Stanza 8 / Room 8

Strano accoppiamento quello fra il grande dipinto di Gianluigi Colin col naufragio della motovedetta albanese Katër i Rades in Adriatico nel 1997, 105 morti, e La zattera della Medusa (1819) di Théodore Géricault, dipinto di un pittore del XIX secolo che racconta del riscatto dei Greci dal dominio ottomano. Eppure quei naufraghi del nostro recente passato e quei naufraghi raccontati dal grande pittore realista francese propongono uno stesso discorso: la guerra, la fuga dai luoghi più cari, la morte. Pittura e messa in scena dell’opera, racconto dipinto e narrazione sul palcoscenico dell’opera sono uno dei filoni che questa mostra intende proporre.

Il dipinto di Cherubino Cornienti, I profughi di Parga (1843), si inserisce in un filone imponente di dipinti di Francesco Hayez che denunciano le persecuzioni ottomane dei cittadini di lingua greca e evoca anche il grande racconto della indipendenza della Grecia cantato da Byron. In parallelo, Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria (“I profughi di Parga”, 1826-1831) per il quale Hayez si era documentato accuratamente sulla topografia del villaggio, è dipinto a lungo meditato attraverso soluzioni e messe in scena diverse. Ma Cornienti si riferisce a un’altra tradizione, quella della fuga in barca, e trova un preciso antecedente in altre opere di Hayez, come Barca di Greci fuggitivi (1843), dove una donna si sporge dal fianco dell’imbarcazione per recuperare un corpo immerso nelle acque.

Cornienti conosce il dipinto di Hayez ma compone diversamente il racconto: a prua la figura quasi di una Madonna col Bambino e San Giovannino, poi due marinai al remo e, sullo sfondo, le ombre di una costa alta dalla quale si deve fuggire. Il conflitto fra la Grecia e l’impero ottomano dura dal 1821 al 1832; in appoggio dei greci si muovono Francia, Inghilterra, Russia che distruggeranno a Navarino la flotta turca favorendo così l’indipendenza della Grecia. Al trionfo della causa greca contribuì molto anche la passione di tanti intellettuali europei fra i quali George Gordon Byron che, membro della associazione filoellenica a Londra, si muoverà dalla Inghilterra per arrivare a Cefalonia nel 1823 e morire nel 1824 a Missolungi.

 

Strange coupling between the great painting by Gianluigi Colin with the shipwreck of the Albanian patrol boat Katër i Rades in the Adriatic in 1997, 105 dead, and The Raft of the Medusa (1819) by Théodore Géricault, a painting by a 19th century painter who tells of the redemption of the Greeks from Ottoman rule. Yet those castaways of our recent past and those castaways told by the great French realist painter propose the same discourse: war, escape from home, death. Painting and staging of the opera, painted story and narration of the Opera on the stage are one of the strands that this exhibition intends to propose. Cherubino Cornienti's painting, The Refugees of Parga (1843), is part of an impressive line of paintings by Francesco Hayez that denounce the Ottoman persecutions of Greek-speaking citizens and also evokes the great tale of the independence of Greece sung by Byron. In parallel, the inhabitants of Parga who abandon their homeland ("Refugees of Parga", 1826-1831) for which Hayez had carefully documented the topography of the village, is a painting thought through different solutions and staging for a long time. But Cornienti refers to another tradition, that of escaping by boat, and finds a precise antecedent in other operas by Hayez, such as Boat of fugitive Greeks (1843), where a woman leans from the side of the boat to retrieve a body immersed in the waters. Cornienti knows Hayez's painting but composes the story differently: at the bow the figure of a Madonna with Child and San Giovannino, then two sailors at the oar and, in the background, the shadows of a high coast from which it is necessary to escape. The conflict between Greece and the Ottoman Empire lasted from 1821 to 1832; France, England and Russia moved in support of the Greeks who would destroy the Turkish fleet in Navarino, thus favouring the independence of Greece. The passion of many European intellectuals also contributed to the triumph of the Greek cause, including George Gordon Byron who, a member of the pro-Hellenic association in London, moved from England to arrive in Kefalonia in 1823 and die in 1824 in Missolungi.

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