1944

 

La Gazzetta di Parma dell'8 febbraio riportava che i nuovi proprietari del teatro avevano provveduto a effettuare le migliorie che erano rimaste ancora da fare dopo i lavori dell'estate precedente: era stato acquistato un nuovissimo impianto tecnico che assicurava una più chiara visione e una perfetta sonorità alle pellicole cinematografiche, si era adottata una migliore forma di illuminazione del palcoscenico ed era stato allargato lo spazio tra le file delle poltrone per eliminare gli inconvenienti che derivavano dalla loro strettezza.

 

11-13 febbraio 1944 - Compagnia di operette Lombardiana
Direttore Enrico Dezan; Mario Ferrarese dir. orch.

feb. 11
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (2)
Giuseppe Campanini (Hans); Paola Leoni (Nela); Lina Rossi (Bombom); Enrico Dezan (La Gaffe); ...

feb. 12
Cin-ci-là, operetta di Virgilio Ranzato. (2)

feb. 14
La danza delle libellule, operetta di Franz Lehar. (2)

Un notevole pubblico divertito e plaudente salutò il ritorno dell'operetta, approvando sia gli interpreti vocali (il parmigiano Campanini e il soprano Leoni), che la coppia comica composta dal Dezan e dalla subretta (così si italianizzò il nome della primadonna brillante) Lina Rossi. Si dettero due spettacoli al giorno, alle 15 a alle 19, per terminare in tempo per il coprifuoco.

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24-25 febbraio 1944 - Compagnia di riviste Nuto Navarrini
Ferruccio Martinelli dir. orch.

Il diavolo nella giarrettiera, operetta di Giovanni D'Anzi. (4)
Nuto Navarrini; Vera Rol; Erica Sandri; Nuccia Galimberti; Renato Mariani; Bruno Berri; Isa Bonino; i fantasisti Marino e Gionni; balletto Excelsior

Nuto Navarrini, con la collaborazione dei milanesi Alfredo Bracchi (il poeta vernacolo di Mia bella Madonnina) e del suo inseparabile musicista Giovanni D'Anzi, aveva offerto uno spettacolo che, pur sfruttando i vecchi ritrovati del genere, segnava un notevole progresso: per ritrovare il filo di una comicità semplice e piacevole, di una musica ispirata, di una scena fantasiosa ed elegante, aveva rispolverato l'operetta. Svecchiata a dinamizzata, o se si vuole rivistizzata, questa aveva costituito uno spettacolo vivo e veramente ben congegnato: uno spettacolo completo dove non mancava il buon gusto e che riscosse unanime consenso di critica e pubblico. Navarrini sostenne la parte del protagonista con stile a vivacità; Renato Mariani fece sfoggio di una comicità originale e spassosissima; bravissime le attrici e i personaggi di contorno.

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10-14 marzo 1944 - Compagnia italiana di operette ROSES n. 1
Arnaldo Fontana dir. orch.

mar. 10
Madama di Tebe, operetta di Carlo Lombardo. (1)

mar. 11
La donna perduta, operetta di Giuseppe Pietri. (2)

mar. 12
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)

mar. 13
Amami Alfredo, operetta di Ettore Bellini. (2)

mar. 14
Acqua cheta, operetta di Giuseppe Pietri. (2)

La compagnia, che era composta da Leda Baldelli soprano, Alberto Ciulli tenore, Maria Pineschi soprano, Elsa Carmi subretta, Raffaele Trengi brillante; Sandro Tozzi, Emilio Pineschi e Rodriguez, caratteristi, nonché dalle quattordici "ragazze del balletto" (adesso per la solita legge non più girls), dette due spettacoli al giorno, tranne il primo per ragioni di allestimento, riscuotendo grande successo per l'affiatamento, il brio e l'eccellente esecuzione degli attori e cantanti che raccolsero il massimo gradimento. Questo genere di spettacoli, che faceva ricordare altri tempi, stava vivendo un tale momento di grazia che, nel contempo, nel nuovo Teatro Ducale, da poco aperto nell'Oltretorrente, era in corso una stagione di operette da parte della compagnia di Roberto Durot e di Viole Violette.

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7-8 aprile 1944 - Compagnia di riviste Nuto Navarrini
Ferruccio Martinelli dir. orch.

Il diavolo nella giarrettiera, operetta di Giovanni D'Anzi. (3)
Nuto Navarrini; Vera Rol; Erica Sandri; Isa Bonino; Nuccia Galimberti; Renato Mariani; Bruno Berri; Marino e Gionni; balletto Excelsior

Visto il successo conseguito due mesi prima, la compagnia Navarrini ritornò al Teatro Reinach a mietere successi, presentando, oltre al fortunato Diavolo nella giarrettiera, una rivista vera a propria, Mi piaccion quelle cose..., certamente per il grosso pubblico più comica e plateale. E il successo non mancò nemmeno questa volta. Essendo Parma una piazza di arruolamento per i volontari nella Decima Flottiglia MAS, Navarrini ottenne un plauso particolare dai militari che affollavano il teatro, essendo stato nominato a Milano "capitano d'onore" di quel reparto. Nomina simbolica che il povero comico scontò assai amaramente al termine delle ostilità.

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10-13 aprile 1944 - Compagnia di operette Lombardiana
Direttore Enrico Dezan; Mario Ferrarese dir. orch.

apr. 10
Il paese dei campanelli, operetta di Virgilio Ranzato. (1)
Lina Rossi (Bombom); Enrico Dezan (La Gaffe); Paola Leoni (Nela); Carlo Castellani (Attanasio);...

apr. 10
Vittoria e il suo ussaro, operetta di Haios. (1)

apr. 11
Scugnizza, operetta di Mario Costa. (1)

apr. 12
Primarosa, operetta di Giuseppe Pietri. (1)

apr. 13
Le tre lune, operetta di Carlo Lombardo. (1)

La compagnia segnò in tutti gli spettacoli una calorosa serie di successi per merito delle due coppie affiatate e di buona caratura artistica, nonché per la predisposizione del pubblico a lasciare fuori dalla porta del teatro l'angoscia e i tristi pensieri. Se Vittoria e il suo ussaro, si presentò, dopo essere stata "rivisitata" da Carlo Lombardo, come lavoro di un non meglio identificato Haios, dato che il nome dell'autore, di indubbia matrice ebraia quale era Abraham, avrebbe creato dei problemi con la gendarmeria di occupazione, la stagione si concluse con un altro frutto del sempre fervido ma prudente Carlo Lombardo. Le tre lune, infatti, "giapponeseria in tre fasi", composta nel 1931, era stata rimessa in circolazione dopo tanti anni in quanto non poteva che andare sul sicuro, con il Sol Levante alleato dell'Asse. L'esito, poi, era anche scontato, essendo un lavoro divertente - i cui tre atti si intitolavano primo quarto, mezza luna e luna piena - che riprendeva, esagerandole, le situazioni che avevano portato al trionfo Cin-ci-là. La stringata cronaca della Gazzetta riporta che in un intervallo dello spettacolo, i volontari della Decima Flottiglia MAS, che affollavano il teatro, richiesero a gran voce l'esecuzione di Giovinezza e dell'Inno di Mameli "accolti da vibranti applausi".

Questa fu l'ultima stagione di spettacoli musicali ospitati dal palcoscenico del nostro Teatro. Esattamente un mese dopo, sabato 13 maggio, verso le 14,30, la città subì un nuovo violentissimo bombardamento: il quarto in venti giorni. Diverse ondate di bombardieri, sorvolando la città sulla direttiva sud-nord, sganciarono centinaia di bombe, seminando lutti tra la popolazione civile e distruzioni, senza toccare alcun obbiettivo militare: il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina, l'Archivio di Stato, il Museo di Antichità, l'Istituto d'Arte, la chiesa di S. Maria Maddalena, quella di S. Pietro, il palazzo Ducale, il monumento a Giuseppe Verdi vennero colpiti. Accomunata nella devastazione a questi insigni monumenti, tacque per sempre la voce di quel semplice Teatro, tanto amato dal popolo di Parma, quello che, anche se era stato ribattezzato Teatro Paganini, è rimasto per sempre il Politeama Reinach.

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