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Colorno, Le cerimonie religiose in musica


Francesco Farnese (1619-1647), cardinale dal 1644, era solito dettare le norme riguardanti i festeggiamenti della patrona del paese nella parrocchiale di S. Margherita: nelle Memorie del Canicetti si legge che nel 1641 "Il Principe viene alla messa cantata in S. Margherita per la festa del 20 luglio, avendo fatto venire da Parma alcuni musici e suonatori". Per l'analoga festività del 1644 "per S.M. viene fatto una gran musica coll'organo". Sono da ricordare alcune feste, organizzate con l'intervento di musicisti nelle varie chiese, ad opera della sorella del duca Margherita: celebre è rimasto il concerto del 1666 in onore della nascita del figlio di Ranuccio II: "La chiesa era tutta dobata di damasco cremisino, la nostra comunità fece cantare una messa solennissima fatta dal Scinello [Giovanni Battista Chinelli], maestro di Cappella del Domo, e vi era tre violini, due cornete, un baso da arco, un trombone, un liuto e nelle sinfonie e nei ripieni suonavano le due trombe un concerto. Dippiù nella cantoria vi era quattro musici da ripieno, su l'organo dieci musici da concerto, ventidue in tutti". Grande concerto vi fu lo stesso anno per la morte della duchessa. Nel 1676 organista della parrocchiale fu don Michele Terenzio, che aveva l'obbligo di istruire anche i fanciulli nel canto fermo. Questa clausola dette luogo a controversie e la questione, portata al giudizio del duca, fu risolta con il licenziamento del Terenzio. Dal 4 gen. 1714 organista fu Geminiano Giacomelli, che rimase per almeno 13 anni: in una sua lettera si legge che "la carica però di insegnante di Canto Fermo non è per anche stata dispensata dalla Compagnia". Il 15 ott. 1727, nelle funzioni per la Vergine della Rosa, intervenne il famoso Carlo Broschi, il Farinello, che, giunse in ritardo e fece iniziare dopo un quarto d'ora: cantò un mottetto. Dalla partenza del Giacomelli, per un certo tempo l'organista non fu fisso: veniva chiamato all'occorrenza, come avveniva con gli altri musicisti "un violoncello, due violini; per li cantori: un Basso con due o tre Musici altri". Nell'A.S.Pr (Teatri, 1759) risulta il pagamento per la trascrizione della musica sacra "per il Teatro di Colorno": Cantate Dominum (Salmo 97), Lauda Jerusalem (Salmo 147) e Quare fremuerunt gentes (Salmo 2) del Lalande; un Te Deum. Negli organici di queste composizioni, oltre agli strumenti dell'orchestra, compare l'organo, cosa che fa pensare fossero eseguiti in chiesa, anche se la commissione veniva dal teatro, non disponendo questo di un organo. Nel 1760 era maestro di cappella della parrocchiale Giuseppe Carcani, che nel contempo prestava la sua opera nel duomo di Piacenza: per le obbligate assenze da Colorno, era sostituito dal figlio Giacomo. Funzioni solenni si tennero pure nel 1762 e 1764 nell'oratorio della Natività di Maria Vergine, detto dei Piazzi, dalla famiglia che l'aveva fatto costruire, mentre il 16 ott. 1799, nella funzione funebre per Pio VI intervennero in S. Margherita "i Sig.ri Cantori Regii nel coro; il Sigr Maestro Robuschi col Piano e Forte, il sig. Bernavelli col violoncello". Nel 1833 la parrocchiale rimase chiusa per restauri, che terminarono nel 1844, quando i riti tornarono a esservi celebrati: a capo del Corpo Filarmonico vi era Prosdocimo Montecchi, che provvedeva anche al pagamento dei 4 cantanti e dei suonatori degli strumenti ad arco.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza