1912

 

 

2-8 marzo 1912 - Compagnia della commedia musicale
Direttore Giovanni Enrico Vidali; Fernando Limenta dir. orch.

mar. 2
La signorina del telefono, commedia musicale di Gaston Serpette. (1)
A. Bonini (Pontarcy); Cesare Dondini (Sigismondo); E. Orlandi (William); G. Manotti (Pichard); Renzo Arcelli (Augusto); E. Gallino (Sterling); Giulia Bassi (Agata); D. Buzzi (Olimpia); Ada Cristina Almirante (sig.a Pichard); Amalia Spinola (sig.a Monzambique); S. Clary (Atenaide); M. Beaupré (Alina); I. Picchi (Palmira)

mar. 6
La moglie di papà, commedia musicale di Hervé. (3)
Cesare Dondini (Florestano); Giovanni Enrico Vidali (Aristide); G. Manotti (Bodin); L. Petroni (princ. di Cipro); Renzo Arcelli (Tob); Ezio Gualtieri (Piccaud); Clara De Claire (Anna); D. Buzzi (Coralia, Giacomina); I. Zoli (Cora); M. Beaupré (Luciana); I. Picchi (Gabriella); S. Clary (Leonia); L. Bonini (domestica); M. Petroni (Mariotta); G. Picchi (Tonina); G. Giachetti (vice dir.); Eduardo Gallino ed E. Mercatali (camerieri); E. Gualtieri (garzone)

La Compagnia della commedia musicale era di nuova formazione, e il debutto parmigiano fu sommerso da una burrasca di fischi, di risate, di beccate, di "sottolineazioni", essendosi dimostrata completamente impreparata. Il direttore Vidali, uscito alla ribalta per invitare ad ascoltare con tranquillità, usò la frase infelice: "E' stata una serata di buon umore per il nostro pubblico". Scrisse poi una lettera alla Gazzetta di Parma, spiegando che si era ammalata di tifo la primadonna Amelia Grossi, e che era dovuto andare in scena con una supplente, la quale aveva recitato pur essendo indisposta. Il 6 fu presentata un'operetta di Hervé, anche questa una novità, tradotta dal capocomico Vidali: non piacque, il pubblico non si divertì, non rise né applaudì, essendo "il solito vecchio armamentario di equivoci con una comicità d'un gusto molto relativo". La musica non presentava nulla di nuovo né di originale: graziosa e leggera sì, ma non commentava l'azione se non per far udire qualche canzone da café chantant. Gli artisti avevano fatto il possibile, ma risultavano "ben lontani dalla vivacità e abilità che occorreva per questi lavori". Se alla seconda andò meglio, l'8, ultima recita e serata d'onore di Clara De Claire, dopo il secondo atto la seratante cantò "Il pesciolino" dalla Geisha e una novità, La canzone di Tripoli.

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3 aprile 1912 - Compagnia americana di operette
W. Garland impr.

Il falso principe, operetta-ballo di Clemens. (1)

La compagnia, composta di attori e ballerini negri, si fece apprezzare per l'affiatamento e la vivacità, le voci belle e possenti, le danze numerose e spigliate. "Le danzatrici, quasi tutte assai nere di pelle, ma dagli occhi vivacissimi e molto intelligenti" furono applaudite calorosamente. Fu bissato il concertato del finale atto secondo, e applaudito l'indiavolato cake walk finale. Lo stesso pubblico, che aveva applaudito tutto, prima di lasciare il teatro, fece una bella fischiata, dato che non aveva capito nulla della trama.

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6-28 eprile 1912 - Stagione d'opera di primavera
Compagnia Lirica Internazionale dell'impr. Giuseppe Barboni; Renzo Bianchi dir. orch.

apr. 6
Don Pasquale, dramma buffo, musica di Gaetano Donizetti. (3)
Giuseppe De Bernardi (don Pasquale) bs; Valentino Giorda (Malatesta) br; Tito Schipa (Ernesto) t; Isabella De Frate (Norina) s

Una folla elegante ascoltò con piacere e applaudì la lodevole esecuzione con cui si aprì la stagione. Venne accolta con calore la giovane Isabella De Frate, figlia dell'apprezzata cantante Ines. "Elemento pregevole" venne giudicato un altro quasi debuttante, Tito Schipa: "Ha voce forte, sicura, di bel timbro tenorile. Non ancora possiede l'arte completa per piegare la sua voce a tutte le grazie e le purezze del canto donizettiano, ma in complesso rivela qualità che in breve volgere di tempo faranno di questo giovanissimo cantante un provetto artista. Specialmente nell'aria del primo atto che cantò con correttezza ed efficacia, ebbe sincere e generali approvazioni". Un vecchio melomane, che assistette a questo debutto, raccontava che, dopo che Schipa ebbe terminato la sua aria di sortita, tra gli applausi si udì in dialetto una voce tonante dal loggione: "Questo è un angelo!". Il 20 aprile il basso Carlo Rossi sostenne la parte di don Pasquale.

apr. 8
Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo, musica di Gioacchino Rossini. (4)
Tito Schipa (Almaviva) t; Giuseppe De Bernardi (Bartolo) bs; Isabella De Frate (Rosina) s; Sante Canali (Figaro) br; Gennaro Maria Curci (Basilio) bs; Gisella Adorni (Berta) ms

Un teatro affollato attento e benevolo accolse lietamente tutti gli esecutori. Per la De Frate era la serata d'addio, essendo occupata per altri impegni: il critico la definì "disinvolta e simpaticissima per grazia, duttilità e sicurezza del canto, voce agile, intonata e di cristallina purezza". Ottimo anche il giudizio espresso per Tito Schipa, mentre gli altri fecero del loro meglio. Essendosi liberata dagli altri impegni la De Frate, il 19 l'opera venne ripresa, ma con molti nuovi altri ertisti, per far riposare gli altri. Nello spettacolo del 21 don Basilio fu interpretato da Carlo Rossi, al posto della Adorni vi fu la Ballarin, e don Bartolo fu Pietro Alessio. II 27, per la serata d'onore, la De Frate interpretò dopo il primo atto il rondò della Lucia, e dopo il secondo "Là ci darem la mano" nel Don Giovanni assieme al baritono Giorda.

apr. 14
Antony, dramma lirico di Riccardo Casalaina. (5)
Sante Canali (Hervey) br; Albertina Baldi (Adele) s; Tito Schipa (Anthony) t; Gennaro Maria Curci (dott. Oliviero) bs; Aida Ballarin ms; Lina Cassandro s; Luigi Brocchit

L'opera era molto attesa, essendo una prima assoluta, e per il commovente caso umano che essa presentava. Già dall'11 la Gazzetta di Parma aveva iniziato a parlare a lungo dell'opera e del giovane autore, che era rimasto vittima del recente terremoto di Messina. L'opera doveva andare in scena il 13, ma per affinare la preparazione, la prima venne fatta scivolare di un giorno, con grande disappunto dei musicisti, impresari e spettatori che erano giunti numerosi da Milano, Bologna e anche da Messina per assistere a questa novità. Dalla trama pubblicata sul quotidiano locale, sappiamo che era derivazione di un lavoro di Alessandro Dumas, cui Enrico Golisciani aveva conferito veste scenica: da quanto abbiamo potuto rilevare, si trattava di un lavoro a forti colori, intinti nel verismo più tipico, e con la donna morta ammazzata nel finale. La recensione della prima riporta che il teatro era tutto esaurito e che rese omaggio alla memoria dell'autore, salutando ogni parte con un fervore insolito di applausi, chiamate e bis. Il critico rilevava "la possente onda di melodia profusa in tutta l'opera, sorpreso della bellezza di certi spunti facili ed ispirati della musica apparsa a volte anche deliziosa". Tutti bene gli interpreti. Su questa prima furono concordi con la Gazzetta tutti i giornali musicali italiani oltre ai fogli parmigiani L'internazionale, La luce, Il Presente, Il grido liberale, che dedicarono largo spazio all'evento. La seconda accrebbe il successo di quest'"opera di un genio mirabile", e fu ammirata in particolare "la tragica possanza del terzo atto". Anche alla terza un foltissimo pubblico rinnovò il plauso: venne richiesto il bis a Romeo Franzoni che nel preludio del terzo atto "eseguì in a solo con molt'arte una difficile pagina musicale". Anche la quarta ricevette la consueta festosissima accoglienza, mentre per la sua serata d'onore, il 24, Tito Schipa scelse quest'opera che aveva raccolto un crescendo di ovazioni. In un intermezzo cantò "Cielo e mar" nella Gioconda e un'aria nell'Iris di Mascagni, raccogliendo applausi e richieste di bis. Fu definito "giovane e simpatico cantante, cui è certamente riservata una splendida carriera e per la voce superba di timbro e d'estensione e per l'intelligenza artistica elevata e pronta".

apr. 23
La sonnambula, melodramma, musica di Vincenzo Bellini. (3)
Gennaro Maria Curci (conte Rodolfo) bs; Aida Ballarin (Teresa) ms; Isabella De Frate (Amina) s; Tito Schipa (Elvino) t; Maria Donatello (Lisa) s; Pietro Alessio (Alessio) bs; Luigi Brocchi (notaio) t

Anche se l'esecuzione denotò la fretta nella preparazione, l'opera conseguì una lieta accoglienza dal numerosissimo pubblico, che applaudì tutto e tutti. Sempre ammirata la "bella e rotonda voce" di Tito Schipa, che destò sincera ammirazione, e strappò gli applausi più cordiali e clamorosi, mentre questa volta la De Frate si denotò debole e insicura. Il 25 la serata fu dedicata ai soldati dei reggimenti di stanza in città che erano in partenza per la guerra di Libia, e che erano stati invitati ad assistere allo spettacolo: "Serata vibrante di patriottismo", con esito lietissimo per lo spettacolo.

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18-19 maggio 1912 - Concerto vocale-istrumentale
Indetto dal "Lento Club ciclistico indipendente" di Parma col concorso della Società Corale "Euridice" di Bologna, a parziale beneficio dell'assistenza baliatica e pro feste sportive 1913.

Parte I Orchestra. Luigi Bevilacqua: Largo romantico, suite, terzo tempo; Volo di rondini, allegretto mosso (dirige l'autore); Spartaco Copertini: Morte di Salemme (dal "Sardanapalo" di Byron); L'autunno, poema sinfonico (dirige l'autore); Mario Silvani: L'alba di aprile, lirica per soprano (dirige l'autore).
Parte II Corale Euridice. Laurent de Rillé: La sera; Vittore Veneziani: Inno a Frescobaldi; Gerosa: Nel bosco; Luigi Bevilacqua: Canzone medioevale (premiata nel concorso internazionale di Firenze, 1906)
Parte III Corale Euridice. Marco Enrico Bossi: Il brivido; Robert Schumann: I menestrelli; Friedrich Hegar: I morti di Tydal; Aftholz: La gioia del cacciatore; Giuseppe Verdi: La forza del destino, scena e coro "La vergine degli angeli"" (dirige F. Milani, dir. della Euridice)

A quanto pare il pubblico non dovette essere particolarmente numeroso, se Giulio Passerini scrisse nelle due lunghissime recensioni sulla Gazzetta del 19 e 21 maggio che rispose all'appello "la parte più eletta della città". Le parti solistiche vocali furono affidate ad Agostino Lanzoni e alla marchesa Clementina Paveri-Fontana, "che gentilmente si prestano". Il concerto fu replicato senza variazioni a prezzi ribassati "a richiesta generale" il giorno dopo in una matinée. Luigi Bevilacqua, Spartaco Copertini e Mario Silvani erano tre giovani compositori parmensi che gravitavano attorno alla rivista culturale Medusa. Malgrado la vivacità dell'ingegno e la sicura preparazione, non ebbero dall'esistenza la fortuna che meritavano: a nostro parere enche a causa del progressivo degrado culturale e musicale, che fece sì che a Parma non restasse nessuno in grado di portare avanti tali discorsi, costringendo le menti migliori ad emigrare.

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21-26 maggio 1912 - Tournée Emma Vecla della Compagnia Italiana di operette
Direttore Gino Vannutelli; Nicola Ricci e Filippo Corbò dir. orch.

mag. 21
Il conte di Lussenburgo, operetta da Franz Lehar. (1)
Gino Vannutelli (conte di Lussenburgo); Francesco Pompei (Basilio); Annetta Perretti (Angela); Emma Vecla (Giulietta); Giovanni Rosa (Brissard); Amalia Rosa (cont.a Kokozoff); Ada Gianni (Rosa); Marietta Gargano (Claretta); Ugo Poli (dir. hotel, Boulanger); Alfredo Romanelli, O. Aliboni ed Ezio Gualtieri (i tre pittori); A. Artiglia (Saville); Armando Gianni (Lavigné); Carolina Meillard (groom)

mag. 22
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Francesco Pompei (bar. Zeta); Clara De Claire (Valencienne); Gino Vannutelli (Danilo); Emma Vecla (Anna Glavari); Attilio Volta (Camillo); Alfredo Romanelli (visc. Cascada); Olimpo Gargano (Raoul); Ugo Poli (Bogdanovitsch); Ada Gianni (Silviana); Armando Gianni (Kromow); Marietta Gargano (Olga); Ezio Gualtieri (Pritschitsch); Amalia Rosa (Praskowia); Francesco Gargano (Njegus); Carolina Meillard (Lolò); G. Pompei (Dodò); L. Sessy (Jou Jou); S. Ricci (Frou Frou); F. Binnet (Clò Clò); A. Morosini (Margot); F. Gualtieri (domestico)

mag. 23
Eva, operetta di Franz Lehar. (2)
Gino Vannutelli (Ottavio); Giovanni Rosa (Dagoberto); Emma Vecla (Gipsy); Francesco Pompei (Bernardo); Clara De Claire (Eva); Alfredo Romanelli (Voisin); Attilio Volta (Prunelles); Armando Gianni (Giorgio); Olimpo Gargano (Teddy); Marietta Gargano (Elly); Ada Gianni (Schischi)

24 mag.
Sogno di un valzer, operetta di Oscar Straus. (1)
Francesco Pompei (Gioachino XIII); Clara De Claire (Elena); Francesco Gargano (Lotario); Gino Vannutelli (Niki); Attilio Volta (Monsci); A.Gianni (Federica); Ezio Gualtieri (Vendolino); Ugo Poli (Sigismondo); Emma Vecla (Franzi); Amalia Rosa (Fifì); Marietta Gargano (Annetta); Armando Gianni (maggiordomo); A. Pompei (Lory); Carolina Meillard (Gretel); Corinna Romanelli (Mery); O. Aliboni (dir. hotel)

Emma Vecla, il cui nome era Adrienne Telmat, era nata ad Orano e aveva studiato al Conservatorio di musica di Parigi: (la Gazzetta di Parma dice) canto, pianoforte, composizione e violino. Con il vero nome debuttò all'Opéra Comique in Mignon, ed ebbe una serie di successi in varie opere (tra cui in Thais, vero banco di prova di belle donne anche bravi soprani di coloratura) in Italia, al Colon di Buenos Aires e al San Carlo di Lisbona. In Italia era stata scritturata da Suvini e Zerboni per cantare nell'operetta, e aveva unito il nome alla prima della Vedova allegra. Quando era giunta alla cinquecentesima replica, lo stesso Lehar era venuto ad applaudirla, mentre quelle che presentò a Parma furono nella serie il numero 517 e 518: è stato scritto che nella carriera ne interpretò 985. Vero simbolo di vivace femminilità, influì anche sulla moda, e "vecleggiare" significò indossare vestiti e cappelli alla Vecla. Quando si seppe che avrebbe presentato solo quattro lavori in sei giorni, quasi tutti i biglietti terminarono a seguito delle prenotazioni giunte da ogni dove. Il conte di Lussenburgo fu la prima operetta presentata: il pubblico sospettoso e arcigno si fece conquistare dalla graziosissima attrice "interprete profondamente espressiva, tutta occhi, tutta nervi, tutta sorrisi" che dette un'impronta assolutamente personale al personaggio di Giulietta. La vedova allegra le riservò gli onori del trionfo: e anche qui la recensione fu tutta per lei e, anche se gli altri interpreti furono bravissimi, a loro toccò appena un accenno. "Leggiadra di figura, fisionomia mobilissima, piena di seduzione nel gesto e nella voce, disinvolta, briosa con quel brio indiavolato, abile cantante, attrice elegantissima", alla replica del 26, serata in suo onore, venne coperta da una pioggia di fiori. Una novità fu Eva, in cui il pubblico non si abbandonò all'entusiasmo: "applaudì con garbo, se non con convinzione". Se piccola e povera cosa come azione, musicalmente era un lavoro ricco di pregi non comuni, e probabilmente il secondo atto era quanto di meglio avesse fino allora scritto Lehar. Il famoso autore era venuto appositamente alla prima italiana a Torino e vi aveva diretto Gino Vannutelli "il Beniamino Gigli dell'operetta". La Vecla dimostrò di saper suonare il violino e danzò con grazia e rara precisione, mentre tutto lo spettacolo fu lodevolissimo per affiatamento e zelo della compagnia. Alla replica, il 25, la Vecla ebbe bisogno di riposare, e venne degnamente sostituita da Annetta Peretti, molto "gustata" e applaudita. L'ultima serata la Vecla promise al pubblico che sarebbe ritornata.

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16 giugno. Serata di beneficenza pro Patronato scolastico.

Parte I Italo Azzoni Il cuore dei bimbi, operetta; Ferdinand Hérold: Zampa, sinfonia; esercizi di ginnastica di bimbi accompagnati dalla banda.
Parte II. Numero di attrazione; Una divette di rango francese; Assalti di spada e sciabola; Giuseppe Verdi: La forza del destino, "Pace mio Dio" (Rosina Fantini dilettante); Coro patriottico (120 alunni esecutori); Raffaele Ascolese: Marcia dei bersaglieri, per banda

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18-21 giugno 1912 - “Primaria” Compagnia di opere comiche e operette
Proprietà dell'editore Mauro; direttore Eduardo Favi; Carlo Ranghino dir. orch.

giu. 18
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (1)
Dante Pinelli (conte di Lussenburgo); Edoardo Favi (Basilio); Marcella D'Orea (Angela); Nietta Zanoncelli (Giulietta); Guglielmo Mazzoni (Armando); C. Fumasi (cont.a Kokozoff); Alfonso Gessaga (Sergio); L. De Meo (Paolo); V. Braschi (Pelegrin); A. Bazzoli (Anatolio); Antonio Aulicino (Carlo); Gina Zanoncelli (Aurelia); E. Masetti (Coralia); F. Pinelli (Amelia); R. Gessaga (dir. hotel); R. Zanoncelli (groom)

giu. 19
Eva, operetta di Franz Lehar. (1)
Dante Pinelli (Ottavio); Carlo Zera (Dagoberto); Nietta Zanoncelli (Gipsy); Edoardo Favi (Bernardo); Gilda Masini (Eva); Alfonso Gessaga (Voisin); Guglielmo Mazzoni (Prunelles); Italiano Fazi (Matteo); Vittorio Braschi (Georges); L. De Meo (Teddy); Amerigo Razzoli (Freddy); Antonio Aulicino (Gustavo, chauffeur); Teresina Masetti (Elly); Gina Zanoncelli (Zizi); L. Pinelli (Ferry); G. Aulicino (servo); Adriana Giannini (cameriera)

giu. 20
La figlia del circo, operetta di Edmund Eysler. (1)
Gilda Masini (bar.a Clara); Dante Pinelli (Moeller); Edoardo Favi (Maurizio); E. Pinelli (Geltrude); Amerigo Razzoli (Pietro); B. Borzatti (Gualtiero); Teresina Masetti (Ellie); G. Zanoncelli (Wanda); Alfonso Gessaga (Darwing, Ernesto); Vittorio Braschi (Woal); L. De Meo (Enrico); Irma Pinelli (contadina); Marcella D'Orea (Geltrude adulta); Edoardo Aiani (Gualtiero adulto); Carlo Zera (bar. Dornstein); Ernesta Fumasi (Dagl)

giu. 21
La vedova allegra, operetta dì Franz Lehar. (1)
Edoardo Favi (bar. Zeta); Gilda Masini (Valencienne); Dante Pinelli (Danfo); Marcella D'Orea (Anna Glavari); Edoardo Ajani (Camillo); Guglielmo Mazzoni (visc. Cascada); Amerigo Razzoli (Raoul); A. Aulicino (Bogdanovitsch); G. Gessaga (Silvana); Vittorio Braschi (Kromow); Teresina Masetti (Olga); Alfonso Gessaga (Pritschitsch); Ernesta Fumasi (Praskovia); Carlo Zera (Njegus); Adriana Giannini (Lolò); M. Allegro (Dodò); G. Gessaga (Frou Frou); A. Valperla (Clò Clò); Ida Bertocchi (Margot)

Dalle scarse notizie che la stampa dedicò ai quattro spettacoli straordinari di questa compagnia, sappiamo che vennero accolti con grandi applausi, sia per le doti individuali degli interpreti, che per un'esecuzione tutta vivacità e spigliatezza che denotava il perfetto affiatamento della compagnia. Marcella D'Orea era ricordata come la prima che aveva portato a Parma La vedova allegra, e anche questa volta riscosse grandi applausi; "successone" personale anche per la simpatica soubrette Nietta Zanoncelli.

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16 novembre-1 dicembre 1912 - Compagnia Italiana di operette Carmen Mariani
Direttore Attilio Pietromarchi; Virgilio Marone dir. orch.

nov. 16
Il conte di Lussenburgo, operetta di Franz Lehar. (2)
Armando Laurini (conte di Lussenburgo); Attilio Pietromarchi (Basilio); Lina Turroni (Angela); Carmen Mariani (Giulietta); Cesare Barbetti (Brissard); Paolina Parmigiani (cont.a Kokozoff); A. Crimi (Paulowich); Giulio Greni (Pelerin); E. Spositi (Menchikoff); Salvatore Arcidiacono (Saville); Franco Ciancamerla (Boulange); Armando Spelta (Lavigne); G. Cavallini (Sidonia); Oreste Parsi (dir. hotel); G. Piastrelli (domestico); C. Tozzi (groom)

nov. 17
La principessa dei dollari, operetta di Leo Fall. (2)
Carmen Mariani (Alice); Paolo Mello (Conder); A. Crimi (Dich); Alba Orlé (Daisy); Armando Laurini (Fredy); Cesare Barbetti (Hans); I. Barbetti (Olga); Oreste Parsi (Tom); Paolina Parmigiani (miss Tomson); A. Piastrelli (James); G. Spelta (Bill)

nov. 18
Sogno di un waltzer, operetta di Oscar Straus. (2)
Paolo Mello (Gioachino XIII); Alba Orlé (Elena); Attilio Pietromarchi (Lotario); Armando Laurini (Mild); Guido Gianni (Monsci); I. Barbetti (Federica); Giulio Greni (Vendelino); A. Crimi (Sigismondo); Carmen Mariani (Franzi); Paolina Parmigiani (Fife); G. Camozzi (Annetta); G. Fortis (Mitzi); Elvira Procopio (Litzi); A. Ferrari (Fritzi)

nov. 19
Il toreador, operetta di Lionel Monckton. (1)
Carmen Mariani (Susetta); Alba Orlé (Nancy); I. Barbetti (Amelia); Carolina Turroni (Dora); A. Crimi (Teresa); Giulio Greni (sir Archic); Cesare Barbetti (toreador); Attilio Pietromarchi (Gigg); A. Crimi (August, governatore); Paolo Mello (Pery); Oreste Parsi (Rinaldo); Salvatore Arcidiacono (Moreno); G. Parsi (Proboit); Elvira Procopio (Isabella, damigella); C. Tozzi (Damigella); O. Zacchi e Angelina Marone (visitatrici); G. Piastrelli (facchino); Armando Spelta (cameriere); L. Vogliotti (avventore)

nov. 20
La vedova allegra, operetta di Franz Lehar. (2)
Paolo Mello (bar. Zeta); Alba Orlé (Valencienne); Armando Laurini (Danilo); Carmen Mariani (Anna Glavari); Guido Gianni (Camillo); Cesare Barbetti (visc. Cascada); Giulio Greni (Raoul); A. Crimi (Bogdanovitsch); G. Gambaro (Silviana); Oreste Parsi (Kromow); A. Crimi (Olga); Salvatore Arcidiacono (Pritschitsch); Paolina Parmigiani (Praskovia); Attilio Pietromarchi (Njegus); L. Cappa (Lolò); Anna Trombetta (Dodò); L. Ferrari (Jou Jou); Elvira Procopio (Frou Frou); Adriana Zacchi (Clò Clò); T. Spelta (Margot)

nov. 21
Primavera scapigliata, operetta di Joseph Strauss. (1)
Carolina Turroni (Chiara); Cesare Barbetti (Landurin); Alba Orlé (Emilia); Paolo Mello (Montcornet); Paolina Parmigiani (sua moglie); Giulio Greni (Damiano); e. Crimi (Berta, Adalgisa); I. Barbetti (bar.a di Groisé); A. Crimi (bar di Groisé); Guido Gianni (Zeffirino); A. Ferrari, A. Spelta e Salvatore Arcidiacono (scrivani); Oreste Parsi (Fracassa); A. Piastrelli (Paté); C. Tozzi (Fedora); O. Zacchi (Susanna)

nov. 23
Il bacio della duchessa, operetta di Emilio Firpo. (2)
Paolo Mello (Daniel); Carmen Mariani (Viviana); Carolina Turroni (Lea); Armando Laurini (conte Ox); e. Crimi (Ivan); Attilio Pietromarchi (Pourcegnac); Giulio Greni (Bosconoff); Armando Spelta (Paulowski); S. Franchetti (Polianew); Paolina Parmigiani (regina Sava); Elvira Procopio (Taide); A. Pascucci (Poppea); V. Greni (Dionisia); L. Crimi (Artemisia, Lolotte); Salvatore Arcidiacono .(cameriere)

nov. 25
Tripolineide, rivista satirica di attualità, musica di Alberto Consiglio. (1)
Carolina Turroni (l'Italia); Carmen Mariani (la Tripolitania); I. Barbetti (la maggioranza); Guido Gianni (l'ombra di Enver bey); Alba Orlé (aviatore); Armando Laurini (Giovanni); Giulio Greni (Giovannino, gen. turco); Cesare Barbetti (Gigione); Oreste Parsi (Sonnellino); G. Gianni (Afferri, giornalista it.); G. Tozzi (Catturati); A. Crimi (Trissolati); Attilio Pietromarchi (Gabrinunzio); Paolo Mello (baly di Tripoli); Salvatore Arcidiacono (segretario); E. Fanucci (giornalista francese); T. Piastrelli (giornalista inglese); Armando Spelta (giornalista tedesco); Elvira Procopio e Adriana Zacchi (marinai); C. Tozzi e G. Camozzi (odalische)

nov. 26
Manovre d'autunno, operetta di Emmerich Kalman. (1)
Attilio Pietromarchi (Vallerstein); Alba Orlé (bana Risa); Paolo Mello (gen. von Lohonay); A. Crimi (Treska, sig.a Van Bergen); Cesare Barbetti (von Lorentx); Salvatore Arcidiacono (von Emmerich); Armando Spelta (Elehes, Navah, Koppler); Carmen Mariani (Marosi); A. Piastrelli (serg. Birag); Giulio Greni (Turi); A. Crimi (Starcke); Oreste Parsi (Lajos); S. Vogliotti (von Steinhof); G. Camozzi (cont.a Olga); F. Ciancamerla (col. Wulff); L. Vogliotti (Sturmfried); L. D'Auria Juricziez); Elvira Procopio (Fritsche); R. Vado (aiutante)

nov. 29
La casta Susanna, operetta di Jean Gilbert. (2)
Paolo Mello (bar. des Aubrais); Carmen Mariani (Susanna); Alba Orlé (Giacomina); Paolina Parmigiani (Delfina); Oreste Parsi (Pomarel); Salvatore Arcidiacono (Emilio); Elvira Procopio (Mariotta); A. Mello (Claretta); L. Pascucci (Dora); Angelina Marone (Gilletta); T. Piastrelli (Ugo); R. Ricciarelli (Ferdinando); Attilio Pietromarchi (Umberto); Guido Gianni (Romolo); Giulio Greni (Alessio); C. Barbetti (Clarency); A. Crimi (Rosa); M. Ridolfi (Claudia); L. Spelta (Lucietta); A. Fuifui (Agata); L. Gambaro (Sofia); G. Ferrini (Giulio); O. Spelta (commissario).

dic. 1
La geisha, operetta inglese di Sidney Jones. (1)
Carmen Mariani; ...

Stagione fortunata: fin dalla prima una gran folla salutò gli spettacoli con applausi calorosi, e sovente si ebbero dei tutto esaurito: tra gli interpreti vennero ammirati la vivace Carmen Mariani, piena di seduzione e grazia elegante, forse un pò fredda, se in Tripolineide il cronista rilevò che aveva cantato con dolcezza e passione insoliti, le macchiette gustose di Attilio Pietromarchi, la bella voce di Lina Turroni e Armando Laurini, la cui estensione della bella voce, che saliva con facilità agli acuti più ardui, faceva scoppiare sempre frenetici epplausi. Il 17, per il debutto di Alba Orlé, "se fosse caduto un granellino di sabbia, non avrebbe toccato terra", tanta gente elegante era presente in teatro. Non abbiamo notizie circa l'esito della novità, Il toreador, a causa di un corrispondente concerto al Ridotto del Teatro Regio che, evidentemente portò il critico in altra direzione, mentre La vedova, come al solito, vide il teatro tutto esaurito. Andò anche in scena una novità assoluta, prima in Italia, Il bacio della duchessa, su libretto del letterato veronese Luigi Motta. L'interesse era palmabile, e per le prove venne a Parma il compositore, mentre convennero diversi forestieri, anche da Milano. Già dal 21 la Gazzetta riportò la trama e lunghi articoli introduttivi, ma l'esecuzione dovette scivolare di un giorno a causa delle prove: alla prima il contegno arcigno del pubblico si tramutò man mano in entusiasmo per la musica allegra, passionale, dall'"istrumentale" leggero, squisito, tutto ricami. A giudizio del critico, però, la partitura denotava di essere stata affrettata. Non mancava un "Valzer dei fiori", che, tanto per cambiare, fu molto applaudito. Il 25, assieme al primo atto della Primavera scapigliata, andò in scena Tripolineide, un'operetta - rivista che presentava macchiette gustose, trovate spiritose e divertenti: l'Italia era allora impegnata nella guerra di Libia e il finale con la Marcia reale dette luogo a "dimostrazioni vibranti di italianità". Dal 27 entrarono in vigore le nuove disposizioni che limitavano enormemente l'affluenza del pubblico in teatro: il prefetto, infatti, impressionato dall'aumento di pubblico agli spettacoli di operetta, sulla base di una relazione della Commissione di vigilanza sui teatri e luoghi di pubblico spettacolo, dette disposizione per tutta una serie di norme di sicurezza che dovevano essere rispettate, pena sanzioni. Venne così fissata la larghezza dei passaggi in platea, il divieto di posti in piedi, non più di 180 posti di gradinata, non più di sei per palco, non più di 120 spettatori nella prima gradinata, non più di 90 nella seconda galleria, non più di 290 nella terza galleria, non più di 300 in loggione: restrizioni queste che fecero sì che tutti gli  spettacoli di operetta fino al termine della stagione fossero un tutto esaurito, con diecine di aspiranti spettatori rinviati. Il giorno dopo venne elevata già la prima contravvenzione: a un tale che, malgrado il divieto, fumava il sigaro in un palco. La terza novità fu La casta Susanna, presentata con spigliata finezza e sicurezza: Pietromarchi impresse vivacità e Carmen Mariani, "con la gentilezza del canto, l'agilità flessuosa d'ogni suo movimento, col fascino del suo sguardo e del suo sorriso, dimostrò d'essere una delle più graziose, eleganti e scintillanti delle nostre operettiste". Il 28, con Il sogno di un valzer, si dette la serata in onore di Carmen Mariani che presentò con garbo, dolcezza e sentimento alcune canzonette: venne giudicata "vera interprete della canzone leggera e scapestratella", conquistando il pubblico, che richiese il bis. Il primo dicembre, nella serata d'addio, in toilette bianca con nastro tricolore alla vita, cantò, bissata, dopo il secondo atto Itala stella del Tosti, A Tripoli, e altre canzonette ancora e ancora richieste. La polizia aveva dovuto caricare per disperdere la folla che si accalcava, non essendo riuscita ad acquistare il biglietto d'ingresso. La brillante compagnia, dopo alcune piazze, si sciolse a fine anno e Carmen Mariani e Armando Laurini entrarono nella compagnia Vitali, in partenza per una lunga tournée in America Latina.

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