1915

 

 

26 dicembre 1914-16 febbraio 1915 - Stagione d'opera di carnevale
Lohengrin Campanini impr.; Arturo Vigna dir. orch.; Eraclio Gerbella ed Everardo Bernardelli dir. coro; Angelo Corbellini e Gino Gandolfi m. sost.; Luigi Fontana m. banda; Eugenio Reale e Mino Ferrari sc.

Pur essendo la stagione migliore per gli spettacoli teatrali, il 14 dicembre 1914 il Reinach chiuse i battenti per preparare la stagione lirica allestita da Lohengrin Campanini con quella Cooperativa orchestrale corale, che aveva dato con successo la stagione straordinaria di autunno al Teatro Regio. Pur non avendo ricevuto dote alcuna, Otello e Manon avevano conseguito un memorabile esito artistico e finanziario. La stagione invernale ancora una volta non poteva essere ospitata al Teatro Regio, in quanto mancavano i caloriferi. Così, proprio per la stagione più remunerativa, orchestrali e coristi erano disoccupati: ancora una volta si rivolsero a Cleofonte Campanini, il quale "più che amico, fratello di quanti davano la loro attività all'arte musicale, non esitò ad incontrare gravi sacrifizi per aderire al desiderio". Disdisse i contratti stipulati con le compagnie di prosa, pagando le relative penali, e dette l'incarico al nipote Lohengrin di allestire una stagione lirica di carnevale. Vi furono grosse difficoltà, in quanto i buoni cantanti erano già impegnati ma, non pensando al bilancio economico, bensì all'opera umanitaria cui mirava, la stagione venne allestita egualmente. A seguito di parapiglia verificatisi all'apertura della biglietteria, vennero abolite le prenotazioni dei posti, mentre un avviso all'ingresso del teatro faceva presente che, "per ragioni d'ordine e d'arte", erano vietati i bis: a quanto pare non era soltanto una bizza di Toscanini quella di non volere le ripetizioni, in quanto anche Campanini aveva adottato il medesimo principio.

dic. 26
Lohengrin, grande opera romantica, musica di Richard Wagner. (16)
José Torres de Luna (Enrico) bs; Bettino Cappelli (Lohengrin) t; Maria Castellazzi (Elsa) s; Ercole Filippini (Federico) br; Erminia Rubadi (Ortruda) ms; Amleto Galli (Araldo) br

Un tutto esaurito salutò la prima: essendo la compagnia non omogenea, squilibrata tra cantanti buoni e altri troppo deboli, il successo fu freddo, stentato, con soltanto qualche applauso qua e là. Si trattava di "giovani d'anni e di scena", che mancavano di esperienza, e nei quali l'arte del canto non era ancora perfezionata. Non erano, però, peccati mortali, e con le repliche le manchevolezze furono corrette. La seconda andò molto meglio: il pubblico rimase piacevolmente impressionato, e gli artisti, senza la paura della spada del giudizio, dettero il meglio, e al termine vennero evocati assieme al direttore, in rappresentanza dell'ottima orchestra: un elogio particolare fu fatto alle trombe. Dato che il tenore Cappelli, pur avendo qualche momento buono, aveva lasciato il pubblico insoddisfatto in quanto, pur fraseggiando bene, aveva una voce povera di smalto, il 9 gennaio, dopo che era iniziata la Tosca, per alcune rappresentazioni straordinarie l'opera fu ripresa con il tenore Italo Cristalli, che conseguì uno splendido successo. Il 28 gennaio fu la serata in suo onore, e ricevette una corona d'alloro, doni e applausi interminabili, mentre il 30 la serata fu a prezzi dimezzati per il commiato. Il 3 febbraio ritornò il tenore Cappelli, mentre il 7, serata popolare a prezzi ridotti, l'opera fu diretta da Angelo Corbellini. Il 13, ultima recita, fu ancora a prezzi popolari.

gen. 4
Tosca, melodramma, musica di Giacomo Puccini. (8)
Elsa Raccanelli (Tosca) s; Carlo Ballin (Cavaradossi) t; Roberto Scifoni (Scarpia) br; Felice Foglia (Angelotti, Sciarrone) bs; Pietro Bordogni (sacrestano) br; Palmiro Domenichetti (Spoletta) t; Pia Sutter (pastore) ms

La prima fu anticipata di un giorno per lasciare libero il martedì per la grande fiera di beneficenza in favore della Croce Rossa al Teatro Regio. Il cronista rilevò che la folla elegante e numerosa era nervosa, irrequieta, turbolenta, "così da prodigare applausi e disapprovazioni allo stesso artista, magari allo stesso pezzo che egli aveva aderito di bissare per accontentare una parte del pubblico". Davanti a tal giudice, gli artisti avevano perso sicurezza e calma, dando motivo alle disapprovazioni. Dopo il primo atto si volle alla ribalta solo il direttore d'orchestra; al secondo Scarpia fu energicamente disapprovato; "Vissi d'arte" fu applaudito, e all'ultimo atto, benché un avviso diceva vietati i bis, il "rispettabile" impose la replica dell'a solo di violoncello eseguito da Crepas e della romanza "E lucevan le stelle". A questo bis erano iniziati i contrasti, che ricominciarono alla chiusura del velario al termine dell'opera. La seconda, 8 gennaio, ebbe miglior fortuna. Le approvazioni non mancarono: a Scarpia, il nuovo baritono Arturo Romboli, toccò un bel successo, che nel complesso, anche se non unanime e convinto, fu lusinghiero anche per gli altri. Le repliche furono in crescendo. Alla quarta, 13 gennaio, fu la serata d'onore di Elsa Raccanelli e insieme di commiato, in quanto era stata scritturata per La fanciulla del West a Brescia: la salutarono applausi particolari e fiori. Il 19 gennaio l'opera fu ripresa con il soprano Tina Desana e il tenore Giuseppe Di Bernardo, cui toccò un cordiale successo. Il 29 si ebbe una recita a prezzi popolari, mentre l'ultima, ancora a prezzi ridotti, venne allestita per sopperire all'impossibilità di andare in scena con l'opera nuova Erica.

gen. 21
La traviata, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (11)
Esperanza Clasenti (Violetta) s; Pia Sutter (Flora) ms; Giuseppe Di Bernardo (Alfredo) t; Amerigo Passuello (Giorgio Germont) br; Palmiro Domenichetti (Gastone) t; Pietro Bordogni (bar. Duphol) br; Felice Foglia (D'Obigny) bs; Amleto Galli (Grenvil) br

Magnifico successo salutò la prima: il pubblico, che si era manifestato non a torto severo con gli altri spettacoli, salutò con entusiasmo una delle migliori esecuzioni mai udite a Parma. Ottimi gli interpreti, le seconde parti, l'orchestra, i cori, e l'allestimento scenico signorile. Innumeri furono le chiamate, e malgrado il divieto, vi fu la "consueta gazzarra che provocano quei pochi sconsiderati che chiedevano un bis" del preludio dell'ultimo atto. La seconda, se possibile, fu anche più curata e perfetta: i maggiori successi andavano al baritono Passuello, un giovane all'inizio della carriera, "da assai poco uscito dal Liceo di Pesaro". Si ebbe una serie di pienoni anche sotto le bufere di pioggia, quando non si trattò di tutto esaurito. L'11 febbraio fu la serata d'onore della Clasenti e il 16, chiusura della stagione, quella del maestro Vigna. Il cartellone prevedeva anche l'esecuzione di Erica di Giovanni Pennacchio, vincitrice del concorso per un'opera lirica nuova bandito da Cleofonte Campanini con il ricchissimo premio di 20.000 lire, messo a disposizione dalla signora Ethel McCormick. L'esecuzione, anche se erano state effettuate le prove generali, non ebbe luogo, molto probabilmente per evitare i sicuri disordini che sarebbero stati provocati dalla consorteria dei giovani musicisti della città, che avevano fatto quadrato attorno al secondo classificato, Bruno Barilli, ritenuto defraudato della vittoria da trame oscure, in cui si sussurrava partecipe addirittura la regina!

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3-16 aprile 1915 - Compagnia di operette Carlo Lombardo n. 2
Direttore Paolo Reni; Ettore Bellini dir. orch.

apr. 3
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Weinberger. (6)
Sarah Lorena (Mizzi); Anita jolanda (Lydia di Rosenstein); Annetta Bernini (suocera); Guido Agnoletti; Giuseppe Bernini; Paride Grandi; ...

apr. 6
La figlia di madama Angot, operetta di Charles Lecocq. (1)
Sarah Lorena (Claretta); Anita Jolanda (m.me Lange); Guido Agnoletti (Angelo Pitou); Annetta Bernini; Giuseppe Bernini; Paride Grandi; Attilio Crimi; ...

apr. 7
Il cavaliere della luna, operetta di Carl Michael Ziehrer. (2)
Anita Jolanda (Bianca); Guido Agnoletti (cav. della luna); Sarah Lorena (Gemmy); Annetta Bernini (bar.a Laroser); Paride Grandi (Pick); Giuseppe Bernini (Confeller); L. Crimi (princ.a Weishoff); G. Pavan (duch.a Stanter); Eduardo Gallino (bar. Stocter); Romeo Castelli (print. Hohenthal); Antonio Amato (conte Lermain); Achille Perugino (bar. Boretz); Attilio Crimi (conte Zercheufeld); G. Bartoluzzi (cameriere); O. Gallino (cameriera)

apr. 10
La bella Elena, opera buffa di Jacques Offenbach. (4)
Anita Jolanda (Elena); Sarah Lorena (Paride); Attilio Crimi (Menelao); Rome Castelli (Agamennone); L. Crimi (Oreste); Giuseppe Bernini (Calcante) Achille Perugino (Achille); Antonio Amato (Aiace I); Eduardo Gallino (Aiace II); G. Pavan (Bacchide); Enrico Bernagozzi (Filicomio); G. Fasano (Euclitide); A. Lacconi (Lena); O. Gallino (Partenope)

apr. 12
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (1)
Anita jolanda (Alice); Guido Agnoletti (Fredy); Sarah Lorena (Dasy); Parid Grandi (Hans); Giuseppe Bernini (John); Annetta Bernini (miss Thompson) Emma Romanelli (Olga); Achille Perugino (Tom); Arturo Borghi (Jack)

Era il momento dell'operetta, e anche questa compagnia, di buon livello, ebbe il suo successo di pubblico e di critica: Sarah Lorena, un'ardente bolognese, si affermò splendidamente, rivelandosi per il genere un'artista compiuta: danzava in maniera sorprendente e perfetta, cantava con voce gradevolissima, recitava con vivacità maliziosa e rara intelligenza; Anita Jolanda cantava con grazia, sfoggiando voce fresca, bella sicura; Guido Agnoletti, "distintissimo Artista, recitò molto bene e cantò meglio, con voce buona e robusta"; Paride Grandi fu amenissimo, forse eccessivamente irrequieto, assai piacevolmente comico e ballerino, risultò un "emerito" compagno della Lorena. Dopo il successo della prima, il 4 si dettero due recite della Signorina del cinematografo: se il pubblico fu scarso il pomeriggio, affollò il teatro la sera. La musica "che alcuni attribuivano a Carlo Lombardo, astrazion fatta dell'originalità, che mancava del tutto, si presentava graziosa, facile, orecchiabile, ben costrutta, e rivelava, se non altro, un'agilità assimilatrice certamente degna di considerazione". L'esecuzione fu molto buona, e tutti risultarono mirabilmente a posto: ottima l'orchestra, e fu applaudita la serenata interna del terzo atto, eseguita dal violinista Peretti e dall'arpista Brunatti. Il 13 fu la serata in onore di Sarah Lorena: la vivace soubrette cantò alcune canzoni musicate per lei dal direttore della compagnia Ettore Bellini. Anche Madama Angot, l'operetta, reduce da decenni di trionfi, ebbe un pubblico discretamente numeroso e un'esecuzione corretta, anche se un po' pallida e fredda. Il giudizio del critico della Gazzetta per la novità Il cavaliere della luna, fu piuttosto duro: il libretto una serie di scene rifritte, di trovate comiche dal gusto discutibile, ma indicatissime per sfruttare l'ilarità grossolana del pubblico. La musica non diceva nulla di nuovo: mancava di idee, e alla fine degenerava in un senso di sonnolente pesantezza: l'autore non solo aveva pizzicato qua e là nel moderno repertorio viennese, ma aveva chiesto anche qualcosa in prestito a insigni operisti. Il pubblico accolse la nuova operetta con freddezza, e gli applausi contrastati erano da intendersi come un doveroso tributo all'encomiabile esecuzione. Dopo tale giudizio, alla seconda il pubblico fu scarso, ma applaudì con calore. La bella Elena mancava da dieci anni, ma risultò un capolavoro musicale senza età, sempre più bella, fresca, divertente. Se Anita Jolanda, degna Elena, era sfolgorante di bellezza, fu rilevato che alcune buffonate, non sempre di buon gusto e contenute in una giusta misura, abbondarono nella recitazione di alcuni interpreti maschili. La principessa dei dollari ebbe una buona recitazione nel complesso: solo la Romanelli parve inadeguata al suo compito "anche allo stesso direttore della compagnia, che ebbe la felice previdenza di ridurle la parte ai minimi termini". Il 16 aprile, ultima della stagione con La bella Elena, fu la serata in onore di Anita Jolanda, che dopo il secondo atto cantò: Nonna sorridi di Tosti, Amor di pastorello di Emanuele Nutile e Sull'onda di De Luca.

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1915 - Serate di beneficenza

23 marzo.
Serata pro studenti poveri
Giuseppe Podestà dir. orch.

Parte I. Richard Wagner: Tannhäuser, overture; Johannes Brahms: Danze ungheresi n. 5 e 6; Spartaco Copertini: Sonata per violoncello e orchestra (Gilberto Crepas cello).
Parte II. Ludwig van Beethoven: Serenata op. 7 (Mario Corti vl; Manlio Dudovich vla; Gilberto Crepas cello); Petr Il'ic Cajkovskij: Concerto per pianoforte e orchestra (Attilio Brugnoli pf).
Parte III. Giuseppe Verdi: I lombardi, terzetto (Teresina Burchi s; Gennaro De Tura t; Enrico Contini bs; Mario Corti vl solista)

"Né canti, né allegre risate, né la goliarda spensieratezza," aleggiarono nella festa che l'Associazione Universitaria Parmense tenne per i colleghi poveri. Si sarebbe detto che erano diventati seri: "certo è che pur essi sentono la grande preoccupazione che incombe su tutti in questo momento". Fu anche omesso il canto dell'Inno goliardico, che doveva aprire la serata. Oltre al programma musicale indicato, si esibirono mimi e vi fu lettura di poesie. Il terzetto dei Lombardi, eseguito in costume, venne bissato.

29 aprile.
Pro Società Dante Alighieri

Parte I. Nel natale di Roma, conferenza di Pietro Silva.
Parte II. Litar: Fantasia sul "Pastore svizzero"; Gounod-Ratiglia: Ave Maria; Giuseppe Ippolito Franchi: Canzonetta alpina; Tarantella per contrabbasso solo. (Luigi Ratiglia ctb; Ercole Giaccone pf); Giuseppe Verdi: Luisa Miller, "Tutte le sere al placido" (Italo Cristalli t); Amilcare Ponchielli: La Gioconda, "Suicidio!... in questi fieri momenti"; Pietro Mascagni: Cavalleria rusticana, "Voi lo sapete o mamma" (Ada Cazzola s); Ruggero Leoncavallo: Pagliacci, Prologo; Giuseppe Verdi: Rigoletto, "Pari siamo" (Luigi Piazza br).
Parte III. Aleksandr Borodin: Notturno; Wolfgang Amadeus Mozart: Minuetto in re magg.; Alfredo Catalani: La sera; Edvard Grieg: Saltarello (Mario Corti vl I; Cornelio Guerci vl II; Manlio Dudovich vla; Gilberto Crepas cello). Grande coro di studentesse e studenti: Eraclio Gerbella ed Ermenegildo Dondi dir. coro

Silva nella conferenza di apertura maledisse il  germanesimo, e la serata si concluse con gli Inni di Mameli e di Garibaldi: La folla plaudì "all'Italia grande, sicura, unita, potente". Dal cronista venne notata l'assenza della Marcia reale tra gli inni e le musiche eseguite.

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1915 - Spettacoli patriottici

Il 24 maggio l'Italia era entrata in guerra. Gli spettacoli non vennero interrotti, ma nei primi giorni del conflitto si rileva intensa, in alcune serate con forte connotazione patriottica, la presenza di esecuzioni bandistiche con musiche scritte per la circostanza da autori locali. Il 10 giugno, nella serata di beneficenza pro Ospedale territoriale della Croce Rossa, negli intermezzi di Romanticismo, in cui recitava la "triestina-italiana" Elvira Albani Colaci, la banda Paër in uniforme suonò inni patriottici, fra cui L'inno dei volontari di Spartaco Copertini con parole di Ildebrando Cocconi, La lega franco-italiana del concittadino Pio Nevi e un Inno del direttore della banda, Luigi Fontana. Tre giorni dopo, la stessa interprete, nella sua serata d'onore, declamò il Saluto italico di Giosuè Carducci, e ancora la banda eseguì inni; come pure il 17 dopo il dramma I carbonari del 1821, tratto dalla Mie prigioni di Silvio Pellico. Il 29 il sottocomitato studentesco della Dante Alighieri dette un grande serata di beneficenza a favore dei danneggiati di guerra. La serata fu aperta dalla banda con la Marcia reale, e presentò la Marcia Monfalcone del concittadino Gonizzi; il coro (composto dalla Corale Verdi e dagli studenti del sottocomitato istruiti da Gerbella, Gandolfi e Bernardelli) eseguì, tra l'altro un Inno guerresco di Lucia Contini Anselmi, e Alba novella di Ratiglia, inno dedicato dall'autore al primo ministro. Seguirono romanze udite durante il Risorgimento, il bozzetto storico I martiri di Belfiore, a cura della compagnia drammatica Città di Parma, e la serata si chiuse con la Marsigliese.

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14-15 settembre 1915 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Franceschi dir. orch.

           Fedora, dramma, musica di Umberto Giordano. (2)
           Elvina Dianette (Fedora) s; Giuseppe Giorgi (Loris) t; Favàron (De Siriex) br; Pia Sutter; ...

L'opera stava girando l'Italia settentrionale ed era reduce dal successo ottenuto al Teatro Lirico di Milano. Essendo a Parma assente da cinque anni, il teatro era pieno, con predominanza di divise militari. L'esecuzione fu buona, anche se l'opera infiammava solo al secondo atto: al soprano, che rese efficacemente la parte, con voce vibrante, fresca ed estesa, "soccorreva la prestanza della persona slanciata"; il tenore Giorgi, artista completo, fu un ottimo Loris; bene l'orchestra diretta dal giovane maestro Franceschi. La replica confermò il successo.

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1-17 ottobre 1915 - Compagnia Cooperativa Operettistica La Nazionale
Direttore Eduardo Favi; Gennaro Gaudiosi dir. orch.

ott. 1
La bella Elena, opera buffa di Jacques Offenbach. (2)
Ida Besido (Elena); Igea Del Colle (Paride); Riccardo Masucci (Menelao); Umberto Franzini (Agamennone); Gemma Pinelli (Oreste); Eduardo Favi (Calcante); Oreste Bragaglia (Achille); Giulio Greni (Ajace I); Guido Vezzani (Ajace II); M. Criscol (Bacchide); O. Cappelli (Filoconio); V. Manfrin (Euclitide); T. Tateo (Lena); Flora Gerra (Partenope)

ott. 2
Il duchino, operetta di Charles Lecocq. (1)
Carmen Revelli (duca di Panternay); Igea Del Colle (Bianca); Umberto Franzini (Molandry); Maria Sandoni Cappelli (direttrice); Eduardo Favi (Baccello); U. Revelli e I. Gaudiosi (paggi); Oreste Bragaglia (ordinanza); Raffaele Cappelli ed I. Anelli (cuochi)

ott. 3
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (2)
Carmen Revelli; Igea Del Colle; Eduardo Favi; Riccardo Massucci; Maria Sandoni Cappelli; Guido Vezzani; ...

ott. 4
Addio giovinezza, opera comica di Giuseppe Pietri. (3)
Ida Besido (Dorina); Gemma Pinelli (Elena); Flora Gerra (Emma); M. Ciotti (mamma Rosa); U. Bagnoli (Mario); Riccardo Massucci (Leone); Giulio Greni (Carlo); Eduardo Favi (padre di Mario); Maria Sandoni Cappelli (madre); M. Criscol (fioraia); T. Tateo (Titina); L. Quadrato (Giulio); I. Gaudiosi (Ernesto); O. Solis (Alfredo); V. Vanni (Orazio)

ott. 5
Le campane di Corneville, opera comica di Robert Planquette. (1)
Igea Del Colle (Germana); Carmen Revelli (Sermolina); Eduardo Favi (Gaspare); Umberto Franzini (march. di Corneviile); Guido Vezzani (Grenicheux); Riccardo Massucci (podestà); Oreste Bragaglia, Raffaele Cappelli e A. Maggi (tabellioni); V: Manfrin (Cachalot)

ott. 6
La figlia di madama Angot, operetta di Charles Lecocq. (1)
Ida Besido (m.me Lange); Igea Del Colle (Clarette); T. Tateo (Amaranta); Umberto Bagnoli (Pitou); Guido Vezzani (Pomponnet); Umberto Franzini (Larivaudièr); O. Bragaglia (Louchard); G. Greni (Trenitz); V. Manfrin (Babet, Ersilia); E. Bolzoni (Bateux); Flora Gerra (Cidalisa); M. Criscol (De Lannej, cadet); Vincenzo Fioretti (incroyable); I. Gaudiosi (ufficiale)

ott. 7
Santarellina, operetta di Hervé. (2)
Carmen Revelli; Eduardo Favi (Celestino); Riccardo Massucci; Guido Vezzani; Umberto Franzini; ...

ott. 8
Oltre l'Isonzo, operetta, bozzetto patriottico di R. Rocchi. (3)
Ida Besido (Lucietta); Umberto Franzini (don Orlandi); Eduardo Favi (dott. Bianchi); Umberto Bagnoli (von Grantz); Riccardo Massucci (Bepi); Maria Sandoni Cappelli (Felicita)

ott. 9
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (2)
Carmen Revelli (Susanna); Igea Del Colle (Giacomina); Umberto Franzini (bar. Desanbrais); Maria Sandoni Cappelli (Delfina); Guido Vezzani (Uberto); Umberto Bagnoli (Renato); Riccardo Massucci (Pomarel); Oreste Bragaglia (Clarancy); Flora Gerra (Rosa); M. Criscol (Marietta); Giulio Greni (Alessio); Raffaele Cappelli (cameriere); A. Maggi (commissario)

ott. 11
La reginetta delle rose, operetta di Ruggero Leoncavallo. (1)
Igea Del Colle (Liliana); Flora Gerra (Anita); Maria Sandoni Cappelli (Mikalis); Umberto Bagnoli (Max); Umberto Franzini (don Pedro); Riccardo Massucci (Gin); E. Bolzoni (Sparados); C. Bragaglia (Crodomos); Flora Gerra, M. Criscol e I Gaudiosi (patronesse); Oreste Bragaglia, Raffaele Cappelli e A. Maggi (americani); Guido Vezzani e O. Puricelli (min. di Porto); V. Manfrin e Vincenzo Fioretti (rappresentanti del popolo)

ott. 13
Primavera scapigliata, operetta di Joseph Strauss. (1)
Carmen Revelli (Chiara); Igea Del Colle (Emilia); U. Bagnoli (avv. Landourelle); Eduardo Favi (Monterinet); Maria Sandoni Cappelli (Monteournet); Guido Vezzani (Zeffirino); Oreste Bragaglia (bar. Croisette); M. Criscol (bar.a Croisette); Flora Gerra (Berta); Giulio Greni (Damiano); V. Manfrin (Spà, cameriere); Raffaele Cappelli (Anacleto); E. Bolzoni (oste)

ott. 16
Trinette, operetta di A. Balladori. (1)
Ida Besido (Maddalena); M. Criscol (Annie); Maria Sandoni Cappelli (lady Hoe); I. Gaudiosi (Iridia); Flora Gerra (Flora); B. Manfrin (Eva); Umberto Bagnoli (Greson); Guido Vezzani (Cabriolet); Raffaele Cappelli (D'Antoine); T. Tateo (La Chahose); Riccardo Massucci (La Poche); Umberto Franzini (Wilson); Oreste Bragaglia (Veleuse); Giulio Greni (Bacone); E. Bolzoni (usciere)

ott. 17
La gran via, zarzuela di Federico Chueca e Joaquín Valverde. (1)

La compagnia aveva i suoi punti di forza in Carmen Revelli, vivacissima soubrette e aggraziata cantante, Eduardo Favi, dalla comicità pronta e "decorosa", arricchita di freddure d'attualità, nel tenore Guido Vezzani, dalla voce bella, limpida e intonata, nella "formosa e superba bellezza" di Ida Besido, nell'esperta cantante dalla fresca e ben educata voce e intelligente dizione, Igea Del Colle, nei cori, "una volta tanto intonati", e in una bravissima orchestra. La stagione si aprì, davanti a gran folla plaudente, con La bella Elena, vecchia operetta ricca sempre di spunti melodiosi: il successo fu pienamente meritato per una esecuzione pregevolissima, che denotava buon affiatamento e sicuri mezzi negli interpreti. Lo stesso poté dirsi delle altre vecchie conoscenze che seguirono, sempre divertenti, deliziose, ricche di ispirazione e dalla meravigliosa fluidità musicale: Il duchino, Boccaccio, Le campane di Corneville, La figlia di madama Angot, Santarellina. La prima novità della stagione fu la tanto attesa Addio giovinezza, salutata da un completo successo per l'esecuzione buona e affiatata. L'orchestra era stata esecutrice finissima e colorita e, nel finale del secondo atto, il violinista Peretti aveva avuto modo di farsi apprezzare, mentre l'irresistibile "Inno goliardico", con cui si era concluso il primo atto, era stato bissato. "Le italianissime scene della vita goliardica costruite con sì vivo senso di verità e modellate con sì delicato tocco di poesia dal povero Camasio e dall'Oxilia" avevano trovato nel maestro Pietri "un gusto di musicista puramente italiano, la cui musica rivelava notevoli requisiti di gentilezza e sicuro buon gusto". Per il critico della Gazzetta, la partitura conteneva, "assieme a non pochi brani buttati giù alla carlona, e a molte reminiscenze, pagine suggestive per sentimento e per espressione che, trattate strumentalmente con maggiore vigoria e con più consumata esperienza di quanto non fossero, avrebbero potuto piacere più prontamente, riuscendo probabilmente a mascherare la tenuità dell'idea musicale. Ma anche così come si presentava, lo spartito del maestro Pietri era, nel suo complesso non solo riuscito, ma pregevole, e consentiva di sperare, in questo genere di teatro, prove più valide e sicure". Con una replica di questa operetta, venne presentato, davanti a una sala dall'aspetto imponente e vibrante, il bozzetto patriottico Oltre l'Isonzo, "novità palpitante di patriottica attualità": "La poca musica ha meriti così meschini e mi è parso anche così minime pretese, da dispensarmi altre parole". Il lavoro concludeva con la fanfara dei bersaglieri, la Marsigliese, e vari inni patriottici, "non opera del Rocchi". Anche nelle repliche questa operetta anomala ebbe il suo successo. L'11 fu la serata in onore di Igea Del Colle, che presentò alcune romanze eseguite con agilità; il 13, con Primavera scapigliata, fu la volta della Revelli: l'operetta denotò rilevanti pregi di fresca ispirazione e vivace buon gusto, mentre la donna dette prova di simpatico slancio e di grazia spigliata quando cantò La campana di S. Giusto e La canzone militare. L'ultima novità fu Trinette, che andò incontro a una fortuna avversa, avendo messo a dura prova la pazienza degli spettori accorsi numerosi: i primi due atti passarono sotto un greve silenzio del pubblico che "fece, alla fine, palese il suo malcontento". Un libretto scipitamente meschino, non offriva nessuna situazione gentile, nessuno spunto ispiratore, perché vi si potesse scrivere attorno una musica notevole: questa era molta, ma ben pochi, in verità i brani degni di benevola considerazione. Per la rappresentazione d'addio, assieme alla Bella Elena, ritornò sulle scene del Reinach La gran via: una Gran via impreparata e disordinata che chiuse il comunque fortunato corso di recite. Il 15 ottobre, al termine della stagione, Roma Criscuolo acquistò la proprietà della compagnia: molti degli interpreti furono confermati. Guido Magnani divenne l'amministratore, col compito di programmare i giri: dopo Parma la compagnia si sarebbe spostata al Teatro Nuovo di Bergamo, indi al Sociale di Brescia.

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19-31 ottobre 1915 - Stagione straordinaria d'opera
Grande compagnia lirica cooperativa; agenzia teatrale Salvatore Leonardi; Angelo Ferrari dir. orch.; Everardo Bernardelli dir. coro; Luigi Galanti sc.

ott. 19
Pagliacci, dramma, musica di Ruggero Leoncavallo. (6)
Adalgisa Giana (Nedda) s; Fausto Bottari (Canio) t; Umberto Micheli (Tonio) br; Creusa Casadei (Arlecchino) c; Santolini Armando (Silvio) br

Cavalleria rusticana, melodramma, musica di Pietro Mascagni. (7)
Anita Conti (Santuzza) s; Matilde Ceccherini (Lola) ms; Antonio Saludas (Turiddu) t; Armando Santolini (Alfio) br; Creusa Casadei (Lucia) c

La tournée, che veniva da Reggio Emilia, dove pare avesse avuto buon successo, aveva come punti di forza Anita Conti e Antonio Saludas. Una folla enorme riempì il teatro alla prima, e salutò con un caldo e meritato successo Cavalleria, una delle migliori edizioni che Parma avesse ospitato: splendidi gli interpreti, eccellente l'esecuzione e, anche se i locali coro e orchestra avevano potuto fare soltanto una prova, venne bissato l'intermezzo. Molto inferiore l'allestimento dei Pagliacci, con un complesso di più modeste pretese artistiche, che sembrava avesse il compito di completare alla men peggio il programma: il primo atto fu accolto con molta freddezza. Dalla seconda vi fu un miglioramento nell'esecuzione. Il 23 ottobre, la quarta, ebbe una nuova Nedda: Emma Giansone.

ott. 26
La nave rossa, scene liriche, musica di Armando Seppilli. (3)
Umberto Micheli (Ardì) br; Antonio Saludas (Rimuel) t; Anita Conti (Uriana) s; Antonio Prati (Losco); Emma Giansone (Marèja); Creusa Casadei (Rusa, pescatore) c; Armando Santolini (Vinzador) br; Attilio Muzio (vecchio)

Alla prima assistette l'autore, giunto terzo con l'opera Andrea di Francia al famoso concorso Sonzogno che aveva incoronato la Cavalleria, e aveva presentato quest'opera nel 1907 al Teatro Lirico di Milano. Fu chiamato al proscenio alla fine di ogni atto, ma per l'opera gli applausi non furono né molti né calorosi. Nella partitura si riscontrava preponderante una ricchezza melodica: arie, canzoni e romanze a bizeffe: se però il disegno era felice e di buon gusto, pare che le melodie non avessero corrispondenza con il dramma: gli atti cominciavano bene, ma non mantenevano; il meno peggio era il secondo. In conclusione, un'opera che difettava di originalità e di vera e sentita ispirazione, anche se era tecnicamente ben fatta e strumentata con cura. Belle le scene di Rovescalli, buone orchestra ed esecuzione. Alla seconda pubblico attento e plaudente: in un intermezzo Anita Conti cantò il poemetto elegiaco per soprano, cori e orchestra Il canto della morte di Gino Gandolfi. Il 31, ultima della stagione, assieme al primo e secondo atto della Nave rossa, venne rappresentata Cavalleria e replicato Il canto della morte.

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1-12 novembre 1915 - "Grande” Compagnia Italiana di operette e féeries
Proprietario il cav. Luigi Maresca; direttore Gino Leoni; Carlo Ranghino e Camillo Squarzoni dir. orch.; Domenico De Falchi sc.

nov. 1
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Lombardo. (2)
Elodia Maresca (Lydia); Angelo Polisseni (Carlo); Olga Rizzola (Mizzi); Vincenzina Barbetti (Anastasy); Gino Leoni (Pips); Cesare Barbetti (Maurice); I. Del Mare (Titi); A. Settembre (Cornelia); Cesarina Barbetti (Laura, Mercedes); Pina Vianello (Eufemia); Rina Vianello (Teresita); O. Baganti (Eulalia); Bice Leoni (cantore); Elena Gennari (dama); Arturo Barzacchi (princ. Illeberis); Giuseppe Sorbi (bar. Lingers); E. Altieri (Oscar); A. Rossi (march. Tinch); Alessandro Navarrini (portalettere); Riccardo Frassani (cantante); Alessandro Barbetti (operatore cinemat.); A. Baganti (artista del film)

nov. 2
Fanfan la Tulipe, operetta "patriottica"" di Louis Varney. (2)
Olga Rizzola (Pimpirinella); Luigi Bonanni (Fanfan la Tulipe); Luigi Maresca (Michele); Renata Altieri (Maddalena); Ida Ronzecchi (Fiorenza); Cesare Barbetti (Cottonet); Nino Eller (La Pocardière); Nunzio Bairo (Joghiskoff); Giuseppe Sorbi (Ravazzello); Argia Polisseni (Clarissa); Bice Leoni (Manon); Maria Frondi (Brigida); Rina Vianello (Luisa); I. Del Mare, Amelia Settembri e O. Baganti (pifferi); Pina Vianello, Cesarina Barbetti e N. Asaro (vivandiere); Luigi De Rubeis (cap.); Arturo Barzacchi (serg.); A. Rossi (cap.le); G. Altieri (sold.)

nov. 3
La chiave del paradiso, operetta di Lionel Monckton. (1)
Elodia Maresca (Clara); Angelo Polisseni (Baldo); Olga Rizzola (Giannetta); Vincenzina Barbetti (Schivou); Luigi Bonanni (Filippo); Luigi Maresca (Menely); Gino Leoni (Giudice); Italo Sacchetti (Giorgio); Amalia Meroni (Fini); Amelia Settembri (Lini); I. Del Mare (Tini); Pina Vianello (Emma); G. Vianello (Teresa); O. Baganti (Nerina); Cesarina Barbetti (Rosina); Maria Frondi (Ida); N. Bonanni (Orsola); E. Bartoletti (Maria); Arturo Barzacchi (Arturo); Giuseppe Sorbi (Francesco); Alessandro Navarini (Luigi); Riccardo Frassani (Maurizio); A. Baganti (Armando); Guido Altieri (Alfredo); L. Casati (Alberto)

nov. 4
Alla frontiera, azione patriottica italiana, musica di Angelo Bettinelli. (1)
Elodia Maresca (Fiorina); Angelo Polisseni (Vittorio); Gino Leoni (cap.); Cesare Barbetti (Hauser); Ida Ronzecchi (pastore); Amalia Meroni (pastorella); Nino Eller, Nunzio Bairo e Arturo Barzacchi (gendarmi); Pina Vianello (madre di Fiorina); A. Barbetti (Leonarda); Rina Vianello (l'Italia)

nov. 4
Il caporale Susine, operetta di Luigi Dall'Argine. (1)
Renata Altieri (Lisa); Argia Polisseni (Susine); Luigi Maresca (Leonardo); Cesare Barbetti (cap. Almonti); Nino Eller (ten. Righi); Ida Ronzecchi (Amelia); Amelia Settembri (Vespinetta); Pina Vianello (Teresa); Guido Altieri (ten. Albini)

nov. 6
La signorina Tricolore, operetta rivista patriottica di Enrico Novelli "Yambo".

Atto I. Al bal tabarin: Elodia Maresca (sig.a Tricolore); Angelo Polisseni (Armando); Olga Rizzola (m.le Repubblica Francese); Gino Leoni (capo della maggioranza); Ida Ronzecchi (Eva); Cesare Barbetti (princ. B); Nino Eller (il finto svizzero); Domenico De Falchi (Trilussa); Nunzio Bairo (on. neutralista); Arturo Barzacchi (on. interventista); I. Del Mare (la vedova allegra); Maria Frondi (Franzi); C. De Carli (la princ.a dei dollari); Guido Altieri e Italo Sacchetti (viveurs); Alessandro Navarrini (giornalaio); C. Frassani (ragazza grassa); C. Casati (cameriere); Alessandro Barbetti a F. Sacchetti (guardie).
Atto II. A Montecitorio: Elodia Maresca (sig.a Tricolore); Angelo Polisseni (Armando); Olga Rizzola (m.le Repubblica Francese); Luigi Maresca (sottocapo); Rina Vianello (Inghilterra); Amalia Meroni (Francia); A. Settembri (Russia); Luigi Bonanni (ministro coloniale); Cesare Barbetti (princ. B); Alessandro Barbetti (l'ombra di Cavour, deputato); I. Innocenti (Serbia); A. Baganti (Belgio); Gino Leoni (capo maggioranza); Giuseppe Sorbi (min. esteri); Nunzio Bairo (on. neutralista); Arturo Barzacchi (on. interventista); O. Baganti (Germania); G. Vianello (Austria); I. Del Mare (Turchia); U. Baganti (usciere); Guido Altieri (studente); Guido Baganti (il trattato della Triplice).
Atto III. Quadro I. Al distretto: Elodia Maresca (sig.a Tricolore); Angelo Polisseni (Armando); Luigi Maresca (anarchico); Luigi Bonanni (repubblicano); Gino Leoni (vecchio garibaldino); Olga Rizzola (m.le Repubblica Francese); Pina Vianello (istitutrice); C. Barbetti (bambino); L. Zanchi (bambina); Nino Eller (pretino); Guido Altieri (richiamato); Cesarina Barbetti (sua moglie); V. Cosenza (vivandiera); C. De Carli (la vittoria).
Quadro II. Al confine: Elodia Maresca (sig.a Tricolore); Angelo Polisseni (Armando); Olga Rizzola (m.le Repubblica Francese); Amalia Meroni (contadina irredenta); Cesare Barbetti (maestro); Nunzio Bairo e Alessandro Navarini (soldati austriaci); Arturo Barzacchi (cap. italiano); Riccardo Frassani (cap.le italiano).
Quadro III. Apoteosi: Trieste nostra - Viva l'Italia!

nov. 8
Il bagno di Venere, operetta di Lydia Testore. (1)
Elodia Maresca (Lea); Angelo Polisseni (Carlo); Olga Rizzola (Dalia); Gino Leoni (Bartolomeo); Vincenzina Barbetti (bar.a di Maurvais); Luigi Bonanni (De Bagnolles); Nino Eller (Chadorne); Nunzio Bairo (Aristide); Domenico De Falchi (Tony); I. Del Mare (Babette); Amelia Settembri (Pepita); A. Rossi (Jhonny); Rina Vianello (Clary); O. Baganti (Lulù); Cesarina Barbetti (Fifì); C. De Carli (Olga); E. Innocenti (Titi); Italo Sacchetti (Bobò); Carmen De Franceschi (Fernanda); Bice Leoni (Angela); V. Cosenza (Elena); L. Bartoletti (Amelia); Guido Altieri (Armando); Riccardo Frassani (De Toupé); Giuseppe Sorbi (Vittoriano)

nov. 9
Dall'ago al milione, "spettacolosa" féerie di Luigi Dall'Argine. (2)
Olga Rizzola (Amelia); Renata Altieri (Amalia); G. Vianello (m.me Charmant); Argia Polisseni (Teresa); Amelia Sorbi (miss Hetty); Cesarina Barbetti (Manuelita); Maria Frondi (Carmela); Rina Vianello (Jannette); Carmen De Franceschi (viaggiatrice); Amelia Settembri (Alice); I. Del Mare (Flora, Concita); O. Baganti (Angelina); E. Bartoletti (Ida); C. De Carli (Olga); V. Cosenza (chellerina); E. Innocenti (bajadera); R. Vianello (Giulietta); Angelo Polisseni (Ninì); Alessandro Navarrini (guardia indiana, Achille); Arturo Gennari (guardia indiana); C. De Franceschi (Margherita); Luigi Maresca (cav. Cantonata); Gino Leoni (Bibì); Cesare Barbetti (princ. Hossian, James); Luigi Bonanni (Escamillo, Corallino); Nino Eller (capo manciu, Heri sahib); Nunzio Bairo (Giorgio); A. Rossi (William, Fren); Luigi De Rubeis (Jugemat, cap. bersaglieri); Arturo Barzacchi (cap. nave, Frin, carabiniere svizzero); Giuseppe Sorbi (finanziere, Frun); Alessandro Barbetti (pres. trust); Guido Altieri (Pedro); E. Altieri (Francesco); Italo Sacchetti (Andrea); U. Baganti (carabiniere svizzero); Riccardo Frassani (Carlo)

nov. 11
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (1)
Elodia Maresca (Susanna); Angelo Polisseni (Umberto); Vincenzina Barbetti (Delfina); Gino Leoni (Des Aubrais); Amalia Meroni (Giacomina); Luigi Bonanni (Renato); Cesare Barbetti (Pomarel); Nino Eller (Alessio); Nunzio Bairo (Charanny); Argia Polisseni (Rosa); G. Vianello (Marietta); Amelia Sorbi (Claretta); I. Del Mare (Dora); C. De Carli (Irma); Bice Leoni (Olga); Cesarina Barbetti (Angelica); Maria Frondi (Giannetta); E. Innocenti (Emma); Arturo Barzacchi (Vivarel); Guido Altieri (Godest); Giuseppe Sorbi (Pallayson); Italo Sacchetti (Erry); Alessandro Barbetti (commissario); F. Sacchetti (agente); Riccardo Frassani (Alessandro); V. De Franceschi (Temistocle)

nov. 12
Una notte al Moulin Rouge, operetta di Joseph Urban. (1)
Elodia Maresca (Manon); Angelo Polisseni (Zacchetto); Vincenzina Barbetti (sig.a Schuloff); Renata Altieri (Alice); Olga Rizzola (Marietta); Ida Ronzecchi (Elena); Amalia Meroni (Vally); Amelia Settembri (Lucy); Nino Eller (Bernardi); Gino Leoni (Francesco); Cesare Barbetti (Willerpull); Arturo Barzacchi (Filippo)

La signorina del cinematografo, con cui si aprì la stagione, era ben nota come lavoro del compositore tedesco Weinberger: adesso, essendo stato epurato il nome per ragioni belliche, la stampa riportò che Carlo Lombardo aveva "accettato pubblicamente la paternità". Il manifesto segnalava che "La Film cinematografica è stata eseguita dalla "Riviera Film" di Genova". La compagnia, dal grande organico, si fece ammirare fin dalla prima come di prim'ordine, dando vita a esecuzioni vivaci, gustate e applaudite con calore dalla folla; gli allestimenti furono oggetto di ammirazione per la meravigliosa ricchezza: Elodia Maresca, "nuova sulle scene di Parma, cantò con raro sentimento d'arte e con ammirevole sicurezza, grazia seducentissima e chiara accentuazione"; Olga Rizzola dimostrò di essere attrice disinvolta e aggraziata cantante; Renata Altieri, cantante fine, dalla voce fresca, simpatica, dai begli acuti e la disinvoltura scenica; Angelo Polisseni, facendo sfoggio di belle e limpide note, si dimostrò un attore pieno di signorilità; Gino Leoni fu dispensatore di allegria e, con una comicità contenuta con buona misura, raggiunse effetti incontenibili, come Luigi Maresca, comico piacevolissimo. Anche tutti gli altri membri recitarono bene e con sicurezza, ben accompagnati da ottimi coro e orchestra. La chiave del paradiso dimostrò come alcune compagnie cercavano di aggirare l'ostacolo delle sanzioni: presentata come operetta inglese di Monckton, venne riconosciuta dal critico della Gazzetta .di Parma come in realtà non fosse che l'operetta di Lehar Le dame viennesi, mai eseguita a Parma. "Più che una inopportunità patriottica, una troppo spinta menomazione dei diritti del pubblico, il quale deve sapere cosa va a sentire a teatro". Solo pochi poterono constatare l'inganno, e così furono solo pochi a protestare. La rappresentazione procedette senza intoppi, e le dame viennesi, diventate inglesi per ragioni belliche, vennero applaudite per la buona esecuzione. Non furono però ripresentate durante la stagione. Un'altra operetta d'occasione fu Alla frontiera, favola ingenua, sceneggiatura pesante e volgare, musica con solo qualche pagina non banale: ottima esecuzione e successo di applausi che "se non trova una rispondente giustificazione nel valore artistico, resta però più che giustificato dalla presenza sulla scena dei nostri baldi bersaglieri, che in vista della rada redenta di Trieste, cantano tra sfolgorìo di luci e di colori allegorici gli inni nazionali". Altro polpettone patriottardo fu quello scritto dal parmigiano Edmondo Corradi, e la cui musica è di autore ignoto, La signorina Tricolore. Ricchezza di messa in scena, ottima esecuzione, folla plaudente: "Non è il caso che la critica faccia viso arcigno a questo lavoro dalle modeste pretese dove non si può sceverare l'elemento artistico da ciò che vi è di commerciale e di opportunistico. Non si deve chiedere a questo teatro più di quanto possa dare". Un'altra novità, Il bagno di Venere, incontrò un mediocre successo e applausi freddi. Fu rilevato che faceva capo a una produzione individualizzata in un unico tipo corrente, cui librettista e musicista si facevano dovere di far capo scrupolosamente, e venne giudicata esasperatamente monoforme, in un ripetersi di atteggiamenti che, per quanto insulsi ed illogici, assurgevano a dignità di caratteristiche. "La musica, benché colorita con leggiadria di ritmi, e trattata con eleganza di forma, non riesce a mascherare la povertà dell'idea musicale che molto raramente trova espressione di una qualche efficacia". La "spettacolosa féerie" di Dall'Argine, cui il manifesto attribuiva 1436 repliche in Italia e che continuava imperterrito nella fortunatissima cavalcata sulle scene, divertì la folla, che applaudì con calore e frequenza: come sempre venne bissata "la marinaresca", pezzo forte di ogni tenore d'operetta, in questa edizione il Bonanni. L'11, assieme alla notizia che sarebbe stata la serata in onore di Elodia Maresca, il manifesto riportava: "Ricorrendo il genetliaco di S.M. il Re il teatro sarà illuminato a giorno". Si aprì con la Marcia reale, poi non si fece che applaudire la festeggiata ,"per l'affascinante birichineria dello sguardo, la franca spigliatezza dell'agire scenico, e in sommo grado la calda espressione del canto sicuro a squillante". L'operetta di chiusura, La notte al Moulin Rouge, era una novità che, scriveva la Gazzetta, non sapeva ben decidersi fra il tipo di operetta alla moderna, e la farsa volgare e prolissa di moda dieci anni prima. L'autore del libretto aveva imbastito sciocchezze con sciocchezze, e aveva presentato qualcosa di grossolanamente divertente, mentre il compositore della musica aveva pensato che, esistendone già tanta, era inutile lavorare per conferire un'impronta personale alle due marcette e ai tempi di valzer utilizzati a piene mani. La brillante recitazione aveva ottenuto un ben meritato successo di ilarità.

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1-3 dicembre 1915 - Compagnia d'opere comiche ed operette
Direttore Maurizio Parigi; Rino Maggioni dir. orch.

dic. 1
Sangue polacco, operetta di Oskar Nedbal. (2)
Ilia Di Marzo (Elena); Angelo Cavestri (Bolo); Zita Berti (Wanda); Annetta Bernini (Henwinga); Giuseppe Bernini (Pan); Enrico Besesti (Bronio); M. Panetti (Mirski); Enrico Valter (Gorki); Mario Sberze (Serwisk); A. Ricciarelli (Volenski); Luigi Vacchieri (domestico); A. Marini, A, Pavan e L. Professori (suonatori)

dic. 2
Addio giovinezza, opera comica di Giuseppe Pietri. (1)
Ilia Di Marzo (Dorina); G. Dalfré (Elena); Zita Berti (Emma); Carmen Morales (mamma Rosa); Angelo Cavestri (Mario); Enrico Besesti (Leone); A. Ricciarelli (Carlo); Enrico Valter e M. Carminati (genitori di Mario); I. Marel (fioraia); Mario Sberze (Giulio); Luigi Vacchieri (Enrico)

Un pubblico tutt'altro che indulgente accolse in silenzio il primo atto della novità, mentre il successo esplose dopo gli altri due atti: la bella e sana operetta si era imposta per il pregio di un libretto grazioso, scritto con garbo, e per una musica, vera, finissima, molto spesso originale, dal disegno melodico assai bello e sincero, tessuta con un buon gusto suggestivo. "Capita raramente di poter coscienziosamente dire bene di una operetta nuova". L'esecuzione fu di alto valore e di elevato livello artistico: "Ilia Di Marzo cantò con intelligenza, voce simpatica, graziosa, intonata, e concesse alla parte le grazie più squisite della sua arte spontanea, i fascini più birichini della deliziosa personalità femminile". Anche la ripresa rinnovò il vibrante successo, mentre anche Addio giovinezza venne accolta con diletto e applaudita per la lodevole esecuzione.

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