1890

 

 

6 marzo 1890 - Concerto del Quartetto Campanari
Leandro Campanari I vl; Ercole Ortori II vl; Guglielmo Andreoli vla; Gerardo Vollmar cello.

Parte I. Franz Schubert: Allegro molto; Joseph Haydn: Serenata; Joseph Raff: Dichiarazione d'amore; Il mulino; Alla vigilia delle nozze; Pablo Sarasate: Romanza e Antonio Bazzini: La ridda dei folletti (vl acc. pf).
Parte II. Luigi Cherubini: Scherzo; Piotr Tschaikowsky: Andante; Robert Schumann: Allegro molto; Giorgio Edoardo Golterman: Cantabile e Carl Davidoff: La fontana (cello acc. pf); Anton Rubinstein: La musica delle sfere; Edvard Grieg: Salterello

"Grandioso ed unico concerto dato dal celebre Quartetto Campanari", così la locandina, che riportava anche a grandi caratteri che il teatro sarebbe stato "completamente illuminato a luce elettrica" e che erano "escluse tutte le entrate di favore". Una sala affollata decretò pieno successo agli artisti. Se per il cronista del Presente,"Vollmar ci rammentò il compianto Bottesini", quello della Gazzetta scrisse che, dopo La ridda dei folletti di Bazzini fu concessa come bis una "dolce melodia di cui non ricordava l'autore", e che il violoncellista ne dovette concedere addirittura due.

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12 aprile-6 maggio 1890 - Stagione d'opera di primavera
Sampieri impr.; Augusto Franzoni dir. orch.; Eraclio Gerbella dir. corn; Mario Marchesi m. sost.

apr. 12
II Guarany, opera ballo, musica di Carlos Gomes. (5)
Severino Mazza (Antonio) bs; Caterina De Marco (Cecilia) s; Marziale Panella Parini (Pery) t; Cesare Arrigoni (Alvaro) t; Sante Athos (Gonzales) br; Carlo Pasini (Ruy Bento) t; Massimo Gavazzoli (Alonso) bs; Achille Gautiero (cacico) bs

Alla prima il teatro era nervoso, irrequieto, mal disposto in anticipo, e buona parte dell'esecuzione dimostrò che la prevenzione non era mal fondata: fu una serata burrascosa con alternarsi di applausi e zittii, risate, e larga messe di fischi, con prevalenza di questi ultimi. L'orchestra, attenta e piena di slancio fu la più meritevole e dovette bissare "la magnifica sinfonia". Il secondo tempo, per l'omissione della romanza del tenore, vide "un crescendo wagneriano" di urla: la romanza dovette essere eseguita, e da quel momento il tenore fu applaudito, mentre il baritono Athos dovette bissare il brindisi. Il terzo atto fu meno burrascoso, e il Cacico dovette ripetere la sua aria, mentre l'ultimo, iniziato con applausi, "terminò in uno sfacelo". Al termine dello spettacolo, il tenore Panella Parini e il basso Severino Mazza vennero protestati, e sostituiti dalla seconda del 16 aprile con Pio Facci e Natale Pozzi. Le repliche andarono sempre meglio, e incontrarono il successo artistico, anche se il teatro fu sempre semivuoto.

apr. 26
Fra Diavolo, opera comica, musica di Daniel Auber. (7)
Michelangelo Benfratelli (Fra Diavolo) t; Enrico Banco (Rocburg) br; Silla Grossi (Pamela) ms; Giuseppe Morlacchi (Lorenzo) t; Massimo Gavazzoli (Matteo) bs; Jane Mansour (Zerlina) s; Natale Pozzi (Giacomo) bs; Fortunato Checchini (Beppo) t

Il manifesto della stagione, oltre al Guarany, annunciava il Poliuto di Donizetti. Per risollevare le sorti incerte, andò invece in scena questa sempre applaudita opera di Auber. La prima segnò un grande successo, con un pubblico che si divertì e dimostrò di gradire lo spettacolo. Il terzo atto fu però segnato dalla bufera, in quanto il loggione fischiò e rumoreggiò quando il tenore omise la sua aria. Interrotta la rappresentazione, l'avvisatore uscì due volte, ma non poté parlare, in quanto subissato dalle urla. Venne fuori allora il tenore che disse: "Questa romanza io non l'ho mai cantata: la studierò e li servirò". Da quel momento tutto andò benissimo, e anche la seconda e terza recita segnarono un ulteriore miglioramento. Nella locandina dello spettacolo del 30 aprile, la quarta, vi era l'indicazione: "Questa sera il Tenore canterà la Romanza nel terzo atto dell'Opera suddetta", presentandola così in quell'integralità, per la quale "il pubblico sovrano aveva passato i limiti della convenienza", così la Gazzetta di Parma. Mentre si parlava di riprendere II Guarany, il 7 maggio II Presente riportava che l'impresa aveva dichiarato di non poter seguitare il corso delle rappresentazioni per imbarazzi finanziari. Il Teatro, così chiuse "bruscamente inaspettatamente", segnando l'inizio di una polemica sui giornali circa la cattiva gestione del teatro.

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17-30 maggio - Compagnia italiana d'opere comiche ed operette
Direttore Gennaro Caracciolo; Giuseppe Gessi dir. orch.

mag. 17
La mascotte o Lorenzo XIV, operetta di Edmond Audran, riduzione italiana di Luigi Marone. (2)
Giulio Fari (princ. Lorenzo XIV); Luigi Marone (princ. Felice); Angelica Landi (Nina); Giuseppina Ciotti (Fiammetta); Giulio Ferri (Andrea); Maria Mayer Caracciolo (Tonio); Ernesto Urbano (Fritellini); Giuseppe Bondon (Matteo); Aristodemo Ciotti (dottore); Valente Del Corso (Luigi); Giuseppe Ferro (serg.); Maria Canti (Gerardo); Angelina Marone (Eugenio); Lidia Montaldo (Giulio)

mag. 19
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (3)
Giulio Fari (Lambertuccio); Angelica Landi (Fiammetta); ...

mag. 21
I moschettieri al convento, operetta di Edmond Audran. (3)

mag. 24
In cerca di felicità, operetta di Franz von Suppé. (3)
Luigi Marone (conte Gualtiero); Giovanni Fanucci (Rodolfo); Ernesto Urbano (Casimiro); Angelica Landi (Stella); Maria Mayer Caracciolo (Fanny); Aristodemo Ciotti (Crak); Valente Del Corso (Kilborg); Francesco Lacchini (Scheverholl); Maria Canti (Florine); Giuseppe Bondon (Cristoval d'Olivarez); Pia Ciotti (Petronella); Napoleone Paolinelli (Bertrand); Luigi Branchi (Pascal); Felice Biglio (Robert); Luigi Monti (Martial); Giuseppe Ferro (serg.); Luigi Carbone (sold.); Luisa Cappelli (vivandiera)

mag. 27
Le campane di Corneville, opera comica di Robert Planquette. (3)
Angelica Landi (Germana); Maria Mayer Caracciolo (Sermolina); Letizia Lacchini (Nannetta); Annetta Ferri (Geltrude); Angelina Morone (Susanna); Giulio Fari (Gaspare); Romolo Balderi (march. di Corneville); Giovanni Fanucci (Grenicheux); Ernesto Urbano (podestà); Maria Canti (Cachalot); Aristodemo Ciotti, Giuseppe Bondon e Luigi Carbone (tabellioni)

mag. 29
Cuore e mano, opera comica di Charles Lecocq. (2)
Giulio Fari (re); Angelica Landi (Micaela); Maria Canti (Gioseffa); Pia Ciotti (cameriera major); Romolo Balderi (princ.); Luigi Marone (col.); Giovanni Fanucci (Morales); Annetta Ferri (Tepa); Letizia Lacchini (Fiorelia); Clotilde Ventruscolo e Lidia Montaldo (paggi)

La rivista umoristica parmigiana L'On. Sugaman del 24 maggio scrisse: "Le operette comiche, queste grandi, insuperabili benefattrici dell'umanità, questi formidabili scacciapensieri, sono senza dubbio il miglior depurativo del sangue. Esse servono indistintamente per chi ha cambiali in scadenza, per chi è aggravato da grattacapi, per chi ha l'animo angosciato da sventure domestiche, come per tutti quelli che non hanno alcuna ragione personale per ridere. E questo potente specifico, tonico, ricostituente e refrigerante lo possiede la brava compagnia del cav. Caracciolo". Nuova per Parma, ebbe infatti successo di pubblico per la bontà degli artisti e il decoro dell'allestimento: solo l'orchestra lasciò un po' a desiderare. Furono oltremodo apprezzati il basso comico Giulio Fari, che aveva già calcato le scene dei maggiori teatri d'opera, e si dimostrò cantante quale non si sentiva nelle compagnie d'operette, il tenore Fannucci, il baritono Balderi e Angelica Landi. I1 27 sera fu in onore di Maria Mayer Caracciolo che, dopo il primo atto, cantò Una barcarola di Battisti "a piena orchestra", ricevendo con il plauso fiori e doni.

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13 giugno 1890 - Concerto
Metaura Torricelli vl; Giacomo Cornetti pf.

Parte II. Henry Vieuxtemps: Concerto in mi magg., allegro moderato; Tivadar Nachéz: Zingaresca.
Parte IV. Fryderyk Chopin: Notturno op. 9 n. 2, trascritto da Pablo Sarasate; Nicolo Paganini: Mosé, variazioni di bravura sopra una sola corda.

Dal 31 maggio al 5 luglio fu di scena la Compagnia Drammatica diretta da Adolfo Drago. Negli intermezzi della commedia del 13 giugno venne eseguito il concerto della famosa Metaura Torricelli. Il pubblico, non numeroso, rimase elettrizzato dall'esecutrice non comune, e tributò applausi frenetici a ogni esecuzione: fu bissato il Concerto in mi magg. e concessa fuori programma una mazurka di Wieniawski.

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2-28 ottobre 1890 - Compagnia italiana di operette comiche Francesco Pastore
Direttore Giuseppe Castagnetta; Guido Campanile e Cesare De Lancellotti dir. orch.

ott. 2
La mascotte, operetta di Edmond Audran. (3)
Antonio Ferrara (princ. Lorenzo XIV); Alfredo Avellino (princ. Felice, Adolfo); Berenice Luzi (Nina); Vincenzina Barbetti (Fiammetta); Alfredo Zambianchi (Andrea); Paolina Parmigiani (Tonio); Giovanni Montano (Fritellini); Ettore Avellino (Matteo); Augusto Aggregati (medico); Nicodemo Mercuri (serg.); Alfonso De Angelis (bracchiere); Elvira D'Agostino (Rosilda, paggio); Eleonora Giannelli (Gesualda); Paolina Chiaroviglio (Enrico); Felicetta Bonacci (paggio)

ott. 4
Le campane di Corneville, opera comica di Robert Planquette. (4)
Vincenzina Barbetti (Sermolina); Giuseppe Castagnetta; Alfredo Avellino; Giovanni Montano; Manfredo Guidi; Alfredo Zambianchi; Antonio Ferrara, ...

Ott. 6
La bella Elena, opera buffa di Jacques Offenbach. (3)
Paolina Parmigiani; Berenice Luzi; Giulia Castagnetta (Oreste); Elvira D'Agostino; ...

Ott. 11
La befana, operetta di Edoardo Canti. (3)
Antonio Ferrara (princ. Cappone); Paolina Parmigiani (Casta); Giulia Castagnetta (Pura); Berenice Luzi (Idelberto); Vincenzina Barbetti (Susannetta); Paolina Chiaroviglio (Sensitiva); Alfredo Avellino (Noncivedo); Giovanni Montano (Noncisento); Alfredo Zambianchi (Topolino); Annita D'Agostino (Befana); Cesare Barbetti (uff.); Paolo Micalizzi e Nicodemo Mercuri (venditori)

Ott. 14
La figlia di madama Angot, operetta di Charles Lecocq. (3)
Paolina Parmigiani (Claretta); Vincenzina Barbetti (m.lla Lange); Alfredo Zambianchi (Larivaudier); Alfredo Avellino (Pomponnet, Favette); Manfredo Guidi (Pitou); Giulia Castagnetta (Amaranta) Giuseppe Castagnetta (Louchard); Giovanni Montano (Trenitz); Paolina Chiaroviglio (Ersilia); Raffaele D'Agostino (uff.); Cesare Barbetti (Bouton); Adele Avellino (Favette)

Ott. 28
Ricarac, fiaba in musica di Vico Redi. (2)
Vincenzina Barbetti (Ricarac); Berenice Luzi (Eleonora); Manfredo Guidi (Satanasso); Giuseppe Castagnetta (Nicolino); Adele Avellino (Felicino); Giulia Castagnetta (Colomba); Antonio Ferrara (Cornelio); Giovanni Montano (Fusecchio); Alfredo Zambianchi (alcade); Elvira D'Agostino (la Virtu); Giovanni Puma (banditore, cap. pompieri); Cesare Barbetti (farmacista)

Ott. 22
Il duchino, operetta di Charles Lecocq. (3)
Paolina Parmigiani (duchino); ...

Ott. 24
Donna Juanita, operetta di Franz von Suppé. (2)
Paolina Parmigiani (Renato Doufour, donna Juanita); Berenice Luzi (Pedrito); Vincenzina Barbetti (Olimpia); Giuseppe Castagnetta (Pomponio); Alfredo Avellino (Douglas); Manfredo Guidi (Gastone); Antonio Ferrara (Riego, Evangelista); Alfredo Zambianchi (Gil Polo); Augusto Aggregati (Pisceron); Ettore Avellino (aiutante inglese); Paolina Chiaroviglio (Mercedes); Adele Avellino (Tepa)

Per indisposizione di Cesare De Lancellotti,lo spettacolo di apertura venne diretto da Edgardo Cassani. Nel complesso fu una buona stagione, se si toglie Ricarac, "forse con troppa crudeltà condannato all'ostracismo". Fu oggetto dell'ammirazione del pubblico Vincenzina Barbetti per le prorompenti grazie e l'indole d'artista, per la quale L'On. Sugaman scrisse che la grazia e coquetterie facevano andare in visibilio. "Tutti gli sguardi i più assassini sono a lei rivolti, i più caldi applausi sono i suoi, i bis più desiderati sono quelli che essa concede". A lei andavano aggiunte la sorella, Giulia Castagnetta, per la bellezza, e la concittadina Paolina Parmeggiani, che alla voce bellissima e argentina accoppiava una grazia affascinante e una modestia rara che le avevano fatto conquistare le piu vive simpatie. Il 17 ottobre, nella serata in onore del baritono Manfredo Guidi, oltre alle Campane di Corneville e il primo atto della Befana, Giuseppe Castagnetta cantò la canzone francese L'amant d'Amanda e il seratante la barcarola dalla Giovanna di Castiglia. Il 23, serata del buffo Alfredo Avellino, oltre alla Befana, fu eseguito L'arrivo di Avellino a Parma, mentre Vincenzina Barbetti presentò la canzone napoletana scritta dallo stesso Avellino, Io penso a te...

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1-13 novembre 1890 - Stagione d'opera d'autunno
Pollini impr.; Augusto Franzoni dir. orch.; Eraclio Gerbella dir. coro; Mario Marchesi m. sost.

La favorita, dramma, musica di Gaetano Donizetti. (8)
Sergio Orbiglian (Alfonso XI) br; Elisa Marcomini (Leonora) s; Emanuel Huarte (Fernando) t; Luigi Mirò (Baldassare) bs; Egisippo Campagnoli (Gasparo) t; Ines Casati (Inez) s

Il teatro presentava alla prima un pienone. Anche se il soprano, il tenore spagnolo e il baritono russo erano debuttanti o quasi, la serata fu un successo. Buona l'orchestra, infelici le scene. La seconda segnò un netto mighoramento per la maggior sicurezza degli interpreti. Dopo la terza, "per motivi ed impegni suoi particolari", il baritono si sciolse dal contratto e dal 6, quarta recita, fu scritturato il giovane Antonio Sansone, che ebbe un ottimo successo, anche se aveva cantato senza aver provato con l'orchestra. Nella serata unico motivo di invettive "in verità poco parlamentari" del pubblico del loggione fu contro dei signori in un palco di proscenio che disturbavano per il baccano che facevano: tacitati gli uni, tacquero gli altri. Le recite furono tutta una serie di pieni. Il 12 novembre Elisa Marcomini, cui era dedicata la serata, cantò a piena orchestra L'araba, romanza di Saverio Mercadante: ebbe fiori e un braccialetto d'oro.

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15-27 novembre 1890 - Stagione d'opera d'autunno
Tavernari impr.; Augusto Franzoni dir. orch.; Eradio Gerbella dir. corn; Mario Marchesi m. sost.

Il trovatore, dramma, musica di Giuseppe Verdi. (9)
Vittorio Brombara (conte di Luna) br; Adele Marra (Leonora) s; Cecilia Boasso (Azucena) c; Aristide Pellegrini (Manrico) t; Luigi Mirò (Ferrando) bs; Ines Casati (Ines) s; Egisippo Campagnoli (Ruiz) t

Teatro affollatissimo: l'esecuzione andò bene in certi punti, malissimo in altri, essendo stata la messa in scena "troppo all'americana", e denotava la mancanza di prove. Gli interpreti furono però approvati, in particolare l' "artista giunonica" Cecilia Boasso, ottima Azucena. La seconda segnò un miglioramento e, tanto per cambiare, si volle sempre la replica della "pira". L'On. Sugaman il 22 rilevò che, se l'esecuzione "nelle prime sere camminava proprio sui trampoli, ora procedeva abbastanza sicura". Il 26 novembre, nella serata di Adele Marra e Luigi Mirò, dopo il primo atto il soprano eseguì una romanza nell'opera Sara, composta da lei stessa; dopo il terzo Vittorio Brombara e Luigi Mirò eseguirono il duetto nei Puritani "Suoni la tromba". Il 27, serata di Brombara e Pellegrini, fu rappresentato Il trovatore abolendo il secondo atto: dopo il primo Brombara eseguì "Oh Lisbona, alfin ti miro" nel Don Sebastiano, e dopo il terzo, Brombara e Mirò replicarono a richiesta generale "Suoni la tromba".

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