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Numero voci: 229.

Faelli Francesco


  • Violista e Copista
Abitava a Parma nella parrocchia della SS. Trinità (A.S.Pr, Stato delle anime, 1759-1763). Fu suonatore nella cappella della cattedrale dal natale 1725 al 3 mag. 1766 e alla chiesa della Steccata dal natale 1729 al 1780. Si applicò anche come copista e in questa veste è indicato come dipendente della corte di Parma dal I apr. 1732. Nel Ruolo del 1734 (f. 28) è specificato che era alle dipendenze del maestro di cappella Geminiano Giacomelli, e che il suo mandato doveva essere spedito a Piacenza. L'8 nov. 1745, nel grande concerto dato a Piacenza in onore di Elisabetta Farnese, fece parte dell'orchestra che comprendeva i migliori strumentisti da Bologna a Milano. Nella stagione di autunno 1752 fu nell'orchestra delle opere rappresentate al Teatrino Ducale di Colorno. Nel 1753 trasse le parti dell'Antigono e del Siroe: fu retribuito con 12 zecchini (A.S.Pr. Spettacoli e Teatri borbonici, b. 1). Percepì 1320 lire (30 zecchini gigliati) per aver tratto le parti per lo spettacolo delle tre opere andate in scena nel carnevale 1757 al Teatro Ducale e copiato le partiture originali (Il festino di Ferradini, La buona figliuola di Duni e Il viaggiatore di Mazzoni) perché fossero spedite alla corte di Spagna (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 931b). L'anno dopo trascrisse due copie dell'originale del Ricimero di Ferradini perché fossero inviate rispettivamente alle corti di Spagna e Portogallo. Nel 1758 trasse le parti per gli strumentisti, i cori e il ripetitore "in carta alla francese" delle opere Titone e l'Aurora e Castore e Polluce (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 932), come pure nella primavera 1760 per l'opera I Tindaridi e, "per il servizio di S:A:R: ordinati da mr Mangot direttore musicale", copiò il Solimano di Traetta e 4 mottetti di mr De La Lande (Lauda Jerusalem Dominum, Psal. 147; Cantate domino canticum quia mirabilia fecit, Psal. 97; Quare fremunt gentes; Te Deum laudamus). Dai pagamenti risulta ancora che copiò per il Teatro Ducale di Colorno Titon, Castor, sinfonie e cori e "arie diverse per Madama Isabella (due arie dal Castor et Polux, l'aria Nacqui a gli affanni in seno, la sinfonia e il ballo nel Solimano). Nel gen. 1760 trasse le parti dell'opera del Treaetta Buovo D'Antona e nell'apr. del IV atto dell'opera Zoroastro di Ramea, libretto di Carlo Goldoni, che forse non vennero mai rappresentate né a Parma né a Colorno. Nella primavera 1760 fece parte come strumentista dell'orchestra dell'opera I Tindaridi (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 933) e nel carnevale 1761 dell'orchestra del Teatro Ducale di Parma come pure nel 1769 fece parte dell'orchestra del Teatro Ducale "nelle Allegrezze in occasione delle Reali Nozze" (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934a).


BIBLIOGRAFIA: Pelicelli; Rosengard; Vetro/Ducale.

©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza