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Quazza Pio


  • regista
  • Colorno
  • 17/01/1802
  • Parma
Compare nei documenti per lunghi anni: in un pagamento del 1749 (A.S.Pr, Computisteria borbonica, b. 699), nel quale fu retribuito quale magazziniere, era segnato "da Colorno"; diventò direttore, quindi ispettore dei Reali Teatri, si occupò della formazione delle compagnie di ballo e di canto, dei loro alloggi, delle scene, dei costumi, e aprì anche la sua abitazione perché vi si svolgessero le prove degli spettacoli. In una citazione del Bédarida è indicato come "compositore", nominato dal Dutillot con incarico specifico per il teatro. La prima volta che lo troviamo citato in questa veste è in un documento del 6 mar. 1758, in cui invia al Dutillot il contratto per una ballerina di Bologna che doveva danzare nella prossima stagione di primavera (A.S.Pr. Spettacoli e Teatri borbonici, b. 1). Dal I apr. 1766 era magazziniere a Colorno con un soldo di 1.800 lire annue e 1.120 di pensione. Anche dopo il licenziamento del ministro, continuò a dirigere "i divertimenti teatrali di SAR" a Colorno. Fu per anni il factotum della musica e della danza a Parma, e nel nov. 1768 fu istituita, sulla base di un suo progetto, la Scuola di musica per cantanti. Sul genere di spettacoli che allestì vi è una sua lettera del dic.1768, con la quale presentava un suo "progetto di una Mascherata che potrebbe per se essere vaga, e portar seco una grande Allegria, avendo per Titolo Il ritorno dalla Caccia in trionfo". Un carro avrebbe dovuto essere allestito "come una terrazza rustica circondata da un numero di venti, o trenta belle Cacciatrici tutte uniformi, e galantemente vestite. Verrebbe tirato il carro da dodici o quindici paja di Bovi galantemente ornati, e con le corna inargentate e preceduto da ottanta o cento Cacciatori a Cavallo. [...] Il vestiario tutto verde. [...] Alla testa della Mascherata una numerosa banda di instromenti proprij alla Caccia, tutti a Cavallo, e che avessero a suonare continuamente con strepito. [...] Dietro al Carro vi sarebbe per seguito la supposta servitù dei Cacciatori tutti a cavallo ed altra banda Instrumentale. Dovrebbe la Mascherata venire da verso la Porta S. Croce, arrivare a quella di S. Michele e rientrarsene alla piazza [...] e si abbandonerebbe il carro ad uso di cuccagna alla discrezione del Popolaccio, o sia saccheggi, continuando sempre lo strepito instrumentale, ed ecco finito. [...] Per li cavalli che occorressero a tale effetto si potrebbe, con ordine, avere quelli della Cavalleria Miliziana, pagandogli un discreto nolo" (A.S.Pr, Casa e Corte Borbonica, b. 8, fasc. 14). Vi è una sua lettera, datata 5 gen. 1769, in cui si parla degli incarichi rivestiti in occasione delle nozze di Don Ferdinando: "Ebbi inoltre il peso dell'Opera, quello della illuminazione del Giardino, una operetta buffa nel piccolo Teatro, qualche incarico sopra la macchina dei fuochi artificiali" (A.S.Pr, Casa e Corte Borbonica, b. 8, fasc. 14). Francesco Fortunati, in una lettera a padre Martini del 20 giu. 1869 diceva che il Quazza era intento all'allestimento degli spettacoli per le nozze ducali e lo qualificava "Direttore de' Reali Spettacoli". Dal 1770 fu retribuito mensilmente "per le ingerenze teatrali", tra le quali vi era anche quella di tesoriere del Teatro Ducale. (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 934b). Dal 17 mag. 1772, con decorrenza dal I gen., la pensione fu aumentata a lire 3.000 all'anno. Nell'estate 1773 curò l'allestimento della pastorale Uranio ed Erasitea eseguita per la nascita del Real Figlio primogenito Lodovico. Fu retribuito con 50 pezze di Spagna (A.S.Pr, Computisteria borbonica, Fili correnti, b. 935a). Con regio decreto 7 dic. 1776, a seguito dell'ultimo piano generale, fu nominato Ispettore de' R.D. Teatri con il soldo di lire 4.000, più i 3.000 di magazziniere e 920 di pensione. Gli risultano concesse inoltre diverse gratifiche: il 30 gen. 1783 di 1000 lire; il I lug. 1784 ancora di 1000 lire "attese le fatiche da esso sostenute in occasione delle feste date al Re di Svezia", mentre il 5 feb. 1786 gli venne condonato un debito nei confronti dell'erario di 225 lire (A.S.Pr, Decreti e Rescritti). Nel 1792, essendo ispettore del Teatro, aveva l'obbligo di presiedere a tutte le lotterie che l'impresario teneva nel ridotto, lotterie che aveva anche gestito in proprio (A.S.Pr, Spettacoli e Teatri Borbonici, b. 4). Il decreto 19 ott. 1798 stabilì che per l'età avanzata potesse essere sostituito in caso di impotenza, malattia o altro da Giovanni Battista Crespi (A.S.Pr, R. Casa, Ruolo de' Provigionati in Parma dal I apr. 1766 a tutto l'anno 1805, A, f. 371). Nel 1801, anche se ammalato, conservava il posto di ispettore al Teatro Ducale, e la retribuzione risulta effettuata a suo figlio Filippo (A.S.Pr, Computisteria borbonica, b. 941; Governo Provvisorio e Reggenza, Interno, b. 8).
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza