1927

 

 

16-28 aprile 1927 - Compagnia Italiana di operette cav. Attilio Pietromarchi
Arnaldo Fontana e Ghighizzola dir. orch.

apr. 16
Cin-ci-là, operetta di Virgilio Ranzato. (3)
Lina Pietromarchi (Cin-ci-la); Wanda D'Aragon: (Mjosotis); Corrado Bartoli (Ciclamino); Carlo Garuffi (Petit-Gris); ...

apr. 18
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (1)
Corrado Bartoli (Hanz); Lina Pietromarchi (Bombom); Wanda D'Aragona (Nela); Carlo Garuffi (La Gaffe); ...

apr. 19
Primarosa, operetta di Giuseppe Pietri. (4)
Lina Pietromarchi (Fuffly Raffles); Wanda D'Aragona (Frisca); Corrado Bartoli (Giaele); Carlo Garuffi (Tick Cock-Tail); ...

apr. 22
La danza delle libellule, operetta di Franz Lehar. (2)
Wanda D'Aragona (Elena); Lina Pietromarchi (Tutù); Corrado Bartoli (Carlo); Carlo Garuffi (Bouquet); ...

apr. 23
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (2)
Lina Pietromarchi (Salomè); Wanda D'Aragona (Gaby Gutter); Carlo Garuffi (Chic); Corrado Bartoli (Totò)

apr. 26
La dama di Montmartre, operetta di Ermete Liberati. (1)

apr. 27
Il marchese del Grillo, operetta di Giovanni Mascetti. (1)
Attilio Pietromarchi (il carbonaio); ...

Anche se il cinema era ormai lo spettacolo più seguito, le operette continuavano ad avere i loro affezionati spettatori, e la compagnia del cav. Pietromarchi poté godere di una serie di spettacoli gremiti. I quattro interpreti, cioè le due coppie, la lirica e la brillante, ricevettero con larghezza l'applauso del pubblico. Tra le operette presentate, mentre della novità La dama di Montmartre non abbiamo notizie, l'attenzione della critica si appuntò su Primarosa, in cui Giuseppe Pietri coprì con "bella, delicata e gustosa" musica, la trama di Renato Simoni sulla quale la tradizione narra che Carlo Lombardo fosse intervenuto come al solito pesantemente. " Il fox trot del matrimonio e il charleston di mezzanotte sono specialmente piaciuti assieme ad una tenera canzone montanara", eseguiti alla perfezione dagli interpreti "guidati egregiamente dalla bacchetta del concittadino maestro Fontana". Per alcuni rappresentava il capolavoro di Pietri, nonché una delle più belle e melodiche operette italiane ed era un piacere immergersi in quell'onda di sana ed italiana vena melodica che tutta la pervade, nostalgica e festosa, triste e gioiosa, sempre ispirata a sincera". La Gazzetta, caso eccezionale, il 24 aprile dedicò un articolo alla giovane Lina Pietromarchi, figlia del cav. Attilio, che, terminati gli studi di ragioneria a Roma, aveva lasciato le partite doppie per dedicarsi al palcoscenico, prima in particine, poi, profittando dell'improvvisa indisposizione a metà del secondo atto della soubrette nella Danza delle libellule, aveva debuttato al Teatro Garibaldi di Padova come Tutù, interpretando senza un'incertezza, con la sua vocina chiara e intonata, il duetto di "Bambolina" alla perfezione. Anche a Parma aveva conquistato il pubblico, pur senza "l'alzata progressiva delle vesti o ... coll' entità dei fíanchi".

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30 aprile-1, 21-22 maggio 1927 - Rappresentazioni straordinarie d'opera
Renzo Martini dir. orch.; Bruno Nasuti m. sost.

apr. 30
Cavalleria rusticana, melodramma, musica di Pietro Mascagni. (2)
Emilia Valleggi (Santuzza) s; Guareschi (Lola) ms; Attilio Barbieri (Canio) t; Giovanni Gamba (Alfio) br; Biasini (Santuzza) c

Pagliacci, dramma, musica di Ruggero Leoncavallo. (2)
Emilia Valleggi (Nedda) s; Attilio Barbieri (Canio); Umberto Benato (Tonio) br; Giovanni Gamba (Silvio) br.

Due "esauriti" conclusero il fortunato ciclo, che riprendeva gli spettacoli dati nel settembre dell'anno precedente con solo qualche variazione negli interpreti. Renzo Martini diresse "con slancio appassionato e precisione, dopo una sola prova d'orchestra, uno spettacolo improntato a criteri di severa dignità", ricevendo il plauso più caloroso e la richiesta di bis dell'intermezzo nella Cavalleria. L'esecuzione vocale - gli interpreti erano per lo più giovani - fu pregevole e furono tributate ovazioni a scena aperta. Preciso e intonatissimo il coro della Società Corale Palestrina e la ridottissima orchestra.

mag. 21
L'amico Fritz, commedia lirica, musica di Pietro Mascagni. (2)
Emilia Valleggi (Suzel) s; Rinaldo Camajoli (Fritz) t; Edmea Pollini (Beppe) ms; Leo Piccioli (David) br; Nera Gastaldi (Carerina) s; ...

L'opera di Mascagni era la terza volta che approdava a Parma: le prime due erano state fiaschi, per la spiccata tendenza al sinfonismo e alla declamazione, laddove il pubblico desiderava il canto spiegato, e si rinfacciava altresì "la ricerca di un bello frutto di combinazioni, invece di uno che venisse dal cuore commosso e dalla naturale ispirazione". Questa volta si ebbe una piena e convincente rivincita per merito particolare del giovane direttore che, benché avesse avuto a disposizione una sola prova d'orchestra, aveva dato vita a un'esecuzione che presentava fusione, colorito e delicatezza d'espressione, mettendo in evidenza ogni minima sfumatura. Molto bene tutti gli interpreti, i cori, belli i costumi, decorosa la messa in scena: ottima, benché esigua, l'orchestra, il cui primo violino, Cornelio Guerci, ebbe una particolare ovazione per l'assolo del primo atto.

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9-19 giugno 1927 - Compagnia dei grandi spettacoli d'arte operettistica
Direttore Enrico Pancani; Edoardo Marrocco e Igino Sarti dir. orch.; Nony Valescu m. delle danze.

giu. 9
Gigolette, operetta di Franz Lehar. (2)
Ines Lidelba (Gigolette); Nella De Campi (Ameles); Franco Brioni (Yves); Renato Trucchi (Coty); Roberto Bracony (ab. Simon); Tullio Catella (commissario); Adriana Baganti (Totò)

giu. 11
Cin-ci-là, operetta di Virgilio Ranzato. (3)
Ines Lidelba (Cin-ci-là); Nella De Campi (Mjosotis); Franco Brioni (Ciclamino); Renato Trucchi (Petit-Gris); Tullio Catella (Fon-Ki)

giu. 14
Primarosa, operetta di Giuseppe Pietri. (1)
Ines Lidelba (Fuffly Raffles); Nella De Campi (Frisca); Franco Brioni (Giaele); Renato Trucchi (Tick Cock-Tail); Tullio Catella (Sam Cock-Tail); Adriana Baganti (mannequin); ...

giu. 15
Lo zarevich, operetta di Franz Lehar. (2)
Alfonso André (lo zarevich); Roberto Bracony (granduca); Tullio Catella (pres. ministri); Ines Lidelba (Sonia); Gino Furlai (maggiordomo); Renato Trucchi (Jvan); Pina De Simoni (Mascia); Irene Rinaldi (princ.a); Gaetano Tommesani (maresciallo); Adriana Baganti (Vera, Lina); Umberto De Gaetani (Ciccillo); Nony e Lida Valescu (coppia danzante)

giu. 17
La principessa della csardas, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Franco Brioni (Edvino); Nella De Campi (Stasi); Ines Lidelba (Sylva); Renato Trucchi (Boni); Nini Trucchi; ...

giu. 18
Boccaccio, opera comica di Franz von Suppé. (2)
Ines Lidelba (Boccaccio); Nella De Campi (Fiammetta); Renato Trucchi (Scalza); Alfonso André; Pina De Simoni; ...

La compagnia della contessa Fronticelli, in arte Ines Lidelba, con i suoi "seri intendimenti artistici", frutto del dosatissimo insieme di brillanti interpreti, accurati allestimenti e sfarzosa messa in scena, aveva l'abilità di riempire i teatri di prim'ordine nei quali si esibiva. Se è superfluo ripetersi sui pregi della coppia brillante, Ines Lidelba e Renato Trucchi, il soprano De Campi, nella pienezza dei bellissimi mezzi vocali, fece sfoggio di acuti limpidi, chiari e cristallini, che incantarono il pubblico, mentre del tenore Brioni si può dire che fu all'altezza della collega. In questa stagione debuttò una figlia d'arte, la giovanissima e promettente Nini Trucchi, che nella Principessa della csardas, eseguì con il famosissimo padre un duetto, del quale dovette concedere il bis. La prima novità, Gigolette, per il libretto era frutto di Giovacchino Forzano, sul quale aveva messo le mani Carlo Lombardo, mentre la musica era un assemblaggio di motivi di Franz Lehar, effettuato ancora da Carlo Lombardo. Se il libretto era la solita storia di amori contrastati, in cui le trame si facevano sempre più piccanti (un commissario voleva vedere l'interprete nuda), e che si concludeva con l'immancabile duplice matrimonio tra le due solite coppie, la musica di Lehar era un insieme di motivi chiari, di limpide canzoni che si sentivano con piacere, e delle quali veniva voglia subito di ricantarle. Anche Lo zarevich era frutto della vena inesauribile di Lehar ma "per densità e abbondanza di musica" rasentava l'opera, presentando anche un finale triste per il distacco dei due amanti a causa di superiori ragioni di stato. La Gazzetta scrisse "dei motivi, pensierosi, scritti con dolcezza, ispirati. Naturalmente questo "genere" di musica si stacca dal solito dall'operetta, che è quasi sempre allegro e saltellante; qualche volta, un duetto vivace e garbato fra Ivan e sua moglie, e un "elettrico" ballo russo scuotono la blanda atmosfera musicale che avvolge i due primi atti. Forse per questa "posata" struttura musicale dell'operetta, qualcuno ieri sera pareva annoiato, e altri traeva l'orologio dal panciotto". Se tutti furono interpreti finissimi, e il pubblico ne riconobbe i meriti, andò però in visibilio per il prodigioso danzatore russo Valescu, dal quale di prepotenza volle il bis. Alla replica, il 16, venne festeggiata l'impresa dell'aviatore De Pinedo, e in suo onore vennero eseguiti gli inni nazionali. Eccezionale successo incontrò la ripresa di quel vecchio Boccaccio, sempre fresco, vivace, spigliato, la cui musica, tanto ispirata e dolce, non era intaccata dalla moda del momento.

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11-23 ottobre 1927 - “Primaria” Compagnia di opere comiche ed operette Jole Pacifici
Direttore Gino Bianchi; Luigi Rizzola dir. orch.; Gennaro Ripamonti m. sost.

ott. 11
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Jole Pacifici (Anna Glavari); Luigi Consalvo; Emilio Pineschi; Gino Bianchi (Njegus); ...

ott. 12
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (2)
Jole Pacifici; Gino Bianchi; Cesare Grassi; Elvira Pineschi; ...

ott. 13
La principessa della csardas, operetta di Emmerich Kalman. (2)

ott. 14
Chiffon e Chiffonette, operetta di Luigi Rizzola. (1)
Jole Pacifici; Gino Marchi; Linda Remy; Italo Carelli; Elvira Minoretti; Luigi Consalvo; ...

ott. 15
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (1)

ott. 17
Zarina, la dama in porpora, operetta di Jean Gilbert. (2)
Jole Pacifici (Caterina di Russia); Gino Bianchi; Linda Remy; Elvira Minoretti; Italo Carelli; Cesare Grassi; ...

ott. 18
Broadway star, operetta di Walter Kollo. (1)
Jole Pacifici; Gino Bianchi;...

ott. 20
Il musicista del villaggio, operetta di Oscar Straus. (1)
Jole Pacifici; Gino Bianchi; Italo Carelli; Emilio Pineschi; Elvira Pineschi; Linda Remy; Mario Panchetti; Cesare Grassi; ...

ott. 21
Clò Clò, operetta di Franz Lehar. (2)
Jole Pacifici; Gino Bianchi; Elvira Minoretti;...

ott. 22
Dolly, operetta di Hugo Hirsch. (1)
Jole Pacifici; Gino Bianchi; Mario Panchetti; Ezio Gualtieri; Linda Remy; ...

La compagnia, che vantava come primadonna Jole Pacifici, attrasse un notevole pubblico che, a detta della Gazzetta, "da parecchie sere applaude volentieri". Se della Pacifici, di cui furono ammirati gli occhi belli, che rideva "con una fragrante giocondità" e che cantava come un usignolo che non era in gabbia, il 24, in occasione della serata d'onore con Clò Clò, fu scritto che annullava "la bellezza dei fiori che le avevano donato", al brillante Bianchi "alto quanto un pioppo e buffo da non si dire" vennero riconosciute elevatissime qualità comiche. Dal manifesto che presentava la stagione, risultano, oltre agli interpreti succitati, Amelia Uras, Irene Gennari, Ria Barti, Angelo Virino, Bruto Martinotti, Franco Gulà, Nino Sabbatini, tutte seconde parti, sacrificate dal critico per lo spazio limitato dedicato dal giornale. Vi erano inoltre ventidue coristi e otto ballerine "viennesi". La prima novità fu Chiffon e Chiffonette, lavoro del direttore dell'orchestra, il cui primo atto fu ben accolto dal pubblico, e dove si trovavano le migliori pagine musicali: "Anche nel secondo e terzo atto si sono riscontrati alcuni bei motivi, ma lo stesso svolgersi della trama, in certi tratti sconclusionato, non poteva dare estro a una delicata composizione musicale". Tra gli altri spettacoli che per la prima volta approdavano a Parma, La zarina, presentata con sfarzo, incontrò un vivissimo successo di pubblico, ma la critica la liquidò come "graziosa operetta"; Il musicista del villaggio di Oscar Straus, invece, non ebbe successo, forse per la recitazione senza verve: la molta musica che poteva piacere non raggiunse lo scopo. L'ultima novità, Dolly, scontentò il pubblico e venne stroncata per il dialogo funereo, l'intreccio senza vicenda, il miserrimo libretto. La musica poi venne giudicata "un rigurgito di note raccattate, che raramente trovavano il viottolo per giungere al facile cuore del pubblico".

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11 novembre 1927 - Rappresentazione dei balletti russi del vecchio Teatro Imperiale di Pietrogrado
Direttore V. Arens.; Boris Romanoff coreografo; V. Maltchevsky dir. orch.

Il programma presentò sedici balletti eseguiti da Elena Smirnova, Boris Romanoff, Anatolio Obucoff, N. Brussova, I. Ketrova e B. Orlitzky. La cronaca della Gazzetta fu assai eloquente: "Quando il velario si è chiuso sul quadretto finale dell'ultimo skecht, un paio di sibili sono sbocciati in galleria. Ma era l'11 novembre, ieri, e l'orchestra ha attaccato la Marcia reale. Il pubblico è scattato in applausi ed i due fischi non hanno avuto la fortuna che, è probabile, avrebbero meritatamente avuta. Con questo non si dice che i sei ballerini del Teatro Imperiale di Pietrogrado - ma di quante persone era formato il corpo di ballo di quel teatro, che tutta Europa ne pullula? - manchino di bravura, di grazia e di carattere. Tutt'altro. Ma era uno squallore lo spettacolo come ... spettacolo. Due o tre virtuosi che si muovono con grazia, e che mimano nel deserto di un palcoscenico allestito con un semplice fondale, sui ritmi di un'orchestrina che ronzava con la sonorità di un pugno di moscerini, hanno veramente bisogno che soccorra lo stellone per salvarsi della giusta disillusione di spettatori che hanno pagato un prezzo straordinario per entrare in teatro. [...] E tutti rimpiangevano di non esser andati al cinematografo, piuttosto".

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17 novembre-4 dicembre 1927 - Compagnia di opere comiche ed operette della casa musicale ISAPLIO
Giuseppe Fiore direttore generale; Pompeo Pompei e Enrico Dezan direttori artistici; Alberto Tamburelli e Mario Rioschi dir. orch.; Giovanni Rubens m. sost.

nov. 17
Mazurka bleu, operetta di Franz Lehar. (2)

nov. 18
La contessa Maritza, operetta di Emmerich Kalman. (2)
Orlando Bocci; Carmen Roccabella; Enrico Dezan; Anita Faraboni; ...

nov. 19
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (3)
Giannina Preysler; Orlando Bocci; Enrico Dezan; Anita Faraboni; Pompe Pompei; ...

nov. 21
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Orlando Bocci (Danilo); Carmen Roccabella (Anna Glavari); Luigi Abrate; Giannina Preysler; Enrico Dezan; Pompeo Pompei; ...

nov. 23
Giacca gialla, operetta di Franz Lehar. (2)
Orlando Bocci; Enrico Dezan; Giannina Preysler; Pompeo Pompei; Anita Faraboni; ...

nov. 25
Frasquita, operetta di Franz Lehar. (2)
Carmen Roccabella; Luigi Abrate; Enrico Dezan; Anita Faraboni; Ilo Accorsi; Pompeo Pompei; ...

nov. 28
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (1)
Pompeo Pompei (Attanasio); Anita Faraboni (Bombon); Giannina Preysler (Nela); Luigi Abrate (Hans); Enrico Dezan (La Gaffe); ...

nov. 29
Boccaccio, operetta di Franz von Suppé. (1)
Carmen Roccabella (Boccaccio); Enrico Dezan; Giannina Preysler; ...

nov. 30
Acqua cheta, operetta di Giuseppe Pietri. (1)
Enrico Dezan (Stinchi); Anita Faraboni; Pompeo Pompei; Giannina Preysler; Orlando Bocci; ...

dic. 1
Théo, operetta di Mario Chesi. (3)
Luigi Abrate; Anita Faraboni (Théo); Enrico Dezan; Amelia Betti Bini; Pompeo Pompei; Giannina Preysler; ...

dic. 2
La bajadera, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Orlando Bocci (princ. Radjami); Carmen Roccabella (Odette); Enrico Dezan (Napoleone); Anita Faraboni (Marietta); Pompeo Pompei; ...

Una serie di ottimi spettacoli accolsero un pubblico numeroso; il cast presentava un soprano di origine slava, ma "non jugoslava", la signorile Carmen Roccabella, dai perfetti mezzi vocali e ottima scuola che le permettevano ogni virtuosismo: il 4 dicembre, ultima della stagione e serata in suo onore, cantò due arie dando prova del sensibilissimo temperamento di artista; la soubrette Anita Faraboni, ballerina e cantante ammiratissima, "dimostrò che per essere ottime artiste e incontrare col pubblico, non era necessario sacrificare la distinzione alla volgarità"; il suo partner Dezan possedeva la grande virtù di far ridere senza cadere nello sguaiato, e gli spunti della sua comicità erano tanto più efficaci, in quanto non sentivano d'artificio. A Luigi Abrate, "il brillantissimo tenore brillante", la Gazzetta dedicò il 2 dicembre un lungo articolo con fotografia, narrando la carriera che, iniziata a Parma con la compagnia Maresca nel 1913 al Reinach, era stata interrotta dagli eventi bellici. Dopo il congedo, aveva ripreso a studiare canto, e calcato con successo le scene di Firenze, del Massimo di Palermo, del Dal Verme di Milano, del Regio di Parma, per poi riapprodare nuovamente alla piccola lirica: nella serata d'onore del 27 novembre tornò al grande repertorio, offrendo al pubblico "Vien fanciulla all'imbrunire" nella Dejanice. La prima novità fu di ambiente cinese, La giacca gialla, che Lehar aveva scritto nove anni prima: "Se egli ha fatto bene a tirarla fuori dal cassetto, o se avesse fatto meglio a lasciarvela, c'è da discutere". Mancava, infatti, quella "sbrigliatezza" delle altre operette che il pubblico gradiva maggiormente, ma in alcune parti non difettava l'abilità dell'autore nel farsi ammirare: fu comunque eseguita molto bene, con sfarzo di scene e gran lusso di costumi. Maggior fortuna toccò a Théo, in cui la fiaba di Reggio, intessuta con un dolce filo di poesia e ricca di comicità e di sorprese, aveva trovato nel giovane musicista l'autore di una musica di ottima fattura e di fresca melodia, che possedeva un suo stile, e una linea che non era la rifrittura o ricucinatura di pagine altrui. Il Chesi, che diresse la prima, fu molto festeggiato, anche perché aveva trovato degli alleati preziosi negli interpreti.

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14-23 dicembre 1927 - Compagnia Italiana di riviste e operette del cav. Achille Maresca
Adriano Marchetti condirettore artistico; Armando Fragna dir. orch.; Claudio Taddia m. sost.; Ugo Ferri sc.

dic. 22
Santarellina, operetta di Hervé. (1)
Angela Ippaviz (Santarellina); Alfredo Orsini (Celestino); Virgilio Riento (march.no Zoccola); Antonio De Rubeis (magg.); Adriano Marchetti (impresario);

dic. 23
Clò Clò, operetta di Franz Lehar. (1)

Dagli spettacoli eseguiti, e dalla denominazione stessa che aveva preso la celebre compagnia Maresca, si evince in quale direzione si era indirizzato il gusto del pubblico: divertimento facile, risate spensierate e "inintellettuali", occhio gaudente per le bellezze muliebri, rinunciando a quanto di arte l'operetta aveva avuto. La rivista stava così soppiantando l'ormai inaridita "piccola lirica", e artisti di prim'ordine, quali Angela Ippaviz, Lia Corsini, Alba De Rubeis, Alfredo Orsini, Corrado Baldini, Adriano Marchetti, Antonio De Rubeis, che tante volte erano stati applauditi al Teatro Reinach, si erano dovuti convertire a questo genere, se volevano continuare a calcare le scene. Nel contempo, comici quali Virgilio Riento, e musicisti dalla indubbie qualità di Armando Fragna erano dal caffè concerto e dal varietà confluiti in questa compagnia che continuò ad avere in programma ambedue i generi di spettacolo. Prima delle due sole serate di operetta, erano state presentate Madama Follia (2), Mille... e una donna (3), Girotondo (2), Peccati ... e poi virtudi (2), che si qualificavano con gli attributi di rivista "super", "originale", "grandiosa". La locandina che presentava il programma, ci spiega assai chiaramente di che genere fossero questi spettacoli: "Le riviste sono di eccezionale ed assoluta novità senza pornografia ed immoralità; ed è bene che il pubblico ne sia informato, perché in provincia vi è ancora la falsa idea che le riviste siano spettacoli immorali ed inaccessibili alle signore". E il teatro fu gremito.

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