1916

 

 

25 dicembre 1915-20 gennaio 1916 - “Primaria" Compagnia di opere comiche e operette L'Italianissima
Direttore cav. Gino Vannutelli (Gestione Enrico Pancani a C.); Pietro Sassoli e Ernani Milanesi dir. orch.

dic. 25
La reginetta delle rose, operetta di Ruggero Leoncavallo. (1)

dic. 26
I moschettieri al convento, operetta di Louis Varney. (4)
Tina Ghirelli; M. Levia; L. Castellani; Francesco Pompei; Pericle Palombi; Carolina Meillard; Ester Orsi...

dic. 27
Battaglia di dame, operetta di Mario Bona. (2)
Lidia D'Arsago (con.a d'Autreval); Tina Ghirelli (Leonia di Villegontier); Gino Vannutelli (Enrico); Francesco Gargano (Gustavo); Francesco Pompei (bar. di Montricard); Carolina Meillard (Ebe de Presson); Armando Gianni (Tito de Presson); O. Aliboni (commissario); Roberto Nardini (Beppe); Lorenzo Poratti (staffiere); Assunta Fabbri e F. Chiesa (agenti)

dic. 28
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé "Dalmata". (2)
Tina Ghirelli (Boccaccio); Pericle Palombi (princ. di Palermo); Francesco Gargano (Scalza); Marietta Gargano (Beatrice); Roberto Nardini (Lotteringhi); Ester Palombi (Isabella); Francesco Pompei (Lamberturcio); Ada Gianni (Peronella); M. Levia (Fiammetta); Carolina Meillard (Leonetto); A. Aliboni (vendistorie); C. Aliboni (un incognito); E. Fioretti (maggiordomo); A. Porati (Fresco); Lorenzo Porati (araldo); A. Chiesa (povero); G. D'Azeglio (Rosetta)

dic. 29
La figlia del tamburo maggiore, opera comica "patriottica" di Jacques Offenbach. (3)
Annetta Peretti (Stella); Tina Ghirelli (Claudina); R. Nardini (duca della Volta); Ada Gianni (duch.a); Pericle Palombi (Roberto); Francesco Pompei (Monthabor); Francesco Gargano (Petit Bouchon); Carlo Zera (Griolei); Armando Gianni (march.no Bambinelli); E. Fioretti (nonzolo); O. Aliboni (serg.); Assunta Fabbri (cap.le); Ester Orsi (superiora); L. Aliboni (suor Francesca); C. Canali (Clampas); O. Aliboni e Lorenzo Porati (notai); C. Poletti (cameriere); Carolina Meillard (Lorenza); A. Nardini (Agata)

dic. 30
C'era una volta un lupo, grandiosa rivista di Giovacchino Forzano. (5)

gen. 4
Napoleone e le donne, operetta di Gaetano Luporini. (1)

gen. 4
Al confine, bozzetto di Pietro Sassoli. (2)

gen. 5
Lisistrata, bozzetto-parodia di Paul Lincke. (2)
Lidia D'Arsago, Tina Ghirelli, M. Levia; L. Castellani; Roberto Nardini; Gino Vannutelli; Francesco Pompei; Francesco Gargano; Carolina Meillard; Ada Gianni;...

gen. 7
Il birichino di Parigi, operetta di Alberto Montanari. (2)
Annetta Perretti; L. Castellani; M. Levia; Francesco Gargano; Ester Palombi; Francesco Pompei; Armando Gianni; ...

gen. 10
La candidata, operetta di Ruggero Leoncavallo. (1)
Lidia D'Arsago (Aurora, la candidata); Gino Vannutelli (princ. Franz); Annetta Peretti (Sofronia); Francesco Gargano (pres. Consiglio); Francesco Pompei; Armando Gianni; ...

gen. 12
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (3)
Annetta Peretti (Alice); Tina Ghirelli (Daisy); L. Castellani (Fredy); Ada Gianni (Olga); Pericle Palombi (bar. Hans von Shick); Francesco Pompei (John Couder); Armando Gianni (Dick); Carlo Zera (Tom); O. Orsi (miss Tompson); O. Aliboni (James); R. Luciani (Bill)

gen. 13
Gustavo Buonalana, operetta di Pietro Sassoli. (1)
Tina Ghirelli (Gustavo Buonalana); Annetta Peretti (Susannetta); M. Levia (Giannina); Ada Gianni (Rosetta); Ester Palombi (Nanon); Francesco Pompei (Lucas); Francesco Gargano (Giovannone); Carlo Zera (col. Maranval); Armando Gianni (conte di Latour); O. Aliboni (Corndet); C. Nardini (march. di Roux janne); Carolina Meillard (Giovanna); E. Fioretti (servitore)

gen. 14
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Annetta Peretti; Tina Ghirelli; Gino Vannutelli; Francesco Gargano; Francesco Pompei; ...

gen. 15
Il piccolo re, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Lydia D'Arsago; Tina Ghirelli; Gino Vannutelli; Francesco Gargano; Francesco Pompei; ...

gen. 17
L'incantesimo, operetta del Teatro di Fantasia, musica di Centa Della Morea (contessa de Cardenas). (1)
Tina Ghirelli (Ildebranda); M. Levia (Bianca); L. Castellani (Gilberto); Francesco Gargano (bar. Ugo); Pericle Palombi (duca di Saintome); Carolina Meillard (Giulietta); Roberto Nardini (Barty); Carlo Zera (Enrico); Armando Gianni (Carlo); A. Fioretti (Alfredo Dely); O. Aliboni (Ploguard; messo); Assunta Fabbri e N. D'Azeglio (etere); Marietta Gargano e L. Porati (fanciulle)

gen. 18
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
L. Castellani (conte di Lussenburgo); Francesco Pompei (Basilio); Lidia D'Arsago (Angela); Tina Ghirelli (Giulietta); Roberto Nardini (Armando); O. Orsi (cont.a Kokozoff); Alfredo Romanelli (Sergio); A. Fioretti (Passel); O. Aliboni (Pelegrin); Armando Gianni (Anatolio); L. Romanelli (Clairette); Marietta Gargano (Flacon); A. Canali (Lisette); Assunta Fabbri (Ada).; Armando Gianni (dir. hotel); Carolina Meillard (lift); R. Panaccioni (cameriere)

Anche il nome della compagnia d'operetta, L'Italianissima, rifletteva il momento storico, e ogni occasione era buona per far squillare le fanfare guerresche: con La figlia del tamburo maggiore, ad esempio, fu messo ancora una volta in evidenza quanto poteva scuotere i sentimenti. La locandina riportava che l'operetta sarebbe terminata "a Milano in Piazza del Duomo con la grande entrata trionfale delle Truppe Francesi: banda sul palcoscenico; oltre tutta la compagnia, venti comparse": e il teatro fu ,"tutto completo" in ogni ordine di posti. Nella compagnia vi erano interpreti ben conosciuti: Tina Ghirelli, briosissima, recitava con slancio, facendo sfoggio di voce perfettamente impostata, robusta, colorita e "il suo canto, il suo agire, facevano sempre animare la scena di simpaticissima attraenza"; Annetta Peretti, cantava e recitava con gustosa efficacia; Lidia D'Arsago, anche se freddina come interprete, possedeva non trascurabili mezzi vocali, anche se "alquanto refrattaria all'intonazione che non sempre con buon gusto tentava sostituire e mascherare con artifici di gola" ; Gino Vannutelli "dal bel canto e dalla distinta figura" e, infine, il maestro Sassoli, compositore di alcune delle operette, che però, come direttore, non parve "comunicare slancio alcuno" all'orchestra. La stagione fu molto frequentata, anche se non tutte le produzioni incontrarono il successo pieno, come avvenne all'operetta di apertura. Se il vecchio repertorio francese continuava a riscuotere successo - anche I moschettieri al convento fu uno dei pilastri della stagione - le novità italiane continuavano a non dire nulla di nuovo e di buono: "Su schemi già fatti, l'operetta italiana non può che camminare a ritroso", scrisse la Gazzetta di Parma. Fu presentata anche una rivista, C'era una volta un lupo, che raccolse un caloroso successo, e ritornò sulle scene per ben cinque sere. Il 16 gennaio, nell'ultima replica, fu eseguita aggiornata, con il testo modificato dall'autore nel dialogo e nelle caricature con riferimqnto agli ultimi avvenimenti. Fu un successone: preannuncio di quanto avvenne negli anni a venire, in cui l'operetta, stanca nelle idee, fu soppiantata nei gusti del pubblico da questo genere di spettacolo, che si presentò più vivo e vitale. La prima novità, Napoleone e le donne, in altri teatri anche come L'aquila e le colombe, composizione di un musicista serio e preparato come Gaetano Luporini, trovò "il pubblico incerto e raffreddato per il genere di lavoro non correntemente e comunemente operettistico". Assieme fu eseguito Al confine, bozzetto del direttore dell'orchestra della compagnia, applaudito per il genere d'occasione, non certo per la musica. Sempre restando alla situazione creata dalla guerra, Lisistrata, un'altra novità, per evitare di presentare il nome di autori nemici, vide il compositore Paul Lincke italianizzato in Paolo Linche. Nemmeno questo accorgimento servì però a dare un po' di successo a un lavoro che ebbe soltanto un "onesto battesimo" da un pubblico del tutto freddo: il libretto era povera cosa, cui molto spesso facevano difetto spirito e misura; la tentata parodia della guerra greca era condotta con grossolanità di effetti anacronistici, e "neppure valse a togliere il pubblico dalla sua benevola indifferenza la musica che arieggiava per fedeltà di temi, di ritmi, di tecnica, all'ex universale modello tedesco: ma di originalità, d'ispirazione, nemmeno da parlarne". Il 6 gennaio, epifania, un pubblico numeroso assistette a due spettacoli: alla pomeridiana La figlia del tamburo maggiore, alla serale la replica di Lisistrata. Il 7 fu la serata d'onore di Annetta Peretti, che in un intermezzo del Birichino di Parigi, cantò Torna a Surriento, un'Habanera spagnola e la canzone napoletana Maliziosetta di Gambardella. Chi fece un vero tonfo fu la nuova operetta di Ruggero Leoncavallo: avveniristica satira di costume e avventura di fantapolitica, su libretto di Giovacchino Forzano, era stata presentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Roma il 6 febbraio 1915: immaginava che in una repubblica del 1990 le donne avessero conseguito il diritto di voto, e che il segretario della sezione femminista fosse un gay. L'Inno femminista cantava:

Su fate largo, passan le donne
non più strumenti di vili ebbrezze!
Non più profumi, non più carezze,
ma con la tessera e la scheda in man!

Il critico della Gazzetta, dopo aver ammesso la bontà e l'affiatamento dell'esecuzione, fu feroce: aprì affermando che il commento musicale non avrebbe potuto certo far valido argine alla riconosciuta decadenza artistica del maestro, e proseguì con il rilievo che si trattava dì una musichetta di poco conto, buttata giù alla buona; se non si fosse trattato di un nome, come quello che portava l'autore, la musichetta avrebbe potuto sperare nell'indulgenza per le sue poche pretese e per la strumentazione comunque abile e pregevole, ma era assurdo accogliere certi "rimasugli musicali" di un nome che imponeva doveri. "In tutto lo spartito della Candidata, chi mi sa tirar fuori un solo concetto solido e sentito?" Il pubblico numeroso "aspettava il valzer grazioso, il motivo brillante, la frase melodiosa, ma aspettò invano. Alla fine si ribellò e diede segno di chiara disapprovazione". Un successo fu, forse, l'altra novità, Gustavo Buonalana, il cui libretto era "condotto con bella pratica e ricco fin troppo di situazioni allegre". L'operetta "era una delle migliori dell'odierna produzìone ìtaliana: sempre una cosetta da poco, ma che riesce spesso a divertire e a farsi piacevolmente ascoltare pei pregi di una musica che non era nient'affatto da buttar via" e che si rifaceva all'operetta francese dei bei tempi. Considerato che non fu ripresentata nella stagione, abbiamo il dubbio che le belle parole della cronaca fossero frutto di benevolenza fra colleghi, in quanto il librettista era un giornalista concittadino, Edmondo Corradi. Fu la serata in onore di Tina Ghirelli: dopo il secondo atto cantò Primavera di baci di De Fonzo, Canzone di Napoli di Ernesto De Curtis e, assieme ad Armando Gianni, ballò la Furlana delle campane di Ivan Hartulary Darclée con grazia e sveltezza: venne concesso il bis. Il 17, con L'incantesimo, la serata  fu pro ospedale territoriale della Croce Rossa. Dopo il secondo atto Tina Ghirelli cantò nuovamente Canzone di Napoli e Primavera di baci, Gino Vannutelli recitò il Saluto italico di Giosuè Carducci, e il tenore Castellani eseguì "E lucevan le stelle" nella Tosca, sfoggiando un eccezionale timbro di voce. Chi fu ignorata fu proprio la nuova operetta, che passò sotto silenzio, anche per la recitazione titubante: "la musica era di una ballabile uniformità un tantino soporifera". E il cronista concludeva: "Eh! bisogna esser cavalieri! colle contesse!". L'incasso fu di 1360 lire lorde. Con il Conte di Lussenburgo il 20 si chiuse la non eccezionale stagione: Gino Vannutelli, di cui era la serata d'onore, declamò ancora il Saluto italico.

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5-6 febbraio 1916 - Spettacolo patriottico pro Croce Rossa

Il soldato d'Italia, dramma di Giannino Antona Traversi, commento musicale di Pietro Mascagni.
Mario Mussini dir. orch. (3)

La tournée con questo spettacolo, che consisteva in un dramma intervallato con visioni cinematografiche, movendo da Parma, avrebbe toccato i maggiori teatri. La musica, un commento originale di Mascagni, venne eseguito tra il primo e il secondo atto: un coro e un intermezzo, nient'altro che "alcuni motivetti leggiadri, ma cuciti insieme senza nesso e minor significato". Un pubblico elegante e intellettuale - erano presenti Renato Simoni e Francesco Panzacchi - assistette plaudente: "Dal palco degli ufficiali di cavalleria era facile vedere oltre che l'entusiasmo per il lavoro rappresentato, entusiasmo che io non saprei proprio del tutto giustificare". Il giorno seguente si dettero due spettacoli con pari successo: assistettero i feriti di guerra degli ospedali di Parma.

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29 febbraio-7 marzo 1916 - Compagnia di operette Annetta Gattini e Augusto Angelini

feb. 29
La signorina del cinematografo, operetta di Léon Bard. (1)
Zaira Teheran; Elvira Canepa; De Angelis; ...

mar. 1
Santarellina, operetta di Hervé. (2)
Elvira Canepa; Augusto Angelini; ...

mar. 2
Il soldato di cioccolata, operetta di Franz von Suppé. (1)
Zaira Teheran; Elvira Minoretti; De Angelis; Augusto Angelini; Giovanni Rosa;...

mar. 3
Fanfan la Tulipe, operetta di Louis Varney. (2)
Elvira Canepa; Zaira Teheran; Elvira Minoretti; De Angelis; Ludovico Guidi; Emilio Marangoni; ...

mar. 4
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Zaira Teheran; Elvira Canepa; De Angelis; Ludovico Guidi; ...

mar. 6
I saltimbanchi, operetta di Louis Gaston Ganne. (1)
Bice Di Monreale; Zaira Teheran; De Angelis; Augusto Angelini; Ludovico Guidi; Giovanni Rosa; ...

mar. 7
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (1)
Elvira Canepa; Augusto Angelini; Rosa; Ludovico Guidi; ...

mar. 7
La geisha, operetta inglese di Sidney Jones. (1)

La serata di apertura con La signorina del cinematografo vide un tutto esaurito: Il pubblico fu però restio dal vero applauso, trattandosi di un'edizione del lavoro di Weinberger (anche se sotto le spoglie di Léon Bard, sempre il solito Carlo Lombardo) meno valida delle precedenti. La sera seguente fu un'opera del vecchio repertorio francese ad attirare folla, che applaudì in preda a vera ilarità per lo spassoso lavoro. Nel Soldato di cioccolata, presentato come una novità di Suppé, al cronista della Gazzetta parve riconoscere, "per quanto rimpolpato e modificato, così nel libretto come nella musica, un certo Soldato valoroso, non già di Suppé, ma di Giovanni Strauss", operetta che in ogni modo piacque e riscosse calorosi applausi. Fanfan, definito operetta "patriottica", richiamò numeroso pubblico che, dopo il finale atto secondo, in cui si udivano accordi della Marsigliese, volle eseguita la Marcia reale, bissata fra applausi frenetici. Dell'altra novità, I saltimbanchi, piacque la musica, come pure la debuttante Di Monreale, "bella figurina e simpatica vocina".

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1-9 aprile 1916 - Compagnia di operette Carlo Lombardo n. 2
Umberto Berrettoni dir. orch.

apr. 1
La duchessa del Bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (5)
Giulia Bassi (Edi); Lia Corsini; Rita Cayre (Frou Frou); Fioretti; Augusto Petrucci; Armando Fineschi; ...

apr. 5
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Weinberger. (3)
Giulia Bassi; Rolando Rolandi; Lia Corsini (Mizzi); Armando Fineschi (Fips); Argia Perugino; Augusto Petrucci; ...

apr. 8
Il signore del tassametro, operetta di Alberto Randegger jr, "Triestino". (2)
Giulia Bassi; Luigi Abrate; Lia Corsini; Lia Fineschi; Armando Fineschi; Argia Perugino; Augusto Petrucci; ...

La duchessa del Bal Tabarin, era un'altra delle manipolazioni di Carlo Lombardo, derivata da Sua maestà Mimì di Bruno Grainichstaedten: ma non era tutto qui. Il teatro era pieno fino all'inverosimile per la novità: appena l'orchestra attaccò la prima battuta, il pubblico ricordò che si trattava della stessa cosa della Signorina del telefono, musicata da Gaston Serpette, e che era caduta "or fan quattro anni meno un mese", allo stesso Reinach, "per quanto revisionata da Vizzotto, adesso ufficiale al fronte, e Arturo Franci e rivestita di non molta musica dal maestro Lombardo, il quale, assumendo quello di Léon Bard, ha dato quello di La duchessa del Bal Tabarin all'operetta. Per la parte musicale il pubblico ha ricordato poi tutte le operette del più puro sangue viennese, sentite e risentite ultimamente, tanto che tutte le volte che l'orchestra accennava un motivo, veniva subito completato, fischiettando e canterellando, anche nella sala. E questo il pubblico lo faceva divertendosi immensamente, perché gli è sempre piaciuta l'abilità che ha il Léon Bard nel carezzare i gusti del pubblico, formando dei garbati mosaici musicali [...] delle nuove e vecchie operette del nemico, ma però con tutti quei brani che, in ogni tempo, più son riusciti graditi al pubblico italiano. E fin qui nulla di male ... poiché non vanno diritti d'autore al nemico". L'esecuzione non fu sufficientemente spigliata, essendo la compagnia stanca, avendo lavorato la notte precedente a Ravenna; le repliche ebbero miglior successo, e l'esecuzione denotò brio e scioltezza: fu sempre bissato il "Quartetto degli apaches" e fu assai ammirata Giulia Bassi, per gli ottimi mezzi vocali e la perfetta educazione scenica. Alla terza la parte del tenore fu sostenuta da Rolando Rolandi, fino allora indisposto, che fece sfoggio di grande abilità e di bellissima ed estesa voce. Il 4 la parte di Frou Frou venne sostenuta brillantemente da Lia Corsini. La signorina del cinematografo, altra impresa di Carlo Lombardo di cui abbiamo già detto, fu tutto un applauso a scena aperta e richiesta di bis per l'esecuzione accurata e affiatata. Un trionfo furono i duetti tra Mizzi e Fips, ballati e cantati con garbo. La terza operetta della breve stagione fu Il signore del tassametro, che l'estate precedente era stata presentata a Salsomaggiore, diretta dall'autore. Anche se il libretto di Franci era una collezione di battute vuote, banali, e spesso anche volgari, i duetti e i terzetti comici risultarono di simpatica fattura: la musica "a volte assurgeva a troppo ardite e chiassose potenzialità, ma presentava spesso spunti facili e graziosi, in conclusione, molte cosettine sono piaciute, alcune han divertito, altre hanno fatto il contrario, ed in complesso anche fra noi questa novità è passata". Di merito tutti gli interpreti: in particolare Giulia Bassi, "tutto fascino emana dalla bella personcina e dalla virtù del suo canto", e Luigi Abrate "per l'invidiabile voce. Applauditissimo il maestro Umberto Berrettoni, quello che passò poi con grande onore al teatro lirico e al concertismo.

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22 aprile-2 maggio 1916 - “Primaria” Compagnia di operette e commedie musicali Jolanda-Pozzi-Petroni
Direttore Alfredo Petroni; Gennaro Gaudiosi e Rino Maggioni dir. orch.

apr. 22
La duchessa del bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (3)
Gisella Pozzi (Frou-Frou); Anita Jolanda (Edi); Alfredo Plinio (princ. di Chantal); Alfredo Petroni (Sofia Weber); Giuseppina Bianco (m.me Morel); Giuseppe Braccony (duca di Pontarcy); A. Bragaglia (Grand bec)

apr. 24
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Lombardo. (2)
Gisella Pozzi (Mizzi); Anita Jolanda (Lydia di Rosenstein); Giuseppina Bianco (princ.a di Rosenstein); Alfredo Plinio (conte di Schmabenau); Alfredo Petroni (Fips Gamberl); Roberto Braccony (Maurizio); A. Borghini (conte Oscar); Oreste Bragaglia (princ. Josef); E. Vanelli (bar. Klinger); Ida Gaudiosi (princ.a Kleben); Amelia Sorbi (bar.a Klinger); A. Crimi (postino); L. Crimi (Titi)

apr. 25
Il signore del tassametro, operetta del "Maestro Triestino" Alberto Randegger. (1)
Anita Jolanda (Adriana di Prunelle); Gisella Pozzi (Giulietta); Giuseppina Bianco (Cornelia); Alfredo Plinio (conte di Prulles); Amelia Fioretti (Amaranta); Alfredo Petroni (Lori); Roberto Braccony (Chamerol); A. Crimi (Bigarel); Oreste Bragaglia (chauffeur); Ida Gaudiosi (march.a di Bayard); L. Crimi (Emilia); Amelia Sorbi (cont.a di Belleville); O. Tercaro (march. di Bagard); E. Vanelli (cameriere); A. Borghini (conte di Belleville)

apr. 26
Mia moglie non ha chic, commedia musicale su motivi di Jacques Offenbach. (1)
Gisella Pozzi (Gabriella); Giuseppina Bianco; Alfredo Petroni; Alfredo Plinio; Amelia Fioretti; Roberto Braccony; A. Crimi; ...

apr. 28
Santarellina (Mam'zelle Nitouche), operetta di Hervé. (2)
Gisella Pozzi (Santarellina); Alfredo Petroni (Celestino); Giuseppina Bianco (superiora); Quarto Santarelli (ten. Nancy); Roberto Braccony (magg. di Castel Gibus); Amelia Fioretti (Corinna); A. Crimi (march.no Zoccola); Oreste Bragaglia (Loriot); L. Crimi (Silvia); Ida Gaudiosi (Giulietta); Oreste Bragaglia (dir. scena); G. Caccaviello (macchinista); E. Vanelli (portiere); A. Borghini (uff.); A. Maggi (cap.le); M. Pozzi (monaca)

mag. 1
La figlia di madama Angot, operetta di Charles Lecocq. (1)
Anita Jolanda (m.ma Lange); ...

mag. 2
La bella Elena, opera buffa di Jacques Offenbach. (1)
Anita Jolanda (Elena); Igea Del Colle (Paride); A. Crimi (Menelao); Roberto Braccony (Agamennone); Alfredo Fioretti (Oreste); Alfredo Petroni (Calcante); Oreste Bragaglia (Achille); G. Caccaviello (Ajace I); Giuseppe Sorbi (Ajace II); Ida Gaudiosi (Bacchide); O. Tercaro (Filicomio); A. Borghini (Euclitide); Amelia Sorbi (Lena); G. Dalfré (Partenope); R. Meda (fanciulla)

La compagnia che si presentò in questa stagione di.primavera annoverava dei veri fuoriclasse del genere, che oltretutto recitavano come provetti artisti drammatici. Anita Jolanda, beniamina del pubblico, cantante dalla voce bella, timbrata e pastosa, nonché dotata di una figura della più squisita eleganza, era un'artista tra le più esperte: formatasi con il grande Giulio Marchetti, era stata una stella delle compagnie Favi, Nuovissima e Lombardo; Gisella Pozzi, una soubrette mirabile nel giuoco della fisionomia, indiavolata, piena di grazia e civetteria; Alfredo Petroni, comico "meraviglioso, il più perfetto, il più artista"; Alfredo Plinio, tenore, attore e cantante signorile, sobrio, misurato; Amelia Fioretti, cantante e ballerina vivace e appassionata; Giuseppina Bianco, ottima attrice. I cori erano poi ben composti e affiatati, e l'orchestra attentissima negli effetti e nei coloriti. Con questa premessa va da sé che la serata inaugurale fu una festa. Il 24 aprile la Gazzetta riportava la notizia dell'immaturo decesso a Firenze di Giulio Marchetti, notizia che fu accolta con costernazione dai membri della compagnia, e da tutti coloro che avevano avuto modo di apprezzare le sue meravigliose interpretazioni e i fulgidi allestimenti. Se per Il signore del tassametro il pubblico fu più o meno divertito e i brani musicali furono più o meno gustati, la novità Mia moglie non ha chic, riduzione in operetta della brillante pochade che Ermete Zacconi aveva portato sulle scene di prosa, sembrò troppo poco commedia e non abbastanza operetta: la musica di Offenbach fu comunque ascoltata con piacere. Gli applausi furono però pochi e nemmeno numerosi, anche se l'esecuzione fu eccellente per affiatamento, eleganza e correttezza. La vecchia Santarellina fece uscire il 28 aprile in matte risate il numeroso pubblico, e in un intermezzo il buffo Alfredo Petroni, seratante, diresse una sua Sinfonia comica: doni, applausi, bis. Il 1 maggio andò in scena, al posto della Bella Elena, di cui non erano giunti i costumi, Madama Angot: per mancanza di prove l'esecuzione risultò slegata. L'ultimo giorno fu anche la serata della Jolanda, che presentò delle romanze del Tosti "dette e cantate con squisito sentimento artistico".

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28-29 giugno 1916 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Alberto Boccolini per la prima e Giuseppe Del Campo per la seconda dir. orch.; Everardo Bernardelli m. coro; P. Conti m. sost.

Werther, dramma lirico, musica di Jules Massenet. (2)
Giuseppe Giorgi (Werther) t; Dino Lusardi (Alberto) br; Ubaldo Ceccarelli (podestà) bs; Antonio Prati (Schmidt) t; Edoardo Nicolicchia (Johann) br; Ida Bergamasco (Carlotta) s; Irma Mion (Sofia) s

L'opera era in tournée, e aveva già incontrato il successo a Brescia, Verona, Pavia, e al Teatro Storchi di Modena. In questa città sarebbe ritornata dopo le ese-cuzioni di Parma. Malgrado la mancanza di affiatamento tra orchestra a palcoscenico, a causa della scarsità di prove, l'esito fu buono. Per un'indisposizione, il baritono Aristide Baracchi fu sostituito all'ultimo momento dal Lusardi. Il pubblico comunque ebbe modo di gustare la musica e di apprezzarre in particolar modo il tenore Giorgi e la Bergamasco, come pure molto bene si disimpegnarono i bambini dei cori, istruiti dal maestro Bernardelli. Alla seconda furono invitati i militari feriti in cura negli ospedali della città: diresse, e trionfò, il barone Giuseppe Del Campo, che il giorno prima era stato ammirato come primo violoncello. Oltre allo spettacolo, il baritono Edoardo Faticanti, militare in un reggimento di artiglieria di stanza a Parma, cantò il Prologo dei Pagliacci e "Santa medaglia" nel Faust. Come bis offerse l'"Esultate" nell' Otello, mandando il pubblico in visibilio. La Bergamasco si esibì in un'aria della Cavalleria e, con il pubblico in piedi, nell'Inno di Mameli: al pianoforte Giuseppe Del Campo.

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Luglio-agosto 1916 - Spettacoli di beneficenza

lug. 2
Serata pro mutilati di guerra
M. Dotti m. banda del Presidio; Giuseppe Del Campo pf.

Parte I. Inni degli Alleati (Musica militare); Arrigo Boito: Mefistofele, "Nenia" (Maria Zamboni s); Jules Massenet: Il re di Lahore, "O casto fiore" (Edoardo Faticanti br); Ruggero Leoncavallo: Pagliacci, duetto (Maria Zamboni e Edoardo Faticanti); Pietro Mascagni: Ratcliff, Sogno (Musica militare).
Parte II. Giuseppe Verdi: La forza del destino, sinfonia (Musica militare); Giuseppe Verdi: Un ballo in maschera, aria atto III (Edoardo Faticanti br); Carlo Comandini: Omer Pascià, concerto per violino (Ercole Giaccone vl); Ferdinando Paër: Romanza (Maria Zamboni); Giuseppe Verdi: Inno delle nazioni (Musica militare)

Il programma, che comprese anche interventi di dicitori e di comici, all'ultimo momento nella parte musicale venne aumentato sfruttando la presenza in un reggimento di artiglieria di stanza a Parma del tenore Guido Volpi che cantò ""Donna non vidi mai" nella Manon di Puccini, "Oh paradiso" nell'Africana di Meyerbeer e il duetto tenore-baritono nella Gioconda di Ponchielli. La folla che assiepava il teatro applaudì tutto e tutti cordialmente.

lug. 23
Trattenimento pro bambini delle terre redente

Non abbiamo trovato il programma di questo trattenimento promosso dalla Dante Alighieri: dalla cronaca della serata riportata dalla Gazzetta sappiamo che la banda presidiaria, diretta dal maestro M. Dotti, eseguì le sinfonie delle Maschere, dei Vespri siciliani e del Guglielmo Tell; che fu recitato un atto unico; che Norandino Pallini e Soncini eseguirono la sinfonia della Semiramide col pianoforte a quattro mani, che Giuseppe Del Campo accompagnò al pianoforte il soprano Evelina Nini in "Una voce poco fa" nel Barbiere e il baritono Edmondo Grandini nella cavatina del Barbiere; che il violinista Ercole Giaccone eseguì e bissò la Fantasia sulla Carmen di Jeno Hubay, che Gino Gonizzi presentò una sua Serenata per violini, violoncelli e arpe; che vennero declamate poesie ed odi e che la Nini e il Grandini eseguirono il duetto nel Rigoletto. Applausi.

ago. 6
Trattenimento a beneficio degli attori drammatici permensi forzatamente in riposo

Un programma vario, dai sonetti di Carducci allo scherzo comico, raccolse un pubblico numeroso e plaudente. La parte musicale vide la banda presidiaria, diretta dal maestro Dotti, eseguire la pantomima del Cid e la "Danza delle Ondine" nella Loreley, e Giuseppe Del Campo accompagnare al pianoforte il contralto Antonietta Bazzani, che dovette bissare la sua esecuzione (da noi sconosciuta), e il duetto della Forza del destino, interpretato dal baritono Faticanti e dal tenore Radaelli.

set. 20

La Musica militare presidiaria intervenne allo spettacolo organizzato dal Comitato di preparazione civile, eseguendo alcune sinfonie e la Marcia reale

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27-28 settembre 1816 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Compagnia Lirica Cooperativa; Luigi Galanti dir. orch.; Alfonso Parenti m. sost. e dir. coro.

Lucia di Lammermoor, dramma tragico, musica di Gaetano Donizetti. (2)
Luigi Piazza (Enrico) br; Malvina Pereira (Lucia) s; Antonio Saludas (Edgardo) t; Luigi Gandi (Arturo) t; Alfredo Fiorini (Raimondo) bs; Creusa Casadei (Alisa) ms; Giorgio Sanesi (Normanno) t

Una folla imponente, ma armata di una severità così grande, da diventare in taluni momenti persino arcigna, assistette a una esecuzione per forza di cose ricca di tutte quelle mende che non possono non ornare abitualmente gli spettacoli di questi generi di tournée, che spostano soltanto le prime parti, e dove giungono hanno da creare in fretta l'affiatamento con le masse corali e orchestrali. Comunque i cantanti dettero prova di bravura, e vi furono applausi per tutti: brillò la Pereira, voce dolcissima, che fece sfoggio con sicurezza e limpidezza di tutta una serie di gorgheggi, trilli, vocalizzi. La replica tributò dimostrazioni entusiastiche di simpatia.

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17-22 ottobre 1916 - Compagnia Italiana di operette-riviste e ballo Città di Roma
Direttore Aristide Gargano; Adolfo Albertoni dir. orch.

ott. 19
La principessa moderna, operetta di François (Heinrich Reinhardt). (1)
Elvira Canepa (Amaranta); Quarto Santarelli (Metislao); Massimo Muccioli (conte Ierzanbischi); Lia Albertoni (Tina); ...

ott. 19
La gran via, zarzuela di Federico Chueca e Joaquín Valverde. (2)
Elvira Canepa (Menegilda); M. Mecchia (fannullone); Quarto Santarelli (cavaliere di grazia); Manfredo Bianchi (cap.le); Rino Pozzi e Arturo Borghi (sold.); M. Moratti (dott.); Maria Borghi (Pasquita; via del Lanternino); Lina Pozzi (Juanita; via della Libertà); A. Fleris (via degli Affitti); Aristide Gargano (Ecamilla); Aida Muccioli e M. Galletti (marinaretti); Massimo Muccioli, S. Valentini e Rino Pozzi (ladri); G. Valentini, C. Calì ed Edgardo Ghirotti (guardie); Maria Croce (via Larga); E. Pilotta (via del Monastero); C. Ghirotti (via del Soldato)

ott. 20
I dragoni del re, operetta di Giuseppe Fainy. (2)
Aristide Gargano (Wan Lich); Elvira Canepa (Claretta); Aida Muccioli (Maria); Quarto Santarelli (ten. Dupont); Manfredo Bianchi (visc. De Nanson); Massimo Muccioli (magg.); Rino Pozzi (Brik Brok)

Queste operette assieme a riviste, scherzi comici e divertimenti danzanti, vennero eseguite dagli stessi interpreti: la stagione, infatti, si era aperta con Ti conosco mascherina di Gil Blas, che nel famoso locale di Milano specializzato nel varietà, la Taverna Rossa, aveva tenuto la scena per quarantadue sere consecutive. La Gazzetta non riporta l'esito degli spettacoli del 19 ottobre: sappiamo così solo del successo dei Dragoni e del pubblico divertito per merito del Gargano. Elvira Canepa fu definita ""impareggiabile soubrette, artista graziosa e vivace". Assieme a questa operetta venne rappresentato il divertimento danzante Fleur d'amour.

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31 ottobre-20 novembre 1916 - “Primaria” Compagnia di opere comiche ed operette della Casa editrice Mauro
Direzione Renato Trucchi; Domenico Lombardo, Vittorio Palma e Arnaldo Fontana dir. orch.

ott. 31
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Weinberger. (3)
Nietta Zanoncelli (Mizzi); Ida Besido (Lydia di Rosenstein); Maria Sandoni Cappelli (princ.a di Rosenstein); Dino Bona (conte di Schmabenau); Renato Trucchi (Fips Gamberl); Zenobio Navarini; ...

nov. 1
Il signore del tassametro, operetta del maestro triestino Alberto Randegger. (3)
Nietta Zanoncelli (Giulietta); Ida Besido (Adriana); Gilda Masini (Amaranta); Dino Bona (Luciano); Renato Trucchi (Lori); Giulio Greni (chauffeur); V. Bombardi (bar. di Billier); A. Giombini (march di Bayard); G. Vega (conte di Belleville); Maria Sandoni Cappelli (Cornelia); Gina Zanoncelli (march.a di Bayard); Zenobio Navarrini (Bigarel); E. Boschetti (Chamerol); A. Pascucci, (bar.a di Bilier); C. Papani (cont.a di Belleville); N. Tateo (cameriera)

nov. 2
Donna Juanita, operetta di Franz von Suppé. (2)
Ida Besido (Renato Doufour; donna Juanita); Franco Ciancamerla (gen.); Renato Trucchi (alcade); Zenobio Navarrini (sir Douglas); Dino Bona (Gastone); L. Gini (don Riego); Arrigo Boschetti (Gil Polo); A. Pavia (Rodriguez); A. Arrigoni (Beefstach); Gilda Masini (Petrita); Maria Sandoni Cappelli (Olimpia); L. Pascucci (donna Tepa); Gina Zanoncelli (Mercedes); N. Tateo e C. Papani (studenti)

nov. 3
La duchessa del Bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (5)
Nietta Zanoncelli (Frou-Frou); Gilda Masini (Edi); Dino Bona (princ. Ottavio); Zenobio Navarrini (duca di Pontarcy); N. Tateo (Atenaide); A. Pascucci (Alsina); Arrigo Boschetti (Grandbec); G. Vega (conte Bosel); Renato Trucchi (Sofia Veber); Maria Sandoni Cappelli (m.me Morel); A. Tateo (Grigri); A. Lombardi (Lavalliere); A. Arrigoni (Chucard); Giulio Greni (cameriere)

nov. 4
Il toreador, operetta inglese di Lionel Monckton. (1)
Nietta Zanoncelli (Susetta); Gilda Masini (Teresa); Renato Trucchi (Gig Sammy); Dino Bona (Cacarel); A. Sandoni (Amelia); N. Tateo (Dora); Gina Zanoncelli (Nancy); A. Vitucci (Isabella); A. Pascucci (Ethel), C. Papani (damigella), A. Arrigoni (avventore); Talete Sportoletti (facchino); Zenobio Navarrini (Parry); Giulio Greni (Archic); L. Gini (Archy); A. Arrigoni (Augusto); E. Boschetti (gov. di Villaya; Probit); A. Pavia (Moreno); L. Gini (Rinaldo); G. Giombini (cameriere)

nov. 6
Mia moglie non ha chic, commedia musicale su motivi di Jacques Offenbach. (1)
Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; Dino Bona; Gilda Masini; Maria Sandoni Cappelli; ...

nov. 7
Sua altezza balla il valzer, operetta di Leo Ascher. (2)
Ida Besido (princ.a Maria); Nietta Zanoncelli (Lisa); Renato Trucchi (Peppino); L. Gini (Luigi); Zenobio Navarrini (Charanzon); A. Arrigoni (Tortolin); Giulio Greni (Mascim); N. Boschetti (Battista); Talete Sportoletti (guardacaccia); Maria Sandoni Cappelli (m.me De Calasce); Arrigo Boschetti (Domenico); Gina Zanoncelli (Maddalena); A. Pavia (gigi); R. Greni (conte Blenda); G. Vega (Rameau); A. Arrigoni (avventore)

nov. 8
La moglie ideale. (2)
Dino Bona; Ida Besido; Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; G. Gini; ...

nov. 9
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Dino Bona (Ottavio); Renato Trucchi (Dagoberto); Nietta Zanoncelli (Gipsy); Zenobio Navarini (Bernardo); Ida Beside, (Eva); Arrigo Boschetti (Voisin); G Gini (Prunelles); Arturo Gennari (Matteo); A. Pavia (Teddy); Giulio Greni (Gustavo); N. Tateo (Elly); Gina Zanoncelli (Zizi); A. Pascucci (Lolò); G. Giombini (chauffeur)

nov. 10
La diva dell'operetta, operetta di Domenico Lombardo. (1)
Ida Besido (Luciana d'Estrelle); Nietta Zanoncelli (Golinette); Ida De Lys (Sannette); Maria Sandoni Cappelli (zia Agnese); Dino Bona (bar. Alberto); G. Gini (Giorgio); Giulio Greni (Cartouche); A. Pavia (Père); A. Arrigoni (Offenbach); G. Lombardo (Charles); Renato Trucchi (Totoche); Zenobio Navarrini (Trifouille); N. Tateo (Maria Stuarda); A. Boschetti (Stefano); C. Bonsignore (Laroche); Gina Zanoncelli (Fleur d'automne); C. Papani (Ninon)

nov. 13
Santarellina, operetta di Hervé. (3)
Nietta Zanoncelli (Dionisia); Renato Trucchi (Celestino); Maria Sandoni Cappelli (madre superiora); C. Papani (suor Maria); N. Tateo (Corinna); A. Pascucci (Giulietta); Gina Zanoncelli (Elvira); A. Pavia (macchinista); Zenobio Navarrini (magg. di Castel Gibus); L. Gini (ten. di Nany); Giulio Greni (march.no Zoccola; Loriot); Arrigo Boschetti (impresario); G. Vega (uff.)

nov. 15
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (3)
Dino Bona (conte di Lussenburgo); Zenobio Navarrini (Basilio); Ida Besido (Angela); Nietta Zanoncelli (Giulietta); Renato Trucchi (Brissard); Maria Sandoni Cappelli (cont.a Kokozoff); Giulio Greni (Sergio); Arrigo Boschetti (Paolo); A. Pavia (Pelegrin); Arturo Gennari (Anatolio; cameriere); Gina Zanoncelli (Lidonia); A. Pascucci (Aurelia); C. Papani (Coralia); Franco Ciancamerla (dir. hotel); G. Giombini (Carlo)

nov. 20
Histoire d'un Pierrot, pantomima di Mario Costa. (1)
Nietta Zanoncelli (Pierrot); Renato Trucchi (Pochinet); N. Tateo (Louisette); Giulio Greni (Julot); A. Pascucci (Fifine); Ida De Lys (piccolo Pierrot)

Lohengrin Campanini dispose che da questa stagione gli spettacoli avessero inizio alle ore 20,30 precise, che gli intervalli fossero più brevi possibile; che alle feste fossero date due recite, una diurna e una serale, e che l'utile di una rappresentazione di ogni compagnia fosse devoluta a favore delle vittime della guerra. La compagnia diretta dal grande Renato Trucchi, "artista corretto e gustoso", dette tutta una serie di spettacoli perfetti, sempre senza suggeritore, meravigliosamente affiatati, eseguiti con vivacità ed arte piacevolissima, divertentissimi e inscenati con gusto ed eleganza - alcuni costumi erano di Caramba. Ogni serata fu a teatro gremito, e si ebbero applausi, chiamate e richieste di bis: diversi duetti tra Renato Trucchi e la soubrette Nietta Zanoncelli dovettero addirittura essere trissati. Il 2 novembre venne "annunciata la vittoria delle nostre armi sul Carso e tutti gli artisti e il pubblico, alzandosi in piedi con entusiastici battimani hanno acclamato il valore dei nostri soldati, mentre i professori d'orchestra, pur essi in piedi, suonarono la Marcia reale". Il tenore Bona, nato Bonamici, parmigiano, ebbe la sua serata d'onore con La moglie ideale. "Giovane assai promettente, volenteroso e studioso, dotato d'un volume di voce che non è sempre facile trovare negli artisti d'operetta", divise gli applausi con il violoncellista Ferrari per un a solo tra le quinte, e con l'altro parmigiano, il direttore dell'orchestra Arnaldo Fontana. Domenico Lombardo presentò una sua nuova creazione, La diva dell'operetta. Doveva essere un vizio di famiglia, ma da quanto scrisse la Gazzetta di Parma, sembrava di assistere ad una del fratello Carlo. "Mentre si svolgeva sulla scena, nell'orchestra si succedevano i valtzer, gli spunti, i vecchi ritmi, le note cadenze, tante volte sentiti, in tante altre operette e, chiudendo gli occhi, pareva di assistere allo svolgimento di tutte quelle altre operette che avevano generosamente dato in prestito tante cose, talune indubbiamente piacevoli, ma pur sempre già udite e fors'anche già applaudite. Ma ieri sera tutta quella sfilata di valtzer imbastiti ed appiccicati attorno ad un libretto vuoto, vuotissimo, non ha avuto la forza di risvegliare l'applauso. Ida Besido, vera diva per bellezza ed eleganza, ebbe un caldo successo d'ammirazione, mentre la Tateo pareva un "bijou di bisquit". L'11 novembre, genetliaco di S.M. il Re, l'intera compagnia dopo il secondo atto cantò l'Inno a Battisti di G. De Martino. Il 13, fu la serata in onore del comico Renato Trucchi che, dopo il secondo atto, disse il monologo Il piede della donna di Gandolin. Sia in Santarellina, che in questo pezzo fu magnifico: corretto e arguto, con una comicità sottile e misurata tenne viva l'ilarità più schietta per tutta la serata. Il 14, una ripresa di Donna Juanita, l'utile andò alla Croce Rossa, e il 17, la serata di Ida Besido, "interprete perfetta, deliziosa, appassionata, di grande espressione e sentimento", fu causa di "esplosioni vivissime di applausi spontanei, unanimi e calorosi", specie quando in un intermezzo cantò la romanza Rimpianto di Enrico Toselli. Il 20, serata di commiato e in onore della soubrette Nietta Zanoncelli, che dopo l'Histoire d'un Pierrot cantò due canzonette del vecchio repertorio: L'era fasol e Il cestino rotto. Nella pantomima, "pur essendo fuori del suo campo abituale, apparve per forza della sua svegliata e pronta intelligenza, di immensa espressione ed efficacia". Terminato il felice "corso" di spettacoli, la compagnia si recò a Mantova, dopo aver firmato il contratto per ritornare al Reinach per il novembre dell'anno a venire.

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13-14 dicembre 1916 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Enrico Romano dir. orch.

Don Pasquale, dramma buffo, musica di Pasquale Donizetti. (2)
Concetto Patema (don Pasquale) bs; Ernesto Badini (dott. Malatesta) br; Italo Cristalli (Emesto) t; Ida Cattorini (Norina) s

Pubblico affollatissimo, fu come ad ogni prima d'opera attento e severo, al punto di non concedere alcun applauso di sortita. L'esecuzione procedette piana, serena, fastosa, e tutti gli interpreti vennero festeggiati anche con la richiesta di bis. Anche alla replica l'esito fu ottimo, e si ebbero ovazioni dopo i singoli brani e al termine di ogni atto. Cristalli bissò la romanza del secondo atto.

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