1933

 

Dopo una lunga chiusura per consentire lavori di restauro e di riverniciatura alla sala, il Teatro Reinach riaprì con una nuova gestione che presentò "con prezzi modesti non ostante la importanza degli spettacoli" una compagnia di varietà viennese: una folla festante applaudì le "scelte e piacenti ballerine". Subito dopo iniziò la proiezione di una serie di film che venne interrotta dalle rappresentazioni straordinarie della famosa compagnia di riviste, già di operette, di Guido Riccioli e Nanda Primavera, i cui spettacbli , dal 24 al 26 febbraio, si ebbero "per iniziativa di alcuni cittadini". Furono eseguite due applauditissime e affollatissime recite di Wunder Bar, aggiornato con le più recenti musiche italiane e straniere e con nuove attrazioni di varietà, e due della rivista satirica Gli uomini... cbe gentiluomini, i cui quadri erano stati elaborati dallo stesso Guido Riccioli. Ricominciarono poi, con o senza avanspettacolo, le rappresentazioni cinematografiche: qualche rara volta comparve la prosa. In questo caso i prezzi dovevano essere tenuti, per attirare la folla, a un livello di concorrenza rispetto a quelli dei biglietti dei film. Avendo quasi mutato destinazione il Reinach, anche il Teatro Regio presentò delle modifiche nei suoi spettacoli: dal marzo, infatti, il Massimo di Parma si aprì alla prosa (compagnia di Ruggero Ruggeri) e accolse addirittura l'operetta con un trionfale Al cavallino bianco (25-26 marzo). Quando ormai la musica compariva al Reinach, era sotto forma di rivista: come il 27 marzo, quando ospitò la rumorosa allegria del Gruppo Universitario Fascista con il suo spettacolo Venga con noi: la musica per i diversi quadri era stata scelta da Aldo Lazzari, che si incaricò anche della direzione dell'orchestra, composta dagli allievi del Conservatorio. Fino al termine dell'anno si ebbero al Reinach pochi spettacoli di prosa (tra le altre, le compagnie di Renzo Ricci e quella di Emma Grammatica), qualche esibizione della compagnia dialettale parmense La risata, ma nessun altro genere di rappresentazione né di opera né di operetta. A settembre dei dilettanti, unitamente ad alcuni artisti che avevano fatto parte di compagnie ormai disciolte, costituirono in seno al Gruppo Corridoni dell'Opera Nazionale Dopolavoro la compagnia Città di Parma per mettere allo studio opere comiche ed operette: a fine dicembre il Corriere emiliano scriveva che era quasi pronto l'allestimento di Addio giovinezza. In tutto l'anno, oltre all'occasionale apparizione sulla scena del Teatro Regio del Cavallino bianco, in città non furono rappresentate che tre operette, portate alla fine di dicembre dalla compagnia La modernissima: ebbero un foltissimo pubblico, ma il teatro era il piccolo Petrarca. Al Reinach adesso imperava, salvo rare eccezioni, il cinematografo.

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