1925

 

 

6-8 aprile 1925 - Compagnia delle operette in un atto di Nino Graziano
Direttore Luigi Vitali

apr. 6
La vera Violetta, operetta di Edmund Eysler
Amaranta, operetta di Franz Lehar
Parigi mia, operetta di Robert Stolz

apr. 7
La vera Violetta, operetta di Edmund Eysler
Stato d'assedio, operetta di A. Aycler
Il treno delle 10,40, operetta di Giardino

apr. 8
Il caporale Susine, operetta di Luigi Dall'Argine
Scompartimento per signore sole, operetta di Federico Collino
Amaranta, operetta di Franz Lehar.

Se escludiamo Il caporale Susine di Dall'Argine, per tutti i lavori si trattò di novità per Parma. La compagnia presentò come interpreti il brillante Luigi Vitali, la soubrette Nelly Bazzan, i soprani Wanda D'Aragona e Lydia D'Arsago, e un notevole corpo di ballo, in cui prima ballerina era Maria Azzolini. Alla prima sera intervenne un folto pubblico, ma l'accoglienza non fu del tutto entusistica, in quanto si ebbe da ridire sull'edizione che poteva essere più corretta e decorosa: se bella era la messa in scena, scadenti vennero giudicati coro e balletto. Alla seconda vi era poco pubblico, mentre la rappresentazione si concluse felicemente con applausi e chiamate per tutti. Per l'ultima serata non fu riportata la cronaca.

Torna su

9 aprile 1925 - Concerto
Società dei Canterini Forlivesi. Cesare Martuzzi dir. coro.

Parte I. Dalla tradizione popolare: Noi andrem sulla riva del mar; La pesca dell'anello; Ninan Bubù (armonizzazione di F.B. Pratella); Cesare Martuzzi: A gramadora.
Parte II. Dalla tradizione popolare: Io son nata verginella; Cesare Martuzzi: La vosta rosa; Rumagna marzulena; Francesco Balilla Pratella: Al fugaren.
Parte III. Antica lauda di Natale (armonizzazione di F.B. Pratella); Cesare Martuzzi: E' mi paes; Francesco Balilla Pratella: Ninna nanna; Burdèli ch'va e la festa

Le "cante in coro" sono canzoni popolari che la vecchia Romagna ha conservato attraverso la secolare tradizione canora. Per tenere in vita e riportare in auge questo repertorio, nel 1910 era nato a Forlì questo complesso, composto da appassionati appartenenti a ogni ceto sociale, per iniziativa del poeta Aldo Spallicci e del maestro Cesare Martuzzi. Per l'esecuzione a Parma - biglietto ridotto per i membri della Società dei Concerti del Regio Conservatorio - era stata scelta la sera del giovedì santo: prima del concerto il poeta Spallicci, presidente della Corale, illustrò questo "rito mistico ed artistico". "Davanti ad un insolito concorso di pubblico largo di plauso e richieste di bis", i giovani cantori - tutti maschi - "non ostante la uniformità dei ritmi e le parche sensazioni coloristiche di cui era materiato il programma", dettero vita a un programma di cui le lodi vennero intessute a larghe mani e con uno stile incredibilmente fiorito dal direttore del Conservatorio di musica, Guglielmo Zuelli, nella Gazzetta del 10 aprile.

Torna su

11-19 aprile 1925 - Compagnia di operette e grandi riviste Guido Riccioli
Enrico Montesano dir. orch.

apr. 11
E' arrivato l'ambasciatore, operetta di Ettore Bellini. (2)
Nanda Primavera (Susanna); Vincenzina Barbetti (Marianna); Egle Aleardi (Leda); Ubaldo Torricini (bar. Mario); Guido Riccioli (Onorato); Luigi Merazzi (zio Salomone); ...

apr. 12
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (2)
Nanda Primavera; Guido Riccioli; Egle Aleardi; Giuseppe Domar; ...

apr. 13
Casta diva, operetta di Ettore Bellini. (2)
Guido Riccioli; Nanda Primavera; Egle Aleardi; Ubaldo Torricini; ...

apr. 15
Acqua cheta, operetta di Giuseppe Pietri. (2)
Giuseppe Domar (Cecchino); Guido Riccioli (Stinchi); Nanda Primavera; Titiana Kerneciviz; Bianca Castagnetta; Luigi Merazzi; ...

apr. 17
La stilèe, operetta di Riccardo Caucci e Dino Rulli. (2)
Nanda Primavera; Guido Riccioli; Titiana Kerneciviz; Ubaldo Torricini; Vincenzina Barbetti; Luigi Merazzi; Alberto Prot; Bianca Castagnetta; ...

Il ritorno della compagnia Riccioli era attesa per il buon ricordo che aveva lasciato l'anno precedente. Folla elegante, applausi, chiamate; bis, salutarono tutti gli spettacoli della breve stagione. La cronaca fu una sintetica ripetizione di quanto aveva già recentemente espresso, mentre l'unica novità presentata, La stilée, ricevette una notevole attenzione. Il libretto era opera dello stesso Caucci ,il quale, non schiavo delle operette moderne che si rassomigliano come tanti clichèts, ha creato del grottesco con situazioni comicissime che si alternano a pagine sentimentali di buon effetto". La musica, invece, venne scritta assieme all'altro noto compositore di questo genere Dino Rulli. Anche se i manifesti, che annunziavano la replica "a generale richiesta", parlavano di grande successo, non si può dire che fu esattamente così. L'operetta dimostrò di avere qualcosa di vitale, in quanto scatenò un contrasto di giudizi disparati che le dettero l'importanza di un avvenimento artistico: clamore assordante dei sibili da una parte e opposti battimani entusiastici salutarono ogni fine d'atto; e poi discussioni, pareri opposti, appassionati esami critici, cose mai avvenute in questo genere di spettacoli. Se il libretto - a parere del "vice" che, perplesso, firmò la recensione sulla Gazzetta - presentava una trama che poteva essere quella di qualunque vecchia pochade nemmeno molto felice, se la sceneggiatura era a volte precipitata ed illogica, se il lavoro era "audacemente spregiudicato", la rivestitura musicale costituiva senza dubbio la parte più valida, presentando diverse pagine musicali che condivano piacevolmente i tre atti, quali "la danza della vodka", lo shimmy, e specialmente l'aria del "Cantuccio dei baci". Per quel che riguarda l'esecuzione, la messa in scena era lussuosa, originale e di buon gusto, i costumi ricchi, le masse corali, il corpo di ballo e gli artisti affiatati, volenterosi e meritevoli di lode, la concertazione e direzione orchestrale mirabile. La cronaca della serata si poté sintetizzare in tentativi di applauso, zittiti, al primo atto; due chiamate tra contrasti dopo il secondo, ed una, contestatissima, alla fine. Assisteva il maestro Caucci che fu chiamato alla ribalta ed applaudito.

Torna su

20-30 aprile 1925 - Compagnia di operette e opere comiche della casa musicale ISAPLIO
Giuseppe Fiore consigliere; Pompeo Pompei direttore; Rino Maggioni e Alberto Tamburelli dir. orch.

apr. 20
Mazurka bleu, operetta di Franz Lehar. (2)
Gina Vidach (Bianca); Amelia Fioretti (Gretel); Luigi Abrate (conte Olinsky); Enrico Dezan (Angioletto); M. Scrivani (bar.a Olinsky); Pompeo Pompei (bar. Foraiger); Enrico Turconi (Planting); Riccardo Liccardi (Klandage); Alberto Simeoni (Peter); Maria Belloni (prima ballerina)

apr. 21
Frasquita, operetta di Franz Lehar. (2)
Gina Vidach; Luigi Abrate; Enrico Dezan; Amelia Fioretti; Pompeo Pompei; ...

apr. 22
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (2)
Pompeo Pompei (Attanasio Prot); Luisa Salani Abrate (Nela); Maria Bianca Estellina (Bombon) s; Luigi Abrate (Hans); Enrico Dezan (La Gaffe); ...

apr. 24
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (1)
Amelia Fioretti (Salomè); Luisa Salani Abrate (Gaby Gutter); Luigi Abrate (Totò); Enrico Dezan (Chic)

apr. 26
D'Artagnan, operetta di Louis Varney. (1)
Maria Bianca Estellina (D'Artagnan); Luisa Salani Abrate (Costanza); Adele Baratelli (Armida); Luigi Abrate (Aramis); Riccardb Liccardi (Porthos); Longo (Athos); Enrico Dezan (Planchet); Pompeo Pompei; ...

apr. 27
Madame Pompadour, operetta di Leo Fall. (1)

apr. 28
Salomé danza, operetta di Vittore. (1)

apr. 29
La bajadera, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Enrico Dezan; Amelia Fioretti; Maria Bianca Estellina; Luigi Abrate; ...

Stagione assai poco felice per questa compagnia, che aveva avuto la sfortuna di iniziare subito dopo la conclusione di quella di Guido Riccioli e Nanda Primavera. Gli interpreti si disimpegnarono con onore: il tenore Abrate, che nella lirica aveva cantato anche al Teatro Regio nella Dejanice, fece sfoggio della bella voce potente, la Salani mise in evidenza la sua aggraziata, Amelia Fioretti fu una soubrette all'altezza del ruolo brillante e il Dezan fu un comico garbatissimo, e si fece apprezzare come ballerino eccezionale. Se la prima si aprì con applausi e il favore del pubblico, il secondo spettacolo, che si tenne il 21 aprile, ebbe inizio con la Marcia reale, essendo stato promosso quell'anno il natale di Roma a festa nazionale. Il paese dei campanelli, la prima novità, su libretto di Carlo Lombardo, che aveva imbastito una trama originale e graziosa, e che, per il grande successo che aveva mietuto nelle maggiori piazze, era attesa da un folto pubblico interessato: mentre Puccini è alle prese con una Turandot dal cuore di ghiaccio, qui si smonta in chiave ironica il sentimento della gelosia del melodramma, e tutti, mariti e mogli, si tradiscono con allegria, mettendo in luce un costume più libero e disincantato, e il campanello con il suo suono, avverte che il piacere ha avuto la meglio. L' operetta non piacque al cronista della Gazzetta che la definì un seguito di situazioni e frasi volgari e banali: "V'è solamente una buona musichetta, facilmente orecchiabile e perciò molto gradita al pubblico nostro. Ma null'altro". Giudizio quantomeno severo, dato che si deve ricordare che il trio d'arpa, violoncello e violino, costituisce una pagina musicale non irrilevante: forse il malcontento fu causato "dall'aumento inopportuno dei prezzi dei biglietti,", per cui si ebbero pochi applausi alla fine di ogni atto, qualche bis per le danze; le scene vennero giudicate di poco buon gusto, graziosi invece i costumi. Tutti gli artisti vennero festeggiati per la buona preparazione e l'ottimo affiatamento. Si poté considerare quasi una novità, non essendo ritornato "sulle minori scene" di Parma per ventitre anni, il D'Artagnan di Varney: benché la musica fosse giudicata ben fatta e graziosa, il soggetto divertente, accurata l'esecuzione, il successo fu mediocre. Non piacque invece decisamente Madame Pompadour, che denotava scarsa preparazione: fece giudicare allo scarso pubblico bello il primo atto, mediocre il secondo e scadente il terzo. Un altro infortunio Salomé danza: la Gazzetta scrisse che nessuna delle novità presentate aveva avuto successo: "Scelte male? rappresentate male? E' certo che questa supera in cretineria tutte le altre che l'hanno preceduta". La conclusione era che forse era meglio riesumare il vecchio, come d'altra parte faceva questa casa editrice. La sera del 29, ultima della stagione, fu la serata d'onore del Dezan, che offrì una imitazione di Charlot: ebbe successo assieme all'operetta rappresentata: "Peccato che sia arrivato solo adesso".

Torna su

18 maggio 1925 - Tournée della compagnia goliardica degli studenti genovesi
Mario Baistrocchi dir.

Signorina lo confesso, operetta. (1)

La Gazzetta non riportò né gli interpreti né la cronaca dello spettacolo, essendo tutti gli spazi occupati dalle celebrazioni delle "giornate mariane".

Torna su

6 giugno 1925 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Giovanni Frattini dir. orch.; Cesare Brena, Gaetano Comelli e Pirro Sbrana m. sost.

Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (1)
Gualtiero Giustini (Almaviva) t; Alessio Solei (Bartolo) bs; Ada Lavezzari (Rosina) s; Mariano Stabile (Figaro) br; Fernando Autori (Basilio) bs; Giovanni Novelli (Fiorello) t; Margherita Chiesa (Berta) s

La locandina si fregiava del titolone: "Grande tournée del celebre Baritono Comm. Mariano Stabile". Non siamo certi che sia stata data soltanto una la recita, in quanto in quella settimana la Gazzetta uscì soltanto una volta, e ci riporta che lo spettacolo del 6 giugno fu un immenso successo: per Stabile, un magnifico Figaro, che tutti erano abituati a considerare esclusivamente il più grande Falstaff vivente, ma che non conoscevano in altri ruoli; per l'Autori, giudicato magistrale nella "Calunnia"; per la Lavezzari, che fece sfoggio di belle doti di virtuosa; per il Solei, un Bartolo meraviglioso; per il tenore Giustini, all'inizio della carriera, fine dicitore pieno di grazia. Non fu dimenticato il direttore d'orchestra, che ricevette la sua razione di aggettivi laudativi.

Torna su

21-30 ottobre 1925 - Compagnia di operette e féeries cav. Luigi Maresca
Proprietario e direttore Nino Eller; Nuto Navarrini condirettore; Ottavio Arpino dir. orch.

ott. 21
Luna park, operetta di Virgilio Ranzato. (3)
Elodia Maresca; Carmen Roccabella; Elena Tani; Guido Agnoletti; Nuto Navarrini; ...

ott. 23
La danza delle libellule, operetta di Franz Lehar. (2)

ott. 24
Dall'ago al milione, féerie di Luigi Dall'Argine. (2)

ott. 25
La figlia dei faraoni, operetta di Roberto Bonicelli. (2)
Elodia Maresca; Nuto Navarrini; Guido Agnoletti; Carmen Roccabella; ...

ott. 27
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Nuto Navarrini; Maria Romano; Giuseppe Moscatelli; ...

ott. 29
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (1)

Durante il periodo estivo il Teatro Reinach si era dedicato soltanto al cinematografo: la pubblicità lo vantava come il locale più fresco di Parma, e il pubblico venne attirato dalle "films a serie", telenovele ante litteram. Si assisteva alla prima puntata oggi, alla seconda domani, alla terza dopodomani... Era oggetto di lode il maestro Dante Dall'Aglio, il direttore dell'orchestra che accompagnava gli spettacoli muti, e che era abilissimo a comporre su misura per i singoli spettacoli: per alcune films che si addicevano, erano eseguiti veri e propri concerti sinfonici. Cominciò a far capolino la critica cinematografica, ancora al livello di cronaca, ma che indicava come il nuovo spettacolo andasse sempre più prendendo piede presso la folla, mentre nel contempo si rileva il minor spazio dedicato all'operetta e ai nomi dei suoi interpreti. All'inizio della stagione della compagnia Maresca, la Gazzetta pubblicò l'elenco degli artisti, cosa che ci consente di ricordare, oltre agli scarsissimi nomi riportati nei singoli spettacoli, anche Luisa Annie, Eugenia Varaldo, Amelia Settembri, Gemma Taddia, Nino Eller, Umberto Frondi, Mario Grillo, Angelo Polisseni, Ludovico Bozzo, Carlo Busato, Augusto Capotondi, Dino Lugara, Umberto Taddia. La compagnia ebbe un felice debutto con la novità Luna park, nuovo frutto del felice incontro tra Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, spettacolo che incontrò, come ebbe a scrivere la Gazzetta, il favore "dei parmigiani e dell'inclita guarnigione" che goderono le battute divertenti e la musica graziosa. II 23 la serata fu di gala per le feste in occasione dell'inaugurazione del monumento a Filippo Corridoni, e il 26 fu presentata per la prima volta La figlia dei faraoni, nel cui commento il cronista del giornale cittadino riconosceva le finalità di questo genere di spettacolo, cui non intendeva attribuire quello che lo spettacolo stesso non intendeva avere. Concludeva: "Molto ammirati, e in questo siamo d'accordo anche noi, i costumi, le scene, le danze. Quanto al resto, ripetiamo, vale il giudizio del pubblico". Aveva infatti scritto più sopra: "II pubblico ha coronato con il più lieto successo la nuova operetta. [...] C'è una verità da affermare: in fatto di operette, più che in ogni altro genere di spettacoli teatrali, il pubblico è giudice sovrano, indiscutíbile, inappellabbile. Questa qualità, che noi riconosciamo pienamente alla massa degli spettatori, ci dispensa da ogni altro commento. Le operette non hanno grandi pretese artistiche, nel senso più alto della parola. Son fatte per procurare qualche ora di divertimento, per épater il pubblico con i virtuosismi del corpo di ballo, per lasciargli nell'orecchio qualche facile motivo di questo o quel refrain. La figlia dei faraoni ha raggiunto questo scopo. Gli spettatori se la son goduta, hanno riso di gusto alle battute (non tutte felici, non tutte originali) che il buon Navarrini ha cercato di porgere con tutta la sua buona grazia, ed ha applaudito con entusiasmo. In complesso undici chiamate, oltre agli innumerevoli applausi a scena aperta".

Torna su

31 ottobre-13 novembre 1925 - Compagnia Italiana di operette Gaudiosa
Direttore il cav. Gino Leoni; Umberto Fasano e Michele Ostuni dir. orch.

ott. 31
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (2)
Roberto Durot; Dina Arman; Igea Romanville; Orlando Bocci; ...

nov. 1
, operetta di Pietro Mascagni. (1)

nov. 2
La piccola imperatrice, operetta di Alberto Montanari. (1)
Dina Arman (Safir); Roberto Durot (Papardet); Igea Romanvílle (Ofelia); Roma Criscuolo (m.me Boullotte); Orlando Bocci (Enrico); Giacinto Molteni; Guglielmo Mazzoni; ...

nov. 3
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (1)
Gino Leoni; ...

nov. 4
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (1)
Dina Arman; Roma Criscuolo; Igea Romanville; Orlando Bocci; Roberto Durot; ...

nov. 5
Il quartetto vagabondo, operetta di Giuseppe Pietri. (3)
Dina Arman; Roberto Durot; ...

nov. 6
Primavera scapigliata, operetta di Joseph Strauss. (1)
Igea Del Colle (Chiaretta); Roberto Durot; Roma Criscuolo; Giacinto Molteni (Moncoruet); ...

nov. 7
Fiordaliso, operetta di Angelo Bettinelli. (3)
Dina Arman (Fiordaliso); Roberto Durot (Giacomino); Igea Romanville; Orlando Bocci; ...

nov. 8
La contessa della danza, operetta di Robert Stolz. (1)
Igea Romanville; Orlando Bocci; Giulia Bocci; Roberto Durot (Pista); ...

nov. 12
Bacco in Toscana, operetta di Renato Brogi. (1)

nov. 13
Il re delle api, operetta di Mario Costa. (1)

Continuava il disinteresse della Gazzetta per questo genere di spettacoli che, ormai, ricevevano scarsa attenzione nei lavori presentati e nella citazione degli interpreti. Più spazio venne dedicato alle proteste di uno spettatore che lamentava la "deplorevole" abitudine di alcuni spettatori delle gradinate, causa poi di battibecchi, di occupare i posti prima dello spettacolo con cappelli, pastrani, gli oggetti più svariati, per metterli poi a disposizione degli amici e dei parenti che arrivavano più tardi. Il 28 ottobre venne pubblicato l'organico della compagnia Gaudiosa, che era una emanazione della casa editrice Sonzogno di Milano. Oltre ai nomi che abbiamo trovato citati negli spettacoli, ne facevano parte Gina Castelletti, Renata Fasano, Teresina Masetti, Rita Radice, Cid Castelletti, Anselmo Danti, Gino Leoni, Gino Grimaldi, Paolo Mettis. Il pubblico accolse bene la compagnia, ammirando le messe in scena, i costumi, il comico Durot ("intonatissimo fischiatore, che non dovrebbe abusare della vis comica e della sua elasticità"), la graziosa soubrette Arman (efficacissima, piena di grazia e di brio), il tenore Bocci (che fece sfoggio della sua voce potente) ed il soprano Romanville (brillante e ottima nelle sue esecuzioni). I direttori, l'orchestra, i cori e il grazioso corpo di ballo concorsero a dare vita e brio alle produzioni. La piccola imperatrice, solita favoletta con reali, banchieri e matrimoni a lieto fine - qui addirittura tre - era stata rivestita da Montanari di una musica graziosa e divertente, incontrando il favore del pubblico; il successo, decretato dagli scarsi spettatori, toccò anche al Quartetto vagabondo del Pietri, la cui non abbondante musica venne giudicata inferiore a quella delle altre operette da lui composte: la trama era ambientata tra i nobili russi profughi a Parigi per la rivoluzione d'ottobre. Fu rilevato che i recitativi erano troppo lunghi e che certi intermezzi comici tra uomini erano roba da circhi equestri di una volta. Il 4 novembre, anniversario della vittoria, la serata di gala fu aperta dall'esecuzione della Marcia reale e di Giovinezza: vennero tanto applauditi, che furono ripetuti anche il giorno dopo. Altra novità fu Fiordaliso, un libretto di Arnaldo Fraccaroli sul quale Angelo Bettinelli aveva colato una musica facile, piena di appassionati e leggiadri motivi, a di cui furono applauditi il coro e il balletto delle "midinettes" e il fox trot eseguito egregiamente dalla coppia comica. La contessa della danza venne accolta da meritati e calorosi applausi: ne ebbe anche in larga misura la soubrette debuttante Giulia Bocci. L'ultimo lavoro nuovo presentato fu Il re delle api, cui la cronaca non dedicò nemmeno una riga.

Torna su

20-23 dicembre 1925 - Compagnia di opere comiche ed operette della casa musicale ISAPLIO
Pompeo Pompei direttore; Alberto Tamburelli dir. orch.

dic. 10
Mazurka bleu, operetta di Franz Lehar. (3)
Gina Vidach (Bianca); Amelia Fioretti (Greten); Luigi Abrate (conte Olinski); Enrico Dezan (Angioletto); L. Ratti (bar.a Olinski); Pompeo Pompei (bar. Forainger); Enrico Turconi (Planting); Umberto Bagnoli (Klandage); Alberto Simeoni (Peter); G. Peron (Jean); S. Vaglio (Frenhoff); A. Piraino (chauffeur); Maria Belloni (prima ballerina)

dic. 11
La bajadera, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Enrico Dezan; Luigi Abrate; Bianca Maria Estellina; ...

dic. 12
Frasquita, operetta di Franz Lehar. (3)
Gina Vidach; Amelia Fioretti; Luigi Abrate; Enrico Dezan; Pompeo Pompei; ...

dic. 14
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (1)
Amelia Fioretti (Doretta); Gina Vidach; Francesco Greggio; Enrico Dezan; Pompeo Pompei; ...

dic. 15
Salomé danza, operetta di Vittore. (1)

dic. 16
Le tre Grazie, operetta di G. Abbate. (1) Amelia Fioretti; Anrico Dezan;...

dic. 17
Acqua cheta, operetta di Giuseppe Pietri. (1)
Amelia Fioretti; Adele Baratelli; Luisa Salani Abrate; Enrico Dezan; Pompeo Pompei; Francesco Greggio; ...

dic. 18
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (3)
Bianca Maria Estellina; Luisa Salani Abrate; Luigi Abrate; Pompeo Pompei; Enrico Dezan; ...

dic. 19
Madame Pompadour, operetta di Leo Fall. (1)

dic. 21
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (1)

Oltre ai nominativi che abbiamo citato, facevano parte della compagnia Ersilia Bella, Mary Venturi e Alberto Martini. La compagnia fu accolta bene e gli interpreti dettero prova della loro abilità. Nella prima novità, Le tre Grazie, non vi fu nessun applauso, tranne quello dedicato al buffo Dezan e alla Fioretti, che avevano dato vita a un ballo indiavolato: per il resto, zittii alla fine di ogni atto ed "educati ma energici fischiettini": prevalse lo stupore di come si potesse presentare "roba del genere". Una vera folla decretò il trionfo del Paese dei campanelli, con chiamate, applausi, bis. Il 21, serata d'onore del tenore Abrate, che volle dar prova di essere degno anche dei maggiori palcoscenici: cantò, infatti "Improvviso" nell'Andrea Chenier e l'"arioso" nei Pagliacci; il 23, festa del Dezan, che dette una imitazione di Charlot, e ballò uno shimmy indiavolato con Amelia Fioretti.

Torna su