1928

 

 

5-27 febbraio 1928 - Rappresentazioni pro Colonie Marine
Aldo Lazzari dir. orch.; Lino Rastelli m. sost.; Elio Incerti dir. ms. sc.; Annibale Pizzarelli dir. coro; Umberto Trombini m. ballo

feb. 25
Ciottolino, fiaba, musica di Luigi Ferrari Trecate. (3)
Amelia Cigalla (Ciottolino); Ercolina Ricci (Nina, fata Morgana); Gisella Plassio (la mamma); Aldo Bussetti (il babbo); Guido Bazzani (il nonno, orco); Linda Ghiretti (musicista); Aristo Fortunati (giudice)

Sotto gli auspici dell'Opera Nazionale Balilla e del Fascio Femminile venne allestita questa operina fiaba per bambini di Giovacchino Forzano con musica di Ferrari Trecate, docente del Conservatorio di musica di Parma, che era stata presentata al Teatro dei Piccoli di Roma nel 1922, dove aveva incontrato grande successo confermato da settanta repliche. Aveva girato vari teatri, e approdava al Reinach con un allestimento tutto parmigiano. Carlo Jachino scrisse la recensione sulla Gazzetta, rilevando il successo pieno per un'esecuzione lodevolissima da parte di tutti, pur nel ristretto ambito della tessitura di una voce infantile, con l'orchestra, ridotta agli archi e a tre strumenti a fiato, formata di allievi del Conservatorio e il piccolo coro fornito dalla Corale Euterpe. "La musica, per nostra fortuna, è scevra totalmente da ogni grottesco tentativo di modernismo a oltranza, da ogni sforzo di volere ad ogni costo essere originali attraverso cerebralità armoniche ed orchestrali. Trucchi non ce ne sono in questa arte: tutto è limpido ed onesto. Con la chiarezza e signorilità della linea melodica, con la varietà e spontaneità dei ritmi, con uno strumentale leggero ma sempre appropriato ed efficace, con i soli mezzi, insomma, con i quali si è sempre scritta e si scriverà della bella musica, questa piccola opera ci diverte, ci commuove talvolta, sempre ci convince".

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24 marzo 1928 - Tournée della Compagnia del Teatro Mogador di Parigi
A. Raccosta dir. orch.

No, no Nanette, operetta trepidante di Vincent Youmans. (2)
Loulou Hegoburu (Nanette); Gabrielle Ristori (Lucile); Blanchet (Pauline); Jorelle (m.me Schmidt); Golder (Wuinie); Ronsel (Simone); Mather (Flora); Camus (Jmmy Schmidt); Gèo Lolè (Billy); Adrien Lamy (Tom); Carlos Conté (le danseur)

Dopo i trionfi in tutto il mondo, con No, no Nanette giungeva per la prima volta a Parma, in un momento in cui si palesava chiaramente  il declino dell'operetta, l'espressione dell'ultima moda musicale, quella che era chiamata "trepidante". Trepidante? Invece dell' antica orchestra e delle non meno antiche melodie, questo genere si svolgeva "al suono di un ultramoderno, pazzesco e acrobatico jazz band: tamburi, piatti, trombette, banjo e saxofon. I ritmi sono ossessionanti: non concedono tregua: si inseguono, s'accavallano, si confondono. [...] E ci sono certe belle goerls, che valgono tanto oro quanto pesano... (per chi non lo sapesse, goerls in inglese significa "ragazze". Così La Pubblicità, il foglietto che da quell'anno veniva distribuito gratuitamente ogni sabato, e che presentava gli spettacoli della settimana frammisti a notiziari commerciali. La Gazzetta, dopo aver ammirato l'abilità incredibile di tutti gli interpreti, rilevò che le arie che si ripetevano con frequenza ossessionante, commentate dalle danze più varie e moderne, dirette da un simpatico e ameno direttore d'orchestra, che introduceva il sistema di guida basato su espressivi gesti scherzosi, erano ormai nel repertorio delle orchestrine di ogni locale pubblico. Erano loro che contavano, non essendo più il libretto che giustificava il lavoro: "Via via che ci si incammina verso la trasformazione dell'operetta in rivista, questo libretto comincia ad essere di troppo, e mentre oggi le sue esigenze sottostanno a quelle musicali e coreografiche, domani si finirà per abolirlo". Per la sostanza del contenuto, per lo spirito che la pervadeva, per la varietà  piacevolezza dei quadri, piacque sinceramente e meritatamente. Nella recensione di un altro spettacolo, sei mesi dopo, si leggeva che questa era "l'operetta più adatta al tempo nostro".

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7-20 aprile 1928 - Compagnia d'arte operettistica La Nazionale
Direttore Amerigo Razzoli; Franco Comuzio dir. orch.

apr. 7
La zia di Carlo, operetta di Ettore e Achille Schinelli. (2)
Amerigo Razzoli; Marisa Razzoli; ...

apr. 9
Cin-ci-là, operetta di Virgilio Ranzato. (3)
Marisa Razzoli (Cin-ci-là); Marcella Suardo (Mjosotis); Virginio Pezzoli (Ciclamino); Amerigo Razzoli (Petit-Gris); ...

apr. 10
La città rosa, operetta di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato. (3)
Marisa Razzoli (Crapotte); Ettore Razzoli (marajà); Amerigo Razzoli (Pst); Marcella Suardo (Dèlhì); Virginio Pezzoli (Kerì); L. Grandi (Fior di Corallo); Z. Salvi (Pagliuzza d'Oro); A. Desanto (Madreperla); G. De Mattei (Dana Devadasis); I. Pucci (suonatore di tam tam)

apr. 11
Il re di Chez Maxim, operetta di Mario Costa. (1)

apr. 14
Ku-Ku-Li, operetta di Max Wallner. (3)
Marisa Razzoli; Valentini...

apr. 16
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (1)

apr. 17
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (1)
Marisa Razzoli (Doretta); Amerigo Razzoli; Tito Quarenghi; Valentini; ...

apr. 18
Bergerette, operetta di Mario Ferrarese. (1)
Amerigo Razzoli; Marisa Razzoli; Virginio Pezzoli; Marcella Suardo; ...

La compagnia Razzoli aprì la stagione con una novità, la riduzione in operetta da parte di Emilio Reggio della famosa commedia omonima di Thomas Brandon La zia di Carlo. Il libretto conservava integra la trama, come pure le trovate e il brillante svolgimento, mentre i fratelli Schinelli l'avevano ammantato con motivi non eccessivamente originali, ma fluidi, orecchiabili, di buona ispirazione e con danze ora languide, ora scapigliate. Se Razzoli padre era un agile ballerino e un dicitore corretto, la soubrette figlia era vivacissima, dalla grazia civettuola e birichina, recitava "con sincerità" e faceva sfoggio di una "disinvoltura parigina". La pubblicità rilevò che il Razzoli non aveva indovinato lo spettacolo di andata in scena: "Se invece di quell'anticaglia di operetta avesse scelto uno qualsiasi dei tre lavori dati nei giorni susseguenti, la compagnia avrebbe avuto un ottimo successo ed il pubblico sarebbe accorso numeroso ai suoi spettacoli". La seconda novità, ancora un incontro tra Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, La città rosa, ebbe un buon successo per la gustosa edizione e il pubblico chiese quattro bis e cantò in coro il ritornello "Ah! Crapotte", il cui testo del solito Carlo Lombardo era stato stampato sulla locandina distribuita all'ingresso. "Peccato che il pubblico, dopo l'infelice esito [della prima] non abbia voluto riudire la compagnia: si sarebbe convinto che la colpa è stata unicamente della scelta del lavoro di andata in scena e non dei componenti, i quali sono tutti volenterosi, affiatati, cantano e recitano ottimamente". Il 13 il teatro rimase chiuso per preparare l'andata in scena della terza novità, addirittura una prima mondiale, Ku-Ku-Li, il cui autore, un viennese, aveva lavorato su un libretto italiano di Mario Salsa, ed era venuto a Parma per sovrintendere alle prove e dirigere la prima. Malgrado la curiosità, la Gazzetta fu laconica sull'esito, limitandosi a scrivere che fu il maggior successo della stagione. Bergerette, operetta piacevole, non originale, fu portata a termine con brio leggero: la musica era senza pretese, ma garbata, gioconda e facile: il pubblico applaudì e uscì contento "con due o tre motivi da canticchiare". L'esito della stagione continuava però ad essere disastroso, tanto che le ultime tre recite furono a prezzi popolari, inferiori a quelli del cinematografo!

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10-19 maggio 1928 - Rappresentazioni straordinarie d'opera
Compagnia Italiana dell'Opera Comica e Lirica di proprietà dell'Unione Artisti Lirici.
Marcello Govoni dir. gen.; Ernesto Lert direttore artistico; Napoleone Annovazzi e Umberto Mugnai dir. orch.; Mario Scotto e Nino Salvani m. sost.

mag. 10
Don Pasquale, dramma buffo, musica di Gaetano Donizetti. (3)
Concetto Paterna (Pasquale) bs; Pasquale Lombardo (Malatesta) br; Antonio Spigolon (Ernesto) t; Rina De Ferrari (Norina) s i

La tournèe era partita da Udine il 24 dicembre 1927 e aveva toccato i teatri dell'Italia settentrionale. Questa compagnia, costituita in forma societaria tra gli artisti, aveva anche al seguito una ridotta orchestra e un piccolo coro. Lo spettacolo, diretto da Annovazzi, fu encomiabile sia dal punto di vista dell'esecuzione che della realizzazione scenica.

mag. 11
Il matrimonio segreto, melodramma giocoso, musica di Domenico Cimarosa. (1)
Concetto Paterna (Geronimo) bs; Rina De Ferrari (Elisabetta) s; Lucia Bogino (Carolina) s; Rodolfina Brunetto (Fidalma) ms; Pasquale Lombardo (Robinson) br; Marcello Govoni (Paolino) t

Umberto Mugnai diresse un'edizione ben riuscita, rifinita nei particolari e apprezzata dalla critica e dal pubblico, anche se la cronaca non occupò largo spazio sui giornali.

mag. 12
L'elisir d'amore, melodramma, musica di Gaetano Donizetti. (2)
Dina Fiumana (Adina) s; Michele Raggini (Nemorino) t; Concetto Paterna (Dulcamara) bs; ...

mag. 13
Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (1)
Dina Fiumana (Rosina) s; ...

mag. 14
La sonnambula, melodramma, musica di Vincenzo Bellini. (3)
Lucia Bogino (Amina) s; Antonio Spigolon (Elvino) t; ...

Su queste ultime tre opere la cronaca della Gazzetta tacque, al punto che non conosciamo nemmeno il cast che vi agì. Nella recita del 17, la parte di Amina fu sostenuta dalla giovane debuttante Teresita Bergamelli, di cui sappiamo soltanto che era avvenente e dotata di eccellenti qualità vocali.

mag. 18
Secchi e Sberlecchi, fiaba musicale di Virgilio Mortari. (1)
Dora Reboa (Secchi) s; Umberto Micheli (Sberlecchi) br

Preceduto da un'esecuzione del Don Pasquale, questo atto unico su libretto di Antonio Beltramelli era stato presentato dalla stessa compagnia il decorso I febbraio a Venezia, si disse con successo. A Parma, invece, piacque poco, e l'applauso fu presto soffocato. A detta del critico della Gazzetta, "la musica, se pur non eccessivamente ricca di idee musicali, possedeva un senso ben caratteristico del grottesco e una voluta semplicità di commento che bene si attagliava alla tenue favola; la strumentazione era costituita originalmente da un esiguo complesso, ciò nonpertanto era piacevole la sonorità che il Mortari seppe trarre dai pochi elementi di cui aveva voluto disporre". L'egregia esecuzione aveva dato risalto a ogni particolare comico a lirico.

mag. 19
La traviata, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (1)

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21-27 maggio 1928 - Compagnia di operette ed opere comiche della casa musicale Mauro
Direttore Gino Mauro; Adolfo Del Vecchio dir. orch.; Carlo Peretti vl solista

mag. 21
La bajadera, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Giuseppe Campanini (princ. Radjami); Emilica Vera (Odette); Nietta Zanoncelli (Marietta); Gontrano Trucchi; ...

mag. 22
Paganini, operetta di Franz Lehar. (2)
Giuseppe Campanini (Paganini); Emílica Vera; Nietta Zanoncelli; Gontrano Trucchi (Pimpinelli); Giacomo Osella (Bartucci); ...

mag. 23
La principessa del circo, operetta di Emmerich Kalman. (2)
Emilica Vera (Fedora); Giacomo Osella (Wladimir); Mario Roberti (mister X); Nietta Zanoncelli (miss Mabel); Gontrano Trucchi (Toni); Eraldo Maurel; Olga Verbiciosca; ...

mag. 24
La contessa Maritza, operetta di Emmerich Kalman. (2)
Giacomo Osella; Mario Roberti; Lina Bella; Gontrano Trucchi; ...

mag. 26
Frasquita, operetta di Franz Lehar. (26)
Emilica Vera; Giuseppe Campanini; ...

La Pubblicità del 12 maggio pubblicava l'elenco degli artisti che facevano parte della compagnia Mauro, facendo rilevare una consistenza come da tempo non si vedeva. Oltre ai nominativi che abbiamo individuato nei singoli spettacoli, erano indicati quelli di Giulio Basetti, Giuseppe Bragolini, Enrico Bernagozzi, Irma Imbufferi, Riccardo Liccardi, Gemma e Ninetta Lo Piero, Cesare Muccini, Anita Osella, Giuseppe Piccione, Luigi Rovella, Emy Valera, oltre a "distinti" generici e generiche del coro, e le immancabili ballerine ,"viennesi" eleganti e vivaci. Il primo tenore era il giovane parmigiano Giuseppe Campanini, che aveva debuttato nel 1921 a Milano, e che era stato prescelto dallo stesso Lehar per la creazione della parte di Paganini. Fu onorato dalla Gazzetta del 28 maggio con il ritratto in prima pagina: aveva cantato la sera precedente nella sua serata d'onore proprio in quell'operetta. Attore simpatico e sicuro, aveva fatto sfoggio "della bella voce sonora e pastosa dalle morbidissime inflessioni vellutate" e aveva ovviamente dovuto ripetere l'aria "Se la donna vo baciar". Il soprano Emilica Vera - "dal fascino scultorio e la trionfante giovinezza, nuova grande e radiosa stella che sorge nel firmamento dell'operetta" - una romena che proveniva dal teatro lirico, dimostrò di possedere una bella voce, una virtù interpretativa di alto valore, unite a compostezza e signorilità; il Trucchi, "come sempre per non smentire la tradizione di famiglia, fu comicissimo"  e dette prova di una recitazione "romana", tutta improvvisazione, ironia, ilare loquacità e, mentre la Zanoncelli era ben nota per l'abilità di soubrette che "sapeva far ridere e sorridere", Osella confermò di essere quel caratterista raro, attore provetto che sapeva colorire sapientemente ogni personaggio interpretato. La novità fu l'ultima fatica del prolifico Kalman, La principessa del circo, il cui l'intreccio corrispondeva a quel cliché quasi obbligato del periodo più tardo dell'operetta viennese: una coppia dai nobili lombi si innamorava nel primo atto, si separava nel secondo per cause di denaro o di ceto, e si riconciliava nel terzo, alla presenza di qualche buon comico: il tutto, come in una rivista, in una sfarzosa cornice di costumi e di scene. La trovata in questa Principessa era l'ambientazione nel mondo del circo, mentre non costituiva certo una novità lo sfondo russo, in quanto i nobili fuoriusciti da quello sfortunato paese dopo la rivoluzione erano assai sovente presenti nelle cronache, o per il matrimonio di qualche granduca con una ballerina o per il ritrovamento di una delle tante Anastasie, l'unica scampata all'eccidio della famiglia imperiale. La stesura musicale non si discostava da quelle che erano le accattivanti caratteristiche compositive di Kalman: melodie sentimentali e malinconiche, brani di grande effetto, una tavolozza orchestrale straordinariamento ricca. La fortunata stagione fu breve e la compagnia cedette il teatro al grande Ettore Petrolini, da molti anni assente dal Reinach.

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1-12 giugno 1928 - Compagnia di operette, féeries e riviste cav. Luigi Maresca
Proprietario e direttore generale Nino Eller; Nuto Navarrini direttore tecnico; Guido Petrungaro coreografo; Romeo Manoni dir. orch.; Giuseppe Alessandri vl solista

giu. 1
I vagabondi delle stelle, operetta di Dino Rulli. (2)
Elodia Maresca (Edy) s; Luisa Annie (Betty); Elena Tani (zia Drusilla); Doretta De Prà (Ivette); Argia Papi (Zaratustra); Bruna Ghinazzi e Pina Petrucci (ragazze); Enrico Signorini (Max); Nuto Navarrini (Dick); Giuseppe Moscatelli (papà Sergio); Guido Mussi (Harry); Guido Petrungaro (Jean); Guido Guidi (Fred); Lorenzo Porati (Jack)

giu. 2
Katia la ballerina, operetta di Jean Gilbert. (1)

giu. 4
Donne viennesi, operetta di Franz Lehar. (1)
Angelo Polisseni; Alba Flory; Nino Eller (il giudice di pace); Nuto Navarrini; Elena Tani; Giuseppe Moscatelli; ...

giu. 5
Ferfui, operetta di Ernesto Funaro. (1)
Luisa Annie (Ferfui); Nuto Navarrini; Alba Flory; Enrico Signorini; Elena Tani; Giuseppe Moscatelli; ...

giu. 6
Selvaggia, operetta di Ettore Bellini. (1)
Luisa Annie; Elena Tani; Alba Flory; Angelo Polisseni; Nuto Navarrini; Giuseppe Moscatelli; ...

giu. 7
Ci-ri-bi, operetta di Romeo Menoni. (2)
Luisa Annie (Ci-ri-bi); Nuto Navarrini; Alba Flory; Enrico Signorini; Giuseppe Moscatelli; Elena Tani; ...

giu. 9
La figlia dei faraoni, operetta di Roberto Bonicelli. (1)
Elodia Maresca (bar.a Clara); Luisa Annie (Ofelia); Elena Tani (Sofonisba); Doretta De Prà (Iride); Argia Papi (cameriera); Bruna Ghinazzi (viaggiatrice); S. Campanella (viaggiatore); Enrico Signorini (conte Livio); Nuto Navarrini (Fantasia); Nino Eller (prof. Vetusti); Domenico Bolognese (Klin); Guido Petrungaro (Bajulla, dir. hotel); Guido Guidi (scavatore)

giu. 10
Dall'ago al milione, féerie di Luigi Dall'Argine. (1)

giu. 11
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Elodia Maresca; Angelo Polisseni; Luisa Annie; Nuto Navarrini; ...

giu. 12
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (1)

La stagione si aprì con I vagabondi delle stelle, una novità dell'autore di tanti celebrati refrains, che il pubblico applaudì calorosamente. Il critico, se da una parte apprezzò la musica, sempre piacevole, e l'impeccabile interpretazione, ebbe da ridire, e molto, del libretto, menda comune delle operette moderne "che ripetono vecchi temi senza arricchirli, avvicinarli alla nostra sensibilità, senza dubbio mutata. Accade così che i pregi di uno spartito siano spesso sacrificati dal librettista maldestro. Ieri sera la trama, svolta più agilmente, rimpolpata da una comicità più fresca, animata da qualcuno di quegli espedienti scenici che abbiamo ammirato, per esempio nella Principessa del circo, sarebbe apparsa cosa non indegna della musica". Malgrado lo spirito stantìo e noioso, l'operetta, pur con dei zittii nei punti più banali, era giunta in porto a gonfie vele. Gli spettacoli che si succedettero, una bella serie di operette moderne, costituirono altrettanti successi, ma ancora una volta si lamentò che i libretti erano confezionati con una ricetta tanto comoda e arcinota in cui la sorpresa e l'interesse venivano a mancare del tutto. "Per di più vanno a scovar fuori le freddure nei solai della comicità, dimentichi che il pubblico d'oggi la sa lunga ed ha il palato difficile. Gli interpreti debbon mettere per conto loro pepe e zenzero in pietanze scipite e scipitissime". Anche in Ferfui, dove la musica, senza pretese, anche se non sempre originale, era brillante e di mano abile nella strumentazione, la bravura degli attori aveva reso sopportabile la trama e la vacuità dello svolgimento: si era distinto Nuto Navarrini, "ballerino apprezzabilissimo, che è anche un comico notevole quando non voglia strafare o con dei falsi e sgradevoli toni di voce o con una mimica, cara al loggione sì, ma artisticamente inefficace". Della novità del direttore dell'orchestra, Ci-ri-bi, furono apprezzati ,"i molli versi" e le "dilettevoli note". Soddisfacente il Navarrini che "quando vuole, e cioè quando segue il proprio temperamento più che gli umori non sempre fini della platea, è un attore squisito e misurato". Di coloro che venivano citati nelle cronache facevano parte Luisa Annie, la soubrette briosa, che cantava come poche sapevano, che recitava con gustosa birichineria, danzatrice indiavolata "come una girl", impregnata in ogni manifestazione di una giovanile baldanza, però "da moderare"; il tenore Polisseni "della vecchia guardia, artista esperto dalla voce ancora ben timbrata"; la prima donna Elodia Maresca, tra le più note e apprezzate nel campo dell'operetta; Elena Tani, anche lei di grandissima pratica e "attrice intelli gente che rende accette e spesso interessanti le melensaggini che i librettisti usano mettere in bocca alle caratteriste". Applauditissimo il primo violino Giuseppe Alessandri nel magistrale a solo nel secondo atto di Eva.

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6-24 ottobre 1928 - Stagione d'opera d'autunno
Renzo Martini dir. orch.; Corrado Muccini dir. coro; Arturo Ferrari e Pasquale Pizzagalli m. sost.

ott. 6
Rigoletto, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (3)
Cristy Solari (duca) t; Giuseppe Noto(Rigoletto) br; Rita Kittena (Gilda) s; Vittorio Pistolesi (Sparafucile) bs; Tina Masucci (Maddalena) c; Piero Brilli (Monterone) br; Alfredo Torre (Marullo) br; Giovanni Baldini (Borsa) t

Dopo la lunga stagione cinematografica estiva, in cui alla direzione dell'orchestra era adesso la compositrice Edna Watry, e dopo aver ospitato la grande rivista della "venere nera" Joséphine Baker, il teatro aveva riaperto alla lirica con un'altra stagione diretta da Renzo Martini. Fu ancora una volta una serie di pienoni che in Rigoletto applaudì uno spettacolo che "se non può dirsi mondo di pecche" era però allestito con insoliti criteri artistici. Né con due sole prove si poteva fare di più: tutto comunque filò con sicurezza e soddisfacente equilibrio tra l'ottima orchestra e il palcoscenico, specie per merito dell'anziano ma ancora validissimo baritono Noto e del tenore Solari, dalla bella voce, mentre il soprano, se dimostrò abilità nella parte vocale, denotò disagio nell'espressione drammatica. "Sufficienti gli artisti di contorno", ottimo il coro. L'esecuzione migliorò nelle repliche sempre molto affollate.

ott. 9
La bohème, musica di Giacomo Puccini. (5)
Gino Neri (Rodolfo) t; Luigi Dimitri (Marcello) br; Francesco Nascimbene (Schaunard) br; Vittorio Pistolesi (Colline) bs; Pietro Brilli (Benoit, Alcindoro) br; Olga Brancucci (Mimì) s; Mirella Luba (Musetta) s

Spettacolo assai riuscito che mandò a casa il numeroso pubblico assai soddisfatto: erano previsti tre spettacoli, che furono portati a cinque a causa dell'affluenza degli spettatori che, senza cercare il pelo nell'uovo, applaudirono con calore l'insieme delle voci di cui era composto il cast: "alcune bene educate, altre ancora suscettibili di studio e di perfezionamento, tutte però sane, giovani, fresche e generose sino alla esuberanza". In particolare si dimostrò una promessa Olga Brancucci, neo diplomata del Conservatorio di Milano. C'era da ridire qualcosa sulla larghezza di alcuni tempi, sullo squilibrio tra palcoscenico e orchestra nel terribile secondo atto, e sull'eccessiva preponderanza in alcuni momenti di questo su quella, ma con due sole prove era assurdo pretendere di più.

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18 ottobre 1928 - Tournée della Compagnia del Teatro Mogador di Parigi
A. Raccosta dir. orch.

Rose Marie, operetta di Rudolf  Friml e Herbert Stothart. (1)
Maguy Parny (Rose Marie); Beth Berry (Wanda); Gladys Carlisle (lady Jane); Lerner (Herman); Max Bussy (Jim Kenyon); Max Guy (Hawley); Lucien Artus (La Flamme); Benedict (Aquila Nera); Albert Mafer (serg. Malone)

La compagnia francese, che all'inizio dell'anno aveva portato per l'Italia No, no Nanette, era ritornata con una tournée che presentava un altro capolavoro dell' operetta americana, quella i cui carezzevoli motivi  "Rose Marie",   "Indian love call" sono ancora famosi dopo le diverse edizioni cinematografiche che hanno visto interpreti fra i più famosi. In tutta Europa il successo era stato unanime di critica: meno che a Parma, dove l'operetta fu giustiziata dalla Gazzetta come "un polpettone melodrammatico". Questa, però, dovette ammettere che il pubblico, uscendo dalla sala, non poteva fare a meno di canticchiare

Oh! Rose Marie
tu es le [sic] fleure de la prairie

sintomo inequivocabile della cordiale accoglienza che il lavoro aveva ricevuto dagli spettatori, che avevano salutato i bravi interpreti nonché le splendide e affiatate ballerine.

Dopo questo spettacolo, fino al termine dell'anno, si susseguirono sul palcoscenico del Teatro Reinach compagnie di riviste, tra le quali la Za bum, e "La più grandiosa compagnia di riviste che viaggi l'Italia", quella del cav. Achille Maresca, di cui facevano parte Angela Ippaviz a Alfredo Orsini, già brillanti protagonisti dell'operetta, ma anche un personaggio ancor oggi famosissimo, Totò. Nell'annunciare gli spettacoli di questa compagnia, la Gazzetta scriveva anche: "Nel teatro, prospiciente l'orchestra, verrà posta una pedana come è in uso nei principali teatri di Parigi, Londra, Berlino, ecc., per la passeggiata finale del corpo di ballo e dei principali artisti"... Con il tramonto dell'operetta, era nata la mitica passerella.

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