi: in quella ad Antonio Montefani dellཇ mag. 1778 si legge: "...Per questo sono sempre stato di parere che la miglior cosa sia di prendere per recitanti de' donne vistose di buona voce, di bella figura, di niun credito, di buona grazia, di somma docilità, da poterle formare da me. Quando messi in scena in Vienna l'Alceste per la prima volta presi la Signora Bernasconi allora Buffa, e quasi poco più che orecchiante, ma che avesse tutte le qualità sopra espresse". Alla luce di quanto sopra, propendiamo così a datare la nascita con quella indicata dal Pelicelli. A quell'epoca, infatti, le cantanti debuttavano assai giovani e non certo a 26 anni, età che avrebbe avuto la Bernasconi, qualora fosse nata nel 1741. Da un'altra lettera del Calzabigi ad Antonio Greppi del 6 apr. 1768 sappiamo che la sua voce non era molto robusta. Se a Vienna fu accorciato "l'Alceste, ciò fu solo a motivo che si conobbe alle prove che la delicata voce della Signora Bernasconi difficilmente potrebbe reggere alla parte intera di Alceste colla richiesta vibrazione ed energia". Ancora in un'altra lettera dellཇ ott. 1770, si legge che era "scelta per rappresentar sempre le prime parti nelle mie cose drammatiche". Ammiratrice di Mozart, che si dice avesse composto per lei nel 1768 la parte di Ninetta nella Finta semplice, fu tra i difensori del compositore al suo arrivo in Italia, contro gli oppositori milanesi. Assurta rapidamente al livello di prima donna soprattutto nei ruoli tragici, di cui fu interprete eccelsa, il 27 mag. 1770 fu espulsa da Vienna per ragioni di buon costume "ciò per motivo di quanto alla detta virtuosa gli è seguito in Venezia cioè di essersi sgravata di quel frutto, che qui aveva acquistato". Fu così a Milano, dove calcò le scene del Teatro Ducale il 26 dic. 1770, prima Aspasia nel Mitridate di Mozart, al posto della Gabrielli, che era impegnata a Palermo. Circa questa rappresentazione, da una lettera di Leopold Mozart a padre Martini del 2 gen. 1771, sappiamo che la cantante aveva rifiutato di sostituire alcune arie di Mozart con quelle dell'abate Gasparini di Torino, come alcuni pretendevano. Sempre dalle lettere (A.S.Mi) si sa che il 25 nov. 1770 si era tenuta in casa Firmian a Milano un'accademia cui, oltre alla Bernasconi, aveva partecipato anche Mozart. L'amicizia che la legò al musicista fu favorita dal fatto che ambedue appartenevano all'ambiente illuministico e, poco dopo, la cantante veniva anche accolta a Napoli nella Massoneria. Nel marzo 1771 era a Bologna, proveniente da Milano, e nell'apr. cantò al Teatro Spada di Cesena nell'azione teatrale Teseo in Creta, musica di Brizio Petrucci in onore del cardinale Pallavicini, "dove sono stata vantaggiosamente rimunerata": accanto al suo nome aveva orgogliosamente voluto comparisse l'indicazione "di Vienna". LƎ apr. partì per Venezia, scritturata al Teatro di S. Benedetto per la stagione della fiera dell'Ascensione, in cui cantò nell'Adriano in Siria di Antonio Sacchini. Sempre da una sua lettera, sappiamo che il 2 ago. 1771 il bando austriaco fu revocato, in quanto la notizia era risultata frutto di calunnia, e la donna era stata riabilitata. A Venezia fu confermata per il carnevale dell'anno seguente, quando eseguì l'Andromaca di Ferdinando Bertani, l'Artaserse di Manfredini e l'Ezio di Gazzaniga. Il 13 ago. 1772 era al Teatro Reale di Napoli nell'Achille in Sciro di Antonio Amicone e il 13 set. si esibì nella Cantata di Spagna di Jommelli. A Napoli restò fino al 1775, facendo furore in un gran numero di cantate e di opere (tra queste l'Orfeo di Gluck: rivestendo il ruolo di Euridice, fece scalpore per il suo gesto di riconoscimento massonico al pubblico durante la rappresentazione). Nel 1778 la troviamo all'Opera Italiana di Londra interprete, assieme al Pacchiarotti, di un Demofoonte: in quest'occasione il Burney annotò che "aveva una maniera di canto semplice ed elegante, sebbene la voce fosse debole e in decadenza". A Londra anche l'anno seguente, interpretò soltanto ruoli buffi. Avvalendosi dell'appoggio di Gluck e dello scudiero dell'imperatore, fu scritturata al Burgtheater di Vienna con il ricco onorario di 500 ducati. Sull'attività viennese esistono 3 lettere di Mozart del 1781 (27 giu, 29 ago, 12 set.) in cui si parla dell'entusiasmo suscitato dalla donna, ma dove si legge anche che, se la perfezione stilistica era stata raggiunta nell'interpretazione delle parti tragiche, l'organo vocale era in decadenza, e che non interpretava parti buffe, in quanto i compositori non scrivevano più per lei: per quanto lo riguardava, però, pensava di averla come interprete nell'Idomeneo. Questo proposito dovette essere abbandonato, in quanto la donna era vincolata da altri impegni. Sempre a Vienna fu la protagonista della prima in lingua tedesca dell'Ifigenia in Tauride di Gluck (23 ott. 1781) e di una successiva esibizione nell'Alceste: in ambedue applaudita. Nella primavera 1786 la troviamo prima donna al Teatro della Cittadella di Piacenza (Armida, dramma serio di Antonio Sacchini) e nell'autunno nel Teatro Pubblico di Lucca nella Didone abbandonata di Giuseppe Sarti.

BIBLIOGRAFIA: Bettoli; DBI; ES; Grove; Indice; Paglicci Brozzi; Pelicelli; Passadore e Rossi; Ricci (p. 637); Schmidl; Wiel (pp. 764, 775-777); Guglielmo Barblan e Andrea Della Corte. Mozart in Italia. I viaggi e le lettere. Mi: Ricordi,1956, pp. 124-127, 198, 259; Mariangela Donà. Lettere di Ranieri de' Calzabigi e di Antonia Bernasconi, in "Analecta musicologica", XIV(1974), pp. 268-300; Benedetto Croce. I teatri di Napoli. Bari: Laterza, 1926 , p 220.
ultimo aggiornamento: 06/12/2005
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza