- compositore
- 1544 ca.
- Parma
- 21/04/1632
- Roma
Abilissimo cantore e suonatore di viola, fu invitato a far parte della cappella della famiglia Medici in Firenze. "In tale strumento eccellente" suonò il basso di viola bastarda negli intermedi musicali quarto e quinto che erano intercalati nella commedia rappresentata nel 1589 in occasione delle nozze di Ferdinando de' Medici. Successivamente ebbe l'incarico di stampare questi intermedi che erano opera di Cristoforo Malvezzi e che rappresentano un documento prezioso per la storia della musica da scena nel periodo che precede immediatamente la nascita del melodramma. A 55 anni, in seguito a un sogno, abbandonò la gaia corte medicea per darsi alla vita spirituale e si trasferì a Roma, dove il I mag. 1599 entrò nella congregazione dell'oratorio della Vallicella. Qui rimase fino alla morte come fratello laico, occupandosi di musica e compiendo anche i più umili servizi. Assieme ad Emilio de' Cavalieri fece entrare alla Vallicella un nuovo stile espressivo, monodico, applicato all'espressione drammatica e alla scena. In quest'oratorio, infatti, in occasione del giubileo del 1600 fece eseguire il dialogo
Rappresentazione di anima e di corpo del Cavalieri, nel quale forse compose qualche brano. L'Aringhi scrisse: "Fu rappresentato in scena cogli Abiti dell'Oratorio nostro due volte alla presenza di tutto il Sacro collegio dei Cardinali. Vi intervennero anche il Cardinale di Montalto e ne ricevé estremo conforto e, havendo cognitione di M0 Diorisio fin da quando stava alla Corte di Fiorenza, seco se ne congratulò". Delle sue composizioni sono rimaste le laudi:
Perché così facesti e
Mentre a noi vibra, contenute nella raccolta
Nel Tempio Armonico dell'Ancina (Roma: da Nicolò Mutii, 1599) e alcuni frammenti delle
Lamentazioni del Giovedì Santo in un codice vallicelliano
.
BIBLIOGRAFIA: Pelicelli.
©2011 Gaspare Nello Vetro autore del Dizionario della musica e dei musicisti del Ducato di Parma e Piacenza