1883

 

 

26 maggio-28 giugno - Stagione d'opera di primavera
F. Oliveti impr. rappresentato da Vincenzo Chiedi; Lodovico Mantovani dir. orch.; Eraclio Gerbella dir. coro.

mag. 26
Cicco e Cola, opera comica, musica di Alfonso Buonomo. (5)
Angiolina Tagliavia (Susetta) s; Corinna Brunelli (Sandrina) c; Tommaso Selva (Corrado) t; Alessandro Torelli (Cicco Lopa) br; C. Ronzone (Cornamusa) br; Federico Rappini (Cosimo) bs; Achille Del Puente (Cola Sciuscella) bs

L'andata in scena dell'opera fu ritardata di qualche giorno, avendo il direttore constatato che non era matura per la rappresentazione. Alla prima l'accoglienza fu fiacca,e il pubblico uscì annoiato. Piacquero solo alcuni pezzi, i cori, l'orchestra e le scene di Gerolamo Magnani. La critica portata a Lodovico Mantovani dalla Gazzetta di Parma fu di affrettare troppo i tempi. Le repliche segnarono un continuo miglioramento. Il 29, serata di Angiolina Tagliavia, vennero eseguiti negli intermezzi l'aria della Giardiniera di Kyntherland (palermitano, malgrado il nome); Si j'etais roi di Adam e Paolo Cristoforetti eseguì col flauto la Fantasia sui Vespri siciliani di Masini. L'1 giugno il rappresentante dell'impresario fuggì dalla città, lasciando varie pendenze insolute: gli artisti, allora, si riunirono in società per portare a termine la stagione e il 3, giorno dello Statuto, dettero una grande accademia con soli, coro e orchestra.

giu . 9
Esmeralda, dramma lirico, musica di Vincenzo Battista. (12)
Maria Variglia (Esmeralda) s; Giovanni Gabotti (Febo di Chateauper) t; Achille Del Puente (Pietro Gringoire) bs; Felice Giacchetti (Claudio Frollo) br; L. Marazzi (Fiordalisa); Ugolino Ferrari (Clopin) bs; Camillo Bellissimo (Quasimodo) bs

L'opera, andata in scena con la compagnia autogestita, ebbe un'ottima accoglienza sia per la musica, che per l'esecuzione, in cui spiccava l'a solo di oboe di Ricordano De Stefani nel preludio del quarto atto, che si volle bissato anche nelle repliche. Vennero applaudite le scene dipinte da Gerolamo Magnani. L'11 giugno la terza fu rinviata per l'indisposizione del tenore Gabotti. Il giorno dopo, per non dover sospendere la stagione, si esibì egualmente, omettendo la romanza del secondo atto, lo scoglio più scabroso della parte. Fu comunque accolto con cordialità dal pubblico. Alla quarta, per il perdurare dell'indisposizione di Giovanni Gabotti, la parte fu sostenuta da Tommaso Selva, "che fa quel che può". Il 16, serata d'onore della prima donna Maria Variglia, "omettendo per brevità il quarto atto", Felice Giachetti cantò Musica proibita, romanza che l'autore, Stanislao Gastaldon, gli aveva dedicato, e la seratante eseguì, dopo il primo atto, "Larva dorata dei miei pensieri" dal Ruy Blas e, dopo il secondo, "Pace", nella Forza del destino, accompagnata dal prof. Giuseppe Dall'Aglio, "che gentilmente si era prestato". Il 19, serata del baritono Giacchetti e del basso Bellissimo, il primo cantò la romanza "Dio Possente" nel Faust di Vieuxtemps, mentre il secondo l'aria del duca d'Arcos nel Salvator Rosa di Carlos Gomes, che venne bissata; l'esordiente sig.ra Franchini eseguì la romanza Desolazione di Lodovico Spiga, e il violinista Mario Castellanis una Gran fantasia appassionata, accompagnati al pianoforte dal basso Bellissimo. Una nota di costume locale si rileva dalla cronaca dello spettacolo del 22, cui assisteva poco pubblico, "giacchè non è nell'abitudine dei parmigiani di frequentare il teatro di venerdi". Il 24, serata di gala, "incominciando alle ore 6 pom. onde terminare lo spettacolo in tempo acciò il pubblico possa assistere alla splendida illuminazione", la "divisione" dello spettacolo prevedeva: dall'opera Cicco e Cola: l'aria di Susetta; dall' Esmeralda: il duetto tra buffo e soprano; l'aria per baritono nel quarto atto con preludio di corno inglese; il finale atto secondo; l'aria per basso nel Salvator Rosa di Carlos Gomes (Camillo Bellissimo); l'aria per tenore nell' Ernani; l'aria del Faust per baritono (Felice Giacchetti) e, per concludere, il "grandioso", coro in omaggio a S.M. Vittorio Emanuele II di Mercadante, con l'intera compagnia di canto unita al coro. Il 28, ultima della stagione e dell' Esmeralda, negli intermezzi Angiolina Tagliavia eseguì l'introduzione e cavatina di Susetta, Torelli e la Brunetti il duetto, e il Torelli un'aria buffa dell'altra opera della stagione Cicco e Cola. Per una "non giustificata indisposizione" del basso Bellissimo - pare si trattasse del dolore a un ginocchio - dovettero essere omesse dall'esecuzione dell' Esmeralda le sue parti; "solo qualche mormorio" e commenti poco favorevoli nel foyer: in cambio applausi per tutti gli altri.

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24 settembre 1883 - Esecuzioni musicali
(Marcia reale e Inno di Garibaldi).

Era in cartellone, eseguita dalla Compagnia Drammaturgica diretta da Carlo Lollio, la commedia Frine, e il title-role era interpretato da Zaira Pieri Tiozzi, che accese un fanatico entusiasmo, probabilmente più per le forme, che per l'abilità scenica: applausi, chiamate a ogni atto, ovazione interminabile al termine della recita. Così la Gazzetta di Parma stigmatizzò il comportamento del pubblico: "Iersera il Reynach era affollato, il loggione rigurgitante e più del solito disturbatore e screanzato. L'ineducazione del popolino costituisce una vera piaga dei nostri teatri alla quale pare sia impossibile mettere rimedio.[...] L'astuta trovata dell'avvocato ateniese pare anche che abbia fatto dar di volta il cervello agli areopagiti del lubbione, perchè essi, onde manifestare ancora in qualche modo il loro entusiasmo per la bellezza dell'etèra, chiesero ad alte grida la Marcia reale e l' Inno di Garibaldi, eseguiti tra un baccano indiavolato".

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29 settembre-31 ottobre 1883 - Stagione d'opera d'autunno
Gustavo Pompili e Radicchi impr.; Lodovico Mantovani dir. orch.; Eraclio Gerbella dir. coro; Arturo Cassani, m. sost.

set. 29
La sonnambula, melodramma,,musica di Vincenzo Bellini. (7)
Achille Alberti (Rodolfo) br; Emma Savini Rusconi (Amina) s; Camillo Ippoliti (Elvino) t; Ugolino Ferrari (Alessio) bs; Penelope Chiari (Lisa) s; Barbera Radicchi (Teresa) ms; Carlo Pasini (notaio) t

Alla prima "le stonazioni, gli urli ed altro ancora sono stati troppo palesi e strazianti, perchè si possa, anche con una frase raggirata, palliare la verità. Ci furono alcune disapprovazioni, tosto represse vigorosamente da una parte del pubblico che pare fosse decisa ad applaudire ad ogni costo, ma ci furono anche degli applausi sinceri". La Chiari, infatti, bissò la sua aria nel terzo atto. Ci si aspettava per la ripresa in special modo la sostituzione di Camillo Ippoliti, ma solo il 7 ottobre fu presentato un nuovo tenore, Latino Orsini, essendo stato l'Ippoliti già scritturato a Ferrara. Il nuovo non piacque, anche se venne sopportato. Il cronista della Gazzetta di Parma rilevò; "Mi sembra però che il pubblico del Reynach sia troppo esigente ed intollerante nelle prime sere e lasci poi correre soverchiamente dopo". D'altra parte, senza una sovvenzione, con un biglietto di 80 centesimi e un abbonamento che dava diritto con cinque lire ad assistere a dieci spettacoli, con il costo dei buoni cantanti, e il nolo eccessivo delle musiche, le imprese per l'allestimento delle opere liriche del Reynach erano costrette a ricorrere o a debuttanti, o a chi non poteva pretendere di più. L'opera venne ripresa il 24 con Giuseppina Musiani (Amina) e Ugo Candio (Elvino), che riportarono un cordiale successo.

ott. 13
La traviata, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (10)
Emma Savini Rusconi (Violetta) s; Penelope Chiari (Flora) ms; Barbera Radicchi (Annina) ms; Achille Bolis (Alfredo) t; Achille Alberti (Giorgio Germont) br; Carlo Pasini (Gastone) t; Massimo Gavazzoli (Douphol) br; Ugolino Ferrari (D'Obigny) bs; Augusto Fellini (Grenvil) bs

Alla prima si ebbe il successo del tenore e del baritono, mentre Violetta deluse al punto da essere sostituita per la rappresentazione del 15 con Virginia Paoletti, scritturata telegraficamente. Il nuovo soprano ebbe il tempo di prendere il primo treno da Milano e, essendo questo in ritardo, si pensava che andare in scena senza prove fosse una follia. Giunta in un teatro già pieno alle 8,40, portando seco i costumi, dopo un quarto d'ora si alzava il sipario. "Alta, ben fatta, con un paio d'occhi che brillavano come stelle, muovendosi sul palcoscenico con una disinvoltura invidiabile", soggiogò subito il pubblico e "vinse la sua battaglia". Il 18 ottobre, beneficiata dell'Alberti che, dopo il secondo atto, eseguì e bissò la scena e aria di Carlo V nell' Ernani; il 23, serata di Bolis, dopo l'opera era prevista con la Paoletti l'esecuzione del duetto del Guarany di Carlos Gomes. La donna, al termine del primo atto, venne colta in scena dalle convulsioni, e cadde svenuta. Soccorsa da un medico presente in teatro, ripresasi, per non sciupare la festa del collega, riattaccò da dove si era dovuta fermare, e finì l'opera, cantando poi anche il previsto duetto del Guarany, che fu anche bissato, per il boato degli applausi che aveva provocato. Dalla rappresentazione del 27, perdurando l'indisposizione della Paoletti, Giuseppina Musiani concluse la stagione con plauso, e anche lei, il 31, nella serata in suo onore che coincideva con quella di chiusura, dopo il secondo atto della Traviata, eseguì, bissato, il duetto del Guarany, uno dei pezzi più graditi dal pubblico dei teatri italiani. La stagione si concluse in un trionfo, con il pubblico che al termine, meravigliando il cronista della Gazzetta di Parma, restò in sala per applaudire, offrire fiori ed epigrafi.

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11 dicembre 1883 - Concerto strumentale
Emma De Stefani arpa; Ricordano De Stefani ob e corno inglese; Lodovico Mantovani I vl

Parte I. Felix Godefroid: La danse des Silphes, rondò per arpa; Augusto Ferrari: Romanza per ob, arpa e quartetto d'archi.
Parte II. John Thomas: L'inverno, grande fantasia descrittiva per arpa; Giorgio Lorenzi: Le souvenir, pensiero caratteristico per arpa.
Parte III. Ferdinando Carlo Lickl: Serenata per corno inglese, arpa e quartetto

Dal 1 novembre al 23 dicembre fu in scena la Compagnia drammatica Boetti-Marchetti-Parrini. Il concerto dell'11 dicembre, diviso in tre parti inserite negli intermezzi della commedia Fatemi la corte, ebbe grande successo: la giovanissima arpista dovette concedere un bis, in cui eseguì Il ritorno del pastore di Ballotta.

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