1942

 

 

26 febbraio 1942 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Adolfo Alvisi dir. orch.

La bohème, musica di Giacomo Puccini. (1)
Amedeo Bonini (Rodolfo) t; Piero Campolonghi (Marcello) br; Gilberto Fogli (Schaunard) br; Gianfelice De Manuelli (Colline) bs; Vittorio Balbo (Benoit, Alcindoro) bs; Sara Scuderi (Mimì) s; Isotta Faccioli (Musetta) s

Questo spettacolo straordinario fu allestito per merito di alcuni amici del tenore Bonini, per consentirgli di essere udito a Parma, dopo che aveva debuttato - a 37 anni - con successo al Chiabrera di Savona nel carnevale precedente. Alle 19, ora in cui iniziò lo spettacolo, per potersi concludere entro l'orario prescritto dalle economie belliche, una vera folla assiepava ogni ordine di posti. La cronaca, dopo aver riconosciuto l'abilità del maestro, la bontà dell'orchestra e del coro, per tutti usò i termini di bello, bravo, magnifico. Riguardo al tenore rilevò che "a volte l'applauso cordiale ed entusiastico a lui diretto ha superato in intensità il giusto livello della misura esatta", ammettendo però che, se pur "la voce non trascendeva in volume, si faceva apprezzare per bello smalto a calda espressività". Applausi anche per i feriti di guerra ospitati in una barcaccia. Pochi giorni dopo anche per il tenore vi fu il richiamo alle armi.

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31 luglio 1942 - Concerto vocale-strumentale
Teresa Scorza s; Guido Schiretti t; Michele Cozzato br; Carlo Palladino ch.; Isaia Avanzini pf.

In questo concerto si presentarono tre giovanissimi cantanti attivi a Genova che, essendo all'inizio della carriera, cercavano il viatico artistico dal severo pubblico di Parma. Era previsto dovesse partecipare anche il fisarmonicista Mentore Bo di Colorno, ma il giorno prima era stato chiamato alle armi. Dato il gran caldo, il pubblico non era numeroso. La cronaca, che non riportava alcun titolo eseguito, rilevò che il pianoforte non era perfetto e che si doveva accusare un deficit artistico: applauditi erano stati soprano a baritono. Non una parola fu spesa per il tenore. Una lode particolare era riservata all'accompagnatore al pianoforte Isaia Avanzini, che aveva avuto l'accortezza di evitare "quei tasti che non andavano toccati".

Nell'autunno la proprietà del Teatro Paganini passò al rag. Giovanni Bergonzi. Malgrado l'impegno di avere una maggiore attenzione nei riguardi della musica, come era stato nelle tradizioni dell'amato Teatro Reinach, salvo rare eccezioni, il teatro rimase una sala per spettacoli cinematografici, al più con rappresentazioni di avanspettacolo e riviste che facevano da contorno.

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