1911

 

 

6-23 marzo 1911 - Compagnia Italiana di operette Anita Jolanda & Soci
Direttore Eduardo Favi; Armando Buratti e Silvio Tagliapietra dir. orch.

mar. 6
Sogno di un waltzer, operetta di Oscar Straus. (4)
Eduardo Favi (Gioachino XIII); Rosina Delta (Elena); Guido De Salvi (Lotario); Raimondo De Angeli (Niki); M. Andrei (Monsci); Elena Tani (Federica); M. Baracchi (Vendolino); Giuseppe Moscatelli (Sigismondo); Anita Jolanda (Franzi); Adelina Tani (Fifì); A. Gretel (Annetta); L. Baracchi (Lizzi); M. Morosini (Mizzi); P. Agostini (Frizzi)

mar. 9
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (7)
Eduardo Favi (bar. Zeta); Tina D'Arco (Valencienne); Raimondo De Angeli (Danilo); Anita Jolanda(Anna Glavari); Antonio Verrusio (Camillo); M. Baracchi (visc. Cascada); M. Andrei (Raoul); Nunzio Bairo (Bogdanovitsch); Amelia Fiorett (Silviana); Enrico Sacchi (Kromow); Amelia Villa (Olga); Giuseppe Moscatelli (Pritschitsch); Adelina Tani (Praskovia); Gino Leoni (Njegus); L. Baracchi (Lolò); M. Leoni (Dodò); T. Zambelli (Jou Jou); G. Agostini (Frou Frou); A. Moscatelli (Clò Clò); N. Morosini (Margot); F. Tati (cameriere)

mar. 16
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (4)
Eduardo Favi (Condor); Anita Jolanda (Alice); Rosina Delta (Daisy); Raimondo De Angeli (Fredy); Vladimiro Agostini (Hans); Tina D'Arco (Olga); Adelina Tani (miss Thompson); Nunzio Bairo (Janres); V. Papa (Bill)

mar. 22
La divorziata, operetta di Leo Fall. (2)
Raimondo De Angeli (Carlo); Anita Jolanda (Gonda); Tina D'Arco (Jana); Pina D'Avila (avvocatessa); Antonio Verrusio (Pietro); Eduardo Favi (pres. tribunale); Gino Leoni (Ruitesplatt); A. Nenno (Dender); Guido De Salvi (Cornelio); Amelia Villa (Adelina); Gabriella Paroli (Guglielmo); Amelia Fioretti (Marta); M. Baracchi (Wogel); M. Andrei (Wiesum); Giuseppe Moscatelli (usciere)

Folla e applausi calorosi salutarono il fortunatissimo debutto di questa compagnia, fortuna che arrise per tutta la stagione. Furono apprezzate la bontà delle voci, l'abilità degli attori, lo spirito dei comici. L'edizione proposta del Sogno fu corretta ed efficace: piacquero molto la Delta, "per la voce delicata, di bel timbro e sicura nell'arte del canto", e la Jolanda "per il brio e la vivacità dell'azione, l'eleganza e bellezza della figura, i mezzi vocali freschi e simpatici"; bene il tenore De Angelis, il De Salvi, buffo di buona qualità, e Eduardo Favi, comico non comune. Buono e nutrito il coro femminile, splendida la messa in scena, i costumi di Caramba, mentre il direttore dell'orchestra Buratti fu chiamato al proscenio al termine dello spettacolo. L'8 debuttò come Franzi Tina D'Arco, essendo la Jolanda indisposta: pur non avendo provato, l'elegante figura, la grazia nel canto e la vivacità in scena le procurarono applausi e richieste di bis. Per La vedova allegra, "sempre piacente e di una resistenza a tutta prova", il teatro era gremito "in modo spaventoso". L'esecuzione fu ottima, tra le migliori recite che si erano udite a Parma, e forse la migliore come messa in scena. La Jolanda, elegantissima nei costumi di Caramba, "cantò con sentimento, espressione, vivacità, emettendo note filate e sospirate", che le procurarono un vero successo personale. Bene anche De Angelis per la magnifica voce (anche se aveva il difetto di forzare negli acuti) e la spigliatezza in scena, elegantissima nelle numerose toilettes, simpatica e di bella figura la D'Arco, brillante Valencienne per non dire di Favi: vero successo destarono le otto ballerine inglesi "autentiche". Le recite di questa operetta furono ben sette, forse il massimo mai toccato al Reinach in spettacoli d'operetta e il pubblico non era mai sazio, riempiendo ogni sera il teatro e richiedendo tanti di quei bis, quasi volesse ascoltare lo spettacolo due volte di seguito. Il 13 fu la serata in onore dell'applauditissimo tenore De Angelis che, dopo il primo atto del Sogno di un valzer, cantò le canzonette A mare chiaro di Mario Costa, Chitarrata triste di Rodolfo Falvo e Serenata a Surriento di Salvatore Gambardella. Il 14, per dare un pò di fiato agli interpreti principali, La vedova ebbe un secondo cast: la Delta (Anna), De Salvi (Danilo), Verrusio (bar. Zeta), la Paoli (Valencienne). Malgrado l'impegno profuso, il pubblico non fu accontentato. Il successo decretato da un folto uditorio premiò anche La principessa di dollari, uno "spettacolo per famiglia": il critico della Gazzetta rilevava però che, se in alcuni punti la musica assumeva l'importanza di una vera opera lirica, se la strumentazione era ottima, se il susseguirsi di duetti e quartetti non rendeva la vita facile ai cantanti, si attendeva invano quello spunto, quel pensiero musicale che era bastato a rendere popolari altre operette. Non mancava comunque l'eleganza melodica, e in qualche finale c'era una vera vena sentimentale - alla moda tedesca - di simpatica suggestione. Per quel che riguardava il testo, qualche situazione abbastanza comica e sufficientemente garbata affogava tra altre scene di discutibile buon gusto. Le ultime due serate della compagnia presentarono La divorziata, ancora un'operetta di Leo Fall: un tenue e leggero intreccio con un commento musicale non molto abbondante, qua e là grazioso e delicato, mantenuto in una linea dignitosa e signorile. Il valzer era dominante: arie, duetti e pezzi d'assieme, tutti in questo ritmo. Fu ripetuto il duetto dell'ultimo atto "che figura un pedinamento erotico e una facile conquista peripatetica". Il 20 fu data la serata in onore di Eduardo Favi, e il 23, addio della compagnia, quella di Anita Jolanda, che si fece applaudire in diverse canzonette napoletane.

 

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15-17 aprile 1911 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Arturo Bovi dir. orch.

Il matrimonio segreto, melodramma giocoso, musica di Domenico Cimarosa. (3)
Ubaldo Ceccarelli (Geronimo) bs; Rita Thrull Reinach (Elisetta) s; Jole Massa (Carolina) s; Tina Farelli Bovi (Fidalma) ms; Enrico Molinari (Robinson) br; Giuseppe Paganelli (Paolino) t

Lo spettacolo faceva parte di una tournée, che aveva toccato già Verona, Treviso, Venezia, Modena e Mantova, ed era pertanto già ben rodato. L'opera era sconosciuta al pubblico, in quanto eseguita l'ultima volta al Teatro Ducale nel 1825, e l'unica riproduzione moderna era stata una quarantina di anni prima al Teatro San Giovanni. Una sala affollatissima di un pubblico che seguì attentamente tutta l'opera, tributò un successo completo con applausi calorosi e chiamate. Tra gli interpreti vi era anche Rita Thrull Reinach, parmigiana, che aveva debuttato nell'autunno 1909 al Teatro Dal Verme di Milano nella Germania. All'ultima rappresentazione il tenore Paganelli cantò dopo il secondo atto "Una furtiva lagrima" nell' Elixir d'amore.

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13-14 maggio 1911 - XVIIII Festa universitaria
Rappresentazione straordinaria d'opera comica, organizzata dall'Associazione Universitaria Parmense. Vincenzo Paltrinieri direttore artistico; Giuseppe Di Franco dir. orch.; Franco Benzi e Osvaldo Cantoni Gibertini m. sost.

L'allegra brigata, scene della vita goliardica del sec. XIV, nuovissima operetta, libretto di Monici e Paltrinieri, musica di Giuseppe di Franco. (2)
Francesco Marelli (legato apostolico); Giuseppe Poggiolini (Marcello) br; Carlo Rognoni (Renato); Peppino Rugalli (Bonifacio); E. Marginati (Oronzo); Ebe Ugolini (Fiora); Dino Salvadori (padre Macario); L. Elisandri (ser Cacasenno); Giorgia Maineri (Susanna); G. Della Valle (Olderico); R. Vunci (giullare); L. Montanari (Araldo)

Folla e applausi salutarono quest'operetta dai versi facili e spontanei, musicati da un dilettante: gli interpreti erano studenti, e cantavano per lo più a orecchio, mentre l'orchestra era composta da insegnanti e alunni del Conservatorio. Tutti i pezzi vennero bissati. La serata fu aperta e chiusa dall' Inno universitario, cantato in coro da tutti. Il prologo, in versi martelliani di Vincenzo Paltrinieri, fu detto da Peppino Rugalli, già conosciuto come popolare filodrammatico. Alla replica Rugarli disse un monologo fuori programma, e come bis ne presentò un altro.

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12 e 17giugno 1911 - Concerti
Amilcare Zanella pf.

Concerto n. 1
Ludwig van Beethoven: Sonata, op. 111; Johann Sebastian Bach: Passepieds; Domenico Scarlatti: Capriccio; Fryderyk Chopin: Preludio, op. 25 n. 11; Amilcare Zanella: Leggenda n. 2; Tempo di minuetto; Festa campestre; Franz Liszt: Rapsodia ungherese n.6

"Un vero trionfo che si è ripercosso fuori dal Reinach non appena il concertista scendeva nella via" salutò questo pianista, che aveva studiato e poi diretto il Conservatorio di musica di Parma, e adesso quello di Pesaro. Il critico Giulio Passerini si dilungò sul programma in un lungo articolo, rilevando che aveva affascinato con la tecnica prodigiosa, la morbidezza del tocco, l'espressione nell'interpretazione dei vari pezzi. Il pubblico aveva risposto con "un delirio di battimani", lo aveva chiamato alla ribalta dieci volte, e aveva ottenuto tre pezzi fuori programma.

Concerto n. 2
Ludwig van Beethoven: Sonata, op. 54; Georg Friedrich Haendel: Giga e aria (trascr. Zanella); Muzio Clementi: Rondò; Fryderyk Chopin: Fantaisie. Impromptu; 2 Scozzesi; Valzer in la min.; Richard Wagner: La cavalcata delle walkirie; Amilcare Zanella: Leggenda n. 1; Il passero solitario; Mazurka; Grande studio eroico; Franz Liszt; Rapsodia ungherese n. 6 (a richiesta)

Questo secondo concerto era stato sollecitato dalla Gazzetta, visto l'esito trionfale del primo. Un pubblico elegante e numeroso rinnovò il successo e accompagnò al termine l'artista fino all'albergo. Fu bissato Wagner, e vennero concessi quattro pezzi fuori programma.

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21 giugno 1911 - Grande serata futurista

Contro il Futurismo e la Jupe culotte si intitolava sulla Gazzetta del 27 marzo 1911 la cronaca della spedizione futurista della fine di marzo a Parma, che si era conclusa con clamorose dimostrazioni ostili e con l'assedio al Caffè Marchesi in piazza Garibaldi. A questo evento Marinetti aveva risposto facendo distribuire una Lettera futurista ai Cittadini di Parma. Per poter presentare al Teatro Reinach la loro serata, i Futuristi dovettero richiedere l'autorizzazione alla Questura con notevole anticipo per ottenere un servizio di forza pubblica che salvaguardasse l'incolumità degli attori e preservasse dai vandalismi le poltrone, i cuscini, gli specchi e quant'altro addobbava il teatro, dovendone rispondere all'affittuario. Esperienza insegnava che a queste serate convenivano energumeni o mattacchioni in vena di sgangherate follie, passatisti sul piede di guerra, giovani futuristi risoluti e maneschi, goliardi alla ricerca di goliardie, signore eleganti che si scatenavano pro e contro, oratori improvvisati e inascoltati, mentre guardie municipali, carabinieri, delegati di pubblica sicurezza erano sovente impotenti a reprimere l'iradiddio che accompagnava interventi fatti di invettive, grida, interruzioni sonore, vocìo assordante tra il lancio di oggetti. Rispetto a quanto solitamente avveniva per l'Italia, si può dire che fu una serata tranquilla: urla, fischi, monologhi di oratori improvvisati, ma nessuna intemperanza di particolare rilievo che rendesse storica la manifestazione. Tra gli altri parlarono Marinetti, Carrà, Boccioni, i musicisti Luigi Russolo e Francesco Balilla Pratella: quest'ultimo, autore del manifesto della musica futurista, lesse una sua satira.

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14-22 ottobre 1911 - Compagnia Operettistica Cooperativa n. 1 (sotto gli auspici della Lega fra gli artisti d'operetta)
Direzione Gino Vannutelli e Alfredo Petroni; Luigi Lovreglio e Nicola Ricci dir. orch.

ott. 14
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
Gino Vannutelli (Renato); Alfredo Petroni (Basilio); Ida Abry (Angela); Annetta Perretti (Giulietta); Attilio Volta (Armando); Enrichetta Cattaneo (Stasia); E. Bracci (Sergio); Alfredo Romanelli (Paolo); Teobaldo Rinaldi (Pelegrin); Giovanni Innocenti (Anatolio); Armando Gianni (Elric); Valeriano Rainelli (Carlo); G. Ferrarini (Sidonia); Ester Palombi (Aurelia, James); S. Clary (Coralia); Erminia Ellena (Ameba); G. Innocenti (march. Chauteauneuf); A. Crimi (Arnugirov, Giulio); Tito Angeletti (Sullignac); Luigi Ferrarini (Lagrange, dir Grand Hotel); Ezio Gualtieri (Francesco)

ott. 16
Amor di principi, operetta di Edmund Eysler. (1)
Annetta Perretti (Natalia); Francesco Pompei (Stanislao); Gino Vannutelli (Ewald); Alfredo Petroni (Franz); Erminia Ellena (Katy); Attilio Volta (Pufieri); Ada Gianni (Lilì); Ester Palombi (Mimì); G. Ferrarini (Fifì); S. Clary (Chiffon); D. Ferrarini (Stampis); Carolina Meillard (Nikita, groom, Tecla); Valeriano Rainelli (maggiordomo); L. Calzetti (Fraskovia); Giuseppina Gualtieri (Susanna, la superiora); D. Colonelli (cap.); R. Innocenti (Eva); E. Bracci (Maddalena)

ott. 17
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (3)
Francesco Pompei (bar. Mirko); Erminia Ellena (Valencienne); Gino Vannutelli (Danilo); Ida Abry (Anna Glavari); Carlo Ciprandi (Camillo); Tito Angeletti (visc. Cascada); Alfredo Romanelli (Raoul); Giovanni Innocenti (Bogdanovitsch); S. Clary (Silviana); Valeriano Rainelli (Kromow); G. Ferrarini (Olga); Luigi Ferrarini (Pritschitsch); Giuseppina Gualtieri (Praskowia); Alfredo Petroni (Njegus); Ester Palombi (Lolò); A. Innocenti (Dodò); L. Calzetti (Jou Jou); V. Pompei (Frou Frou); E. Bracci (Clò Clò); I. Volta (Margot); Armando Gianni  e Ezio Gualtieri (camerieri)

ott. 19
Il milionario accattone, operetta di Leo Ascher. (2)
Ida Abry (Violetta); Annetta Perretti (Jessie); Francesco Pompei (Tobia); Enrichetta Cattaneo (Kitty); Gino Vannutelli (conte Carlo); Attilio Volta (Blanckwell); Alfredo Romanelli (Dick); Alfredo Petroni (Stippel); A. Crimi (Sumby); Luigi Ferrarini (Pennymann); G. Ferrarini (Crab); Lorenzo Porati, D. Fussi e D. Colonelli (sig.i); Ester Palombi, S. Clary, E. Bracci e N. Vacchero (sig.e); Ezio Gualtieri e L. Ugolini (servi); Giovanni Innocenti, Tito Angeletti, Armando Gianni e Lorenzo Artiglia (policemen); L. Bonami (uff.); E. Ferrarini (contino Karinski)

ott. 21
Haschisch, "Spettacolosa" operetta di Raffaele Delli Ponti ed Elsa Gregori. (1)
Eleonora Gradi (Milena); Annetta Perretti (Filiberta); Giuseppina Gualtieri (Leontina); G. Ferrarini (Susetta); Ada Gianni (Asterope); Erminia Ellena (Elettra); S. Clary (Maja); Ester Palombi (Alcione); E. Bracci e V. Pompei (dame); Carlo Ciprandi (Béla); Alfredo Petroni (Balassa); Pericle Palombi (Mattia); Attilio Volta (Honyadi); Armando Gianni (duchino); Luigi Ferrarini (Giacomino); E. Bracci (Ducrot); A. Crimi (prof. Alfa, cav.); Alfredo Romanelli (prof. Omega, miliardario); Giovanni Innocenti (comm. di bordo); D. Ferrarini (invitato); Tito Angeletti (miliardario, cav.)

Un pubblico enorme, che "pigiava i muri quasi volesse allargarli", salutò con un successo calorosissimo questo Conte di Lussenburgo, appartenente a quel genere comico-sentimentale che, partito da Vienna era dilagato per il mondo: si trattava anche questa volta di una musica graziosa ed elegante, non soverchiamente originale, con innegabili reminiscenze della sorella maggiore vedova. Spiccarono la giovane stella Ida Abry, artista deliziosa e coscienziosa proveniente dalla lirica, che dette un saggio di recitazione spigliata, di ballo elegante e di canto espressivo, con sfoggio di voce morbida, argentina. squillante, e Gino Vannutelli, un Renato conte di Lussenburgo, elegante, corretto, efficace nella recitazione, distinto e intonato nel canto. L'insieme della compagnia era poi ben fuso, il lusso e il buon gusto della messa in scena, tutto portò applausi a tutti, direttore d'orchestra compreso. Anche gli altri spettacoli furono premiati da folto pubblico e da applausi. La vedova allegra continuava ad attirare la folla: l'esecuzione fu perfetta, e per Vannutelli si trattò della 575a volta che indossava le vesti del conte Danilo. Fu l'operetta scelta per la serata d'addio del 22, in onore della Abry: e fu subito ancora un tutto esaurito. Le novità ebbero successo per merito della compagnia che riuscì ad avvincere il pubblico con l'esecuzione: Il milionario era una favola leggera e leggiadra, oltremodo romantica, con poca musica, e questa con pochi spunti piacevoli e originali. Alla seconda, Eleonora Gradi sostituì la stanca Ida Abry. Per Haschisch la Gazzetta non riportò la cronaca: c'era stata una violenta battaglia in Libia, e lo spazio fu dedicato a notizie ben più importanti.

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1-16 novembre 1911 - Compagnia Italiana di operette e féeries Erminia Magnani
Direttore Domenico Berardi; Ettore Valla e Raffaello Ristori dir. orch.

nov. 1
Primavera scapigliata, operetta di Joseph Strauss. "Proprietà della Compagnia". (3)
Roma Criscuolo (Clara); F. Vita (Emilia); Erminia Magnani (bar.a Greisset); Paolina Parmigiani (m.me Moncornet); Domenico Berardi (Moncornet); Cid Castelletti (Zefirin); Giacomo Molteni (avv. Landurin); Amelia Fioretti (Berta, la Primavera); Oreste Bragaglia (Damiano, il re Maggio); L. Ferace (scrivano); F. Manfrini (Spa); D. Calvani (Mo); L. Ricci (Viù); Amerigo Razzoli (bar. di Cerviset); F. Traverni (Fedora); E. Amelia (Adalgisa); B. Manfrini (Claretta); L. Martenato (Susanna); E. Molteni (Esmeralda); V. Manfrini (Paté); L. Manca (Fracassa); F. Galli (regina delle rose)

nov. 3
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (3)
Antonietta Niklas (Alice); Italia Vita (Daisy); Ettore Razzoli (John); Cid Castelletti (Dick); Giuseppe Pasquini (Fredy); Domenico Berardi (Hans); Annita Pasquini (Olga); Oreste Bragaglia (Tom); Paolina Parmigiani (miss Tompson); D. Colonnello (James); F. Manfrini (Bil)

nov. 5
I vagabondi, operetta di Carl Michael Ziehrer. (1)
Domenico Berardi; Italia Vita; Erminia Magnani; Giacomo Molteni; Fernanda Razzoli; ...

nov. 6
Waltzer d'amore, operetta di Carl Michael Ziehrer. (2)
Roma Criscuolo (bar.a Bella); Giacomo Molteni (conte Arturo); Annita Pasquini (Ierni); Giuseppe Pasquini (Guido); Ettore Razzoli (Fuhringer); Paolina Parmigiani (Caterina); Fernanda Razzoli (Irma); Oreste Bragaglia (Brissard); N. Manca (march. Roget); Cid Castelletti (Paolo); D. Calvani (magg. Nirkosic); V. Manfrini (cameriere); T. Galli (cameriera)

nov. 8
Alì Babà ovvero I 40 ladroni, fiaba delle mille e una notte, operetta di Charles Lecocq. (2)
Annita Pasquini (Moriana); Domenico Berardi (Cassim); Erminia Magnani (Zobaide); Giacomo Molteni (Alì Babà); Oreste Bragaglia (Zizì); Fernanda Razzoli (Kangari); Cid Castelletti (Saladim); Amerigo Razzoli (Mabouil); F. Galli (Madycah); V. Manfrini (Ciafan); G. Galvani (Mesrour); A. Salvi (schiava); G. Manfrini (Alimed); O. Vanda (Sadì); A. Zanotti (Mustafà); F. Galli (Omar); I. Floresina (Nasiz); G. Manca (Eddin)

nov. 10
La sultana, operetta di Emilio Firpo. (2)
Roma Criscuolo (Lelia); Domenico Berardi (Vivian); Giuseppe Pasquini (Giorgio); Oreste Bragaglia (Edwards, Tetè); Italia Vita (Orietta); Ettore Razzoli (Floflò); F. Galli (Niama); L. Ferace (amb. Russia); Paolina Parmigiani (Rosmunda); Cid Castelletti (Jdal); F. Ferace (cont.a di Channy); Amerigo Razzoli (conte di Warry); V. Manfrini (maggiordomo)

nov. 13
La figlia di madama Angot, operetta di Charles Lecocq. (1)
Antonietta Niklas (m.ma Lange) Annita Pasquini (Claretta); Giacomo Molteni (Pomponet); Giuseppe Pasquini (Pitou); Ettore Razzoli (Larivaudièr); L. Ferace (Loochar); Amelia Fioretti (Amaranta); Oreste Bragaglia (Trenitz); A. Ruplik (Javotte); A. Cesari (Teresa); F. Galli (Balbet); L. Zanotti (m.me Herbelin); A. Manfrini (m.la Delaunay); E. Floris (Cidalisa); E. Bernagozzi (Ersilia); D. Galvani (cadet); V. Manfrini (Bonteaux); D. Colonello (Guglielmo); F. Galli (uff.)

nov. 14
Il marchese del Grillo, operetta di Giovanni Mascetti. (1)
Annita Pasquini (Rosa); Italia Vita (Virginia); Paolina Parmigiani (Properzia); Fernanda (Olimpia); Domenico Berardi (Giacomone); Ettore Razzoli (march. del Grillo); Giuseppe Pasquini (Ercole); Oreste Bragaglia (Titta); A. Ruplik (Cunegonda); G. Fingini (Mariona); B. Manfrini (Elettra); Amerigo Razzoli (Barbieri); V. Manfrini (curato, Annibale); F. Galli (Ninì); Gaetano Conti (uff.); D. Galvani (Totò); P. Ortensi (garzone)

nov. 15
Il duchino, operetta di Charles Lecocq. (1)
Roma Criscuolo (duca di Paternay); Italia Vita (duch.a); Paolina Parmigiani (direttrice); Domenico Berardi (Baccello); Giacomo Molteni (Moutlandry); L. Verra (sottomaestra); F. Galli (Gondrano); N. Scalzotti (Ruggero); D. Galvani (Leonardo); G. Gandiosi (Orlando); Oreste Bragaglia (Bernardo); E. Molteni (m.la Roccatuono); N. Manca (m.la Campopiano); B. Manfrini (m.la Saint Remy); V. Manfrini, D. Galvani e N. Vaglini (uff.i); D. Silvestri e P. Ortensi (cuochi)

L'operetta continuava a trionfare al Reinach. Alla prima con Primavera scapigliata, una vera folla salutò l'interpretazione colorita e affiatata anche di questa ottima compagnia, che poteva "gareggiare con tutte". Ammiratissimi la messa in scena e i costumi disegnati da Caramba, "e più non si può dire"". Successo personale riscosse la prima ballerina Amelia Fioretti. "Peccato però che la musica bella, piana, deliziosa, sia profusa con troppa parsimonia", lamentava il cronista della Gazzetta. Il 3 debuttarono la Niklas, Razzoli e i Pasquini, assicurando con un'esecuzione accurata il successo allo spettacolo. Le novità, I vagabondi, Waltzer d'amore e Alì Babà, davanti a un teatro sempre pieno, ebbero un notevole successo per l'esecuzione spigliata, mentre furono apprezzate le musiche dolci, insinuanti, che scorrevano abbondanti, fluide e deliziose. Per l'Alì Babà fu scritto che la musica assurgeva all'importanza di quella dell'opera seria. Una parola a sé bisogna dedicare all'ultima novità della stagione, e quella Sultana che ovunque aveva dato luogo a manifestazioni patriottiche: la Marcia delle potenze del terzo atto in ogni teatro si era chiusa con la richiesta da parte del pubblico dell'esecuzione della Marcia reale. Da quando poi si era in guerra con la Turchia per la conquista della Libia, il sultanotto, benché bravo attore, veniva fischiato sonoramente: per tramutare i fischi in applausi, questi, persona di spirito, aveva preso l'abitudine di inginocchiarsi davanti alla bandiera italiana e di baciarne un lembo. Al finale, una compagnia di marinai italiani occupava il palazzo del sultanotto, e la bandiera italiana veniva fatta sventolare accanto e quelle dell'Intesa: Russia, Francia e Inghilterra. E dire che eravamo alleati con le forze contrapposte di Germania e Austria! Il pubblico si divertì, anche se la musica non era gran cosa, ma semplicemente graziosa, colorita, e vi era qualche melodia ben trovata. Il 14 fu la serata in onore di Domenico Berardi, mentre il 16, serata d'addio della compagnia e d'onore del tenore Giuseppe Pasquini, "che canta con splendida voce e vera intelligenza", dopo il primo atto della Principessa dei dollari il seratante cantò la romanza "Ah! non credevi tu" nella Mignon di Thomas (che la locandina attribuiva al più famoso Bizet).

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18-21 novembre 1911 - Compagnia di operette e zarzuele di fantocci lirici di Enrico Salici & figli
Luigi Scembri dir. orch.

nov. 18
La geisha, operetta inglese di Sidney Jones. (2)

nov. 19
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (1)

nov. 20
La gran via, zarzuela di Federico Chueca e Joaquín Valverde (1).

La compagnia era a gestione familiare e vi lavoravano Enrico, Gino, Edoardo, Ada e Maria Salici, che provvedevano anche alla scenografia, ai costumi e all'animazione. La locandina della Geisha avvisava che l'operetta era data completa come l'originale. Era uno spettacolo per bambini, ma vi accorsero anche tanti adulti: troppi, considerato che alla prima, essendo il teatro "tutto esaurito", vennero respinte più di cinquecento persone che erano rimaste fuori. Applausi a scena aperta e, ogni sera, al termine dello spettacolo, il Trio Salici, in persona, presentava un diverso repertorio di canzonette, duetti terzetti e macchiette. L'orchestra era composta da dieci professori. Il 20, oltre alla zarzuela, il programma previde una creazione di Enrico Salici, Farfallite, oltre a Saliceide, uno scherzo mimico ginnastico con fantocci acrobati ciclisti.

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25 novembre 3 dicembre 1911 - Rappresentazione straordinaria d'opera
Tuffanelli impr.; Gino Puccetti dir. orch.; Annibale Pizzarelli dir. coro; Gino Gandolfi m. sost.

I puritani, melodramma serio, musica di Vincenzo Bellini. (6)
Antonio Volponi (Gualtiero) bs; Carlo Molinari (Giorgio) bs; Edgardo Gherlinzoni (Arturo) t; Antonio Pirrone (Riccardo) br; Luigi Nardi (Bruno) t; Dina Tanfani (Enrichetta) s; Bianca Morello (Elvira) s

La prima non navigò in acque tranquille: l'opera non suscitò l'entusiasmo del pubblico numeroso ed elegante "in quanto, per certi lavori della vecchia scuola, si richiede un'ottima esecuzione, completa, che non c'è stata, e qua e là sono state compromesse e rese burrascose le sorti dello spettacolo". La Morello, dopo un inizio incerto, ebbe una conclusione trionfale: il pubblico le chiese anche il bis "dopo la scena del delirio", ma ebbe il buon gusto di rifiutare. Buona prestazione dette anche il basso Molinari, ottimo comprimario il Nardi. Per gli altri il critico si riservava il giudizio dopo la seconda, essendo stata la loro voce dominata dalla paura. Il coro e l'orchestra assolsero il compito con attenzione, anche se non sempre con precisione. La scintilla in proposito precisò che al maestro Pizzarelli "solo pochissimi giorni furono concessi pel disimpegno del suo non facile compito". Prima della seconda del 26, l'impresa comunicò che il tenore Gherlinzoni era indisposto, e che la parte di Arturo sarebbe stata sostenuta da Narciso Del Ry, scritturato telegraficamente che, benché senza aver provato, riscosse un ottimo successo e risollevò anche le sorti di tutto lo spettacolo. Dovette concedere il bis di "A te, o cara", mentre dimostrò un ottimo affiatamento con la Morello. Il 30 fu la serata in onore di Bianca Morello, mentre il 2 dicembre fu quella di Del Ry che, dopo il secondo atto, fu applaudito in "Ah! non mi ridestar" nel Werther di Massenet. In conclusione fu un'opera superiore a quanto si era soliti vedere al Reinach.

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