1931

 

 

10-11 gennaio 1931 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Nino Giacobetti dir. orch.; Annibale Pizzarelli dir. coro; Emilio Ranzani m. sost.

Lucia di Lammermoor, dramma tragico, musica di Gaetano Donizetti. (2)
Francesco Nascimbene (Enrico) br; Lia Falconieri (Lucia) s; Lionello Cecil (Edgardo) t; Ferdinando Stella (Arturo) t; Giuseppe Flamini (Raimondo) bs; Creusa Casadei (Alisa) ms; Pietro Fantini (Normanno) t

Dopo una lunga serie di compagnie drammatiche, la lirica ritornò al Reinach. II soprano fu "una rivelazione per il raro timbro vocale, sonoro, ampio, gradevole specialmente nel registro centrale, per la facilità naturale della emissione": anche se le mancava ancora una disinvolta azione scenica, il pubblico aveva goduto per la bellezza della voce e l'aveva applaudita a scena aperta. Buon baritono il Nascimbene, che dette prova di doti non comuni, mentre il già conosciuto tenore Cecil, per nascondere di non essere in voce, era ricorso a ripieghi ed espedienti non graditi dal pubblico. Bene le masse, anche se per l'affrettata preparazione si erano dovute limitare a una sola prova e, come sempre, si distinse il flautista Cristoforetti. Per la seconda fu annunciato il tenore Dino Landi, mentre poi si presentò sulla scena Giuseppe Garuti: il pubblico fu comunque scarso, anche se nel complesso si trattò di un buono spettacolo.

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21-28 gennaio 1931 - Compagnia di grandi spettacoli, opere comiche, operette Ines Lidelba
Direttore Roberto Braccony; Giuseppe Canepa dir. orch.; Umberto Frondi m. coreografo

gen. 21
Cin-ci-là, operetta di Virgilio Ranzato. (1)
Ines Lidelba; Nella De Campi; Roberto Durot; Bruno Biasibetti; Tullio Catella; Ubaldo Orlando; ...

gen. 22
I merletti di Burano, operetta di Virgilio Ranzato. (1)
Ines Lidelba; Nella De Campi; Roberto Braccony; Roberto Durot; Bruno Biasibetti; ...

gen. 23
L'isola verde, operetta di Giuseppe Pietri. (2)
Ines Lidelba; Nella De Campi; Guido Agnoletti; Roberto Durot; Roberto Braccony; Tullio Catella; Maria Braccony; ...

gen. 24
Miss Italia, operetta di Alfredo Cuscinà. (2)
Ines Lidelba; Nella De Campi; Guido Agnoletti; Roberto Durot; Roberto Braccony; ...

gen. 26
La casa innamorata, operetta di Carlo Lombardo. (1)
Ines Lidelba; Nella De Campi; Bruno Biasibetti; Roberto Durot; Roberto Braccony; ...

gen. 27
Lo zarevich, operetta di Franz Lehar. (1)
Ines Lidelba (Sonia); Bruno Agnoletti; Ninì Trucchi; Roberto Durot; Roberto Braccony; ...

gen. 28
Crema di chic, operetta di Carlo Lombardo su motivi di Robert Stolz. (1)
Ines Lidelba; Guido Agnoletti; Roberto Braccony; Elvira Canepa; ...

Oltre ai nominativi che abbiamo indicato nei singoli spettacoli e che risultano dalle recensioni, dalla locandina di presentazione della stagione vediamo facenti parte della compagnia Gemma Valori, Pina Bagarotto, Nina Boschi, Adriana Dandy, Umberto Frondi, Luigi Valsecchi, Alfredo Zambelli, Lorenzo Bignami, Gaetano Tommesani, Andrea Valsecchi: completavano l'organico di tutto rispetto "10 Lidelba girls 10", dieci ballerine italiane e nel coro dieci generiche e otto generici. Il pubblico accolse con favore la lussuosa stagione, ammirò i costumi, l'esecuzione affiatata e apprezzò il contributo vocale di ogni singolo interprete: brillava per sfarzo la raffinata Lidelba, cantante, ballerina e attrice vivace e dotata di un brio indiavolato; il soprano De Campi, certamente la migliore sulle scene dell'operetta, incantò per la grazia con cui effondeva il piacevole canto cristallino e intonato; piacquero il Durot, agilissimo e gustosamente comico, i tenori Agnoletti e Biasibetti per la sicurezza scenica e le note ampie e squillanti, l'orchestra e l'attento direttore. L'isola verde, novità di Pietri, non era tra le migliori operette del maestro, anche se i quadri apparvero immaginati con gusto, morbidi e di bell'effetto. Non suscitò entusiasmi tra il folto pubblico, pur raccogliendo cordiali applausi, dato che la compagnia ne dette comunque una esecuzione ammirevole, mettendo in evidenza le parti musicali più pregevoli, tipiche della produzione del maestro: i temi del mare, le nostalgie dell'isola d'Elba, l'ambiente popolaresco e peschereccio.

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3-5 febbraio 1931 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Tino Cremagnani dir. orch.

Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (3)
Bruno Landi (Almaviva) t; Pietro Rossi (Bartolo) bs; Nanà Sanchioni (Rosina) s; Domenico Mastronardi (Figaro) br; Mattia Sassanelli (Basilio) bs; Carlo Gislon (Fiorello) t; Creusa Casadei (Berta) s

Anche se tra gli interpreti mancavano le celebrità, bastava un'esecuzione decorosa e Il barbiere riusciva a sedurre ancora una volta il pubblico: come avvenne in questa circostanza. Il soprano era grazioso e fornito di una vocina agile; il tenore - anch'egli nuovo per le scene di Parma - fraseggiò con garbo e gradito timbro, dando prova di intelligenza; Figaro sfoggiò bellezza di voce, vivacità scenica e correttezza di canto; il giovane Sassanelli dette prova di intelligenza per la misurata comicità unita a belle qualità vocali e sceniche, l'anziano basso Rossi si intonò allo spirito rossiniano senza strafare, mentre la misera orchestra fu applaudita dopo la sinfonia e fece quanto nelle sue possibilità. Anche le altre esecuzioni videro folla e applausi per il merito vocale e scenico dei singoli e per l'affiatamento dell'insieme.

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16-17 marzo 1931 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Giulio Falconi dir. orch.; Alfredo Simonetto ed Ezio Robiati m. sost.; Manpa sc.

I misteri gaudiosi, sacra rappresentazione, musica di Nino Cattozzo. (2)
L'annunciazione. Teresa Pastori (arcangelo Gabriele); Ottavia Giordano (Maria) s; Fabio Ronchi (Giuseppe) br; Mirka Zerlini (Lia); Olga Avanzini (Sara).
La visita a Lisabetta. Ottavia Giordano (Maria); Mirka Zerlini (Lia); Vittoria Palombini (Lisabetta); Luigi Milanese (Zaccaria); Teresa Pastori (Micol); Olga Avanzini (Zelpha).
La natività. Ottavia Giordano (Maria); Fabio Ronchi (Giuseppe); Mirka Zerlini (Bela); Vittoria Palombini (Tamna); Teresa Pastori (Ada); Olga Avanzini (Tabee)

Il direttore artistico del Reinach, Manlio Pasotto, aveva deciso di rappresentare questo lavoro sull'ala del suffragio di consensi di pubblico e di critica di tutta Italia. Il teatro così riaprì alla musica, dopo una lunga serie di spettacoli cinematografici "allo schermo", ai quali erano stati inframmezzati numeri di varietà con comici e "stelle eccentriche" di canto e ballo. Questo allestimento del Misteri veniva da Modena, dove l'autore aveva ricevuto una dozzina di chiamate: l'esecuzione fu degna del più grande rispetto per gli ottimi elementi di cui era composta e che vennero evocati al proscenio con il direttore al termine di ogni atto. Il pubblico era "scarso: troppo scarso. La ragione di questa diserzione, davanti ad una novità quale potrà mai essere? Forse la qualità del lavoro? di religiosità? di misticismo non se ne vuol sapere? Forse è il teatro lirico di nobile intenzione che si ha voglia di sostituire con le volgarità operettistiche? Forse tutto questo e altro. Diciamo solo che è desolante vedere disertare manifestazioni artistiche che hanno diritto di essere incoraggiate". La rampogna di Adelmo Damerini non toccò minimamente il consueto pubblico del Reinach e, alla seconda, fu un altro forno. Tre giorni dopo venne inaugurato un nuovo impianto sonoro per il cinema, i cui film furono accompagnati da avanspettacoli infarciti di belle ragazze. E si ebbe una gran folla.

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28-29 marzo 1931 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Tommaso Benintende dir. orch.

La traviata, melodramma, musica di Giuseppe Verdi. (2)
Mercedes Capsir (Violetta) s; Carmen Tornari (Flora, Annina); Giovanni Voyer (Alfredo) t; Francesco Nascimbene (Germont) br; Romeo Boscacci; Gino Anselmi; Mario Girotti; Tommaso Fantini

L'esecuzione di questo allestimento dell'opera verdiana, "accurata a accesa di vera vita", per una fortunata combinazione nelle condizioni attuali del teatro lirico, fu delle più soddisfacenti. Imperniata su di una grande artista come la Capsir, cantante meravigliosa dalla voce agile, estesa, calda, argentina, di perfetta scuola, colpì il pubblico che le tributò dei festeggiamenti calorosissimi. Anche gli altri interpreti - si segnalò in specie il baritono - ebbero meriti non comuni, come pure tutte le componenti dello spettacolo che era improntato a unità di stile e serietà artistica: pregi che il pubblico riconobbe anche nella replica.

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4 maggio 1931 - Concerto

Parte I. Pietro Locatelli-Bedini: Sonata inedita per violino e pianoforte; Niccolò Paganini: Concerto in re magg.; Carlo Jachino: Sonata per violino e orchestra (1931. I esecuzione).
Parte II. Biagio Marini-Bedini: Largo; Ernest Bloch: Improvviso (Nigun); Alfredo Barbagelata: Gondoliera; Manuel De Falla: Danza spagnola

La serata "dell'Esimia violinista Elsa Allodi col concorso dell'Orchestra del R. Conservatorio, la collaborazione pianistica del maestro Luigi Ferrari Trecate e la direzione d'orchestra affidata al sig. Carlo Dall'Argine del corso superiore di composizione" riportò un successo "in grande stile", come da tempo non si udiva a Parma. Organizzato dalla Società dei Concerti annessa al R. Conservatorio di musica, diretta da Alfredo Barbagelata, nella violinista Allodi, "anche senza nome straniero", fu ritrovata l'artista dalla tecnica sorprendente e dal temperamento esuberante, mentre ottimo accompagnatore al pianoforte fu il direttore del Conservatorio Ferrari Trecate. Il numeroso pubblico tributò un subisso di applausi e furono concessi diversi bis: La ridda dei folletti di Antonio Bazzini, il Capriccio n. 20 di Paganini e la Serenata di Virgilio Ranzato. La prima esecuzione assoluta della Sonata di Carlo Jachino ebbe l'onore di una lunga recensione di Adelmo Damerini sul Corriere emiliano, che concluse definendola "una delle più belle pagine moderne di musica sinfonica, tanto per ispirazione calda e sincera che per realizzazione chiara e personale", mentre l'orchestra del Conservatorio fu superiore a ogni aspettativa. A differenza di quanto riportava la locandina, diresse "con intelligenza intuitiva" il maestro Giovanni D'Amato, imprimendo slancio, vigoroso accento   sicurezza.

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26 ottobre 1931 - Concerto del Coro dei Maestri Cechi di Praga

Parte I. Josef Bohuslav Foerster: Grandi larghi campi natii; Leos Janacek: Amore, amore!; Adelmo Damerini: La partenza; P. Krizkovsky: Annegata.
Parte II. Josef Suk: Ferito; Vitezlav Novak: Ehi zingaro! Zdenek Fibich: Notte silenziosa; Bedrich Smetana: Canzone al mare.
Parte III. F. Axman: Musicanti che fate?; Vitezlav Novach: Camerati miei!; H. Pala: Cipolletta; V. Kalik: Balla, balla

Il coro cecoslovacco era una emanazione della società Presenza, che aveva per finalità la valorizzazione di ogni più audace espressione del momento storico presente. Con il programma presentato dimostrò di voler far conoscere la produzione nazionale, con l'eccezione - per motivi di ospitalità - di una composizione di Adelmo Damerini. Il pubblico molto numeroso dimostrò di aver apprezzato la perfetta esecuzione e applaudì con entusiasmo: fuori programma vennero eseguite due canzoni, una russa e una siciliana, mentre la serata era stata aperta con Giovinezza e con l'inno nazionale cecoslovacco.

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23 dicembre 1931 - Concerto
Nievo Ippolito Albertelli cello; Adolfo Baruti pf.

Parte I. Grazioli: Adagio; Luigi Boccherini: Sonata in la magg.; Ludwig van Beethoven: Sonata in do magg, op. 102.
Parte II. Gabriel Fauré: Elegia; Gibilaro: Canto di solfara; Robert Schumann: Adaglio e allegro.
Parte III. Franz Schubert: Momento musicale; Paul Hindemith: Scherzo; Anton Rubinstein: Melodia in fa; Victor Herbert: Serenata; Stephan Davydov: Alla sorgente

Un pubblico non numeroso ma attento salutò l'esecuzione di questo concittadino, considerato per perizia tecnica uno dei massimi violoncellisti italiani. Vennero concessi vari bis. La critica del Corriere emiliano, di solito prolissa, questa volta fu fredda a distaccata.

I programmi al Teatro Reinach non potevano che seguire l'evoluzione del gusto dei tempi. Se il cinematografo regnava sovrano, spesso con i film inframmezzati da spettacoli di varietà con attrazioni internazionali, la rivista andava prendendo sempre più piede, e si assistette a spettacoli di prim'ordine, quali lo strepitoso Wunder-Bar (lavoro che non era né una rivista né un'operetta, ma una commedia con la ricostruzione viva e vivace della vita notturna) per il quale dovette anche essere ampliato il palcoscenico, comparendo ottanta interpreti contemporaneamente in scena. Che fosse un teatro di prim'ordine per il genere delle rappresentazioni che allestiva e all'avanguardia nel progresso tecnico, abbiamo avuto modo di rilevarlo nella primavera, quando era stato dotato di un moderno impianto sonoro per il cinema, mentre il 15 dicembre, primo in Italia, per eliminare i lunghi cambi di scene, aveva adottato il palcoscenico girevole.

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