1919

 

 

24 dicembre 1918-4 febbraio 1919 - Compagnia di operette Gino Vannutelli
Pietro Sassoli dir. orch.

dic. 24
La regina del fonografo, operetta di Léon Bard. (2)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; Francesco Gargano; ...

dic. 25
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (3)
Dora Theor; ...

dic. 26
La duchessa del Bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (6)
Dora Theor; Esther Baldi (Edi); Gino Vannutelli; Armando Gianni; Italia Del Lago; Maria Gargano; ...

dic. 27
Claudina, operetta di Rudolf Berger. (2)
Dora Theor; Gino Vannutelli; Esther Barone; Armando Gianni; ...

dic. 30
I moschettieri al convento, operetta di Louis Varney. (6)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; ...

dic. 31
Addio giovinezza, opera comica di Giuseppe Pietri. (2)
Antonio Borghese; ...

gen. 2
Il birichino di Parigi, operetta di Alberto Montanari. (3)
Dora Theor; ...

gen. 7
La reginetta delle rose, operetta di Ruggero Leoncavallo. (3)
Annetta Peretti (Lilliana); Esther Barone; Italia Del Lago; Guido Checchi; Nino Graziani; Francesco Gargano; ...

gen. 9
Madama di Tebe, operetta di Carlo Lombardo. (8)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; Italia Del Lago; Guido Checchi; Maria Gargano; Enrico Dezan; ...

gen. 13
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (2)
Annetta Peretti; ...

gen. 17
Lucciola, operetta di Giuseppe Pietri. (3)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; Italia Del Lago; Guido Checchi; Francesco Gargano; A. Porati; Enrico Dezan; ...

gen. 20
La figlia del tamburo maggiore, opera comica di Jacques Offenbach. (2)
Annetta Peretti; ...

gen. 21
Vita parigina, opera buffa di Jacques Offenbach, nella riduzione di Enrico Pancani. (1)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Esther Barone; Ada Gianni; Arnaldo Gianni; Guido Checchi; ...

gen. 22
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (3)

gen. 24
La ragazza della taverna, operetta di Enrico Pancani. (1)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; ...

gen. 25
Eva, operetta di Franz Lehar. (3)
Dora Theor; Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; ...

gen. 29
La vendemmia, operetta di Emilio Gragnani. (1)
Annetta Peretti; Gino Vannutelli; Armando Gianni; Maria Gargano; ...

feb. 1
Sogno di un valzer, operetta di Oscar Straus. (3)
Dora Theor; ...

Questa fu la stagione più lunga al Teatro Reinach: oltre ai quarantadue giorni, in quelli festivi si dettero due spettacoli. La smobilitazione era in corso, e il pubblico ritornò ad essere in prevalenza quello parmigiano: e ricominciarono le lamentele nei confronti di certi spettatori... La Gazzetta di Parma del 26 gennaio rilevava che "dai palchi in su, se è lecito mangiare ad esuberanza ingordamente degli aranci durante tutto lo spettacolo, non è lecito scaraventare sul pubblico che ha preso posto nelle poltrone tutte le buccie, gli aranci cattivi, e poi i mozziconi di sigari, e quant'altro lassù si ha di superfluo, così in bocca come nelle tasche". Il cronista osservava che il decreto prefettizio 1 novembre 1910 faceva bella mostra di sé all'ingresso del teatro, ma che nessuno si preoccupava di applicarne nemmeno un articolo: non sarebbe stato bene fare allora osservare quanto era in esso prescritto? "Gli agenti dell'ordine, che quando l'operetta piace ce n'è in sala un pubblico stragrande, non potrebbero distogliere un momentino dalla contemplazione del palcoscenico e chiedere loro di fare qualche cosa di più utile?". Fin dalla prima strepitosa serata -   dovettero intervenire i carabinieri per frenare l'affluenza del pubblico, che voleva entrare anche se il teatro era colmo in ogni angolo - la stagione fu una serie quasi ininterrotta di tutto esaurito. La compagnia si presentava con un cast di prim'ordine: se il direttore Gino Vannutelli, come interprete fu giudicato "attore dalla recitazione perfetta e cantante dalla voce estesa, simpatica e ben timbrata", e dette vita a duetti sempre bissati con Annetta Peretti "dalla bella voce e dal vivace talento", pari successo incontrava la coppia brillante, composta da Dora Theor - "pareva una figurina di Sevres" - unitamente ad Armando Gianni che, malgrado la fresca età, era "artista acuto e fine, perfetto nel trucco, nella dizione, nello spirito, figura che sapeva creare attorno a sé quell'atmosfera d'imponderabile letizia, che immancabilmente risvegliava negli spettatori la gaiezza più viva e sincera; dalla comicità saporita, felicissimo sempre nella composizione delle sue macchiette". Accanto a questi - ma anche tutti gli altri - "erano gustosi e cantavano e recitavano molto bene" - si distingueva Maria Gargano, ballerina scatenata. Per quel che riguarda le novità, la cronaca della Madama di Tebe, che con le otto repliche segnò il massimo numero di recite della stagione, fu lunga e dettagliata. Andata in scena per la prima volta al Teatro Fossati di Milano il 7 marzo 1918, negli ultimi mesi del conflitto, quando maggiori erano le conseguenze sui civili, oggi il titolo non ci dice niente, in quanto la città greca non ha nulla a che fare con la trama. All'epoca madame de Thabuis era lo pseudonimo di una famosa giornalista francese che predicava sventure e catastrofi sullo schieramento bellico alleato. Joseph Szulc, un polacco, aveva scritto un'operetta, Flup, e l'aveva presentata a Bruxelles nel 1913: pensando che l'autore appartenesse a questo popolo, la Gazzetta scrisse che "l'eroico" Belgio - con la prima guerra mondiale, questo era diventato l'aggettivo qualificativo del paese - era da additarsi quale responsabile della musica: "poiché, mentre la guerra si svolgeva più viva, Carlo Lombardo, abbandonando le consuete fonti, aveva preso il belga Flup e l'aveva trasformato in Madama di Tebe". Non era modificata però la procedura, ammannendo un libretto basato sui soliti clichés, manipolati con mestiere eccellente, in grado di creare situazioni spesso irresistibili in cui compariva di tutto, non esclusa una certa atmosfera parigina con gli immancabili apaches e le gigolettes di Montmartre. La musica presentava "valser ferventi e languidissimi, marcette lievi e trascinanti, tangos gustosissimi, duettini lirici di buona levatura sentimentale, minuetti incipriati e campane crepuscolari di effetto irresistibile e romanzette sospirose. Se certi atteggiamenti, se certe situazioni sceniche ci richiamano alla memoria altri atteggiamenti e situazioni ben noti, pure non è possibile sottrarsi alle reti d'un assai piacevole e malioso incantamento che emana da tutta l'operetta [...] ché ha in sé tutti gli elementi per piacere alla folla, e garantire un sicuro successo di cassetta". Al trionfo contribuì l'orchestra che dette risalto a tutta la parte musicale, ponendo in evidenza i pregi della gustosa orchestrazione. La successiva novità fu Lucciola dell'autore di quell'Addio giovinezza, la fortunata operetta che aveva superato le duemila rappresentazioni in Italia, Spagna, Portogallo e America. Anche se Pietri si presentò delicato, spontaneo, felice nei concertati, pieno di grazia nei brani melodici, confermandosi compositore provetto e felicissimo, il numerosissimo pubblico rimase freddo, terribilmente freddo. "La musica è troppo seria e troppo ben fatta per un'operetta, ed il libretto [...] manca la comicità che tanto diletta in teatro: mentre vi sono troppe battute che dovrebbero essere spiritose, e invece sono melense, oppure volgari. [...] Ed ora una domanda alla censura ed a chi compila il cartellone: - Perché avete messo quell'avvertimento "Spettacolo adatto per signorine"? - Non si sono accorti di tutte le volgarità che sono sparse nella parte prosastica? O si trattava forse di fioriture aggiunte all'ultima ora sulla scena? E poi, è vero che è sempre una cosa deliziosissima ammirare la Theor quando cambia toletta, ma c'è proprio bisogno di far ciò alla ribalta?". L'ultima novità della stagione, La vendemmia, un "idillio musicale" su libretto di Eugenio Bettarini, fu quell'operetta che l'autore, il giovanissimo Enrico Gragnani, aveva preparato l'anno prima a Parma. Di lui Edmondo Corradi, in una serie di profili di musicisti d'operette pubblicati sulla Gazzetta di Parma in quello stesso anno, scrisse che era il più giovane e uno dei più fecondi: "Ingegno facilissimo, ispirazione spontanea, poca o nessuna cura della forma musicale, che deve pure contare qualche cosa, anche in un'operetta. Della giovinezza estrema, egli ha tutti i difetti e tutte le buone, le ottime qualità. La sua musica è fresca, limpida, varia di ritmi e di movenze. Esprime quasi sempre un pensiero, un'intenzione, un proponimento d'arte lungi da ogni lenocinio, da ogni servile condannata imitazione viennese. [...] Gragnani è anche un grande lavoratore. L'avvenire è suo". Malgrado questo roseo pronostico per il futuro, il presente, almeno al Teatro Reinach, si presentò con ben differenti tinte. Il 29 gennaio, quando fu presentata l'operetta, nevicava, e il cronista, riferendosi a quest'evento atmosferico, celiò che, in pieno inverno, una vendemmia non poteva dare buon vino, aver fortuna: indifferenza, freddo, silenzio, accompagnarono infatti l'esecuzione. "Mancava quel raggio di sole che arrossa i grappoli, mancava il canto fresco e spensierato, mancava la trovata per risvegliare il riso, l'onesta birichineria, la sbrigliatezza serena che ci vuole nell'operetta per divertire". Il tenue libretto - una povera cosa, impasto di situazioni svolte con mano poco esperta, con assoluta mancanza di spirito, con dialoghi banali, quando non addirittura idioti - per quel che riguarda la musica, era stato sommerso da rumorosità mascagnane e da arie melodrammatiche non idonee, e sfruttava anch'essa le danze e i couplets. "Si ispiri ai nostri venerati maestri dello stile giocoso e scelga un libretto chiaro, semplice, leggero!", era il consiglio dell'estensore. In conclusione, l'unica cosa che interessò fu una furlana, eseguita da Armando Gianni e da Maria Gargano, che venne bissata: si può dire che gli unici applausi andarono a delle agilissime gambe. "Non si replica".

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8-31 marzo 1919 - Stagione d'opera di primavera
Terzi impr.; Attilio Parelli dir. orch.; Aldo Lazzari m. sost.; Annibale Pizzarelli dir. coro.

mar. 8
Rigoletto, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (7)
Carlo Broccardi (duca di Mantova) t; Matteo Dragoni (Rigoletto) br; Albertina Cassani (Gilda) s; Carlo Walter (Sparafucile) bs; Gisella Adorni (Maddalena) ms;...

Alla prima dovette essere respinto il numeroso pubblico, che dovette accontentarsi di acquistare il biglietto per la seconda. Anche per l'opera il cronista rilevava che, finita la guerra, il pubblico era ritornato ad essere quello di sempre: di una severità eccezionale verso gli interpreti, ma che giungeva tardi in teatro, rendendo tutto il primo atto un via vai di gente, che disturbava quanti erano stati più puntuali, e che a loro volta zittivano i nuovi arrivati. Anche se la rappresentazione risentiva di una preparazione affrettata, il pubblico applaudì gli interpreti. L'orchestra, ritornata quella di una volta, essendo stati smobilitati i suoi buoni elementi, fu molto apprezzata. I cori, composti dai membri della Scuola comunale di Canto Corale, anche se cantavano bene, erano impacciati nei costumi e incerti nei movimenti. Le repliche migliorarono gli assetti, e la vecchia opera dimostrò di conservare intatta la sua forza d'attrazione. Il 13 non si poté andare in scena per un'indisposizione della Cassani, e si riprese il 15.

mar. 18
La Wally, dramma, musica di Alfredo Catalani. (6)
Francisca Solari (Wally) s; Gisella Adorni (Afra) ms; la Tuctan (Walter) s; Enrico Trentini (Hagenbach) t; Gaetano Morellato (Gellner) br; Concetto Paterna (il pedone) bs

La prima avrebbe dovuto avere inizio il 15: per difficoltà nelle prove venne invece rinviata al 18. Un pubblico elegante e affollato ascoltò con viva attenzione, quasi con raccoglimento, una esecuzione che dalle repliche si fece anche più franca, più colorita, più viva. Lo spettacolo fu soddisfacente, in particolare per merito della Solari che regnò sovrana sulla scena e sul pubblico: cantò con passione e delicatezza, guidata e infiammata dal suo temperamento; grandi applausi la salutarono dopo "Ebben n'andrò lontano". Per quel che riguarda il tenore, un giovane, parte del pubblico, "suggestionata dagli acuti del quarto atto, volle applaudirlo ed evocarlo alla ribalta, e fu bene: perché è sempre meglio essere cortesi". Bene anche il giovane baritono e il basso. Il coro della Società Euterpe fu applaudito: come pure il maestro Parelli con l'orchestra per la magistrale esecuzione specie del preludio atto terzo. Il 31, ultima della stagione, la serata fu in suo onore.

mar. 24
Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (4)
Romano Ciaroff (Almaviva) t; Concetto Paterna (Bartolo) bs; Albertina Cassani (Rosina) s; Gaetano Morellato (Figaro) br; Glarlo Walter (Basilio) bs

Tutti gli spettacoli furono affollati, e il pubblico, soddisfatto, fu largo in applausi per gli interpreti, l'orchestra e il direttore.

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1-30 aprile 1919 - Compagnia di operette e danze Giovanni Molasso
Direttore Arturo Furlai; Pericle Fulignoli e Domenico Bazan dir. orch.; Luigi Aquilino effetti luce.

apr. 1
Madama di Tebe, operetta di Carlo Lombardo. (4)
Nelly Castagnetta; Amelia Fioretti; Armando Laurini; Argia Perugino; Arturo Furlai; Silvio Furlai; ...

apr. 3
Eva, operetta di Franz Lehar. (4)
Edda Ristori; Amelia Fioretti (Gipsy); Armando Laurini; Arturo Furlai; Silvio Furlai; ...

apr. 4
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (3)
Nelly Castagnetta; Erminia Russo; Argia Perugino; Anna Pessi; Arturo Furlai; Silvio Furlai; il Molteni; ...

apr. 7
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (3)
Edda Ristori; Amelia Fioretti; Armando Laurini; Arturo Furlai; il Molteni; ...

apr. 11
La duchessa del Bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (4)
Edda Ristori (Edi); Amelia Fioretti (Frou Frou); Argia Perugino; Anna Pessi; Armando Laurìni; Arturo Furlai; Silvio Furlai; Battaglini; Serina Molasso, Giovanni Molasso, Mario Molasso, Mario Marocco, Olga Recchia (ballerini);...

apr. 17
La signorina del cinematografo, operetta di Carlo Weinberger. (2)
Amelia Fioretti; Silvio Furlai; Nelly Castagnetta; Armando Laurini; Argia Perugino; Arturo Furlai; ...

apr. 19
La regina del fonografo, operetta di Léon Bard. (4)
Amelia Fioretti (la regina); Silvio Furlai; Arturo Furlai; Argia Perugino; Nelly Castagnetta; Armando Laurini; ...

apr. 23
La principessa dei dollari, operetta di Leo Falls (2)
Armando Laurini; Amelia Fioretti; Nelly Castagnetta; Argia Perugino;Anna Pessi; Arturo Furlai; Silvio Furlai; Adriano Battaglini; l'Amato; Achille Perugino; ...

apr. 25
Santarellina, operetta di Hervé. (3)
Arturo Furlai (Floridoro, Celestino); Amelia Fioretti; D'Anselmi;

apr. 26
La donna che ride, operetta di Amedeo Bartoli. (2)
Nelly Castagnetta; Armando Laurini; Argia Perugino; Arturo Furlai; Silvio Furlai; Adriano Battaglini; ...

La compagnia diretta da Giovanni Molasso si era formata venti giorni prima e proveniva da Ferrara: sia la messa in scena, come pure i costumi, erano nuovi, sfarzosi e, per formarsi un repertorio, gli artisti a Parma, oltre a recitare, dovevano studiare intensamente tutti i giorni per mettere a punto gli spettacoli. Questi vennero presentati con dignità, senza ricorrere ai facili mezzi per strappare le grasse risate e il plauso del volgo, riscuotendo vivo successo con veri capolavori di classe, buon gusto e scrupolosità. Il cronista, in occasione di un nuovo trionfo, giunse a scrivere che alcuni degli spettacoli gareggiavano con quelli indimenticabili che a suo tempo aveva presentato Giulio Marchetti. Oltre alle operette, erano presentati dei balli, il cui coreografo e primo ballerino era Giovanni Molasso, coadiuvato dai figli Serina e Mario, oltre ad alcuni giovani che si erano formati alla sua scuola. La compagnia era composta da ottimi elementi: Amelia Fioretti, graziosissima, divenne subito una beniamina del pubblico, che l'aveva conosciuta cinque anni prima come ballerina nella compagnia Magnani: ritornava adesso nel "modernissimo" ruolo della soubrette per le parti delle eroine brillanti, vivaci, saltellanti: "colle seduzioni della parvenza e le lusinghe del sorriso dava festosità, spontaneità, eleganza alle sue interpretazioni";  Edda Ristori, tralasciando di fare la concertista di arpa, era la prima donna soprano: debuttante, forte della sua giovinezza, bellezza, calda e simpatica voce, si affermò come cantante. Il 16, nella serata in suo onore, (in cui la parte di Gipsy, essendo indisposta la Fioretti, venne disimpegnata dalla Castagnetta) dette prova di essere arpista e pianista perfetta: accompagnando il suo canto con questi strumenti, dovette bissare le arie così eseguite. Il tenore Laurini era un cantante apprezzatissimo per lo sfoggio della splendida voce che gli permetteva dei brillanti acuti; Arturo Furlai era un comico gustosissimo, dall'irresistibile comicità; Nelly Castagnetta un'appassionata e colorita cantante, mentre, a fine stagione, giunse un nuovo acquisto della compagnia, il promettente tenore D'Anselmi. Date le caratteristiche della compagnia, in diversi spettacoli si ebbero intermezzi di danza, tra cui le azioni mimiche Amour d'apache, Scene di vita di Montmartre e La deliziosa: il 15 la serata si articolò nel secondo atto del Conte di Lussenburgo, preceduto dal balletto La deliziosa e seguito da quello intitolato Parigi di notte. L'unica novità fu La donna che ride, operetta con parole e musica di Amedeo Bartoli, che era stata battezzata sei mesi prima al Teatro Fossati di Milano: a detta della Gazzetta, il folto pubblico si accontentò molto, e si divertì in conseguenza, applaudendo. Il libretto non era peggiore di tanti altri, e l'autore l'aveva rivestito "alla moda d'adesso, cioè molto succintamente, di musica lieve ma piacevole, ripetendosi, e qualche volta veramente buona. Musica che afferma un buon ingegno nel suo autore, ma non una forte volontà di lavorare".

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16-29 maggio 1919 - Compagnia di operette della Casa editrice Mauro n.1
Direttore Renato Trucchi; Vittorio Palma e Carlo Cuffia dir. orch.

mag. 16
Eva, operetta di Franz Lehar. (2)
Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; Vanina De Nardis; Dino Bona; ...

mag. 17
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; Vanina De Nardis; Dino Bona; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; ...

mag. 19
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (3)
Vanina De Nardis (Anna Glavari); Dino Bona (Danilo); Renato Trucchi (Niegus); Bianca Cuffia; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; ...

mag. 20
Il cavaliere della luna, operetta di Carl Michael Ziehrer. (1)
Nietta Zanoncelli; Vanina De Nardis; Dino Bona; Renato Trucchi; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; ...

mag. 22
Santarellina, operetta di Hervé. (1)
Ida De Lys (Santarellina); Renato Trucchi; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; Carlo Navarrini; Alessandro Bassi; ...

mag. 23
Ladro d'amore, operetta di Alberto Randegger. (1)
Vanina De Nardis; Dino Bona; Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; Carlo Navarrini; ...

mag. 24
Papillon, operetta di Carlo Cuffia. (1)
Nietta Zanoncelli; Renato Trucchi; Carlo Navarrini; Zenobio Navarrini; Maria Sandoni Cappelli; ... 1

mag. 26
Amami Alfredo, operetta di Ettore Bellini. (1)
Nietta Zanoncelli (Viola); Renato Trucchi; Ida De Lys; Dino Bona; Maria Sandoni Cappelli; Zenobio Navarrini; Carlo Navarrini; ...

mag. 27
Il caso di Mimì, operetta di Icilio Sadun. (2)
Nietta Zanoncelli (Mimì); Ida De Lys; Maria Sandoni Cappelli; Renato Trucchi (l'archeologo); Dino Bona; Zenobio Navarrini; Carlo Navarrini; ...

mag. 28
Toreador, operetta di Lionel Monckton. (2)
Renato Trucchi; ...

Un applauso di sortita per ogni membro della compagnia salutò la prima della stagione, entusiasmo che continuò per tutto lo spettacolo e in tutti quelli della stagione. I bravissimi interpreti erano ben conosciuti al pubblico di Parma, che già altre volte aveva dimostrato loro affetto e stima. Apprezzata anche l'orchestra, il cui direttore dirigeva senza partitura, e applausi particolari ebbe il primo violino, Arturo Mazza, per gli a solo. Le esecuzioni, abolito il suggeritore, dettero prova di magnifico affiatamento, colorito, fusione tra orchestra e palcoscenico. Dopo cinque anni di assenza ritornò La vedova allegra, attesa da una vera folla di ammiratori, che subissò l'esecuzione di applausi e richieste di bis. Il 21, serata in onore del concittadino Bonamici, Bona, il conte Danilo fu particolarmente applaudito, essendosi il tenore dimostrato buon dicitore e artista versatile: per l'occasione cantò con espressione e dolcezza una canzone di Ettore Bellini, "un gioiello". La prima novità fu Ladro d'amore, l'ultimo lavoro di Alberto Randegger, l'infelice compositore deceduto a soli trentott'anni "per la strana epidemia dello scorso autunno", quella spagnola che aveva causato più morti dell'intera prima guerra mondiale appena terminata. L'esecuzione tenne avvinta l'attenzione del pubblico con situazioni nuove e originali. Era "però rivestito di musica troppo bella troppo pensata elaborata e seria, per fondersi con l'azione. Sembrava fatta per aleggiare attorno a qualche cosa di più elevato e nobile, che non la frivola e ridente operetta. Infatti si annunciava il lavoro con una sinfonia di perfetta fattura ed equilibrio e proseguiva con ispirazione piena di serietà e con lavorio orchestrale complesso e severo che rivelava ad ogni istante l'altezza dell'ispirazione, l'austerità degli studi compiuti, ed il progresso fatto come compositore. [...] Ora non ci resta che rimpiangere la scomparsa di un così bell'ingegno". Si ebbero degli applausi , probabilmente di rispetto, in quanto il lavoro non fu ripresentato. Con questo spettacolo si tenne la serata in onore della De Nardis, "l'eletta artista dal fine intelletto, dalla bella voce e dal metodo di canto correttissimo alla quale il nostro pubblico rende abitualmente meritato onore". Senza repliche fu anche Papillon di quel Carlo Cuffia che, spacciandosi per Turner, era già venuto a Parma con Ba-ta-clan. Una musica facile, gaia, orecchiabile, dagli spunti che, se non sempre originali, erano almeno piacevoli, ricopriva il libretto di Paolo Reni: qualche applauso e richiesta di bis agli ottimi interpreti. Il 26 Nietta Zanoncelli, una delle più applaudite soubrettes del teatro italiano, per la sua serata eseguì D'altri giammai!, una canzone del direttore d'orchestra della compagnia Vittorio Palma, e La leggenda del Piave di E.A. Mario, suscitando una tempesta di applausi. L'ultimo nuovo arrivo sulle scene del Reinach fu Il caso di Mimì, lavoro di Icilio Sadun, già allievo del Conservatorio di Parma: anche qui applausi e richieste di bis per un'operetta che non era né migliore né peggiore di tante altre che giravano: qualche espressione divertente, e una musica che scorreva via facile, accompagnando ariette e graziosi balletti: il finale fu ripetuto quattro volte, e si diceva che in altre città veniva anche cantato da tutto il pubblico... La stagione si concluse con Il toreador, in onore di Renato Trucchi che, per la circostanza, disse La donna bleu di Renato Simoni, con musica di E.A. Mario: "Dove c'è Renato Trucchi c'è sempre allegria, inesauribile comicità, prontezza inarrivabile nel trovare in ogni occasione il frizzo acuto".

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1919 - Concerti vocali e strumentali

lug.12
Concerto pro Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra
Ebe Boccolini s; Edmondo Grandini br; Luigi Ferrari Trecate pf.

Parte I. Carl Eckert: Serenata (coro); Hamma: La quiete della sera (coro); Ruggero Leoncavallo: Pagliacci, Prologo (br); Giacomo Meyerbeer: Dinorah, "Sei vendicata alfin" (br); Arrigo Boito: Mefistofele, "Nenia" (s).
Parte II. Robert Schumann: I trovatori (coro); Abt: Maggiolata (coro); Umberto Giordano: Andrea Chenier, "Monologo" (br); Vallaros: Serenata nordica (coro); Giacomo Puccini: Tosca, "Vissi d'arte" (s); De Billé: I cavalieri della notte (coro)

Dopo la stasi della guerra, la Corale Verdi, associazione che compiva i cinquant'anni, volle ripresentarsi al pubblico organizzando questo grandioso concerto che vide il tutto esaurito: applausi e bis a mai finire.

lug. 26-27
Concerti pro orfani di guerra
Annibale Pizzarelli dir. coro; Giuseppe Taccani t; Medea Colombano s; Giuseppe Bellantoni br; Giuseppe Del Campo pf.

Concerto n. 1
Parte I. De Billé: La sera (coro); Umberto giordano: Andrea Chenier, "Improvviso" (t); Georges Bizet: I pescatori, romanza (s); Jules Massenet: Erodiade, romanza (br); Zinetti: Sorrento (coro).
Parte II. Karel Weis: Le rose e le stelle (coro); Giacomo Meyerbeer: L'africana; "O paradiso" (t); Charles Gounod: Faust: "Aria dei gioielli" (s); Romanza (br); Amilcare Ponchielli: La Gioconda, duetto t-br; Vittore Veneziani: Inno a Frescobaldi (coro)

Promosso dalla Società "Pro Oltre-Torrente" con la Corale Euterpe, il concerto attirò un grande pubblico entusiasta che, con i bis, portò a raddoppiare la durata del programma: grande successo anche per il soprano, una bolognese debuttante. Per venire incontro alle richieste, il programma venne ripetuto il giorno dopo con pari successo.

Concerto n. 2
Parte I. Giovanni Bolzoni: Il lavoro (coro); Umberto Giordano: Andrea Chenier, "Improvviso" (t); Alfredo Catalani: La Wally, "Ebben ne andrò lontano" (s); Giuseppe Verdi: Ernani, aria (br).
Parte II. Felix Mendelssohn Bartholdy: Beati i morti (coro); Amilcare Ponchielli: La Gioconda, "Cielo e mar" (t); Giacomo Meyerbeer: L'Africana "O paradiso" (t); Georges Bizet: Carmen, aria (s); Giuseppe Verdi: Un ballo in maschera, aria (br); Karel Weis: Le rose e le stelle (coro); Giuseppe Verdi: La forza del destino, duetto t-br

set.30
Tournée Grand guignol musicale.
Alfredo Manini autore della musica e dir. orch.; Piero Schivazzi t; Ersilia Bosich; Irene Baldi.

Lo Schivazzi era il creatore e animatore di questa novità: nel 1912 il Vidali, movendo dalle scene del Teatro Reinach aveva tentato di imporre questo genere di commedia musicale e, durante la guerra, Giannino Antona Traversi e Pietro Mascagni avevano analogamente proposto un'azione drammatica. Un folto pubblico fu presente a questo Grand guignol musicale: l'allestimento risultò un pò affrettato e non sollevò l'entusiasmo.

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26-30 novembre 1919 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Leone Masi impr.; Carmelo Castagnino dir. orch.

Fedora, dramma, musica di Umberto Giordano. (4)
Elvira Magliulo (Fedora) s; Annita Santoro (Olga) s; Francesco De Sebini (Loris) t; Aristide Anceschi (De Siriex) br: Palai; Morselli; Correnti; Barone

Per la prima l'impresario volle profumare la sala e offrì omaggi floreali al folto pubblico. Lo spettacolo, seguito con attenzione, incontrò notevole successo con il procedere della rappresentazione, la cui interpretazione fu lodevolissima. Molto ammirato il soprano, corretto il baritono, mentre il tenore debuttante, giovane reduce di guerra e allievo di Manlio Bavagnoli, fece sfoggio di splendidi mezzi vocali che, anche se a volte usati con troppo facile prodigalità, dove occorreva furono contenuti nella giusta delicatezza. Ottima l'orchestra, di cui fu applaudito "freneticamente" l'intermezzo orchestrale. Anche meglio, per l'esecuzione più affiatata e più franca, andarono le repliche sempre alla presenza di numeroso pubblico. Per l'ultima, "mai vista tanta folla elegante" accalcata in ogni ordine di posti e accolta con fiori e profumi, fu un'altra festa.

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1-22 dicembre 1919 - Compagnia di opere comiche e féeries Città di Milano
Direttore Dante Majeroni; Rino Maggioni a Costantino Lombardo dir. orch.

dic. 1
La duchessa del Bal Tabarin, operetta di Léon Bard. (2)
Florica Cristoforeanu (Frou Frou); Carla Spinelli (Edi); Riccardo Massucci; Guglielmo Zanasi; Sofia Reis; Domenico Marrone; ...

dic. 4
Eva, operetta di Franz Lehar. (2)
Florica Cristoforeanu; (Eva); Teresita Gonzales (Gipsy); Riccardo Massucci; Guglielmo Zanasi; ...

dic. 5
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (2)
Florica Cristoforeanu (Susanna); Flora Gerra (Giacomina); Dante Majeroni; Riccardo Massucci; Sofia Reis; Cesare Curti; Domenico Marrone; ...

dic. 7
Madama di Tebe, operetta di Carlo Lombardo. (3)
Florica Cristoforeanu; Riccardo Massucci; Carla Spinelli; Guglielmo Zanasi; Domenico Marrone; Sofia Reis; ...

dic. 9
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
Rosanna Sanmarco (Angela Didier); Cesare Curti; Flora Gerra; Riccardo Massucci; ...

dic. 10
La Pompadour, operetta di Costantino Lombardo. (3)
Florica Cristoforeanu (la Pompadour); Teresita Gonzales (cav. d'Eon); Riccardo Massucci (Lebel); Domenico Marrone; Sofia Reis; Guglielmo Mazzoni; ...

dic. 13
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Dante Majeroni (bar. Zeta); Rosanna Sanmarco (Valencienne); Guglielmo Zanasi (Danilo); Florica Cristoforeanu (Anna Glavari); Luigi Pierattini (Camillo); Domenico Marrone; ...

dic. 15
Una notte al Moulin Rouge, operetta di Joseph Urban. (2)
Riccardo Massucci; Flora Gerra; Teresita Gonzales; Domenico Marrone; Rosanna Sanmarco; Sofia Reis; Ofelia Majeroni; Luigi Pierattini; ...

dic. 16
Addio giovinezza, opera comica di Giuseppe Pietri. (2)
Riccardo Massucci; Florica Cristoforeanu; Flora Gerra; Guglielmo Zanasi; ...

dic. 19
Vita d'artista, operetta di Costantino Lombardo. (1)
Florica Cristoforeanu; Riccardo Massucci; ...

dic. 20
Sogno di un valzer, operetta di Oscar Straus. (2)
Florica Cristoforeanu (Franzi); Rosanna Sanmarco; Ofelia Majeroni; Riccardo Masucci; Guglielmo Zanasi; Domenico Marrone; ...

Fu con la grandiosa compagnia Città di Milano, che adesso apparteneva alla Cristoforeanu, Majeroni e Carlo Lombardo, che il famoso soprano romeno venne per la prima volta al Teatro Reinach di Parma. Si leggeva che la Cristoforeanu era stata una stella del Teatro Nazionale di Bucarest, ma che, attratta dalla piccola lirica italiana, presto era stata annoverata tra le dive più prestigiose. D'altra parte i numeri per il successo non le mancavano: avvenente nella figura, elegante, recitava bene e con brio, ed era un vero soprano, che poteva dare prova di una bella voce, estesa e ben educata. Anche Parma tributò una calda accoglienza a questa artista che si dimostrò superiore per distinzione, correttezza, signorilità e fascino. Accanto a lei si distinsero Dante Majeroni, un attore perfetto che ricordava il suo grande e indimenticabile maestro Giulio Marchetti, dimostrando con quanta aristocratica bellezza sapeva nobilitare la scena; Riccardo Masucci, giovane attor comico figlio d'arte, che sapeva creare attorno a sé un'atmosfera di imponderabile letizia donando gustose interpretazioni, pur restando sempre artista corretto e acuto; la vivacissima Teresita Gonzales, la deliziosa gaia e civettuola Flora Gerra, che sapeva imprimere alle sue danze tanta passione, il nuovo acquisto della compagnia, il debuttante tenore Pierattini, ammirato per la bella voce e la facilità di emissione dei suoi limpidi acuti, e tutti gli altri. Al valore e all'affiatamento di questi esecutori, bisogna aggiungere le scene e i costumi di ottimo gusto ed eleganza, per comprendere come alcune delle recite fossero giudicate come le migliori mai avute a Parma: così, almeno, si scrisse per la ripresa della Vedova allegra. La prima novità della stagione fu La Pompadour: sul libretto, "un piccolo capolavoro che sfruttava con gaiezza un gustoso spunto", Costantino Lombardo, maestro nel cogliere e raggruppare con abilità sottile quanto di più attraente ci fosse in ogni campo, aveva tessuto non tanta musica, tolta persino dal café-chantant, ma graziosamente incipriata e in armonia con l'epoca della favola. A detta del cronista della Gazzetta aveva avuto "il coraggio in molte parti di staccarsi da quella forma costante che fino ieri ci veniva dalle rive del Danubio. Salutiamo oggi il tentativo, ed auguriamoci che si affermi presto vittoriosamente". Ancora Costantino Lombardo fu l'autore della seconda novità della stagione, Vita d'artista: fu rilevato che non era una novità, ma una cosa rinnovata. "Tanto non importa nulla se la favola non è peregrina e se la tessitura non brilla per originalità. Quel che conta è che [Lombardo] ha creato genialmente una favola rivestita e ornata con brani di musica che piacciono e appassionano". Piacque? Essendo la serata in onore della Cristoforeanu, onorata anche dalla presenza di Tullio Serafin, il palcoscenico era diventato una serra fiorita, mentre la rappresentazione fu una serie ininterrotta di applausi per la divetta, con chiamate e richieste di bis. Lo spettacolo di domenica 21 pomeriggio fu sospeso per lasciar posto all'estrazione della lotteria "Pro Lega proletaria", preceduta da alcuni pezzi cantati dalla Società corale Euterpe, diretta dal maestro Pizzarelli, mentre quello della sera fu abolito per lutto a causa della morte del maestro Cleofonte Campanini. Il 22, ultima della stagione, per iniziativa di alcuni studenti del Regio Istituto Tecnico, l'utile della seconda della Notte al Moulin Rouge, con l'aggiunta di alcuni numeri di canto della Gonzales e del Massucci, e di danza per il corpo di ballo, fu devoluto in favore degli orfani di guerra.

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