KASCHMANN, Giuseppe. Baritono.
Nato a Lussinpiccolo (Carnaro) il 14 luglio 1850, fu uno dei maggiori baritoni
della storia del melodramma. Uomo colto (parlava sette lingue), signorile, studioso
attento della parte che doveva interpretare, campeggiò in ogni genere di esecuzione.
Nel 1875, allo scoppio della guerra nella BosniaErzegovina disertò dall'Esercito
austriaco e riparò a Milano ove studiò il canto con Alberto Giovannini. La notizia,
riportata dallo Schmidl, sembra frutto di fantasia in quanto nel 1878 cantò
a Trieste negli Ugonotti. Nel 1878 fu espulso dai territori austriaci
e prese la cittadinanza italiana. Nel febbraio 1876, dotato di un timbro di
voce dei più omogenei, bene educato nel canto e molto intelligente, aveva debuttato
al Regio di Torino nella Favorita, producendo subito eccellente impressione;
nell'aprile dello stesso anno aveva cantato a Venezia nella Forza del destino.
Collocato subito fra i più ricercati baritoni del momento, riconfermato nel
novembre 1876 a Venezia, vi interpretò la parte del Faraone nel Mosè
di Rossini, e quindi in breve calcò tutte le principali scene d'Italia e dell'estero.
Alla Scala di Milano cantò nel carnevale 187879 nel Don Carlos e nel
Re di Lahore dopo il baritono Lassalle; su quelle scene cantò ancora
in varie occasioni. Fu all'Apollo di Roma (1878), a Madrid (1880 e 1890), al
S. Carlo di Napoli (1883 e 1888). Nel 1883 fece parte della Compagnia di Abbey
che inaugurò il nuovo Teatro Metropolitan a New York e nel 1892 a Bayreuth fu
Amfortas nel Parsifal e Wolfram nel Tannhaüuser incontrando
il favore del pubblico. Oltreché in molte opere teatrali, fra cui il Battista
di Don Giocondo Fino del quale fu il primo interprete (Torino, 13 novembre
1906), cantò anche negli Oratori di Lorenzo Perosi, "e nel 1907 - scrive lo
Schmidl - alla presenza di Pio X tanto piacque, che richiesto dal Pontefice
di ciò che potesse fare per lui, lo pregò di voler interporre i suoi buoni uffici
perché gli fosse dato di rivedere la patria terra; e ciò che non aveva raggiunto
neppure la Regina di Spagna, riuscì di ottenere Pio X: l'amnistia; così fu che
dopo trent'anni, nel settembre 1907 poté alfine far ritorno alla città natale
ed a Trieste, ove nella quaresina 1914 cantò con grande successo al Teatro Verdi,
nel Battista del Fino, diretto dall'autore e fu questo uno dei suoi ultimi
trionfi". Poco dopo si ritirava definitivamente dalle scene. Nel 1916 gli fu
affidata la cattedra di canto al Conservatorio di Napoli. Morì a Roma il 7 febbraio
1925.
KRUSCENISKI (KRUCENISKI), Salomea. Soprano.
Discendente da nobile ed antica famiglia polacca, poi naturalizzata italiana,
nacque a Tarnopoli nel 1872. Bambina, già suonava il pianoforte e a 12 anni
cantò in un concerto di beneficenza; studiò indi per due anni canto al Conservatorio
di Leopoli, e si perfezionò a Milano. Debuttò a Leopoli nel 1892, esibendosi
poi per due stagioni a Cracovia, nel 1895-96 fu a Odessa e nel 1896 cantò in
Italia al Teatro Ponchielli di Cremona, poi a Parma e, nell'ottobre, impersonava
Leonora della Forza del destino alla Fenice di Venezia; l'anno dopo tornava
a raccogliere allori a Odessa. Si produsse a Santiago, a Leopoli, all'Opera
di Parigi, a Varsavia, a Pietroburgo, nel 1903 al S. Carlo di Napoli e in molti
altri teatri d'Italia (1904, al Teatro Grande di Brescia, direttore Cleofonte
Campanini, nella rinascita della Butterfly, poi al Costanzi di Roma).
Nel 1905 fu in Butterfly e nella Cassandra di Gnecchi al Comunale
di Bologna diretta da Toscanini e, sempre con Toscanini, fu Salomè nella
prima alla Scala nel dicembre 1907. Cantò in teatri di primo piano fino al 1920.
Abbandonata la carriera lirica, cantò con successo in concerti. Cantante dalla
voce bella e voluminosa, assai bene educata, di finissima intellettualità, fu
squisita interprete di Aida, Gioconda, Lohengrin (Elsa), Tannhäuser
(Elisabetta), Bohéme di Puccini, Mosè di Perosi, Ero e
Leandro di Mancinelli, e tante altre parti. Per lei si tolse la vita l'innamoratissimo
pittore fiorentino Manfredo Manfredini (1907). Morì nel 1953.
LHERIE, Paolo (Paul Lévy). Baritono.
Nacque in Francia il 7 ottobre 1844. Nel 1866 esordì come tenore e fu il primo
interprete del Don José della Carmen di Bizet (Parigi, Opera Comique,
3 marzo 1875) e più tardi, nel 1882, assunse il ruolo del baritono nel quale
eccelse. Calcò per qualche anno le scene francesi e poi intraprese la carriera
lirica italiana, debuttando al Comunale di Bologna nel 1883. Fu a Milano (Teatro
Dal Verme e Scala), Torino, Parma, Venezia, e fra gli altri grandi teatri -
prescelto dal Verdi stesso - fu nel 1887 al Grande di Brescia Jago dell'Otello
che poi interpretò su molte altre scene d'Italia fra cui al Comunale di
Trieste (1889). Si produsse, in Russia, in Spagna, nelle Americhe, in Inghilterra
(Teatro Covent Garden), a Montecarlo. Squisito interprete dell'Amleto (Thomas),
Amico Fritz, Ugonotti, Zampa (Hérold), Tannhäuser, Pescatori
di perle, ecc. La sua voce era delicata, leggermente velata ma non perciò
meno bella, anche se non molto potente; egli esercitava un fascino sull'uditorio
per la purezza della dizione, l'azione sobria e appassionata, sempre signorile
ed elegante, e l'interpretazione artisticamente appropriata ad ogni personaggio
da lui presentato: fu un artista eletto nel più ampio senso della parola. Nel
1897, ritiratosi dalle scene, venne nominato professore, succedendo al Taskin,
della classe d'opera comica al Conservatorio di musica di Parigi, dove morì
nel 1937.
LUCCA, Giovannina. Editore musicale.
La sua figura imponente spicca nel panorama della musica italiana del XIX secolo.
Mortole il marito, l'editore Francesco Lucca, assunse nel 1872 ufficialmente
la direzione degli affari, che già teneva di fatto, dando grande impulso al
suo stabilimento. Nata nel 1814 a Cernobbio, dopo un fidanzamento con Bellini,
nel 1832 aveva sposato il clarinettista Francesco Lucca che successivamente
si era dato all'editoria con negozio davanti alla Scala. Oltre a numerosi compositori
italiani, Casa Lucca pubblicò e lanciò opere di autori stranieri tra i quali
Gounod, Auber, Meyerbeer. L'idolo della signora Giovannina, però, fu Wagner
- per il quale combattè una lotta senza quartiere contro Casa Ricordi riuscendo
a farlo conoscere in Italia. Nel 1888 cedette l'Azienda alla Casa concorrente.
Di mole generosa, come era generoso il suo cuore, aiutò e aprì sempre il ricco
borsellino a chi si rivolgeva a lei. Morì a Cernobbio il 19 agosto 1894.
LUSIGNANI Avv. Giovanni
Fu membro della Commissione Teatrale nella stagione 1897-1898. Nato il 2-12-1859
e morto il 10-10-1909. Figlio del più celebre grand'uff. avv. Giovanni Lusignani
che fu Presidente della Deputazione Provinciale dal 1910 al 1914 per le Tramvie
Elettriche P.si e Presidente della Soc. P.se per l'illuminazione elettrica,
in carica il 14-1-1890 per l'inaugurazione dell'illuminazione elettrica.
MAGINI-COLETTI, Antonio. Baritono.
Nato a Jesi, nel 1855 lavorò a Roma come contabile in una impresa commerciale.
Una zia, già cantante, lo udì e gli consigliò di studiare - pur mantenendo l'impiego
- col maestro Venceslao Persichini (maestro anche di Battistini), al Conservatorio
di Santa Cecilia. Dopo aver cominciato a cantare in teatri minori, arrivò anche
ai maggiori palcoscenici italiani. Nel 1883 fu al Carcano di Milano e l'anno
dopo all'Argentina di Roma; alla Scala in Aida (1889) fu giudicato superiore
a Maurel. Cantò a Lisbona (1885-86), Barcellona (1889-90), (Colon di Buenos
Aires), a Mosca e in America con compagnie di prim'ordine e si fece aprezzare
sia nel repertorio comico che in quello drammatico per la coscienza che metteva
nell'interpretare la sua parte. Si ritirò dalle scene nel 1910 dopo aver cantato
nell'Otello al Municipale di Reggio Emilia. Incise su dischi Zonophone
(1902) e Fonotipia (190506). Morì a Roma il 21 luglio 1912.
MAGNANI, Gerolamo. Scenografo.
Nato il 23 maggio 1815 a Borgo San Donnino (ora Fidenza), data la predisposizione
che dimostrava, fu mandato a studiare pittura all'Accademia di Belle Arti della
capitale del Ducato con un sussidio del Comune e di alcuni mecenati. A vent'anni
decorò le volte delle sale della pinacoteca di Parma: vennero poi molte chiese,
palazzi (ad esempio la sala dei banchetti del Quirinale a Roma) e teatri (Parma,
Borgo San Donnino, Brescia, Piacenza, Reggio Emilia). Nel 1848 fu nominato professore
dell'Accademia di Belle Arti in una classe istituita appositamente (ornato modellato
e scenografia). Aveva iniziato a eseguire scenografie per il Teatro Regio nel
1844, e fino al 1886, nel salone che sovrasta il Teatro, ideò 225 scenari che
divennero una delle maggiori attrattive degli spettacoli di Parma. La sua fama
varcò i confini e non c'era teatro che non lo richiedesse. Anche dall'estero
era una serie ininterrotta di offerte di lavoro: da Londra, Parigi, Philadelphia,
Oporto, Il Cairo, Madrid. Da vecchio narrò di aver dipinto non meno di cinquemila
scene. Verdi, che era solito seguire di persona l'allestimento delle sue opere,
lo preferì al famoso Carlo Ferrario e tornò a servirsi di quest'ultimo solo
nel 1887 quando Magnani, colpito da paralisi, aveva cessato di creare i suoi
capolavori. Morì a Parma il 24 settembre 1889. Molte delle sue scene continuarono
a comparire nei teatri anche vari anni dopo la sua scomparsa. A Parma oggi non
resta che un sipariocomodino per il Teatro Regio, due scene, un sipario al Collegio
Maria Luigia, qualche bozzetto. Nel 1895 la città natale decise di intitolargli
il Teatro Municipale che l'artista aveva ornato e per il quale aveva dipinto
numerosi scenari, come pure di conservare la casa natale come monumento.
Bibliografia:
Allegri - Tassoni, G. - Una gloria della scenografia parmense. In "Aurea
Parma", 32 (1948), pp. 3042;
Capelli, G. - Carlo Ferrario e G.M. scenografi di Verdi. In "Parma Economica",
1972, n. 2, pp. 3135;
Cassi, P. - Ancora dello scenografo G.M. In "Corriere Emiliano", 28 aprile
1933;
Musini, N. - Il Teatro di Fidenza e G.M. In "Aurea Parma", 33 (1949),
pp. 8591;
Soresina, D. - G.M. In "Enciclopedia diocesana fidentina";
Tortora, M. - Lo scenografo di Verdi. In " Il Resto del Carlino", 5 gennaio,
1941;
Vetro, G.N. - I nostri fasti musicali: G.M. In "Gazzetta di Parma", 23
e 30 gennaio 1978.
MAINA, Vincenzo. Tenore.
Nacque a Poirino il 26 luglio 1858, apprese le prime nozioni musicali all'Istituto
Musicale di Asti, indi si perfezionò con il maestro Galliera. La Gazzetta Musicale
di Milano del febbraio 1893 scrisse: "20 gennaio 1893, Scala, Traviata,
Alfredo è il tenore Maina, è giovine e inesperto, ma ha buona ed intonata voce,
ha avuto due grandi meriti, primo, di cantare la musica della Traviata come
fu scritta da Verdi, secondo, quello di conservare il sangue freddo, così da
farsi applaudire nella famosa frase "Ah, non morir, non dirmelo" presente l'autore,
con Adelina Patti e Pessina (baritono), direttore il maestro Mascheroni. Dopo
il secondo atto, Verdi lo chiamò nel suo palco dicendogli: bravo Maina canti
la Traviata come io l'ho scritta". La carriera di Vincenzo Maina fu un
susseguirsi di trionfi dal 1882 al 1910. Debuttò nell'aprile 1882 al teatro
di Asti, secondo tenore nei Puritani e il 28 novembre 1883 fu Alvaro
nella Forza del destino al Civico di Sassari, indi nel Salvator Rosa
e nella Sonnambula. Nella primavera 1884 al Guillaume di Brescia
cantò nel Rigoletto e Favorita, e nel carnevale 1884-1885 al Vittorio
Emanuele di Messina (Faust, Favorita, Forza del destino), poi al Ristori
di Verona, al Nuovo di Vicenza, al Carignano di Torino (primavera 1887), Traviata,
Rigoletto con Cesira Ferrani; indi fu prescelto da Amilcare Ponchielli,
che avendo rimaneggiato il suo Federico re dei Goti, lo volle protagonista
al Carcano di Milano (29 gennaio 1888). Don José nella Carmen lo eseguì
a Gorizia (25 marzo 1890), a Varese (settembre 1890), a Monza (novembre 1890),
ad Asti (maggio 1891), al Regio di Parma (dicembre 1891), al Politeama Genovese
(novembre 1895), e lo eseguì pure al San Carlo di Napoli in sostituzione del
famoso De Lucia ammalato improvvisamente, riscuotendo calorosi applausi. L'Erik
del Vascello Fantasma lo interpretò alla Scala nel marzo 1893 e nel novembre
dello stesso anno fu protagonista del Lohengrin al Sociale di Rovigo.
Al San Carlo di Lisbona, ebbe parecchie riconferme e il 2 febbraio 1894 fu Des
Grieux nella prima rappresentazione in Portogallo della Manon di Puccini.
Al Municipale di Modena (20 dicembre 1890) eseguì il ruolo di protagonista nella
prima assoluta del Roncisval di Enrico Berini. Nel 1903 in Odessa si
unì in matrimonio con la soprano russa Rosa Fornenko, e dopo tale data, indirizzò
la sua attività artistica in prevalenza in tournées in Russia. Qui lo
sorprese la rivoluzione che gli confiscò tutti i beni dandogli poi il posto
di maestro di canto al Conservatorio di Tiflis. Morì a Reconatidor, per attacco
cardiaco dovuto allo sforzo di sturare una bottiglia di vino, nel 1924.
MANCINELLI, Marino. Direttore d'orchestra e compositore.
Nato a Orvieto il 16 giugno 1842, fratello del più conosciuto Luigi, studiò
composizione prima col padre, poi ad Assisi col Borroni e infine a Firenze con
Teodulo Mabellini. A venti anni fu nominato direttore della Scuola di musica
e della Cappella del Duomo di Orvieto per la quale compose musica d'occasione
tra cui un Oratorio ed una Messa solenne. Dedicatosi alla direzione d'orchestra
conseguì notevoli successi ed ebbe una intensa carriera in Italia e all'estero.
Nel 1876 al Teatro Comunale di Bologna diresse il Rienzi di Wagner e,
un anno dopo, vi tornò a dirigere la prima italiana del Vascello fantasma
(14 novembre 1977). Diresse tra l'altro al Teatro Apollo di Roma nella stagione
1881-82 dove, il 22 marzo, con Gayarre e Giraldoni, presentò la prima assoluta
dell'opera inedita di Donizetti Le Duc d'Albe. Fu anche al Politeama
di Roma (autunno 1880, Rienzi), all'Argentina (1884), al Teatro Pagliano
di Firenze (prima assoluta di Stella in Auteri-Manzocchi, 1881), a Parigi
(Théàtre des Nations, 1881, Semiramide), in Sud America, Spagna, Portogallo.
Nel 1894 portò in Brasile una compagnia lirica di cui era anche l'impresario.
Avendo dichiarato fallimento, si tolse la vita il 3 settembre a Rio de Janeiro.
Compose l'opera teatrale Iribelli che fu eseguita la prima volta a Lisbona
nel 1888. Lasciò inedite: Bianca dei Monaldeschi, L'orfana di Thurn, Il castello
d'Adolfo, Fredegonda. Scrisse inoltre musica da camera.
MANTOVANI, Lodovico. Violinista.
Nato a Parma il 25 dicembre 1846, studiò violino come alunno interno alla Regia
Scuola di musica, diplomandosi nel 1866. Dopo aver esercitato brillantemente
la professione, nel 1873 fu nominato insegnante di violino nella sua scuola,
posto che tenne fino al 16 ottobre 1904. Grande didatta, diplomò tra gli altri
Romano Romanini, Ferruccio Cattelani e Enrico Polo. Fu per molti anni violino
di spalla al Teatro Regio di Parma e diresse molte opere al Teatro Reinach.
Morì a Parma il 19 gennaio 1913.
MARIOTTI, Giovanni. Sindaco di Parma.
Nato a Parma nel 1850, fu detto "il più parmigiano dei parmigiani" per l'amore
alla città natale della quale fu sindaco per venticinque anni. Laureato in legge,
si dedicò agli studi di archeologia e paleontologia per merito dei quali a venticinque
anni fu nominato direttore del Museo di antichità di Parma. In questa veste
promosse anche gli scavi di Velleia. Nel 1884 fu nominato commissario della
Regia Scuola di musica alla quale fece ottenere nel 1888 il rango di Conservatorio.
Per avere per direttore Bottesini, non esitò a recarsi a Londra per convincerlo
ad accettare. Nel 1882 era stato eletto deputato; fu presidente del Consiglio
Provinciale; professore onorario dell'Università e, nel 1901, senatore del Regno.
Morì nel 1935. Fece eseguire molte opere pubbliche nella città: portò l'acqua
potabile nell'Oltretorrente, costruì case popolari, il monumento a Verdi, iniziò
il Lungoparma. A questi provvedimenti positivi, ne vanno però contrapposti di
negativi in quanto ordinò l'abbattimento del Cavalcavia di Strada Macedonio
Melloni e della cerchia delle mura che circondava la città.
Pubblicò:
Replica degli ospizi civili di Parma al Ministero della Pubblica istruzione
nella controversia in ordine alla Scuola di musica di Parma. Parma, Battei,
1886. Risposta del Ministero dell'Istruzione Pubblica alla Replica degli
Ospizi Civili di Parma ed al parere del Ministero dell'Interno nella controversia
sulla legittimità dei provvedimenti emanati in ordine alla R. Scuola di musica
in Parma. Roma, Forzani, 1886 e Parma, Ferrari, 1886.
Istruzioni intorno all'andamento amministrativo e disciplinare della R. Scuola
di musica in Parma. Parma, Rossi-Ubaldi, 1887.
Sulla vendita del Teatro Reinach al m. Cleofonte Campanini. Risposta al Memoriale
diretto al Consiglio Comunale dal Sig. Ugo Montanari. Parma, Coop. Parmense,
1912.
Commemorazione di Giuseppe Verdi in occasione della morte di Michele
Caputo fatta il 22 giugno 1928.
Un ritratto a olio si trova al Conservatorio di musica di Parma.
Bibliografia:
Benassi, U. G.M. Parma, Fresching, (1918), 46 pp.
Micheli, G. Verdi, Mariotti e il Conservatorio musicale di Parma. Parma,
Bodoniana, 1941, 31 pp. 3 tav.
Marchesi, G. Giuseppe Verdi e il Conservatorio di musica di Parma. Parma,
Ducale, 1975.
MASCAGNI, Pietro. Compositore.
Nato a Livorno nel 1863, studiò prima nella città natale e poi nel Conservatorio
di musica di Milano con Ponchielli. Lasciò gli studi per fare il direttore d'orchestra
in una compagnia di operette e poi si stabili a Cerignola come maestro di musica.
Nel 1890 vinse il primo premio nel concorso bandito dall'editore Sonzogno con
l'atto unico Cavalleria rusticana che ebbe successo immediato in tutto
il mondo. Scrisse tra le altre opere L'amico Fritz (1891), Iris (1898),
Le maschere (1901), Isabeau (1911), Il piccolo Marat (1921),
Nerone (1935), composizioni per coro e orchestra. Fu attivo anche come
direttore d'orchestra. Morì a Roma nel 1945.
MASTELLARI, Gaetano. Macchinista teatrale.
Nato a Bologna il 25 febbraio 1822, si può considerare il principe dei macchinisti
teatrali del XIX secolo. Vero artista creatore nel suo genere, non solamente
eccelse per i meravigliosi meccanismi ma si distinse anche per l'ingegnosa carpenteria.
Venne spesso invitato per allestire grandiosi spettacoli nei principali teatri
italiani ed esteri. Fu l'ideatore e il direttore di questo reparto al Teatro
Regio di Parma dal carnevale 1852-53 sino a quello 1888-89 e nel contempo prestò
la sua opera anche in altri teatri. Verdi lo volle alla Scala nel carnevale
del 1874 per la messa in scena dell'Aida e in questa edizione fu molto
ammirato l'ingegnoso meccanismo del tempio nel quarto atto. Tornò sul palcoscenico
scaligero nel carnevale del 1881 in occasione del ballo Excelsior. Nel
maggio 1879 fu a Londra assieme a Gerolamo Magnani per allestire la messa in
scena al Her Majesty's Theatre dell'Aida di Verdi nella quale trionfò
Italo Campanini: e fu uno spettacolo che passò alla storia del melodramma in
Inghilterra. Sempre assieme al Magnani fu all'Opéra di Parigi in vari periodi
dal novembre 1883 al gennaio 1885. Morì a Parma il 28 luglio 1890, fu
- caso più unico che raro per un macchinista teatrale - ricordato nel necrologio
dalla Gazzetta Musicale di Milano di Casa Ricordi.
MAZZA, Arturo. Violinista.
Nato a Parma il 2 novembre 1857, si diplomò nel 1875 alla Regia Scuola di musica
in violino con la lode distinta. Si dedicò alla professione orchestrale e in
questa qualità suonò in grandi Teatri in Italia e all'estero. Risiedette per
molti anni a Tiflis in Georgia.
MEI, Medea. Mezzosoprano, poi soprano.
Nata a Firenze il 4 marzo 1859, entrò a quattordici anni nel Conservatorio di
Firenze e a sedici debuttò nella Messa da requiem nella stessa città
e fu subito dopo a Sinalunga (Siena) nel Trovatore. Nel 1880, al Pagliano
di Firenze, fu Ulrica nel Ballo in maschera e l'anno dopo cantò al Regio
di Torino, poi ancora a Firenze, Odessa, Modena (1882), Genova, Barcellona e
Bologna (Teatro Comunale, 1883). Nel 1884 fu in Carmen a Bucarest e in
Favorita al teatro Corso di Bologna, cui seguirono Valenza, Parma, San
Paolo del Brasile (1886) e il Teatro Carignano di Torino. Dal 1887 fu in Russia
al Teatro Marinskij dove fu scritturata definitivamente. Il 21 febbraio 1889
sposò il tenore Nicolaj Figner (da cui divorziò nel 1903). Continuò la carriera
in Russia con qualche tournèe in Europa e in Sudamerica. Nel 1930 emigrò
in Francia e morì a Parigi l'8 luglio 1952. La voce estesa e affascinante e
la bella figura le consentirono una buona carriera in cui affrontò parti di
mezzosoprano (Carmen), di soprano drammatico e persino lirico (Bohème,
con Caruso a Buenos Aires, 1903). Ebbe un ricchissimo repertorio italiano, francese
e russo.
MELI LUPI, Bonifazio. Marchese di Soragna, principe del Sacro romano
Impero.
Presidente della Commissione Teatrale nella stagione di Carnevale 1897/1898.
Nato nel 1839, morto il 20-10-1909. Riportiamo da "Gazzetta di Parma 21-10-1909".
"Ci aspettavamo di apprendere, da un momento all'altro, la dolorosa notizia.
E questa ci è giunta ieri. Bonifazio Meli Lupi, marchese di Soragna, principe
del Sacro Romano Impero, era spirato alle ore 15,40 nell'avita sua rocca, tra
il pianto della moglie, del figlio, dei fratelli, della nuora, i quali, dall'istante
in cui fu colto dal grave malore, presaghi della di lui prossima fine, non lo
avevano più abbandonato un solo istante. La notizia della fine di quell'uomo
estremamente buono e retto è stata appresa, dalla cittadinanza, con sentita
commozione. Bonifazio di Soragna era nato il 2 dicembre 1839, indi a cagione
della giovanile età, era stato colto, indifeso, dalla bufera politica che tante
cose travolse e mutò, in Italia. Appartenente a famiglia ligia - pur dando spesso
esempio di nobili resistenze - all'antico ordinamento di cose, egli dovette
subire l'ambiente in cui era nato; tanto più che il ribellarsi ad esso, sarebbe
a lui sembrato una abdicazione dettata da calcolo tornacontistico, da cui ripugnava
l'animo suo leale e il carattere altero. Non già che il march. Bonifazio, col
suo innato buon senso, non commisurasse la grandiosità del movimento che era
avvenuto in Italia e non comprendesse l'irrevocabilità del nuovo assetto politico.
Soltanto che a lui repugnando ogni sorta d'azione che potesse sembrare un'aperta
sconfessione di quanto era irremissibilmente caduto, si ritrasse nell'ombra
ed ivi stette lunghi anni, senza rimpiangere il passato, senza imprecare al
presente. Condotta degna di un saggio, che finì per dissipare i sospetti dei
primi tempi e ricondurre attorno a lui la fiducia del pubblico, la stima e la
benevolenza della generalità, la quale finì per dargliene solenni attestazioni,
eleggendolo a cariche pubbliche, di cui, anche attualmente era investito. Ma
se egli considerò sciupata la sua vita pubblica fin dall'inizio, volle almeno
che i suoi figli partecipassero attivamente al movimento della vita nazionale
ed il suo primogenito, il compianto march. Diofebo, avviò alla carriera dell'armi,
dell'altro, il superstite march. Negrone, incoraggiò la tendenza che lo spingeva
a tentare nobili e coraggiose imprese industriali, concorrendo a rafforzare
quell'impulso economico, che - dopo tutto - resta ancora il fatto più grandioso
che di sé abbia dato l'Italia rinnovellata a grande nazione. Ora a quest'uomo,
estremamente buono, cortese e leale; che ebbe spiccate le qualità, non le pecche
che, generalmente, contraddistinguono le grandi razze, è dovuto, assieme al
pianto de' suoi cari, il mesto saluto estremo di tutta una cittadinanza".
MENDIOROZ, Valentina. Soprano.
Figlia del famoso baritono Giuseppe, nata a Parigi, studiò col padre e, dopo
la prima giovinezza trascorsa in Germania, iniziò la carriera in Italia. Debuttò
a diciotto anni a Chieti nel Mefistofele e il successo le aprì le porte
dei teatri: fu così a Cremona, a Trieste, a Bologna (Teatro Comunale, ottobre
1887, Elsa nel Lohengrin e nel 1893 Manon nell'opera omonima di Puccini),
a Genova (1888, due volte al Carlo Felice), a Vicenza, a Fermo, a Treviso, a
Trento (nel Re di Lahore), a Milano (Scala, 1891, Elsa nel Lohengrin).
MEZZI Eugenio
Di professione "imbiancatore", lavorò per il Teatro Re gio come "Avvisatore
- Carrozziere" negli anni 1890/ 1891.
MICUCCI, Linda. Soprano e violoncellista.
Nata a Roma l'11 febbraio 1877, frequentò il Liceo musicale di Santa Cecilia
nella classe di violoncello del professor Forino. Nel frattempo studiava canto
privata mente con Attilio Ugolini e con lo Sparapani. Nel 1897 debuttò al Teatro
Nazionale di Roma nella Forza del destino. Passò poi al Teatro Comunale
di Ferrara per l'Aida, al Giglio di Lucca riproponendo la stessa opera,
a Trento per il Ballo in maschera e per il Faust, al Costanzi
di Roma per l'Aida. Fu poi al Dal Verme di Milano e alla Scala (Luisa
Miller, Asrael), al Teatro Regio di Parma, a Madrid, a Napoli, alla Fenice
di Venezia, al Teatro Nuovo di Pisa, al Municipale di Odessa, a Tiflis, al Messico,
a Buenos Aires, a Montevideo e in altri teatri di primaria importanza. Cantò
alla Scala nel Ballo in maschera del 14 aprile 1903 quando Toscanini
lasciò lo spettacolo nel bel mezzo, scioglieva l'impegno per le prossime stagioni,
e fu sostituito "con magnifica scelta" (scriveva la Gazzetta di Milano)
dal Cleofonte Campanini.
MODESTI, Alessandro. Baritono.
Abbiamo scarse notizie di questo cantante che troviamo attivo tra il 1888 e
il 1906 in teatri di primo piano. L'inizio non è dei più lusinghieri: infatti,
nel febbraio 1888 fu protestato per l'insuccesso in una Traviata al Teatro
Regio di Torino. Poi la troviamo a Parma al Teatro Regio in due stagioni (1891-92
e 1898), al Politeama Genovese (nel 1892 e nel 1906), al Teatro Costanzi di
Roma, direttore Toscanini, nell'ottobre 1892 (come Escamillo in Carmen,
in Gualtiero Swarten, come Don Carlo nella Forza del destino)
e, infine, nel novembre 1894 nella prima bolognese del Falstaff. L'Annuario
Musicale Carozzi del 1887 riporta che aveva in repertorio Nabucco, Due Foscari,
Ernani, Favorita, Faust, Ruy Blas, Aida, Tramata, Lucia, Ballo in maschera,
Forza del destino, Trovatore.
MONTI, Gaetano. Basso.
Fu attivo in Italia, a quanto ci risulta, dal 1875 (Bologna, Teatro Comunale).
Fu udito per la prima volta a Londra nel 1876 e in seguito fu scritturato dal
colonnello Mapleson per la stagione organizzata nel 1880 al Her Majesty's Theatre
e nella tournèe negli Stati Uniti. Nel 1896 cantò alla Scala nella Carmen
e nel Guglielmo Ratcliff, teatro nel quale aveva già cantato nel
1877.
MOZZE, Eugenio. Tenore.
Nato a Padova, dopo qualche anno di studio, debuttò nei teatri di Pavia, Novara
e altre città di provincia. Si affermò cantando nel 1881 e nel 1882 al Teatro
Dal Verme di Milano nella Carmen con Stella Bonheur e a Firenze in Stella
di Salvatore Auteri-Manzocchi e per due stagioni al Teatro Regio di Parma
(1881-1882 e 1882-1883). Nel 1881 fu anche al Teatro Regio di Torino in Melusina
e ancora in Carmen. In proposito scriveva Depanis (v. II, p. 128)
"Il Mozzi possedeva una voce a tutta prima ingrata ma, artista nell'anima, infondeva
al personaggio di Don José una vita intensa. Il pubblico dimenticava la finzione
e... fremeva di raccapriccio tanta era l'illusione della realtà". L'ultima notizia
che abbiamo lo vede a Montevideo.
NEGRONI, Luisa. Soprano.
Nata a Torino verso il 1850 da nobile famiglia, studiò canto nella città natale,
e, caso rarissimo per un'esordiente, debuttò nel gennaio 1877 alla Scala, protagonista
nella Contessa di Mons di Lauro Rossi. Il successo conseguito le valse
la scrittura per l'Apollo di Roma per crearvi il ruolo di Caterina nella Bella
fanciulla di Perth (7 marzo 1877). Nella stagione 1877-1878 al Carlo Felice
di Genova fu nell'Africana, Ballo in maschera e Isabella Spinola di
Abbà-Cornaglia. Nell'inverno 1878-1879 al San Carlo di Napoli fu applaudita
Selika nell'Africana e Berta nel Profeta e nel carnevale 1879-1880
fu al Vittorio Emanuele di Messina nell'Africana e nel Faust.
Alla Fenice di Venezia fu scritturata per il carnevale 1881-1882; dopo l'Africana
fu protagonista nella prima assoluta della Margherita di Pinsuti
(8 marzo 1882), direttore il maestro parmigiano Emilio Usiglio, ed il 14 marzo
fu solista nella prima esecuzione della Cantata per cori, orchestra e
soli di soprano, di Malipiero, e dello stesso Malipiero eseguì nella primavera
1886 al Goldoni di Venezia Alberigo da Romano, cantando anche nel Ballo
in maschera e Trovatore. Fu al Teatro Bellini di Napoli nella prima
assoluta del Menestello di Filasi (1° marzo 1883), e Regina nel Ruy
Blas. Colta musicista-compositrice ella stessa, fu ricercata dai compositori
per portare al battesimo le nuove opere e come tale nell'ottobre 1886 fu al
Rossetti di Trieste per la prima assoluta degli Elvezi di Caccia, il
20 novembre creò il ruolo di Vaneria nello Spartaco di Sinico. Fu poi
nella Luisa Miller al Pagliano di Firenze (marzo 1887), e il maestro
Ferrari la scelse come protagonista nella Fernanda che andò in scena
al teatro Rossi di Pisa nel novembre 1887 dove la Negroni successivamente cantò
anche la Luisa Miller. La sua carriera proseguì ancora per alcuni anni;
al Regio di Parma (Emani 8 febbraio 1890) che cantò anche a Pistoia (gennaio
1891); e a Como (aprile 1891); nell'agosto 1890 a Busseto nella Luisa Miller
e a Cuneo (agosto 1892) nell'Andrea del Sarto del maestro Baravalle.
Si ritirò dalle scene stabilendosi a Torino dove morì. Tra le sue composizioni
è da ricordare una Mattinata su versi di Victor Hugo, molto eseguita
nel salotti del tempo.
NOUVELLI, Ottavio. Tenore.
Nato a Torino il 21 giugno 1853, studiò dal 1872 al Liceo Musicale di Torino
con il maestro Fassò. Il 31 marzo 1876 si prensentò per la prima volta al pubblico,
al teatro Rossini di Torino in una selezione del Mosè di Rossini; era
presente il celebre violinista Sivori, che lo portò con sè nel marzo 1877 per
un concerto al Teatro Italiano di Parigi. Escudier, impresario del teatro, lo
scritturò subito e Nouvelli debuttò così nella Marta (Lionello) che divenne
in seguito uno dei suoi ruoli prediletti. L'anno dopo al Teatro Italiano cantò
in Linda, Traviata, Sonnambula e Aida, mentre Flotow gli affidò
il ruolo di Camoens nell'Alma incantatrice (9 aprile 1878). Nella stagione
1878-1879 fu al Liceo di Barcellona; nella primavera-estate 1879 al Covent Garden
nel Don Giovanni, Dinorah (con la Patti), Ballo in maschera, Stella
del Nord e nell'inverno 1879-1880 all'Opera Imperiale di Pietroburgo. Nell'ottobre
1881 al Comunale di Bologna fu protagonista nella Giulietta e Romeo di
Thomas, poi nella primavera 1882 all'Opera di Montecarlo e nell'estate al Teatro
Nazionale di Buenos Aires. Tornò al Comunale di Bologna il 12 novembre 1882
in Lohengrin, direttore Mancinelli. Fu ancora al Teatro Italiano di Parigi
per il ruolo di Paolo nel Simon Boccanegra (27 novembre 1883), direttore
Faccio, con la Litwinoff, Maurel e De Reszke; nel marzo 1884, dopo Ernani,
sostituì Gayarre nel Rigoletto, e fu nella Sonnambula con la Nevada
e la Sembrich che si alternavano. L'anno dopo fu a Palermo, e nella stagione
di autunno al Liceo di Barcellona, mentre nel 1886 cantò al Carlo Felice di
Genova e al Politeama Margherita nella Carmen. Nella primavera fu a Nizza,
nell'autunno al Comunale di Bologna in Erodiade di Massenet e in Carmen;
tornò poi al teatro Nazionale di Praga. Fu alla Scala il 26 dicembre 1887 nella
Regina di Saba di Goldmark, direttore Faccio, mentre, con la direzione
del Martucci, il 2 giugno 1888, al Comunale di Bologna fu protagonista nel Tristano
e Isotta. Cantò al Costanzi di Roma, nell'ottbre 1889, nella Carmen,
direttore Mugnone, e il 26 dicembre fu Walter nei Maestri Cantori alla
Scala, e fu Turiddu nella Cavalleria Rusticana al Politeama di Livorno
(1890) e alla Fenice di Venezia (24 gennaio 1891). Si congedò dalla carriera
lirica, eseguendo la IX Sinfonia di Beethoven al Regio di Torino nell'aprile
1892, trasferendosi poi a Varsavia, insegnante di canto al locale Conservatorio,
dove cantò in molti concerti per beneficenza. La sua scomparsa, (19 gennaio
1901), fu un lutto cittadino (Gazzetta Musicale di Milano del 31 gennaio
1901, n. 5). La salma, racchiusa in un sarcofago di ferro massiccio, venne traslata
nel piccolo cimitero di Trana, dove aveva fatto costruire una villa in cui trascorreva
i mesi estivi. Nel Trovatore di Milano, del 18 ottobre 1883, n. 42 si
legge: "Il tenore Ottavio Nouvelli, passando per una via di Parigi il 10 ottobre,
s'accorse del fuoco appiccatosi a una casupola, e due bambini che chiamavano
al soccorso; malgrado le fiamme, egli appoggiò una scala alla finestra e entrò
e li salvò malgrado che il fuoco gli avesse precluso ormai il varco, egli si
ferì gravemente alla spalla e alle mani, un gesto eroico". Per questo atto la
società centrale di Salvataggio gli decretò una medaglia d'onore che gli venne
consegnata il 25 novembre 1883 alla Mairie del Quarto Circondario di Parigi.
Nel 1889 scrisse un volume Le respiration e l'emissione du son vocal.
Varsavia, 1899.
ORCESI, Antonietta. Soprano.
Allieva di canto nel Conservatorio di musica di Parma nella classe di Auteri-Manzocchi,
il 22 maggio 1895 nel secondo concerto dato dalla Società dei Concerti cantò
un'aria di Weber e una di Mozart. Nel 1898, al Teatro Regio di Parma fu Amelia
in Un ballo in maschera: opera infelice in quanto i protagonisti furono
oggetto di contestazioni e sostituzioni continue. La seconda serata fu addirittura
interrotta dopo il primo atto e furono restituiti al pubblico i soldi dei biglietti.
Anche la Orcesi venne sostituita e dopo di allora non calcò più le scene.
ORLANDINI, Cav. Carlo.
Nato il 26-4-1843 e morto il 23-1-1912. Assessore, membro della Commissione
Teatrale nella stagione di Carnevale 1884-1885. Riportiamo da "Gazzetta di Parma"
del 25-1-1912:
"La nostra città ha perduto uno degli uomini più eminenti, non solamente per
il grande censo, ma più per la mente acuta, per i servizi resi alle pubbliche
amministrazioni per l'esperienza sicura degli uomini e delle cose, per l'operosità
indefessa. Giovanissimo, ancora, si diede, pur non trascurando gli studi, alle
industrie ed ai commerci, nei quali recò sempre specchiata probità, congiunta
a perspicacia ed ad indefessa operosità. L'industria della seta, il commercio
dei cereali, la coltivazione ed il miglioramento delle terre dimostrarono anche
in momenti difficili l'acume della sua mente, la forza della sua volontà, le
doti che costituiscono l'imprenditore nel senso nobile, moderno, diremmo inglese,
della parola. Un uomo di tanto valore doveva presto divenire necessario alle
pubbliche amministrazioni, e ricorderemo che egli fu consigliere del comune
e della provincia, della Camera di Commercio, sindaco del comune di Sorbolo,
consigliere del comune di San Lazzaro. Ricorderemo eziandio che la sua opera
i suoi consigli furono utilissimi anche alla gestione fra noi della Banca d'Italia
della quale fu il primo e costante consigliere. Nell'epidemia colerica che funestò
il Comune di Sorbolo Egli dimostrò coraggio ed operosità tali che il governo
giustamente gli conferì la medaglia al valore civile".
ORTALLI-LAURENT, Valentino.
Musicofilo parmigiano, era il rappresentante del Comune nel Consiglio della
Regia Scuola di musica e nel Teatro Regio. Morì in Parma il 17-2-1909. Riportiamo
da "Gazzetta di Parma":
"Con lui si è spenta un'operosa e degna vita, che Valentino Ortalli Laurent,
fin che glielo concessero le forze e la vista, dedicò volonterosamente e con
sicura fede, alle pubbliche amministrazioni della nostra città. Per lunghissimi
anni egli fu consigliere e più volte assessore anziano della nostra città e,
innamorato dell'arte, presiedé - per non dire che dittatoreggiò - la Commissione
teatrale, nei tempi famosi del nostro teatro. Fu anche membro della Commissione
ospitaliera, apportando nel disimpegno di queste cariche sempre un giudizio
retto e sereno, una coscienza intemerata. Da parecchi anni, il peso degli anni
- che tuttavia portò, fino in ultimo, gagliardamente - ma, più di tutto, le
tristi condizioni della sua vista, lo avevano consigliato a ridursi a vita privata
ed alle cure della famiglia diletta. Quanti conobbero questo saggio e benemerito
cittadino, porgeranno alla cara memoria di lui, il fiore del ricordo; mentre
alla famiglia di quell'ottimo e vecchio amico, mandiamo l'espressione del nostro
vivissimo duolo.
OXILIA, Giuseppe. Tenore.
Nacque a Montevideo verso il 1865 e studiò canto col maestro Pozzo e il baritono
Maurel. Ebbe brevissima ma brillante carriera (1888-1905) e cantò sui principali
teatri d'Italia e dell'estero. Artista dalla voce robusta e pur dolce, bella
in tutta la sua grande " estensione, magnifica nel registro acuto, eccellente
attore, fu valoroso interprete dell'Otello di Verdi, della Favorita,
Lucia, ecc. Alla Scala cantò nel gennaio 1889 l'Asrael di Franchetti,
che aveva già cantato un anno prima al Comunale di Bologna, e l'Otello.
PALMINTERI, Antonio. Compositore e direttore d'orchestra.
Nato a Menfi (Sicilia) il 3 ottobre 1846, nell'ultimo ventennio del secolo scorso
diresse molte importanti stagioni liriche. Nel 1892 dirigeva a Pietroburgo l'orchestra
del nuovo Teatro Salone Alessandro, inaugurato il 1° gennaio con la Favorita,
eseguita dalla Mazzoli-Orsini, da Masini, Casini e Lombardi. Ebbe pure il suo
momento di voga con le opere teatrali Arrigo II (Monza, Sociale, 12 ottobre
1878) e Amazilia (Milano, Dal Verme, 13 ottobre 1883) molto bene accolte
e riprodotte anche in qualche teatro, ma che presto finirono nell'oblio. Fu
pure autore di canzonette e romanze da camera. Morì a Pistoia il 31 luglio 1915.
PANTALEONI, Adriano. Baritono.
Nato a Sebenico nel 1837, studiò canto a Udine e al Conservatorio di Milano.
Percorse luminosa carriera acclamato nei principali teatri d'Italia e dell'estero
specialmente al Her Majesty's Theatre di Londra. Dopo aver cantato all'Apollo
di Roma e al Carlo Felice di Genova nel 1869, cantò alla Scala di Milano nel
1872, 1875 e 1877 quand'era all'apogeo della gloria; rimasero memorabili le
sue venti rappresentazioni della Forza del destino, a fianco della Stolz,
la Waldmann ed il tenore Fancelli; surrogò poi il Pandolfini nell'Aida e
fu il Figaro del Barbiere. Nel 1875 cantò nel Romeo e Giulietta,
nel Gustavo Wasa di Filippo Marchetti e nei Lituani di Ponchielli,
nel 1877 nella Contessa di Mons di Lauro Rossi, nel Poliuto e
ancora nella Forza del destino. Nel 1885 fu al Carltheater di Vienna
e cantò anche a New York, Bilbao e Malaga. Fu efficacissimo interprete del Rigoletto,
della Carmen, Belisario, Dinorah ed altre opere. Ebbe una vocalità
limitata nell'espansione del suono ma un'accento incisivo e infuocato e un intelligente
senso musicale. Dedicò gli ultimi anni di sua vita all'insegnamento, prima a
Trieste, poi a Udine, dove morì nel dicembre 1908.
PANTALEONI, Romilda. Soprano.
Sorella di Adriano, cantante distintissima, nacque in Udine nel 1847. Studiò
canto al Conservatorio di Milano (1862-68) coi maestri Francesco Lamperti e
Sangiovanni. Esordì al Teatro Carcano nella Margherita di Foroni nel
1868 come soprano lirico e fu una delle prime - dopo Chiarina Faccio - a interpretare
il personaggio di Mignon nell'opera di Ambrogio Thomas. La sua affermazione
definitiva si ebbe al Teatro Regio di Torino nel Mefistofele (1875).
Ebbe successi grandiosi sui principali teatri d'Italia e dell'estero e furoreggiò
alla Scala (dove debuttò nel 1883 in Gioconda) cogli Ugonotti, Mefistofele,
le Villi, Aida, Marion Delorme, ecc. Giuseppe Verdi la volle su quelle scene
come prima Desdemona del suo Otello (5 febbraio 1887), per poi scrivere
che "stuonava" e farla sostituire per la ripresa di Roma. Tornò poi alla Scala
per la prima di Cavalleria. Percorse una trionfale carriera per la splendida
voce, l'ottima scuola di canto, il superbo possesso di scena e il passionale
temperamento drammatico. Fu una ragguardevole interprete di tutto il repertorio
italiano, francese e tedesco di fine Ottocento. Cantò sino a tutto il 1895,
poi si ritirò a vita privata, poco dopo la morte di Franco Faccio col quale
era legata. Morì a Milano il 20 aprile 1917.
PAROLI, Giovanni. Tenore.
Scarse le notizie che abbiamo di questo tenore che però passa alla storia del
melodramma per aver cantato la parte di Cassio nella prima dell'Otello alla
Scala il 5 febbraio 1887, (parte che ripeté anche al Regio di Parma) e del dottor
Cajus nella prima del Falstaff (9 febbraio 1893, Scala). In un autografo
di Arrigo Boito, dove sono elencati i probabili interpreti dell'ultima opera
di Verdi, accanto al nome di Paroli vi è l'annotazione che è buono per la parte.
Nel 1879 aveva cantato al Teatro Comunale di Bologna nella Mignon di
Thomas, teatro dove tornò nel 1894 nella parte del dottor Cajus nel Falstaff
e in alcune parti del Cristoforo Colombo di Franchetti diretto da
Toscanini. Al Costanzi di Roma apparve nelle stagioni 1880, 1887, 1892 e 1893
(Otello di Rossini, Otello di Verdi sempre Cassio - , I Rantzau
di Mascagni e Falstaff - sempre Cajus - ). Lo troviamo attivo a Genova,
al Politeama, nel 1901, in una parte di Cendrillon di Massenet.
PASINI, Camilla. Soprano.
Nata a Roma, studiò a Santa Cecilia con il maestro Ugolini e debuttò al Teatro
Quirino di Roma nell'Africana, seguita da Rigoletto. Cantò poi
a Perugia e al Teatro Regio di Torino, dove fu, in occasione della prima assoluta
della Bohème di Puccini (1 febbraio 1896), chiamata a sostenere la parte
di Musetta. Ebbe in questo ruolo un notevole successo personale e fu chiamata
a ripeterlo ovunque il fortunato lavoro pucciniano fosse messo in scena. Fu,
così, a Brescia, Genova, Trento, Asti, Palermo (Teatro Massimo), Roma (Costanzi)
e a Milano (Scala e Dal Verme). Successivamente ricoprì anche il ruolo di Mimì
in vari teatri. Oltre a legare il nome a quest'opera, cantò in Manon Lescaut,
nella Traviata (a Cremona), nelle Villi e in Don Pasquale (Roma,
Teatro Costanzi). Fu poi in una tournée in America Latina (1904) dove,
al Teatro Lirico di Rio de Janeiro, si fece applaudire in sei opere. Fu poi
a Trieste (Teatro Comunale, Werther e Falstaff e Politeama Rossetti,
Tosca e Traviata) e toccò l'apice della carriera alla Scala in
Germania e Griselda. Nel 1905 si ritirò dalle scene, ripresentandosi poi eccezionalmente
per un breve periodo al Costanzi di Roma e al Sociale di Mantova nel 1911-12.
PASINI, Carlo.
Abitante in str. M. D'Azeglio n. 87, fu più volte scritturato quale corista
(basso).
PASQUA, Giuseppina. Mezzosoprano, poi contralto.
Nata a Perugia il 19 marzo 1855, studiò canto nel Liceo musicale della città
natale col maestro Corticelli e a 14 anni esordiva - come soprano - al teatro
di quella città nella parte del paggio Oscar nel Ballo in maschera; studiò
poi ancora con Marietta Piccolomini e dopo sette mesi, debuttò al Bellini di
Palermo nella parte della Regina Margherita degli Ugonotti. Passata al
registro di mezzosoprano, riprese gli studi con Abbadia, e cantò in tutti i
principali teatri d'Europa, riconfermata ovunque ripetute volte. Alla Scala
di Milano si presentò per la prima volta nel Franco Cacciatore di Weber
(1 settembre 1872), indi nel 1873; nel 1878 vi si produsse insieme con Adelina
Patti nell'Aida, tornandovi ancora in altre stagioni. Cantò a Mosca (1878-79),
a Monaco di Baviera, al Covent Garden di Londra (1879), al Real di Madrid dove
ebbe una lunga serie di riconferme tra il 1879 e il 1897), San Carlo di Lisbona
(1882-83 e1888-90), Berlino, Varsavia, Siviglia, Barcellona, Pietroburgo. Anche
in Italia si produsse nei maggiori teatri: la Fenice, Costanzi e Argentina di
Roma, Carlo Felice, San Carlo di Napoli. La sua voce pura, di bellissimo timbro,
calda e sonora, splendida nelle note basse e d'una straordinaria estensione,
e la sua azione sempre corretta, attraente ed efficacissima le valsero i massimi
successi che un'artista giunga a conseguire. Il suo repertorio comprese i più
importanti ruoli: Saffo, Mignon, Aida (Amneris), Favorita, Profeta
(Fede), Capuleti e Montecchi, Gioconda (Laura), Trovatore (Azucena),
Lohengrin (Ortruda), Giovanna di Napoli di Petrella e molti altri.
Fu una prestigiosa interprete dell'Eboli nel Don Carlo di Verdi (Scala)
e Verdi stesso la volle prima Quickly del Falstaff (Scala, 9 febbraio
1893). Morì a Bologna nel 1930.
PAVERI FONTANA, Lodovico. Marchese di Fontana Pradosa e Piozzano.
I Marchesi Paveri Fontana di Piozzano e Fontana Pradosa, ripetutamente imparentati
coi Dalla Rosa, appartengono alla più antica nobiltà feudale piacentina e vantano
pur essi un'illustre prosapia di tradizione prevalentemente militare, pur annoverando
anche ecclesiastici, cavalieri, ambasciatori, governatori e poeti. Un ramo della
famiglia passò a Parma e fu elevato dai Farnese al rango di Marchesi. Primogenito
del M.se Carlo Luigi Paveri Fontana e di Maria Carolina Dalla Rosa, il M.se
Lodovico nacque a Parma l'11-11-1861. Appassionato di musica e del canto lirico,
fu membro della Commissione Teatrale nella stagione di Carnevale 1887-1888.
Sposò a Genova il 6-8-1892 il soprano Carbone Sciallero Clementina che, dopo
il matrimonio, cantò esclusivamente in concerti o serate di beneficenza. Fu
Sindaco di Collecchio. Si trasferì poi alla "Villa Caramello" di Castel S. Giovanni
(PC) di cui fu Podestà. Fu presidente del Consorzio Agrario e Amm.re degli Ospizi
Civili di Piacenza; Presidente della Cassa di Risparmio di Piacenza; Fondatore
e Presidente del Consorzio Irriguo della Val Tidone. Morì a Sestri Ponente (GE)
il 12-2-1952.
PAVESI, Enrichetta. Soprano.
Nata il 28 giugno 1863 da una ricca famiglia parmigiana, studiò canto al Liceo
musicale di Bologna con Virginia Boccabadati. Aveva in repertorio: Un ballo
in maschera (Amelia), Trovatore (Leonora), Aida, Forza del destino
(Leonora), Otello (Desdemona), Lucrezia Borgia, Mefistofele (Margherita),
Gioconda (Gioconda e Laura), Norma (Adalgisa) e Faust (Margherita).
Nel gennaio 1889 cantò al Teatro Regio di Parma nel Faust di Gounod diretto
da Giovanni Bottesini. Ebbe un successo di stima, dopo di che si sposò (21 settembre
1889) col prof. Giuseppe Ferreri di Torino e abbandonò le scene.
PEROSIO, Ettore. Direttore d'orchestra e compositore.
Figlio del critico musicale Giuseppe, nacque a Genova il 10 maggio 1869, studiò
al Liceo musicale Paganini con Giovanni Rossi ed ebbe una notevole carriera
di direttore d'orchestra, di cui troviamo tracce in vari teatri italiani dal
1889 al 1915 (Genova, Teatro Carlo Felice; Milano, Teatro Lirico; Parma, Teatro
Regio; Lisbona, Buenos Aires). Fu uno dei direttori alla Chicago and Philadelphia
Opera Company diretta da Cleofonte Campanini. Morì a Genova il 14 febbraio 1919.
Compose:
Adriana Lecouareur, opera in quattro atti (Genova, Teatro Paganini, 1889),
ripresa in vari teatri;
Per l'amore, idillio in un atto (Genova, Politeama Genovese, 1893)
Furio, opera in tre atti su libretto di Luigi Orsini (non rappresentata).
Cantata per l'inaugurazione dell'Esposizione colombiana di Genova del
1892;
una Messa per grande orchestra;
Trio per violino, violoncello e pianoforte;
Compose inoltre: musica sacra, pezzi per canto e pianoforte, pezzi per strumenti
vari e pianoforte.
PIGNALOSA, Luigi. Baritono.
Nato a Portici nel 1858 studiò canto al Conservatorio di musica di Napoli col
maestro Guercia. Debuttò alla Filarmonica Bivone nella Betty di Donizetti
e fu poi a Vicenza nel carnevale 1882 come Escamillo nella Carmen cui
seguirono Trieste, Madrid, Barcellona, Valenza, Roma, Venezia, Milano, Genova
e altre importanti piazze. L'Annuario Musicale Carozzi riporta che aveva
in repertorio una quarantina di opere. Compositore, pubblicò un album di romanze,
Amore e lacrime e varie altre arie che ebbero un successo notevole.
PIONTELLI, Luigi. Impresario.
Nato a Milano, contrabbassista dell'orchestra della Scala, divenne successivamente
uno dei più attivi impresari della fine dell'Ottocento. Fu l'impresario della
Scala nel 1892-93 quando fu data la prima del Falstaff che fece poi eseguire
in diversi altri teatri. Fu anche l'impresario del Teatro Regio di Torino nel
1895-96, anno in cui fu presentata la Bohème. Aiutò il giovane Toscanini
all'inizio della carriera e gli affidò per anni la direzione delle opere nei
teatri di cui aveva l'appalto.
POMÉ, Alessandro. Direttore d'orchestra.
Nato a Sassari nel 1851, dopo aver studiato nei Conservatori di Milano e di
Napoli, iniziò nel 1874 la carriera come direttore d'orchestra che lo vide attivo
in Italia e all'estero. Diresse nel 1893 la prima della Manon Lescaut di
Puccini al Teatro Regio di Torino. Morì a Torino nel 1934.
PONCHIELLI, Amilcare. Compositore.
Nato a Paderno (Cremona) il 31 agosto 1834, studiò al Conservatorio di musica
di Milano dal 1843 al 1854. Scrisse nove opere: Roderico di Spagna, La savoiarda,
Stella del Monte, I promessi sposi, I Lituani, La Gioconda, Il figliuol prodigo,
Marion Delorme, Le due gemelle. Sposò la cantante Teresa Brambilla, interprete
delle sue opere. Morì a Milano nel gennaio 1886.
PUCCINI, Giacomo. Compositore.
Nato a Lucca il 23 dicembre 1858, discendente da una famiglia di musicisti,
studiò al Conservatorio di Milano. Compose le opere: Le Villi (1883),
Edgar (1889), Manon Lescaut (1893), Bohème (1896), Tosca
(1900), Madama Butterfly (1904), La fanciulla del West (1910),
La rondine (1917), Il trittico: Il tabarro, Suor Angelica e Gianni
Schicchi (1918), Turandot (1926) che restò incompleta per la morte
del compositore - Bruxelles, 29 novembre 1924 - e che fu completata da Franco
Alfano.
PUERARI, Enrico. Tenore.
Dopo una carriera fortunata, che lo vide attivo in diversi teatri italiani negli
anni ottanta (alla Scala del 1887), morì non ancora quarantenne a Mosca subito
dopo aver riportato un grande successo nella Gioconda.
QUERZÉ, Angelo. Tenore.
Abbiamo scarsissime notizie di questo cantante. Conosciamo in parte il suo repertorio
pubblicato in un giornale (ritaglio senza data) della fine del secolo scorso,
sappiamo che cantò il 18 aprile 1886 in un concerto vocale al Teatro Comunale
di Bologna, lo troviamo presente a Genova al Teatro Paganini nel 1901 (Trovatore)
e nel 1902 al Politeana Genovese (Ernani). Il repertorio riportato dal
giornale comprendeva: Otello, Pagliacci, Trovatore, Forza del Destino, Ruy-Blas,
Aida, Carmen, Cavalleria, Ernani, Ebrea, Ugonotti, Mignon, Favorita, ecc.
ecc.
RICORDI, Giulio. Editore musicale
Figlio di Tito, fu per quasi un quarantennio il capo della Casa G. Ricordi e
C. Nato a Milano il 19 dicembre 1840, vi moriva il 6 giugno 1912. Arruolatosi
volontario nell'esercito fece la campagna del 1860 guadagnandosi la medaglia
al valore militare. La malattia del padre lo costrinse a lasciare le armi e
a cooperare nella direzione della Casa. Lo stabilimento, che aveva aggregato
i maggiori compositori del momento, Puccini, Mascagni, Montemezzi, Zandonai
e molti altri, aveva necessità di estendersi ed egli ne fece costruire uno nuovo
a Viale Lombardia n. 42 (Acquabella). Ebbe una buona educazione musicale e,
dotato di disposizioni naturali, considerata anche la sua posizione, fece conoscere
la sua produzione ovunque pubblicando i pezzi con la sua casa editrice. Scrisse
dapprima con il suo vero nome poi sotto lo pseudonimo di J. Burgmein. Giulio
Ricordi fu scrittore e come tale pubblicò costantemente degli articoli nella
Gazzetta Musicale di Milano, in Ars et Labor e in Musica e
Musicisti, i periodici ch'egli dirigeva. Sotto lo pseudonimo di Ixipsilonzeta
pubblicò un volume di Bozzetti dal titolo Primavera della vita, nel quale
descrisse vari episodi della sua vita militare. Alla sua morte gli successe
nella gerenza della casa il figlio Tito.
ROSSINI, Gioacchino. Compositore.
Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, si iscrisse nel 1806 al Liceo musicale di
Bologna e, ancora studente, scrisse la prima opera. Le sue prime opere furono
del genere buffo (tra le quali La cambiale di matrimonio) mentre la prima
seria fu Ciro in Babilonia. Il primo successo fu La Pietra di paragone
per la Scala. Seguirono con un ritmo che ha dell'incredibile tra tante altre,
Il signor Bruschino, Tancredi, L'italiana in Algeri, Otello, Mosè, La donna
del lago, L'assedio di Corinto, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, La
gazza ladra, Matilde di Shabran, Semiramide, Il conte Ory, Guglielmo Tell.
Negli ultimi trentanove anni di vita non compose alcuna opera lirica. Mori il
13 novembre 1868 a Passy (Parigi).
SALTO, Eugenio. Tenore.
Abbiamo pochissime notizie di questo cantante "dalla fama scelta, affascinante,
che dagli occhi bellissimi sprigiona torrenti di seduzione..." Abbiamo trovato
il suo nome infatti solo in tre stagioni al Teatro Costanzi di Roma (1885, 1887,
1892), poi al Teatro Regio di Parma nel 1889-90, al Carlo Felice di Genova nel
1893, al Pagliano di Firenze (Faust, Traviata, Luisa Miller), al Politeama
Genovese nel 1898.
SAMMARCO, Mario. Baritono.
Nato a Palermo il 13 dicembre 1873, studiò nella città natale col baritono Antonio
Cantelli, poi a Milano col maestro Franz Emerich, dopo aver abbandonato lo scalpello
di scultore. Debuttò a Palermo nel Faust, indi cantò al Regio di Parma
nell'Ernani sostituendovi il baritono Kaschmann; a Milano con successo
si produsse al Dal Verme in una ripresa delle Villi di Puccini, e negli
anni 1895 e 1896 cantò alla Scala. Per la bella e robusta voce, il fine metodo
di canto, l'intelligente signorilità del porgere e l'eleganza scenica, fece
in breve brillante carriera e ottenne onori e trionfi. Fu un baritono "tenoreggiante"
secondo la tradizione verdiana, con attitudine belcantistica ma spiccava anche
la sua declamazione serrata, la sillabazione mordente, l'espressionè intensa
che fecero di lui uno dei primi grandi interpreti veristi. Si segnalò specialmente
nella parte di Gérard dell'Andrea Chénier (da lui creata alla Scala il
28 marzo 1896), nell'Amleto di Thomas, nel Faust, ecc. Cantò nei principali
teatri d'Italia, d'Europa e d'America, nel Rigoletto, Maestri cantori,
Fedora, Re di Lahore, Gioconda, Otello, Falstaff, Africana, Tannhäuser,
Aida, Pagliacci, Guglielmo Tell, Tosca, Favorita, Manon (Puccini), Mosè
(Perosi, 1901); alla Scala nella Linda di Chamounix (1902) e prima ancora
(1895-96) nell'Enrico VIII (SaintSaëns); nella Dannazione di
Faust e Carmen. Nel 1895 al Comunale di Bologna fu il primo interprete
della Consuelo di Orefice; nel'93 all'Alhambra di Milano creò la parte
del baritono nell'Evangelina (Berutti) e l' 11 marzo 1902 alla Scala
di Milano, quella nella Germania (Franchetti); nella Zazà di Leoncavallo
(1900); Natoma di Vittorio Herbert (Filadelfia, 1911); I dispettosi
amanti di Attilio Parelli (ivi, 1912). Cantò diversi anni con Cleofonte
Campanini, direttore generale della Chicago Opera Company anche quando questi
venne a dirigere a Parma. Compiuto il ciclo dei suoi trionfi, si ritirò a vivere
a Milano insegnante di canto, dove mori il 24 gennaio 1930.
SCARAMUZZA, Camillo. Pittore e Scenografo.
Nato in Parma nel 1843. Morto nel 1915. Nipote del più celebre pittore Francesco,
fu tra i più validi artisti operanti a Parma nella seconda metà dell'800. Lavorò
quale scenografo col Giacopelli per le scene dell'Otello del settembre
1887. Riportiamo da "Mecenatismo e collezionismo pubblico a Parma nella pittura
dell'Ottocento" - Ed. Amm.ne Prov.le di Parma: " ...cominciava ad esporre nel
1863 a Parma per l'Incoraggiamento: Rive del Cinghio, Studio dal vero sull'Enza
col castello di Montechiarugolo, ed alla mostra Industriale Provinciale
Veduta di Calestano; tre anni dopo, per la stessa Alpi di Succiso
viste da Vairo. Nel 1867, indi esponeva a Bologna Lo sbocco del torrente
Enza nel Po che gli fruttarono una menzione onorevole; mentre dal '69 la
Pinacoteca vinceva un'altra sua opera il Cortile di casa Villa a Parma.
Alla mostra Nazionale del 1870 riproponeva poi Le Alpi di Succiso da Vairo,
Un mattino sugli Appennini, Un temporale sul torrente, il canale del Naviglio
in Parma; due anni dopo esponeva a Milano Il torrente Parma, e nel
1879 a Parma Courmayeur vista dalle alpi, che venne sorteggiato a Quintilio
Zoni". Alla pittura di cavalletto, la Scaramuzza alternò quella di decoratore,
dedicandosi in un secondo tempo anche alla scenografia.
SIGNORINI, Francesco. Tenore.
Nacque a Roma nel 1868 e studiò canto al Liceo di Santa Cecilia con Ottavio
Bartolino, indi col cognato di questi il tenore Tamberlick. A vent'anni, nel
1888 debuttò al Teatro Corea Umberto I (poi Augusteo) di Roma con le opere Faust
e Forza del destino. Dopo un positivo esito avuto a Parma nel Don
Carlos a fianco di Kaschmann (1889) ricevette una scrittura per Buenos Aires
e Montevideo; calcò quindi sempre con grande successo tutti i principali teatri
d'Italia. All'estero si produsse a Odessa, Bucarest, Costantinopoli, Alessandria
d'Egitto; a Praga, all'Opera di Budapest, al Real di Madrid, al San Carlo di
Lisbona (1905), ripetutamente nelle due Americhe, e per due volte prese parte
al memorabile ciclo verdiano svoltosi in Germania, come nel 1903 aveva preso
parte alle feste per il centenario dell'Accademia di Francia in Roma. Del suo
repertorio furono ancora: Lucia, Aida, Ballo in maschera, Rigoletto, Ebrea,
Profeta, Mefistofele, Carmen, Don Carlos, Trovatore (in cui, nella "pira",
dovette ripetere fino a tre volte il do), Ugonotti, Pagliacci, Cavalleria,
Andrea Chenier, Ernani, Erodiade, Cid, Lohengrin, Africana, Regina di Saba.
Dopo luminosa carriera lasciò l'arte in ottime condizioni vocali, ritirandosi
nella città natale, ove visse godendosi il ricordo dei trionfi. La potenza e
l'estensione della voce era tale da permettergli di affrontare alcune opere,
in cui la tessitura del ruolo di tenore richiede mezzi eccezionali, tanto da
ostacolarne la produzione se manca l'artista idoneo, come nel Guglielmo Tell
e il Ratcliff di Mascagni, nei quali seppe far brillare la forza
e la dolcezza del suo canto. Morì a Roma nell'ottobre 1927.
SILVA, Dott. Ing. Comm. Angelo.
Originario di Berceto, fu promotore, fondatore e Direttore valentissimo dell'Azienda
Elettrica Comunale di Parma che diresse dall' 1-7-1905 al 29-8-1934. Morì a
Roma l'8 gennaio 1935.
SINGER, Teresina. Soprano.
Nata in Boemia intorno il 1850, studiò canto a Vienna dove debuttò alla Hofoper
nel 187071 in Faust e Flauto magico. Poi fu a Wiesbaden, Berlino,
Francoforte e Hannover. Nel 1873 si trasferì in Italia dove si specializzò e,
dopo il debutto all'Apollo di Roma e all'Argentina, svolse gran parte della
brillante carriera. Dal 1875 al 1885 cantò anche molto all'estero e principalmente
fu una protagonista dell'Aida assai apprezzata da Verdi, parte che cantò
alla Scala con plauso fino dal carnevale 1873-74, poi al teatro Italiano di
Parigi (1876), al Regio di Torino (1875), al Costanzi di Roma (1881), a Valenza
(1876) e in moltissimi altri teatri. Fu valentissima oltre che nei ruoli verdiani,
nelle opere veriste e in generale nei ruoli del repertorio tardo ottocentesco.
Negli ultimi anni della carriera passò al registro di mezzosoprano (1889) e
interpretò frequentemente la parte di Amneris. Ebbe voce estesa, vigorosa, simpatica
e malleabile, come fu attrice perfetta. Ritiratasi dall'arte nel 1891 impartiva
lezioni di canto e insegnò gratuitamente a quei giovani che non avevano i mezzi
di procurarsi altrimenti l'istruzione. Morì a Firenze il 9 gennaio 1928 dove
viveva da molti anni, vedova del cantante spagnolo De Zimeno.
SIVORI, Ernesto. Baritono.
Parente del famoso violinita Camillo Sivori, nacque a Genova dove studiò col
maestro Cima. Debuttò al Teatro Chiabrera di Savona nel 1880-81 nella Forza
del destino e nel Don Sebastiano. Nella Primavera seguente fu scritturato
a Torino (Emani e Due Foscari), cui seguirono il Comunale di Bologna
in Aida e il Regio di Parma, nel carnevale 1881-82. Dopo fu a Pisa (Africana
e Traviata), ad Ancona, Trieste, Ferrara, Spagna ed ebbe una lunga
scrittura con il colonnello Mapleson per l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Negli
Stati Uniti riportò grande successo anche con una serie di concerti. Tornato
in Italia, fu a Cento, a Treviso, ad Alessandria e alla Fenice di Venezia (Simon
Boccanegra e Gioconda), cui seguì il Teatro di Nizza. L'Annuario
Musicale Carozzi del 1887 riporta che aveva in repertorio Simon Boccanegra,
Gioconda, Forza del destino, Favorita, Don Sebastiano, Ernani, Due Foscari,
Aida, Africana, Salvator Rosa, Traviata, Ballo in maschera, Trovatore, Puritani,
Rigoletto, Lucia, Ugonotti, Faust, Re di Lahore, Ruy Blas, Dinorah, Carmen,
Nabucco, Saffo.
SONZOGNO, Edoardo. Editore musicale.
Nacque a Milano il 21 aprile 1836 e nel 1861 assunse l'azienda tipografico-libraria
creata dal padre. Fondò nel 1866 il giornale "Il Secolo" di cui fu unico proprietario
fino al 1909. Nel febbraio 1874 iniziò l'attività editoriale musicale pubblicando
La Musica per tutti il cui primo volume fu l'opera completa Barbiere
di Siviglia di Rossini per Pianoforte al prezzo solo di una lira. Pochi
mesi dopo importava dalla Francia una serie delle migliori operette di Hervè,
Lecocq, Offenbach, e fra queste la Figlia di madama Angot, cui aggiunse
l'anno seguente quella di opere serie quali: Mignon, Amleto, Carlo VI ed
altre e nel 1879 riuscì ad accaparrarsi la Carmen di Bizet. Nell'intento
di formarsi anche un repertorio lirico italiano, bandì nell'aprile 1883 il "Primo
Concorso Sonzogno" in cui furono prescelte le opere Anna e Gualberto di
Luigi Mapelli (Milano, Tr. Manzoni, 4 maggio 1884) e La fata del Nord di
Guglielmo Zuelli. Nel luglio 1888 bandiva il "Secondo Concorso" che lanciò la
fortunatissima Cavalleria rusticana dell'ancora ignoto Pietro Mascagni
(Roma, Costanzi, 17 maggio 1890, protagonisti Gemma Bellincioni e Roberto Stagno),
opera che fulmineamente s'impose ai pubblici di tutti il mondo, collocando l'autore
di punto in bianco fra le glorie della musica. Frattanto si assicurava altre
opere di Giordano, Leoncavallo, Spiro Samara, ecc. Nel settembre 1890 seguiva
il "Terzo Concorso" con esito negativo, e nella primavera del 1902, il "Quarto"
con un unico premio di L. 50.000, che fu vinto dal francese Gabriele Dupont
coll'opera La Cabrera (Milano, Lirico, 16 maggio 1904). Ulteriori fortunati
acquisti furono i Pagliacci di Leoncavallo (1892); Andrea Chénier
e Fedora di Giordano; l'Amico Fritz di Mascagni ed altre opere
di bell'esito commerciale non meno che artistico. Dopo aver tenute varie imprese
teatrali a Milano, Napoli, Roma, Venezia, ecc., il 22 settembre 1894 inaugurò
a Milano un proprio teatro, il "Lirico Internazionale" (già "Canobbiana"). Fra
le pubblicazioni giornalistiche sonzognane furono notevoli i periodici Il
Teatro illustrato (dal gennaio 1881) e la Musica Popolare (aprile
1882 al dicembre 1885). Sotto la sua gerenza per molti anni fu direttore artistico
della Casa il maestro Amintore Galli. Edoardo Sonzogno si ritirò nel 1909 lasciando
l'azienda al figlio e mori a Milano il 14 marzo 1920.
TAGLIANA, Emilia. Soprano.
Nata a Milano nel 1854, studiò in quel Conservatorio di musica col maestro Lamperti.
Dopo aver cantato sulle scene italiane, passò a Parigi, a Odessa, a Berlino
(1877). Tornata in Italia, dopo qualche tempo si ritirò dalle scene. Si distinse
nell'interpretazione delle opere: Fra Diavolo, La figlia del reggimento,
Il Domino nero, Carmen.
TAMBURLINI, Angelo. Basso.
Nato a Venezia il 13 settembre 1852, esordì cantando nella Cappella del Santo
di Padova, mentre sulle scene teatrali si presentava per la prima volta nel
1880. Fu specialmente un grande interprete del Mefistofele di Boito,
che cantò con successo nei principali teatri del mondo. Il 19 maggio 1895 fu
prescelto per la parte di Mefistofele nel Faust di Schumann al Comunale
di Bologna; quando il lavoro veniva eseguito per la prima volta in Italia. Ottenne
il plauso nel Mosè, nell'Ebrea, Don Carlo, Ugonotti, Profeta, Villi,
Marion Delorme (Ponchielli) che interpretò quando l'opera si dava la prima
volta (Milano, Scala, 17 marzo 1885). Alla Scala aveva cantato nel 1883 nella
Messa da requiem di Verdi diretta da Faccio. Nel dicembre 1895 era ritornato
dall'America ammalato; tentò soddisfare l'impegno assuntosi di cantare al Dal
Verme di Milano nella nuova opera Cortigiana di Scontrino (30 gennaio
1896), ma non vi resse; una terribile malattia di cuore stava uccidendolo. Fu
portato in principio di quaresima a Venezia, ma a nulla valsero le cure e morì
il 23 marzo 1896.
TESTI, Avv. Francesco.
Figlio dell'Avv. Testi Livio, Consigliere e Presidente di Corte d'Appello, nacque
a Piacenza nel 1837. Trasferitosi a Parma abitò in str. D'Azeglio 229 e fu intimo
amico di Giulio e Mario Ferrarini. Fu Presidente della Commissione Teatrale
della Stagione di Carnevale 1897-1898. Morì a Parma il 20-10-1913. Riportiamo
da "Gazzetta di Parma":
"Ieri mattina ebbero luogo i funebri del compianto avvocato Francesco Testi
ed il lungo e mesto corteo ha dimostrato di quanta stima ed affetto fosse circondato
l'egregio uomo ed amico nostro. L'avv. Testi che coperse la carica di consigliere
indi di assessore del Comune, fece parte anche per lunghi anni e con speciale
predilezione, perché amantissimo della musica, del consiglio direttivo della
scuola del Carmine e della Commissione degli spettacoli del Teatro Regio in
qualità di presidente. Civilista valente ebbe larga e reputata clientela e si
può dire che non abbandonò lo studio se non in questi ultimi tempi in cui l'arteriosclerosi
che lo tormentava si aggravò. Carattere mite, simpatico, gioviale legò con prodigalità
in quest'ultimo quarantennio, il suo nome a tutte le manifestazioni in cui la
festa, l'arte e l'omaggio alla bellezza potevano costituire decoro o beneficenza
per la sua città. Più che un aristocratico, fu un vero grande signore per la
distinzione e per la cortesia dei suoi modi; la linea però non gli tolse di
vivere anche in questi tempi amato e stimato in quell'oltretorrente dove dimorava
da lunghi anni e dove tutti gli volevano bene. Al funebri di ieri intervenne
larghissimo stuolo di signore, amici ed avvocati: molti mandarono corone ed
il Municipio mandò i suoi valletti ed un drappello di vigili e di guardie in
alta uniforme: a barriera Nino Bixio parlarono il comm. De Giuli, per la Magistratura,
Isola pel Comune, il comm. Lusignani per la Provincia, l'avv. Violi per il collegio
degli avvocati, l'avv. De Giorgi per quello dei procuratori. Fra gli intervenuti
alle esequie del compianto amico nostro, notammo oltre i famigliari il cav.
Vianello, presidente del Tribunale; il cav. Brezzi procuratore del Re, il giudice
Severi, il cav. Turchetti ispettore generale delle ferrovie dello Stato, l'avv.
Ferrarini, collega di studio del defunto, l'avv. Sanguinetti, il comm. Sanguinetti,
l'avv. Caprari, l'avv. Capella, il cav. Aguzzoli, l'avv. Borra, l'avv. Cattani,
l'avv. Mario Ghidini e moltissimi altri.
THOMSON, César. Violinista.
Nato a Liegi il 17 o 18 marzo 1857, dopo aver iniziato gli studi musicali sotto
la guida del padre, entrò a sette anni al Conservatorio di musica di Liegi dove
studiò con Dupuis e Léonard, specializzandosi successivamente con Vieuxtemps,
Wieniawski e Massart. Dal 1873 fu violinista del barone Paul von Derwies a Lugano
esibendosi anche come concertista in Italia. Nel 1879 entrò come primo violino
nell'orchestra Bilse di Berlino. Pur non interrompendo la brillante carriera
solistica, fu anche docente dal 1882 al 1897 del Conservatorio di musica di
Liegi e dal 1898 di quello reale di Bruxelles. Qui fondò un celebre quartetto
con Lamoureux, Vanhout e Jacobs. Nel 1914 fu chiamato a Parigi quale docente
di violino nel Conservatorio Nazionale. Dal 1924 al 1927 insegnò poi al Conservatorio
di Ithaca nello Stato di New York e alla famosa Juilliard School of Music di
New York. Ebbe anche una notevole attività quale revisore e elaboratore di pezzi
per violino di Corelli, Tartini, Vivaldi, ecc. Mori a Lugano il 21 agosto 1931.
VANZO, Vittorio Maria. Direttore d'orchestra, pianista, maestro di canto
e compositore.
Nato a Padova il 29 aprile 1862, a sei anni debuttò quale pianista a Venezia
al Teatro Malibran, poi completò gli studi al Conservatorio di Milano, dove
si diplomò nel 1881 in composizione. La carriera artistica, iniziata come accompagnatore
al pianoforte e approfondita a Bayreuth, si svolse come maestro concertatore.
Fu il primo a dirigere al Regio di Torino (22 dicembre 1891) la Walchiria,
affermandosi valentissimo interprete delle opere wagneriane. Concertò molte
importanti stagioni liriche nei maggiori teatri (alla Scala, a Trieste, a Mosca,
al S. Carlo di Napoli, a Buenos Aires, al Massimo di Palermo) e si fece applaudire
anche come ottimo direttore di concerti sinfonici. Autore di molte liriche,
di un'opera teatrale (1893), di composizioni per pianoforte e di musica da camera,
abitava a Milano dove impartiva anche lezioni di canto. Aveva sposato la cantante
Anna Kribel con la quale viaggiò molto nei paesi nordici dando applauditi concerti.
Grieg, che lo udì a Cristiania nel 1897 scrisse: "Non saprei se sia più grande
quale compositore, quale pianista o quale direttore d'orchestra. Certo che,
volendolo paragonare a qualche grande pianista, dovrei ricorrere a due colossi
dell'arte: Rubinstein e Liszt, con la differenza che Vanzo è più focoso e interessante".
Morì a Milano il 13 dicembre 1945.
VARESI, Elena. Soprano.
Figlia del celebre baritono Felice e della cantante Cecilia Boccabadati - Gazzuolo,
nacque a Firenze nel 1854, studiò con la madre e debuttò a diciassette anni
come Paggio nel Ballo in maschera a Firenze. Dopo aver cantato a Santiago
del Cile, fu a Londra in due stagioni (1873 e 1875), poi al Cairo, all'Avana,
a Lisbona, a Madrid. Fu poi di nuovo a Firenze, a Roma, a Torino (quattro volte),
a Lucca, a Milano per innumeri stagioni, a Odessa, a Berlino, a Varsavia (per
due stagioni), a Parma, a Livorno e via dicendo. Il suo repertorio comprendeva
le opere più classiche italiane: Sonnambula, Lucia, Puritani, Don Pasquale,
Rigoletto, Linda, Barbiere, Traviata, Faust, Ugonotti. II successo fu dovuto
alla dolcezza della voce limpida, agile, estesa e specialmente alla squisitezza
dello stile. Nel 1888 si trasferì a Chicago dove divenne una rinomata maestra
di canto. Morì in questa città il 15 giugno 1920.
VERDI, Giuseppe. Compositore.
Nato alle Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813, studiò musica al paese natale
prima e poi, per l'aiuto del mecenate Antonio Barezzi, a Milano. La prima opera
fu Oberto, conte di San Bonifacio (1839) cui seguirono Un giorno di
regno (1840), unica opera comica prima di Falstaff, Nabucodonosor (1842),
I lombardi alla prima crociata (1843), Ernani (1844), I due
Foscari (1844), Giovanna d'Arco (1845), Alzira (1845), Attila
(1846), Macbeth (1847, revisionato nel 1865), I Masnadieri (1847),
Il corsaro (1848), La battaglia di Legnano (1849), Luisa Miller
(1849), Stiffelio (1850 che, revisionato, divenne Aroldo).
La prima opera della "maturità" fu Rigoletto (1851) seguito da Trovatore
e Traviata (1853), I Vespri siciliani (1855), Simon Boccanegra
(1857), Un ballo in maschera (1859), La forza del destino (1862),
Don Carlos (1867), Aida (1871), Otello (1887), Falstaff
(1893). Tra le altre composizioni spicca la Messa di requiem. Mori
a Milano, il 27 gennaio 1901.
VITTORIO EMANUELE II. Re d'Italia.
Nato a Torino il 14 marzo 1820, salì sul trono del Piemonte nel 1849. Il 14
marzo 1861 fu incoronato re d'Italia. Morì a Roma il 9 gennaio 1878.
WAGNER, Richard. Compositore.
Nacque a Lipsia il 22 maggio 1813, e tra diverse altre composizioni scrisse
le opere: Die Feen (1888), Das Liebesverbot (1836), Rienzi
(1842), Der Fliegende Holländer (1843), Tannhaüser (1845),
Lohengrin (1850), Tristan und Isolde (1865), Die Meistersinger
von Nürnberg (1868), Rheigold (1869), Die Walküre (1870),
Siegfried (1876), Götterdämmerung (1876), Parsifal
(1882). Nell'agosto 1876 aveva inaugurato a Beyreuth il suo teatro con la
rappresentazione dell'intera tetralogia Der Ring des Nibelungen. Mori
a Venezia il 13 febbraio 1883.
WULMANN, Paolo. Basso.
Nato a Roma, debuttò al Teatro Regio di Parma nella stagione di carnevale 1884-85.
Indi percorse i maggiori teatri italiani e stranieri. Fu un interprete di prim'ordine
del Faust, della Luisa Miller, e soprattutto del Mefistofele
e fu anche apprezzato interprete wagneriano (Oro del Reno). Sotto
la direzione di Verdi cantò la Preghiera del Mosè di Rossini alla Scala
in occasione delle celebrazioni per il centenario rossiniano.
ZILLI, Emma. Soprano.
Nata a Fagnana (Udine) l'11 novembre 1864, da Lucia Carlini, distinta pianista,
studiò pianoforte sotto la guida materna. Riusci anche meglio nel canto, ma
non poté subito soddisfare il desiderio di calcare le scene per la contrarietà
del padre. Andata sposa a 18 anni al pittore miniaturista Giacomo Zilli, nel
1887 vide realizzato il suo sogno. Passata a Milano per un breve corso di perfezionamento,
fu scritturata al teatro Tosi Borghi di Ferrara debuttando nel Poliuto,
seguito dall'Attila. Il grande successo ottenuto le dischiuse una superba
carriera che fu però di breve durata. Cantò al Comunale di Bologna (1888) nell'Alceste
e l'Otello (Verdi), qui sostituendo, sotto la direzione di Franco
Faccio, senza prove, la Borghi-Mamo. Fu alla Scala nello Zampa (gennaio
1889), indi a Torino a Fianco di Tamagno. Cantò a Verona, Padova, Udine, Venezia
(prima Atenaide di Tirindelli, 1892); a Trieste (Africana e Mefistofele,
ripreso dopo le esecuzioni della Boulicioff). Fu poi a Lisbona, Barcellona,
Valenza, Budapest, Berlino, Odessa, Varsavia, finché il 9 febbraio 1893, prescelta
da Verdi dopo aver udite altre sedici artiste che non lo soddisfecero, fu alla
Scala la prima Alice del Falstaff. Cantò in quest'opera, nella tournée
di sei mesi organizzata dall'impresa Piontelli, a Genova, Roma, Venezia, Trieste,
Vienna, Londra e altri principali centri, e la riprese in seguito anche su altre
scene. Nel 1898 fu in Cile, a Rio de Janeiro, a S. Paolo del Brasile; nel 1900
al Carlo Felice di Genova interpretò il Trillo del diavolo di Falchi.
Puccini la volle interprete di Manon e di Tigrana dell'Edgar.
Nell'agosto 1900 partì per un giro nel Messico e l'Avana, e fu quello l'ultimo
viaggio. Mori all'Avana di febbre gialla nel gennaio 1901. Donna di gran cuore,
amica sincera dei colleghi e dell'arte, fra gli altri gesti gentili cantò gratuitamente
la Maruzza del giovane maestro Floridia. Artista dalla voce limpida,
calda, ricca nel centro, facile negli acuti, di bellissimo timbro, perfetta
nell'intonazione ed ottima attrice, fu valentissima ancora nella Gioconda,
Cavalleria rusticana, Bohème (Puccini), Mariska (Orefice), Tosca,
Fedora, Andrea Chénier, Manon (Massenet), ecc.
ZUCCANI, Giovanni. Direttore d'orchestra.
Nato a Vicenza (e non a Roma come scrive il De Angelis) nel 1868, studiò al
Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, diplomandosi nel 1887 in pianoforte
e nel 1889 in composizione. Abilissimo direttore d'orchestra concertò molti
importanti spettacoli lirici, specialmente sotto le imprese dell'editore Edoardo
Sonzogno, interpretando non poche opere di giovani maestri. Fu il primo a dirigere
la Fedora di Giordano (Roma, Teatro Adriano, 1899). Diresse anche concerti
sinfonici, tra cui quelli dell'Esposizione del 1911 in Roma. Compose l'operetta
Un carnevale romano a li tempi del Marchese del Grillo (Roma, Metastasio,
1890) e qualche altro lavoro. Mori a Treviso il 6 marzo 1928.
ZUCCHI, Virginia. Impresario e coreografa.
Nata a Parma il 10 febbraio 1849, fu danzatrice di fama mondiale. Oltre che
nella predetta attività fu anche impresario teatrale non solo di sé stessa ma
anche di una compagnia di opere liriche. In questa veste organizzò al Teatro
Comunale di Piacenza la stagione di carnevale 1892-93 presentando Le Villi
di Puccini (fiasco grandioso), La forza del destino e La traviata
sotto la direzione del maestro Primo Bandini. Per risollevare le sorti della
stagione, presentò i grandi balli coreografici Brahma di Dall'Argine
e la Fille mal gardée dove sia lei che la sorella Costantina fanatizzarono
il pubblico. Come coreografa fu ricercata in tutto il mondo: dall'Argentina
(Teatro Colon di Buenos Aires) alla Germania dove Cosima Wagner, nell'allestire
il Tannhaüser a Beyreuth, la volle ideatrice e maestra. Morì a Nizza
il 12 ottobre 1930.
Vetro , G.N. - I nostri fasti musicali: Virginia Zucchi. In "Gazzetta di Parma",
26 febbraio e 5 marzo 1979.